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Recensire "Neon Genesis Evangelion"? Wow... Un'impresa titanica, non c'è che dire.
Evangelion è un'opera artistica - perché per me di questo si tratta - di una profondità e complessità come poche. Chi non l'ha mai guardata o ne ha solo sentito parlare potrebbe pensare di trovarsi di fronte al classico anime con i "robottoni", né più né meno. Quanto si sbaglia.

Potremmo, se vogliamo, far rientrare Evangelion nel filone della fantascienza apocalittica. Ma anche questa definizione risulta alquanto riduttiva per un'opera che racchiude in sé molteplici sfaccettature. Basti pensare al titolo stesso dell'anime: Neon Genesis Evangelion, un nome decisamente atipico per una serie fantascientifica, e più in generale per un anime. Nella serie sono presenti diversi riferimenti religiosi, soprattutto biblici, ebraici e cabalistici.
L'autore si è ispirato principalmente a questi ultimi per quanto riguarda vari aspetti della storia, come ad esempio le "creature venute dallo spazio", se così possiamo definirle, che sono chiamate Angeli o letteralmente "Apostoli" (Shito), figli del primo angelo Adam. Mentre l'umanità in Evangelion discenderebbe da Lilith, futura moglie di Adam, che in seguito disubbidì a Dio e venne cacciata dal Paradiso, dando vita a una prole tutta sua.

Durante la serie viene ripreso infatti il tema del paradiso perduto e del vano tentativo dell'essere umano di riconquistarlo divenendo egli stesso un creatore, provocando così una catastrofe ambientale di livello globale. L'anime è ambientato quindici anni dopo il disastro.
Nonostante ciò gli stessi autori dell'anime hanno dichiarato che non c'è nessun messaggio religioso di fondo. Diciamo pure che ciò serviva a distinguere quest'anime da tutti gli altri "robottoni", e per far questo serviva qualcosa di non comune al popolo giapponese, che desse un alone di mistero alla trama, come appunto il Cristianesimo e l'Ebraismo. Evangelion rimane di fatto un'opera prettamente fantascientifica, che riprende vari riferimenti religiosi, decontestualizzati per una valenza puramente estetica o ai fini dello sviluppo e intreccio della trama, e svuotati quindi del loro significato originale.

L'altro aspetto che rende unica quest'opera è l'introspezione dei personaggi.
In Evangelion c'è una psicologia di fondo strettamente curata e dettagliata per ogni personaggio della serie. Ognuno si ritrova a dover fronteggiare i propri demoni interni, ovvero le proprie paure, per andare avanti: l'abbandono di un padre, la morte di una madre, la perdita totale dell'autostima che porta a considerare sé stessi come esseri inutili e incapaci di relazionarsi con il prossimo.

E devo dire che è proprio questa la caratteristica che mi ha fatto innamorare di Evangelion. Pur non avendo magari i loro stessi problemi non ho fatto fatica a identificarmi in alcuni dei personaggi, o a mostrare perlomeno una sorta di empatia. Sono rimasto affascinato dai dialoghi serrati che spesso erano soliti avere con sé stessi. Monologhi introspettivi accompagnati da una carrellata di immagini flash entrano prepotentemente nell'animo della persona. I nostri desideri più reconditi ci parlano, sembrano voler comunicare con noi, ma sono braccati dalle nostre stesse paure. Si forma dunque un fragile e instabile equilibrio sorretto da queste due forze.

Chi è arrivato fino alla fine della mia recensione si sarà dunque reso conto che "Neon Genesis Evangelion" è senz'altro qualcosa di completamente diverso da quanto ci fosse stato prima d'ora. E' un mecha, ma non alla stessa maniera in cui lo sono Gundam o Goldrake. Anzi se dovessi racchiuderlo in più generi, il mecha sarebbe l'ultimo a comparire.
Sono consapevole di aver tralasciato parecchi aspetti della trama, ma per quello c'è Wikipedia. Io volevo soltanto trasportare su carta (o meglio su web) le sensazioni che questo fantastico anime mi ha procurato e gli aspetti che maggiormente ho apprezzato. Non posso fare a meno dunque di consigliarlo vivamente a chiunque consideri l'animazione una forma d'arte e non solo semplice intrattenimento.