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La Nippon Animation a partire dal 1975 diede vita ad un ambizioso progetto che prese il nome di World Masterpiece theatre (sekai meisaku gekijo). L'intento era quello di proporre le più grandi opere della letteratura mondiale in forma animata ed adattarle ad un pubblico infantile. L'impresa era veramente ardua anche perchè molti dei romanzi scelti avevano trame molto complesse e non tutte indicate per un pubblico così giovane. Il progetto però, concretizzatosi, diventò un vero e proprio successo, e le opere, contraddistinte da splendide animazioni e la semplicità che solo gli anime del tempo avevano, vennero amate da grandi e piccini. La grafica era ben diversa rispetto a quella a cui ci avevano abituato i giapponesi. I disegni, curatissimi, presentavano personaggi con caratteristiche fisiche europee e paesaggi spesso bucolici per accentuarne la genuinità. I personaggi avevano tutti psicologie definite e le trame erano molto consistenti rispetto alle opere offerte dalle altre case. Nacque così un nuovo genere per l'animazione: il meisaku. Grandissime menti si nascondevano dietro le quinte di queste nuove produzioni, come Takahata e Miyazaki.
Non sorprende, data la premessa, l'enorme successo del meisaku. Sulla scia della Nippon Animation tante altre case di produzione crearono prodotti nuovi, sempre appartenenti a questo genere.
Il successo durò fino alla metà degli anni Novanta , quando gravata dei debiti, l'azienda non aveva più i fondi necessari per offrire prodotti di qualità. Inoltre gli ascolti calavano sempre più e la concorrenza era spietatissima. Così, quello che per anni è stato uno dei generi più amati di tutta l'animazione giapponese, nel giro di pochissimo tempo morì. Le vecchie generazioni ne sentirono indubbiamente la mancanza, mentre le nuove, si appassionavano agli ultimi prodotti offerti dall'animazione, incuranti del passato.

Nel complesso panorama dell'animazione del 2007, inspiegabilmente, troviamo tra le centinaia di opere sfornate in quell'anno ,un meisaku. Di anime appartenenti a questo genere non se ne vedevano da almeno 10 anni. La Nippon Animotion decide di puntare tutto su un nuovo meisaku. E non uno qualunque!L'opera proposta è davvero complicata sotto tutti i punti di vista. Non solo la trama è tremendamente complessa ,data la molteplicità dei personaggi e delle sotto-trame, ma i colpi di scena e le morti, poco si adattano al pubblico tipico del meisaku. Eppure, puntando su un disegno semplicissimo e sui buoni sentimenti che impregnano il libro, la Nippon animation è riuscita nell'impossibile.

Chi scrive, di adattamenti de "I miserabili" ne ha visti moltissimi. Tutti dimenticabili. Certo, il musical e l'ultimo film uscito, quello che ha visto Anne Hateway nelle vesti di una memorabile Fantine, rappresentano in questo contesto un discorso a parte. Mi riferisco ad adattamenti meno recenti, prodotti prima del 2007. Da amante del libro al punto di recarmi a Parigi alla ricerca dei luoghi del libro, ho cercato in ogni adattamento non tanto l'aderenza alla trama (impresa quasi del tutto impossibile), quanto in qualche parte quello spirito che contraddistingue il romanzo. La mia ricerca è stata vana, fino a quando non mi sono imbattuta nel capolavoro della Nippon Animation. Non so spiegare perchè io sia tanto affezionata a questo titolo. I miserabili è un'opera che va interiorizzata. Descrivere il sentimento che mi lega ad essa a parole è quasi del tutto impossibile.

"Il cuore di Cosette" (in giapponese "Les Miserables: Shoujo Cossette") è un anime liberamente tratto dalla celeberrima opera di Victor Hugo. Dando uno sguardo ai primi episodi non si riesce a comprendere lo scopo dell'opera. L'anime, composto da 52 episodi va rigorosamente visto tutto per poterlo poi giudicare. La grafica è molto semplice e apparentemente poco adatta alla storia. In realtà circa lo stile grafico dell'opera si è fatto molto riferimento al musical. Inoltre gli occhi sono grandi e i tratti di tutti i personaggi più semplici, per sdrammatizzare. Il risultato è gradevole e l'opera viene molto alleggerita anche dalle numerose musiche spensierate. Alcune scelte fatte dagli adattatori sono risultate ai miei occhi necessarie.

La storia comincia un po' dopo gli eventi inizialmente narrati nel libro, che saranno però ripresi nel corso delle puntate. La giovane Fantine, madre di Cosette, rimasta senza lavoro a Parigi, si reca per i diversi paesini della Francia alla ricerca di una occupazione. Tuttavia nessuno è disposto a dare il lavoro ad una ragazza-madre. Così, per il bene di sua figlia, Fantine affida la bambina ad una famiglia di locandieri. E' da questo episodio che cominciano le loro sventure.
L'anime è molto fedele, tralascia del romanzo solo alcune parti descrittive. Tuttavia per rendere adatta anche a bambini, si è preferito cambiare alcune situazioni.

Come si fa a rendere un'opera tanto complessa adatta ai bambini? Il vero colpo di genio di chi ha preso parte a questo progetto sta nell'aver incentrato l'intera trama su di un personaggio che nel libro non è poi così centrale.
E' dai fanciulleschi occhi della giovane Cosette che lo spettattore vede intrecciarsi i destini di personaggi indimenticabili, dal redento Jean Valjean, al caparbio ispettore Javert, dalla disperata Fantine, ai terribili Thenardiere, dagli intellettuali Amici dell'abc, ai disgustosi membri di Patron Minette.
"Il Cuore di Cosette" offre uno splendida visuale della Parigi post-Napoleonica. L'opera abbraccia i circa venti anni di vita della giovane Cosette, protagonista indiscussa dell'anime. Nel romanzo al personaggio di Cosette, non viene data la centralità che caratterizza l'anime. Infatti Cosette vive sempre all'ombra di qualcuno e non è risoluta come nell'anime.
Cosette non è l'unico personaggio centrale nella vicenda. Altro protagonista indiscusso è Jean Valjean. Nel carcere in cui è stato rinchiuso per 19 anni ha conosciuto le tenebre. Un uomo, il vescovo di Digne, con un solo gesto gli ha fatto vedere la luce. Da quell'episodio è un uomo nuovo, votato al bene.

In sintesi "Il cuore di Cosette" è un'opera straordinaria, che fa ben sperare in un ritorno al meisaku, costellata di vicende e di personaggi, tutti, ricchi o poveri in un modo o in un altro miserabili.
La loro miseria infatti non deriva tanto dalla terribile povertà, sempre gravida nei fetidi vicoli di Parigi , quanto all'aridità del loro Spirito. Sotto le luci, lo splendore dei palazzi, delle cattedrali, negli abissi, i miserabili vagano alla ricerca di risposte. Lo Spirito dei miserabili è povero . Come un mendicante, Esso bussa alle porte altrui, ma viene perennemente respinto. Lo Spirito ha paura, è sempre freddo. Si lamenta, percuote il cuore e come un sussulto si ferma in gola. Non riesce a trovare quella pace che desidera. Nessuno lo coltiva, nessuno lo disseta. Il mondo è sordo, non ascolta le Sue grida soffocate, né si cura di lui. Decide allora di incamminarsi per sentieri oscuri, lasciandosi alle spalle la Luce.
Qualunque cosa sia accaduta nella tua vita, non guardarti indietro, troverai solo un'ombra allungata, tendente all'oscurità. Volta le spalle a quelle tenebre e guarda la Luce. Tutti possiamo redimerci. E' questo il vero monito di Victor Hugo.

Consigliato a chi ha amato il libro, a chi ha amato i meisaku e ha chi, disperato, è alla ricerca di una speranza. Perchè anche da un semplice anime si può ricavare un messaggio per poter andare avanti.