Recensione
Card Captor Sakura
10.0/10
Premetto che la mia è una recensione di parte; "Card Captor Sakura" è il mio manga preferito, ho iniziato ad amarlo quando davano l'anime su Italia 1 e avevo solo 9 anni, e ho continuato ad adorarlo da allora.
Il manga, come è facilmente intuibile, è indirizzato principalmente ad un pubblico femminile, rientrando sotto la categoria "shojo", ma questo non ha frenato la grande diffusione anche presso il pubblico maschile, seguendo il successo di altre opere dello stesso genere come "Pretty Guardian Sailor Moon".
Tuttavia, nonostante all'apparenza "Card Captor Sakura" possa sembrare uguale a un qualsiasi altro majokko, se ne discosta molto nei temi fondanti dell'opera. Infatti, più che la magia, l'elemento principale della storia è l'accettazione incondizionata di ogni persona e tipo d'amore.
Come rivelato da Ohkawa: "Volevo una storia con una protagonista che avesse una mente aperta verso diverse strutture familiari, diversi tipi di amore e diverse prospettive della società."
Non si tratta solo di vedere il mondo con gli occhi di un bambino, con l'innocenza di chi crede che non esista il male, ma è più un messaggio di speranza: il mondo perfetto può esistere e ci sono bambini come Sakura che vedono del buono in tutto. Syaoran e Eriol sono gli studenti stranieri, ma vengono trattati come se fossero arrivati della città vicina; l'amore di Tōya e Yukito non viene visto negativamente o festeggiato come qualcosa di eccezionale, ma trattato come una normale relazione. Il fatto che alla fine Sakura scelga Syaoran non è perché è un ragazzo ed è giusto che sia così, lui sarebbe potuto anche essere una ragazza o avere un'età diversa, ma lei l'avrebbe scelto comunque.
La speranza delle autrici è che il giovane pubblico a cui è rivolta l'opera possa imparare da Sakura.
Come già detto, "Card Captor Sakura" rientra nel genere majokko, ma se paragonato ad altri contemporanei come Sailor Moon ne condivide solo gli aspetti superficiali. C'è una mascotte, uno scettro, molta magia, tanto rosa e persino una profezia, ma tutto si ferma lì, non c'è un nemico da sconfiggere, non ci sono mostri e non si rischia la morte. La catastrofe più grande che può accadere è la perdita del ricordo di chi si ama.
Il lettore che cerca una trama più epica o personaggi con profonde motivazioni personali potrebbe rimanere deluso da quest'opera, che affida spesso i punti di svolta della trama al destino. Inoltre, i primi capitoli possono risultare ripetitivi o privi di spessore, vedendo semplicemente Sakura catturare una carta dopo l'altra senza troppo sforzo.
I personaggi sono ben caratterizzati, ma le loro relazioni possono sembrare inconsistenti e le loro azioni prive di senso, visto il poco approfondimento psicologico che viene loro concesso.
Tra le varie relazioni quella tra Rika (10 anni) e il professor Terada (età non rivelata) è molto problematica per la grande differenza d'età, nonostante nella storia sia trattata a livello prettamente platonico; nell'adattamento animato giapponese questa viene trasformata in un'ammirazione a senso unico della bambina verso il professore.
Infine, nelle tavole, realizzate principalmente da Mokona, prevale il bianco del foglio, gli sfondi sono pochi, soprattutto nelle vignette più piccole e spesso quelle più grandi vengono riempite di fiori e nient'altro.
Parere personale
Per molti anni mi sono interrogata su cosa portasse me e altri ad amare quest'opera nonostante il target prettamente infantile, e la risposta che mi sono sempre data è che la storia di Sakura è una boccata d'aria fresca, almeno per me.
Quando si legge "Card Captor Sakura" ci si rilassa perché si sa fin dall'inizio che tutto andrà bene e che Sakura salverà la situazione con l'aiuto dei suoi amici.
Da bambini ci si appassiona agli "scontri" con le carte e ai misteri che avvolgono i nuovi personaggi. Da adulti ci si rende conto di quanto Tomoeda sia una cittadina quasi utopica in cui si vorrebbe vivere e, anche se solo per poco, alla fine della lettura si è felici di essere stati amici di Sakura.
https://chiamateminihil.wordpress.com/2021/12/08/card-captor-sakura/
Il manga, come è facilmente intuibile, è indirizzato principalmente ad un pubblico femminile, rientrando sotto la categoria "shojo", ma questo non ha frenato la grande diffusione anche presso il pubblico maschile, seguendo il successo di altre opere dello stesso genere come "Pretty Guardian Sailor Moon".
Tuttavia, nonostante all'apparenza "Card Captor Sakura" possa sembrare uguale a un qualsiasi altro majokko, se ne discosta molto nei temi fondanti dell'opera. Infatti, più che la magia, l'elemento principale della storia è l'accettazione incondizionata di ogni persona e tipo d'amore.
Come rivelato da Ohkawa: "Volevo una storia con una protagonista che avesse una mente aperta verso diverse strutture familiari, diversi tipi di amore e diverse prospettive della società."
Non si tratta solo di vedere il mondo con gli occhi di un bambino, con l'innocenza di chi crede che non esista il male, ma è più un messaggio di speranza: il mondo perfetto può esistere e ci sono bambini come Sakura che vedono del buono in tutto. Syaoran e Eriol sono gli studenti stranieri, ma vengono trattati come se fossero arrivati della città vicina; l'amore di Tōya e Yukito non viene visto negativamente o festeggiato come qualcosa di eccezionale, ma trattato come una normale relazione. Il fatto che alla fine Sakura scelga Syaoran non è perché è un ragazzo ed è giusto che sia così, lui sarebbe potuto anche essere una ragazza o avere un'età diversa, ma lei l'avrebbe scelto comunque.
La speranza delle autrici è che il giovane pubblico a cui è rivolta l'opera possa imparare da Sakura.
Come già detto, "Card Captor Sakura" rientra nel genere majokko, ma se paragonato ad altri contemporanei come Sailor Moon ne condivide solo gli aspetti superficiali. C'è una mascotte, uno scettro, molta magia, tanto rosa e persino una profezia, ma tutto si ferma lì, non c'è un nemico da sconfiggere, non ci sono mostri e non si rischia la morte. La catastrofe più grande che può accadere è la perdita del ricordo di chi si ama.
Il lettore che cerca una trama più epica o personaggi con profonde motivazioni personali potrebbe rimanere deluso da quest'opera, che affida spesso i punti di svolta della trama al destino. Inoltre, i primi capitoli possono risultare ripetitivi o privi di spessore, vedendo semplicemente Sakura catturare una carta dopo l'altra senza troppo sforzo.
I personaggi sono ben caratterizzati, ma le loro relazioni possono sembrare inconsistenti e le loro azioni prive di senso, visto il poco approfondimento psicologico che viene loro concesso.
Tra le varie relazioni quella tra Rika (10 anni) e il professor Terada (età non rivelata) è molto problematica per la grande differenza d'età, nonostante nella storia sia trattata a livello prettamente platonico; nell'adattamento animato giapponese questa viene trasformata in un'ammirazione a senso unico della bambina verso il professore.
Infine, nelle tavole, realizzate principalmente da Mokona, prevale il bianco del foglio, gli sfondi sono pochi, soprattutto nelle vignette più piccole e spesso quelle più grandi vengono riempite di fiori e nient'altro.
Parere personale
Per molti anni mi sono interrogata su cosa portasse me e altri ad amare quest'opera nonostante il target prettamente infantile, e la risposta che mi sono sempre data è che la storia di Sakura è una boccata d'aria fresca, almeno per me.
Quando si legge "Card Captor Sakura" ci si rilassa perché si sa fin dall'inizio che tutto andrà bene e che Sakura salverà la situazione con l'aiuto dei suoi amici.
Da bambini ci si appassiona agli "scontri" con le carte e ai misteri che avvolgono i nuovi personaggi. Da adulti ci si rende conto di quanto Tomoeda sia una cittadina quasi utopica in cui si vorrebbe vivere e, anche se solo per poco, alla fine della lettura si è felici di essere stati amici di Sakura.
https://chiamateminihil.wordpress.com/2021/12/08/card-captor-sakura/