Romics 2023: intervista a Richard Anderson, concept artist videoludico e cinematografico
Il concept artist de "I guardiani della Galassia" e cover-artist di libri fantasy si racconta.
di Artax
Il talentuoso artista del Montana è famoso per quanto riguarda la sua attività da illustratore; infatti, nel 2011 ha vinto il Golden Spectrum Award, il premio che veniva conferito alla più bella illustrazione horror, sci-fy o fantasy dell'anno. Si capisce quindi come la sua specializzazione sia proprio la rappresentazione di scenari e personaggi fantasy e fantascientifici, con cui impreziosisce copertine di romanzi e narrativa. Le sue creazioni sono rese vivide da un tratto marcato e luci fredde grazie al quale ha vinto nel 2018 il Gemmell Award per la miglior copertina per un libro fantasy con Kings of the Wyld, ed è sempre lui ad aver realizzato la copertina del libro The Witcher: Blood of Elves.
Invece, passando ai suoi lavori come concept artist, Anderson ha iniziato dai videogames: per dirne uno Guild Wars, o anche Batman Arkham Knight, sino ad approdare ai film: il suo primo lavoro per il grande schermo è stato Prometheus del 2012 per poi spostarsi sui famosi film d'azione e supereroistici: da Thor: The Dark World fino a Captain Marvel, passando per Guardians of the Galaxy per il quale ha vinto nel 2015 il premio dell'Art Directors Guild per l'eccellenza del design di produzione per un film fantasy.
Prima di passare all'intervista, proviamo a dare l'idea di cosa sia un concept artist. Il concept artist è una figura fondamentale per la pre-produzione di film o giochi poiché disegna, illustra e ricrea gli ambienti in cui la storia avrà luogo per dare un "mood" a tutto il team produttivo da seguire. Di fatto si occupa di portare su carta (o pixel) l'immagine che il regista e produttori hanno del film o gioco.
Di seguito vi riportiamo l'intervista con Richard Anderson.
Che cosa fa un concept artist?
"Dipende su cosa lavori. Per quanto riguarda i film è più “story-telling”, per i videogiochi si parla di “problem solving”. Se devi disegnare un bicchiere per esempio quello ricade invece nel prop design. Dipende anche da quanto è grande l’ambientazione che devi disegnare, il tono del film o del gioco. È un lavoro molto ampio, bisogna avere molta immaginazione. È stata una bella domanda, molto difficile".
Perché hai scelto di lavorare come concept artist e non come altre figure sempre legate al mondo del disegno?
"In realtà sono anche un illustratore, ho disegnato circa 63 copertine di libri. Il concept artist è il mio lavoro principale, ma le idee arrivano quando mi dedico alla realizzazione di copertine e altre illustrazioni. A dirvi la verità, molti dei miei artisti preferiti sono a loro volta illustratori appartenenti al periodo d’oro degli anni 50 e 60".
Per quanto riguarda le tue copertine dei libri, tu sei molto incentrato sul fantasy e fantascienza. Perché questi due generi ti piacciono così tanto? E quali altri generi ti piacerebbe disegnare?
"Ho realizzato una copertina per il libro fantasy che è diventata molto famosa, e questa ha in qualche modo “disegnato” il genere adatto a me: se un editore ha intenzione di assumermi è specificatamente perché vogliono quel genere fantasy. Questa copertina mi ha dato molti riconoscimenti e mi ha permesso di disegnare tante altre copertine fantasy.
Lo stesso vale per il fantascientifico (sci-fi), ne ho realizzate un paio che sono andate abbastanza bene tanto da farmi assumere per disegnarne altre.
Se potessi disegnare un altro genere, mi piacerebbe tantissimo il giallo, o qualcosa di più oscuro (mia moglie ama questo genere). Se riuscissi a mantenere il mio stile senza cadere troppo nel “contemporaneo” sarebbe molto divertente. Mi piace cambiare."
Anderson ha voluto aggiungere, dopo la traduzione:
"La cosa buffa è che le persone non si rendono conto che è molto semplice guadagnare tanti soldi grazie ai libri per ragazzi (Young Teen / Young Adult). Vengo contattato spesso per disegnare copertine per questa tipologia di libri, e ne ho realizzate alcune, è stato divertente, ma non è un genere che fa per me. È troppo leggero, mi piacciono di più le storie cupe e oscure."
Chi sono stati quegli artisti che ti hanno ispirato tanto da far nascere il tuo tratto caratteristico?
"È una domanda bella tosta. Direi John Berkey, un illustratore di fantascienza; Bob Peak; Ashley Wood è stato molto influente durante la mia adolescenza; John Singer Sargent, anche se non è stato un vero e proprio illustratore; J.C. Leyendecker e Mike Mignola (Hellboy). Sono artisti molto differenti, ma ho preso un po’ di ciascuno di loro."
Un’ultima domanda. Se dovessi dare un consiglio a chi vuole diventare un illustratore, quale potrebbe essere?
"Può sembrare sconvolgente per i giovani illustratori trovare qualcuno da cui prendere ispirazione, perché online è possibile vedere quanti artisti eccezionali esistono là fuori. La parte più importante è pensare a tre artisti nello specifico che si vuole seguire per diventare un giorno come loro, e concentrarsi su di loro come obiettivo finale. Non devono guardare di sfuggita i disegni, ma analizzarli, chiedersi perché gli piacciano e che cosa stiano loro dicendo: questo aiuterà a sviluppare uno stile personale.
Un’altra cosa importante, i giovani artisti mi dicono spesso durante le lezioni che hanno paura di fare errori. Per imparare, invece, fatene tanti, sperimentate, ma siate onesti con voi stessi. Riconoscete quando sbagliate e cercate di risolvere il problema, col tempo migliorerete."
Ringraziamo Richard Anderson per il suo tempo e Romics per averci dato la possibilità di intervistare questo grande artista statunitense.
Di seguito il video dell'intervista.