Quest'adattamento non s'ha da fare: gli sfoghi dei mangaka emersi col caso Ashihara
La recente e drammatica morte della mangaka Hinako Ashihara porta anche altri autori a rivelare le proprie difficoltà: i casi di Hajime no Ippo, Samidare, Ryuko di Eldo Yoshimizu e altri ancora
di zettaiLara
Non è la prima volta, infatti, che un mangaka segnala la propria insoddisfazione, più o meno palese, relativamente al modo in cui viene adattato un proprio manga in una versione televisiva o cinematografica dal vivo o animata.
Proprio di recente il mangaka George Morikawa, autore di Hajime no Ippo, attraverso un post rilasciato via Twitter/X aveva raccontato un episodio estremamente simile: egli ha infatti ammesso di aver minacciato l'interruzione della serializzazione del manga dopo aver visto che il lavoro di Madhouse sui primi episodi dell'adattamento animato dell'opera non manteneva affatto la qualità che Morikawa aveva posto come condizione.
Morikawa aveva ricevuto svariate volte in passato l'invito per una trasposizione del manga, rifiutandole sempre per una decina d'anni, fintantoché agli inizi degli anni duemila l'uomo accettò dietro la promessa che l'adattamento animato non avrebbe dovuto deludere né lui né i suoi fedeli lettori.
Dopo tale protesta, e un incontro tra le parti, Morikawa fu rassicurato sulla prosecuzione dell'anime secondo i criteri richiesti, con un miglioramento della qualità. Soddisfatto dell'esecuzione dei nuovi episodi, e sviluppandosi nel frattempo un rapporto di fiducia tra lui e lo staff, Morikawa ha poi smesso di supervisionare la sceneggiatura, affidandosi in toto ai curatori; l'autore ha anche ringraziato per il loro duro lavoro i due registi delle varie serie animate che poi si sono susseguite nel tempo.
Parzialmente diverso negli esiti, ma affine nei valori, è il caso di Eldo Yoshimizu: anch'egli comunica via Twitter di aver immediatamente rifiutato l'offerta di far divenire Ryuko un'opera animata da parte di un produttore americano, poiché per come l'ha originariamente concepita, Yoshimizu la vorrebbe trasposta unicamente con uno stile tarantiniano.
"Se mi venisse offerto di trarne una pellicola animata, vorrei discutere ripetutamente e in maniera franca con il produttore e il regista, così che possa venire a crearsi un rapporto di fiducia tra le parti. Oltre a esporre naturalmente le mie richieste nel contratto, tra cui quella di vantare i diritti degli incassi ai botteghini e profitti connessi."
Quanto invece a Satoshi Mizukami, autore di Samidare, egli confessa di disprezzare apertamente la versione animata del 2022 del suo manga, su cui non ha potuto avere alcun tipo di controllo. Lo ricorda così, in maniera piuttosto aspra: "quando criticavo l'anime, alcuni mi dicevano: "se lo disprezzi a questo punto, non avresti dovuto accordare il permesso di trasporlo" oppure "il colpevole sei tu, dato che hai acconsentito a che ciò venisse fatto." Per un momento pensai che tutto questo fosse vero, ma in realtà non è così, le argomentazioni non stavano in piedi.
Facile dire che si possono evitare questi disguidi prevedendo le cose anzitempo o che si possa fermare da soli un progetto del valore di centinaia di milioni di yen.
Molte cose vengono create nello specifico solo dopo che è stata fornita autorizzazione al progetto nel suo complesso, e pertanto una volta create non possono più essere modificate. A livello pratico è del tutto impossibile per un singolo individuo, persino se si tratta dell'autore originale, detenere ferreo controllo su un progetto di così ampia portata nel quale sono coinvolte centinaia di persone.
Per quanto riguarda me stesso, poi, mi sarebbe impossibile interrompere la mia routine lavorativa quotidiana per recarmi presso la struttura di produzione; inoltre sono un dilettante, per quanto concerne quelle abilità specifiche.
Si dice che sia meglio non lamentarsi riguardo la produzione di un progetto animato perché molte delle persone coinvolte, anche quelle innocenti, ne soffriranno, ma sono un individuo di bassa moralità, pertanto affermo questo: anziché restare fedeli alla storia originale e alla sua struttura, Samidare è uscito come ben sappiamo (con parti della storia che includevano sviluppi originali non relativi al manga - ndr). Sono stato colpito da quella locomotiva impazzita, ed essa stessa ha continuato a procedere coperta del mio stesso sangue, ciò deve essere stato altrettanto doloroso.
E' sciocco affermare che un mangaka ha il dovere di proteggere la propria opera o che ha il diritto di farlo. Avere un diritto e avere il potere di esercitare quel diritto rimangono due cose ben differenti l'una dall'altra."
Dalle parole di Mizukami si riesce a ricostruire quella che forse è la più plausibile delle realtà, confermata peraltro anche da alcune affermazioni passate di Rumiko Takahashi: per quanto concerne quindi i progetti di adattamenti animati, una volta che l'autore conferisce la propria autorizzazione, può avere più o meno voce in capitolo, ma tutto viene perlopiù rimesso in mano al team di produzione, con le conseguenze che in certi casi si sono appurate, e in certi altri si possono intuire.
In merito alla vicenda della Ashihara sono intervenuti anche altri professionisti, sia in ambito dell'animazione che lato produzioni dal vivo; non sono mancate nemmeno toccanti parole di ricordo e preghiera lasciate dalle attrici del controverso drama in questione, tra cui Haruka Kinami che interpreta la protagonista Tanaka-san e Maryjun Takahashi.
La voce della stimata sceneggiatrice Akiko Nogi, autrice di diverse produzioni di successo animate e non (Inu-Oh, Unnatural, MIU404, I am a Hero, Ore Monotagari, The full time wife escapist, Let's go karaoke) riferisce che: "è da qualche giorno che faccio domande in merito a questo, ma ce ne sono ancora tante che rimangono senza risposta alcuna, senza contare che le questioni coinvolte in questo caso sono così svariate che non saprei nemmeno da dove iniziare. E' davvero spiacevole che una serie di questioni si siano sovrapposte l'un l'altra generando un epilogo così triste. Nessuno che sia coinvolto in adattamenti dal vivo, passati e presenti, deve prendere questa faccenda alla leggera.
In ogni caso, i commenti di NTV rimangono insufficienti anche dopo che la seconda versione del loro comunicato è stata rilasciata. Perché si è arrivati a questo, quando tutto si sarebbe potuto ben risolvere negoziando tra NTV e Shogakukan? E se le indagini sono tuttora in corso, sarebbe meglio dichiararlo apertamente e pubblicamente, mostrando l'intenzione di chiarire tutto al meglio prossimamente. Se si palesa invece una diversità di vedute tra NTV e Shogakukan, allora potrebbe essere necessario l'intervento di un comitato esterno che faccia luce in merito.
Nel rispetto della sensei Ashihara, morta cercando di vivere con la massima onestà, e per il bene dei lettori originali e degli spettatori del drama, questa non può certo essere la fine della cosa. Per il bene del cast del drama e dello staff coinvolto, che deve essere rimasto fortemente shockato, spero che NTV voglia agire con altrettanta onestà. Il loro approccio circa quello che è successo sta venendo contestato."
La Nogi si espone anche sulle prassi di lavoro: "si dice che il "non essere in grado di incontrare l'autore originale dell'opera" sia la realtà e la norma, che allo sceneggiatore piaccia o meno. Quando sono diventata una sceneggiatrice anch'io, mi sono stupita della cosa. Per dirla in termini migliori, ciò viene fatto per "proteggere lo sceneggiatore/autore originale", e per dirlo invece in termini negativi, è per "tenerli sotto controllo." Ciononostante, se l'autore originale richiede un incontro con lo sceneggiatore, tale richiesta non può essere rifiutata dal produttore; e se così fosse, meglio sarebbe non partire nemmeno col progetto. Non c'è alcun sceneggiatore che rifiuterebbe un incontro del genere, e se ciò accadesse, esso verrebbe rimpiazzato da qualcun altro. Nell'ambito di un lavoro tratto da un'opera, la posizione dello sceneggiatore è questa, in basso.
Quanto all'interazione tra sceneggiatore e produttore durante la stesura della sceneggiatura, premesso che non conosco cosa sia avvenuto in concreto nello specifico per questo drama, di norma funziona così: il produttore mormora "l'autore originale dice questo", e questo è precisamente tutto ciò che si ha in mano. In passato mi è capitato di faticare a comprendere una storia, pertanto avevo chiesto 'in che termini si è espresso per la precisione l'autore?' e anche 'posso incontrarli e parlar loro direttamente?', salvo poi venire fermata.
Non è nemmeno detto che il produttore riesca a ricevere l'opinione dell'autore originale direttamente, per cui spesso diventa un gioco di rimpalli telefonici tra i rappresentanti della casa editrice e i detentori dei diritti. Ma se anche i disguidi e le incomprensioni nascessero a questo punto, si tratta di qualcosa che comunque si può risolvere, fintantoché ambo le parti ne discutono e riferiscono alle rispettive persone che rappresentano.
Personalmente ritengo che le note dell'autore, con tanto di feedback e impressioni personali, dovrebbero essere trasmesse direttamente allo sceneggiatore; ciò ridurrebbe enormemente le incomprensioni e le discrepanze, e sarebbe più rassicurante per tutti. Io stessa sarei ben più lieta e curiosa di conoscere il pensiero diretto dell'autore originale.
Per quanto riguarda i team di produzione con cui ho lavorato finora, devo dire che ci si è dimostrati sempre molto sensibili alle opinioni degli autori originali e ci è stato riferito che questi ultimi si sono complimentati del lavoro, ne sono stati soddisfatti. Va ricordato tuttavia sempre che si tratta di un lavoro di gruppo, in cui molte cose possono andare storte a causa di lievi incomprensioni o altri fattori che vi si intersecano. Questo è un punto cruciale, e credo che rimanga tale indipendentemente dal fatto che si lavori su un'opera originale o meno.
Infine, va soggiunto anche che le emittenti TV di norma tendono a non badare ai diritti degli scrittori, sia che si tratti di mangaka o di sceneggiatori che creano opere ex-novo. Noi siamo dei singoli, mentre loro sono strutture immense; naturalmente c'è qualcuno che combatte per i nostri diritti, ma molto dipende, alla fine, dalla sensibilità di ciascuno e da quanto conti o meno nella struttura."
A riguardo del lavoro di sceneggiatura si è fatta sentire anche Megumi Ishitani, apprezzata animatrice di One Piece e Dragon Ball Super, che così commenta l'epilogo delle vicende che hanno coinvolto la Ashihara: "il mio cuore è a pezzi, e mi sento svuotata." La Ishitani continua dicendo che è sbagliato diffamare il lavoro degli sceneggiatori, e che è fin troppo frustrante che alcune persone ritengano che sia necessariamente giustificato il dover seguire il manga originale al 100% in un anime, e che dunque cambiare un minimo la sceneggiatura sia "il male".
Come è facile intuire, anche in questo caso alcuni hanno frainteso l'intento delle sue parole, ritenendo cioè che non serbassero rispetto alcuno per Oda e per il suo celeberrimo manga.
Di fronte a situazioni che creano ripetutamente perplessità e disguidi così forti tra le parti coinvolte, se non addirittura peggio, emerge dunque la sensazione che sarebbe auspicabile per il futuro confidare in un maggior dialogo tra gli autori e gli staff chiamati al complesso e arduo compito di adattare le loro creazioni. E forse, a maggior ragione dopo il drammatico caso che ha visto Hinako Ashihara perdere addirittura la vita, si confida che sia giunto ora il momento di volgere verso una comunicazione che possa dirsi davvero sensibile e rispettosa tanto dei mangaka quanto dei sentimenti e delle situazioni che affidano ai loro lettori per tramite delle loro preziose e sofferte pagine.
Fonti consultate:
Twitter-X I, II, III, IV
Account Twitter-X di Megumi Ishitani
Account Twitter-X di Eldo Yoshimizu
Account Twitter-X di Koshi Mizukani
Account Twitter-X di George Morikawa
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