Addio a Alessandra Valeri Manera, storica responsabile dei programmi per ragazzi Mediaset
Curatrice di varie trasmissioni come i famosi contenitori Bim Bum Bam e Ciao Ciao
di Ironic74
Che la terra ti sia lieve e peccato davvero non averti potuto intervistare.
Avevo davvero un mare di domande da farti che resteranno sempre senza risposta.
Alessandro "Ironic74" Falciatore
Passo la parola al blogger e articolista Miki Moz
È arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della prematura scomparsa di Alessandra Valeri Manera, un nome che ognuno di noi ha letto o sentito decine di volte.
Schiva e gentile, la sig.ra Valeri Manera è stata per anni alla guida della fascia ragazzi delle reti Fininvest/Mediaset: un personaggio finanche controverso, che nel tempo ha anche incassato in prima linea le accuse degli anime fan di tutta Italia.
A scrivere un ricordo di lei, e di cosa lei ha fatto, si rischia di passare per coloro che devono – post mortem – in qualche modo riabilitare, glorificare o santificare qualcuno o qualcosa, ma non è questo l’intento, anche e soprattutto perché l’operato di Alessandra ha ben poco da farsi perdonare, se finalmente si analizzassero le cose contestualizzandole a dovere.
Con una sensibilità rara, Alessandra selezionava e tentava di portare al successo tantissimi titoli che abbiamo amato; credeva nell’animazione giapponese di cui lei stessa era fan, senza sottrarsi agli obblighi imposti dalle normative né a quelli dovuti a un discorso prettamente commerciale.
La sig.ra Valeri Manera è una figura fondamentale per la diffusione degli anime in Italia: grazie a lei sono andate in onda, nel nostro Paese, tantissime opere giapponesi; ed è sempre grazie a lei che sono esplosi qui veri fenomeni culturali che ancora oggi ci portiamo dietro, con rinnovata passione, nel nostro bagaglio pop.
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Lei credette nelle potenzialità di tanti anime, anche contro tutto e tutti: emblematico il caso di Love me Knight, che riadattò come Kiss me Licia tramutandolo in una serie di successo (dopo il flop giapponese) e proseguendo addirittura con dei sequel in versione live: un’operazione pioneristica, forse anche un po’ kitsch se vista con gli occhi di oggi, ma sicuramente coraggiosa e vincente.
E vincente lei lo è stata; sempre dalla parte dell’infanzia, è riuscita a donarci tantissimi titoli che ancora oggi amiamo, nonostante le censure dovute; lungimirante, attuando opere di localizzazione, Alessandra ha saputo decifrare le varie fasi della percezione giapponese nella cultura italiana, costruendo successi in grado di imprimersi nell’immaginario collettivo.
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Ma soprattutto, Alessandra ha creato un modello, un vero e proprio sistema che ha permesso a più di una generazione di sognare, di passare attimi felici, di sentirsi in un mondo avvolgente: quello fatto di canzoni e dischi, serie e home video, conduttori e doppiatori, pupazzi e trasmissioni.
Un modello ben preciso, ricco, colorato, a misura di bambino ma adatto a chiunque, che trova la sua massima incarnazione nelle sue versioni di Bim Bum Bam, Ciao Ciao e analoghi contenitori.
Era paroliera, oltre che autrice e produttrice televisiva: al di là di alcuni brani presentati allo Zecchino d’Oro, lei è stata soprattutto la penna che ha scritto praticamente ogni sigla della D’Avena, di Vanni, di Draghi e Destro; ogni sigla che ancora oggi cantiamo porta la sua firma. Ogni parola, ogni frase di quei brani sempre così ottimistici e solari.
Prolifica e instancabile, ha curato senza risparmiarsi un’intera fascia televisiva, crescendo un vasto pubblico che oggi si raccoglie attorno alla triste notizia: la sua “generazione Bim Bum Bam”. Oltre ogni polemica, oltre ogni censura, oltre ogni parola.
Grazie Alessandra, per tutti i sogni che hai saputo costruire e regalarci.
“Una miriade di pensieri che volano leggeri, senza tempo e senza età” (A. Valeri Manera)
Miki Moz