Kunitsu-Gami: Path of the Goddess - Recensione del bizzarro ibrido di Capcom
Chi ha detto che la stranezza non possa essere belissima?
di Klarth Curtiss
Il mondo del gaming sta vivendo ora più che mai un periodo dove le idee originali vengono altamente premiate (soprattutto in campo indie e doppia A) ed i live service vengono visti come il male assoluto (salvo alcune eccezioni), non stupisce quindi che quell'Exoprimal pubblicato l'anno scorso da Capcom sia stato accolto in maniera molto tiepida, apprezzato per il suo concept folle ma un po' detestato per la sua natura prettamente multiplayer che ne avrebbe minato la godibilità futura; forte di questa esperienza ed anche grazie anche al successo commerciale ottenuto dalle vendite di Dragon's Dogma 2 la compagnia si è voluta buttare anche quest'estate su un progetto minore, fortunatamente tutto single player, ossia Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, un titolo che aveva incuriosito sin dal suo annuncio tanto per l'estetica quanto per la sua natura di gameplay ibrida, noi abbiamo combattuto contro i demoni per diverse ore ed oggi siamo pronti a svelarvi se valga davvero la pena schierarsi a difesa della sacerdotessa.
Il pretesto narrativo di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è tanto semplice quanto intrigante e funzionale: per anni gli abitanti del Monte Kafuku hanno venerato la dea locale, chiedendo di continuo favori e benedizioni e non offrendo mai niente di appropriato in cambio, questo loro comportamento sacrilego ha portato nel tempo all'accumulo di inquinamento e malvagità, che ha contaminato sensibilmente la montagna portando all'apparizione dei Seethe, demoni attirati da ciò e pronti a punire gli ingrati locali; la speranza tuttavia non è perduta e per ripristinare la pace si è fatta avanti Yoshiro, una giovanissima sacerdotessa in grado di placare la rabbia del monte e purificare il tutto con la sua danza sacra, la ragazza però è debole ed ha bisogno di qualcuno che le apra la strada attraverso le orde demoniache ed è proprio qui che entreremo in gioco noi, vestiremo infatti i panni di Soh, un misterioso guerriero mascherato richiamato dagli spiriti per aiutare la sua protetta a riportare il tutto al suo antico splendore.
Dal punto di vista del gameplay il titolo Capcom risulta qualcosa di fresco e che non si vede tutti i giorni, le fasi di gioco saranno infatti divisi in due filoni nettamente diversi: durante il giorno dovremo utilizzare i poteri cerimoniali di Soh per ripulire dalla malvagità alcune zone minori (ottenendo in cambio perle spirituali utili a diversi scopi) ed al tempo stesso liberare dai bozzoli nel quale sono stati imprigionati svariati abitanti a cui, grazie al potere delle perle spirituali, potremo assegnare una professione, ce ne sono veramente parecchie e se si partirà semplicemente dai taglialegna (classici guerrieri corpo a corpo) presto avremo a disposizione arcieri, sacerdoti, ladri, lottatori di sumo e tanto altro, per creare un'esercito adatto ad ogni occasione, le perle serviranno inoltre a tracciare un sentiero dalla posizione di partenza di Yoshiro fino al portale Torii che dovrà purificare per terminare il livello; sarà una volta calata la notte che partirà la vera azione, il portale contaminato infatti si aprirà ed inizierà a vomitare orde demoniache con il solo scopo di eliminare Yoshiro e sarà dunque nostro compito schierare l'esercito da noi creato nella migliore formazione possibile (tramite un comodo menù che ci permette di selezionare al volo l'unità ed il punto dove vogliamo posizionarla) per difenderla, il nostro eroe Soh non starà però a guardare e scenderà a sua volta in campo, potendo contare su quattro basiche combo (basiche ma estremamente funzionali visto che ci permetteranno di effettuare colpi ad area, in movimento o addirittura aerei per abbattere le unità volanti) e su attacchi speciali determinati dalle guardie della nostra katana (inizialmente una sola ed in seguito espandibili a tre); qualora dovessimo finire KO (in quanto le razioni per la cura verranno utilizzate sia da Soh che dagli abitanti) avremo circa una trentina di secondi dove ci trasformeremo in uno spirito e potremo limitarci a dare ordini alle unità prima di tornare alla nostra forma corporea.
Una volta finita la battaglia e riconquistato il villaggio partirà la fase di ricostruzione e potenziamento, utilizzando infatti la manodopera degli abitanti salvati potremo ricostruire un po' alla volta le strutture del luogo purificato ed ottenere delle ricompense ad ogni parte riassemblata, tra cui i talismani Mazo (da equipaggiare a Soh e che gli doneranno abilità passive) ed i Mabui, una valuta dedita a potenziare le varie classi, restaurato completamente un villaggio inoltre otterremo delle ricompense aggiuntive da Yoshiro, come un aumento permanente del numero massimo di perle spirituali da poter portare con noi o altro.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo decisamente lamentele, il titolo utilizza l'ormai rodatissimo RE Engine della compagnia ed ad uno sguardo accurato abbiamo notato come la resa grafica dello stesso in questo caso sia molto simile a quella vista in Monster Hunter World, la modalità prestazioni scelta per la nostra prova su Playstation 5 ha mantenuto il gioco a 60fps granitici senza alcun calo; se c'é una cosa che abbiamo davvero apprezzato della produzione è stata l'estetica generale, Capcom ha veramente voluto spingere sulla tradizione giapponese e ciò trasuda veramente in tutto, non solo nelle ambientazioni ma anche nelle aggraziate e peculiari danze di Yoshiro (a sua volta coperta da capo a piede da molteplici tatuaggi che ricordano l'estetica buddhista e shintoista) e degli abitanti al suo seguito, proprio la ragazza rappresenta inoltre un elemento molto curato, in quanto nonostante non proferisca una singola parola per tutta la durata del titolo riesce a farci affezionare a lei con le sue molteplici espressioni quando interagiamo con i vari elementi nella sua tenda post-battaglia, potenziando le unità o perché no offrendole uno dei dolci che potremo collezionare; Capcom è stata inoltre molto brava a "dosare" le soluzioni di gameplay, in quanto ogni stage presenta di continuo elementi nuovi e l'alternanza di livelli di pura difesa a vere e proprie boss fight rende la progressione molto godibile, per quanto gli ultimi livelli delle circa 20 ore che ci vorranno per portare a termine il titolo (che aumenteranno leggermente poiché ognuno di essi prevede degli obiettivi extra che richiedono l'impiego di unità potenziate e quindi l'essere rigiocati) risultino un po' ripetitivi; una cosa che inoltre ci ha fatto storcere il naso è stata la disparità di ricompense, capiterà infatti spesso e volentieri di ripristinare una parte del villaggio ed ottenere risorse effettivamente utili alla progressione nostra e delle unità ma al tempo stesso capiterà anche di ricostruire qualcosa ed ottenere bozzetti o modelli 3D dei demoni con annessa descrizione, cose decisamente fini a sé stesse e che avremmo preferito ottenere in altri modi.
Ancora una volta Capcom ha dimostrato quanto non servano cifre da capogiro per proporre qualcosa di interessante, Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è un prodotto davvero ben curato che non solo riesce a conciliare perfettamente l'anima action con quella da strategico tower defense, ma trasuda in ogni suo elemento un enorme amore per la cultura nipponica nelle sue origini più pure, nonostante qualche sbavatura verso la fine siamo certi che, a dispetto della mancanza di parola dei due protagonisti, vi affezionerete all'epopea di Yoshiro e Soh e soprattutto rimarrete assuefatti dal gameplay loop perfettamente bilanciato, visto poi il prezzo budget di 50€ al quale viene proposto vi consigliamo caldamente di non farvi sfuggire questa piccola perla.