One Piece Odyssey arriva su Switch: ecco la nostra recensione
I Mugiwara sbarcano sulla console Nintendo, ma il risultato è un mezzo naufragio
di DannyK
L'isola di Waford in cui i nostri pirati preferiti restano bloccati e l'espediente narrativo della privazione dei poteri ad opera dell'isolana Lim, creano l'incipit ideale per la nascita di una storia alternativa (canonica) che offre una perfetta miscela di novità e di momenti nostalgici, che i fan del franchise non potranno non amare ed amare rivivere. Ciò che però va tenuto in seria considerazione è la limitazione hardware che questa console sul viale del tramonto offre, che di fatto rappresenta per gli sviluppatori un vero e proprio grattacapo da risolvere, con continue operazioni di sottrazione che rischiano in definitiva di intaccare in maniera corposa il concept iniziale.
In effetti, se il titolo mantiene inalterati tutti gli aspetti positivi che abbiamo imparato a conoscere, i problemi principali emergono prepotenti quando bisogna fare i conti con tutto ciò che è stato necessario fare per rendere il gioco operativo su Switch. La maggior criticità è probabilmente il notevole tempo di attesa (già non brevi sulle altre piattaforme) a cui One Piece Odyssey costringe ogni volta che si entra in battaglia il che, unito al concept di base di un jrpg, determina delle lungaggini in grado di mettere a dura prova la nostra pazienza di videogiocatori non più abituati a passare ore ed ore davanti a schermate di caricamento come accadeva ai tempi della prima PlayStation.
A questo dobbiamo necessariamente aggiungere il pesante ridimensionamento che ha subito il comparto grafico: la risoluzione è stata ovviamente ridotta ed il framerate, nonostante sia stato portato a 30 fps, subisce comunque degli importanti crolli in più di un'occasione. Anche giocando in modalità dock si avverte un senso di legnosità dei movimenti e di spigolosità dei modelli poligonali, con in generale un livello di dettaglio di sfondi, ambiente ed effetti particellari portato davvero al minimo sindacale.
Tra gli aspetti positivi di questa conversione c'è invece il fatto che essa sia proposta esclusivamente in confezione Deluxe includendo la storia aggiuntiva chiamata “Confluenza di ricordi” accessibile solo in endgame, oltre a contenuti estetici immediatamente utilizzabili: il set tenute da viaggio, il set tenuta Sogeking (solo per Usopp) ed il set tenuta città d’acqua. Resta invariato il comparto audio di altissimo livello, soprattutto per quanto riguarda il doppiaggio dei personaggi.
Conclusioni
A nostro parere proporre a prezzo pieno un gioco così castrato nel suo comparto tecnico rischia di essere un azzardo. Intendiamoci, One Piece Odyssey è un bel titolo soprattutto per i fan della serie, affascinante nel suo intreccio narrativo, piacevole da giocare (e piuttosto rilassante data la sua semplicità), con un comparto audio di livello eccelso che aiuta ad immergersi nel mondo di Oda. Purtroppo a farne le spese in questa conversione su Nintendo Switch è ciò che arriva ai nostri occhi, con una serie di doverose e necessarie limitazioni che inficiano però in maniera pesante l'esperienza finale dell'utente, con particolare riferimento alle lunghissime schermate di caricamento ed ai crolli di un framerate già basso. Capiamo la ragione alla base di questo porting e le limitazioni hardware di base, ma vista la qualità finale offerta i contenuti aggiuntivi proposti non sono sufficienti a giustificare la spesa. Se possibile, conviene godersi questo gioco su tutte le altre piattaforme su cui è stato proposto.