Neva – La recensione del nuovo lavoro dai creatori di Gris

Dopo il successo di Gris, Neva torna a farci emozionare

di Marcello Ribuffo

Il 2018 è stato l'anno di debutto di Nomada Studio, team spagnolo creato dagli ex Ubisoft Montréal Roger Mendoza e Adrián Cuevas, oltre all'artista Conrad Roset. Gris è stato il risultato di questa fortuita unione, un titolo dalla forza disarmante e capace di raccontare le cinque fasi del dolore come poche opere fino a quel momento.
 
Scenari estivi

Nel frattempo Gris è riuscita a superare le tre milioni di copie, un successo strepitoso se pensiamo a come il mercato si sia evoluto negli ultimi anni, con investimenti giganteschi ma che falliscono spesso nel loro punto focale: raccontare una storia.
Questo è un tema che ha coinvolto anche Neva, ultimo lavoro arrivato da Barcellona e che per quanto abbia molti elementi in comune con il precedente titolo, si contraddistingue per una componente action diretta che, per forza di cose, cambia molto l'approccio e la percezione dell'opera.
Ispirata apertamente ai lavori dei due Miyazaki, Hidetaka per Dark Souls e Hayao, per La Città Incantata ma soprattutto per la Principessa Mononoke, Neva si contraddistingue per una componente artistica simile ma diversa dal suo predecessore ma con una suddivisione in “capitoli” per certi versi netta.

Neva non è solo il nome del gioco ma è anche il nome del cucciolo di lupo che accompagnerà Alba, la nostra alter ego. In un racconto che spinge nel narrare la genitorialità e l'impatto dell'uomo sull'ambiente, saremo trascinati dal turbinio emotivo e da un finale, forse un po' troppo affrettato ma con un ottimo colpo di scena. Proprio il tema della genitorialità, più precisamente della maternità in questo caso, è affrontato con l'ormai solita eleganza e tatto di Nomada. Neva infatti rappresenta le fasi di crescita del figlio e dell'equilibrio di rapporti tra genitori e quest'ultimo. Se inizialmente dovremmo prenderci cura del nostro cucciolo, difendendolo dalle avversità, crescendo sarà proprio lui a proteggerci e combattere insieme a noi una minaccia che grava su tutti.
Il racconto che ne consegue è magnetico, capace di instaurare sin da subito un forte legame emotivo con le vicende. Il rapporto tra Alba e Neva è scandito da interazioni e dimostrazioni d'affetto che cambieranno in base all'età del lupo. Se da cucciola Neva avrà bisogno di molte attenzioni e di essere coccolata, nella sua fase di ribellione dovrà essere calmata e rimproverata. Queste interazioni non saranno però indicate: queste, come  la progressione, saranno scandite a poco a poco aggiungendo tasselli che completeranno l'intero gameplay.
 
Scenari terribili

Analizzare e recensire questo tipo di opere può risultare però complicato. In situazioni di questo tipo, racconti dalla forte componente emotiva, l'esperienza vissuta aiuta sicuramente la percezione di ciò che il testo e soprattutto il sottotesto vuole trasmettere ed è per questo che probabilmente la valutazione finale in questo caso, andrebbe contestualizzata. Tuttavia, non si può non lasciarsi colpire da come Nomada riesca in qualche modo a toccare il cuore e i sentimenti di chi sta giocando una sua opera, grazie a una commistione di immagini e suoni studiati alla perfezione proprio per provocare un sentimento, una vicinanza o persino una riluttanza. In una parola: empatia.
Tornano infatti anche i Berlinist, la band musicale sempre di Barcellona che già avevano deliziato con Gris. Anche qui l'accompagnamento musicale si sposa perfettamente col giocato, anche perché è stato realizzato proprio mentre le componenti della band giocavano effettivamente una build preliminare del gioco in questione. Per quanto i richiami siano palesi e per certi versi voluti, rispetto la colonna sonora di Gris quella di Neva è più calda e con un contrasto più netto tra temi di natura gioiosa e drammatici, forse meno armonici ma funzionali al tipo di racconto.

Ma come detto inizialmente, Neva si contraddistingue per una componente action decisamente più marcata. Alba è infatti una spadaccina provetta, dotata inizialmente di una combo di tre colpi ma col passare del tempo, avrà a disposizione altri tipi di attacchi, soprattutto legati a Neva. Si punta tutto sulla schivata e ai suoi i-frame, utili soprattutto durante le boss fight. La cosa che sorprende è che le fasi di combattimento sono ben studiate, con un ottimo feedback dei colpi che, unite alle movenze di Alba, si trasformano spesso in una danza che però finisce per avere un effetto non previsto. Se Gris infatti si configurava come un titolo platform e puzzle solving, con quindi una certa omogeneità di fondo della percezione della sua durata, qui le cose cambiano parecchio. Le fasi action infatti spezzano questa coralità accelerando la percezione del tempo di gioco. Si parla di relatività, esatto, e in un opera che funziona così bene è un peccato notare come le circa tre ore per completarlo siano effettivamente poche. Rimane quasi l'amaro in bocca, se ne vorrebbe di più ma appunto, a un certo punto, finisce; come detto, anche in maniera un po' affrettata. È così che se vivere le tre ore di Gris appare sufficiente per esprimere ciò che l'opera ha da trasmettere, le tre ore di Neva forse non lo sono, per quanto Nomada abbia svolto un lavoro sopraffino.
 
Scenari amorevoli

Le fasi citate per Gris sono presenti comunque anche qui: il puzzle proposti non sono mai particolarmente ostici e si trovano sempre al giusto equilibrio tra la necessità di essere studiati e l'essere risolti. L'equilibrio sembra essere sempre alla base delle esperienze proposte da Nomada anche se questa volta, forse si è un pochino esagerato nella componente artistica. Neva è semplicemente bellissimo a vedersi ma qualche volta, tutto questo ben di dio a schermo si traduce in rumore, nascondendo la comprensione al giocatore di alcune parti dello scenario. Ad esempio, l'eccessivo bloom presente sporca un po' l'immagine e una forte saturazione dei colori, tanto da appesantire parecchio la vista (a un certo punto si è dovuto settare la luminosità a zero). Detto questo però, si può davvero fare uno screenshot e appenderlo in casa perché davvero, si tratta di dipinti in movimento. Ciò che si vede a schermo è praticamente realizzato a mano da Conrad Roset e rifinito dagli animatori, con uno stile che riprende come detto i lavori su i sopracitati film di Miyazaki, le architetture di Dark Souls ma anche da La Storia Infinita. Su alba si è agito partendo dalla cultura orientale, con i personaggio che inizialmente avrebbe dovuto utilizzare un arco mongolo. Insomma, anche dal punto di vista artistico ispirazioni e idee si fondono alla perfezione.
 
Scenari rosa shocking
 
Neva è un altro centro di Nomada Studio. Dopo Gris era veramente difficile riconfermarsi eppure, sfruttando altri temi, il team di Barcellona ha saputo dimostrare la sua eleganza nel raccontarli, emozionando come poche altre opere sanno fare. Anche la componente action risulta ben implementata e il rapporto con Neva è uno dei più sinceri e naturali proposti in questo ambito. L'unico vero grande difetto è che a un certo punto, finisce.


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