FANTASIAN Neo Dimension - Recensione del titolo dal papà di Final Fantasy
Nome diverso, stessa magnifica sostanza
di Klarth Curtiss
Oggigiorno sta diventando sempre più comune la pratica di storici game designer che decidono di abbandonare la loro casa di produzione originale per fondare una software house in proprio, ad esempio Tim Schafer decise di abbandonare Lucasarts per fondare Double Fine, Hideo Kojima si lasciò alle spalle Konami per fondare la Kojima Productions oppure (in relazione all'articolo odierno) Hironobu Sakaguchi, il papà della serie Final Fantasy, decise di abbandonare Square Enix nel 2003 dopo aver rilasciato il capitolo X-2, portando con sé anche lo storico compositore Nobuo Uematsu e fondando ufficialmente Mistwalker, casa che rilasciò diversi titoli di nicchia ma che riuscirono a far breccia nel cuore degli appassionati più accaniti di JRPG, come Blue Dragon, Lost Odyssey e The Last Story; l'ultimo titolo della compagnia risale al 2021 e prende il nome di FANTASIAN, titolo creato in esclusiva per Apple Arcade, il servizio di giochi in abbonamento dell'ecosistema iOS, che si proponeva di ricreare un'esperienza estremamente classica e simile agli originali titoli del producer ma con diversi virtuosismi di gameplay e comparto tecnico, per quanto il titolo sia stato accolto molto caldamente da critica e pubblico non sono troppi gli utenti che lo hanno effettivamente giocato, poiché il mercato mobile è perlopiù dominato da titoli gratuiti e se andiamo dunque ad aggiungere che si trattava di un titolo esclusivamente per cellulari Apple (non alla portata di tutti) e pure con richiesta di abbonamento potete dunque capire il problema di gatekeeping, fortunatamente a tre anni dal suo rilascio originale ci ha pensato proprio Square a metterci la pezza, aiutando il producer a pubblicare una nuova versione del titolo, denominata Neo Dimension e che finalmente approda anche su Playstation, Nintendo Switch e PC, noi ci siamo persi per diverse ore in questa nuova iterazione della fantasia finale di Sakaguchi ed oggi siamo pronti a raccontarvi nella nostra recensione se valga la pena per una volta di fare le persone nostalgiche.
La trama di FANTASIAN si apre in medias res con le vicissitudini di Leo, un ragazzo intento a fuggire da una fabbrica di macchine aiutato da due amichevoli robot, il perché della sua situazione non è chiaro né a noi né tantomeno a lui, poiché l'esplosione di un reattore gli ha provocato l'ormai tassativa perdita di memoria; grazie ad uno strano dispositivo di teletrasporto che si ritrova in tasca il nostro eroe riesce ad uscire dalla spinosa situazione, ritrovandosi in una città diroccata nel mezzo del deserto, dove grazie ad un presunto amico ottiene l'accesso alla cosiddetta "Toy Box", una base segreta costruita da suo padre per aiutarlo nella sua missione, qui ritrova anche un misterioso artefatto che emette un'aura negativa, una maschera e, grazie a qualche sprazzo di memoria tornato, decide di andare a cercare nel villaggio la giovane Kina, ragazza apprendista del chiaroveggente locale che potrebbe aiutarlo con la sua situazione.
Una volta giunto a destinazione la visita prende una piega totalmente inaspettata: nel tentativo di usare i poteri del vecchio per recuperare i ricordi di Leo il tempo viene distorto e dinanzi ai nostri eroi si palesa l'imponente Vam, conosciuto da tutti come il dio malevolo nonché origine della Machtera, un'infezione delle macchine che sta contaminando il mondo, pare infatti che i poteri dell'anziano gli fossero stati forniti proprio da lui con la vera intenzione di aiutarlo a rintracciare i suoi artefatti, il malvagio ci mette dunque poco a mettere KO i prodi e rubare la maschera a Leo, tuttavia nel momento più critico un potere sconosciuto si manifesta in Kina tramite un'apparizione fatata, sul quale perfino Vam sembra non avere potere, costringendolo alla ritirata.
Perché il dio vuole a tutti i costi recuperare i suoi artefatti? Che cos'é il misterioso potere di Kina? Qual è davvero il passato di Leo?
I due ragazzi partiranno all'avventura, trovando tanti altri alleati sul percorso, per rispondere a queste domande e sconfiggere Vam per risanare la propria terra dalla sua influenza.
Dal punto di vista del gameplay FANTASIAN si presenta, perlomeno sulla carta, come il più classico dei JRPG a turni, costituito da una progressione lineare suddivisa tra location non particolarmente aperte e sottomissioni atte a dare qualche risorsa in più, tuttavia il titolo di Mistwalker ha diversi assi nella manica che lo rendono decisamente unico, a partire dalla sua peculiarità più grossa, ossia il Dimengeon System: dopo circa due ore di gioco infatti Leo entrerà in possesso di un particolare gadget atto a contenere i mostri che, una volta attivato, ci eviterà ogni singolo scontro casuale, emettendo un breve flash a schermo facendoci sapere di aver inviato i mostri che ci avrebbero attaccato nella macchina, in questo modo la nostra esplorazione non verrà interrotta (modo azzeccatissimo di mantenere i classici scontri casuali ma dare al giocatore controllo totale su di essi) e, in qualsiasi momento, premendo il tasto relativo alla macchina, potremo teletrasportarci al suo interno per ripulirla da tutti i mostri risucchiati; sia chiaro la macchina presenta comunque una sua capacità massima (settata all'inizio a 30 mostri ed espandibile tramite apposite subquest) e qualora dovessimo raggiungerla saremo forzati allo scontro, ma comunque all'atto pratico risulta molto più comodo affrontare i nemici in questo modo per meglio avvalersi della peculiarità più grossa del combat system, ossia le traiettorie, la maggior parte delle abilità e delle magie potrà essere infatti curvata per riuscire ad intercettare più nemici possibili, rendendo gli scontri di gruppo facilmente gestibili, combattendo nella Dimengeon Machine inoltre appariranno spesso le cosiddette Gimmick, dei cristalli che se colpiti con le nostre abilità conferiranno a tutto il party dei buff momentanei, rendendo davvero questo attrezzo il modo definitivo di eliminare i nostri avversari; alla nostra progressione inoltre (un po' più avanti nell'avventura) si affiancheranno le Growt Map, classici skill tree dove acquisire ulteriori statistiche ed abilità.
Se c'é una cosa che colpisce fin da subito del titolo è sicuramente il comparto artistico, le location infatti sono veri e propri diorami realizzati a mano e scannerizzati per essere inseriti nel gioco, cosa che risulta evidente fin da subito, regalando un colpo d'occhio incredibilmente unico (per quanto nei casi in cui questi ultimi vengano zoomati un po' troppo si intravedono fin troppo i pixel, denotando che una visione da vicino non è stata considerata nei piani dell'operazione), a ciò si affiancano le sequenze dove vengono narrati i flashback di trama, estremamente frequenti e che presentano una sequela di disegni realizzati a mano di pregevolissima fattura, che danno quasi l'impressione di star leggendo un bellissimo libro di fiabe, questa edizione per console è stata inoltre arricchita da una nuova difficoltà, la modalità New Game+ e la modalità endgame Void Realm, dove sfidare potenti boss; la durata complessiva del titolo è estremamente variabile e può portare via appena una ventina di ore se si tira dritti per la storia (pratica assolutamente fattibile) come oltre le 60 se ci si dedica a tutte le attività (fortunatamente non è difficile individuare le varie subquest in quanto queste sono comodamente indicate sulla mappa), qualsiasi sia l'esperienza a cui si punta abbiamo davvero apprezzato il cast di personaggi, che si risulta piuttosto classico negli archetipi presentati (il love interest, la tsundere, il misterioso, il vecchio dal cuore d'oro ecc.) ma che riescono a lasciare il segno con le loro backstory ed il modo in cui si approcciano al protagonista; nota a margine purtroppo da considerare per i fan italiani: il titolo è completamente in inglese (con doppiaggio ora selezionabile tra inglese e giapponese); non anglofoni siete avvisati.
L'ultima opera di Sagakuchi e co. non reinventa assolutamente il genere del JRPG e non è assolutamente sua intenzione farlo, FANTASIAN Neo Dimension trae orgoglio dalle sue origini così classiche, facendone un punto di forza e riuscendo a proporre una trama ed un'avventura che sanno di casa ma, grazie a sistemi come il Dimengeon o la curvatura degli attacchi, risultando al contempo un'esperienza tanto tradizionale quanto moderna, un qualcosa in grado di far felici entrambe e le generazioni, una lettera d'amore al genere dal quale, onestamente, l'attuale Square Enix dovrebbe solo che prendere nota