Tokyo Clanpool: Doll al governo - Recensione del Dungeon RPG

Mahō shōjo, mostri, politica e influencer, tutto in un unico, bizzarro dungeon crawler

di TWINKLE

In un futuro prossimo, Tokyo è in subbuglio in seguito all’apparizione di un’imponente torre che si estende dalla misteriosa Reverse City nel cielo e si collega al Palazzo della Dieta Nazionale, formando la torre demoniaca nota come "Dark World Diet Tower". Il Giappone, ormai isolato dal mondo esterno, ha fondato una nuova organizzazione per ricostruire il suo governo caduto e combattere i mostri, intitolata "Cyber Tactics Cabinet". Natsume Kanuuki, assunta la carica di primo ministro di prima generazione di questo nuovo gabinetto, decide di avanzare nella Dark World Diet Tower per colpire al cuore il nemico insieme ad un gruppo prescelto di Diet Members Dolls.



In un momento in cui si parla tanto di Nintendo Switch 2, viene da pensare alla seconda, sfortunata portatile di Sony e alla sua libreria di titoli, magari non sconfinata ma capace di riserbare sempre qualche sorpresa. Tra le software house che hanno maggiormente supportato la console, dal suo primo anno di vita fino a quando ormai da diverso tempo quasi tutti avevano abbandonato i suoi lidi (Sony in primis), si annovera senza dubbio Compile Heart, di cui si contano ben 19 titoli pubblicati su questa piattaforma, tra novità a riproposte. Dietro ai più noti spin-off della serie Neptunia troviamo la serie Genkai Tokki (Moero Chronicle, Moero Crystal e Seven Pirates), ma anche nuove ip come MeiQ: Labyrinth of Death, Gun Gun Pixies e il primo Mary Skelter. Tutti questi giochi, che in quanto a genere spaziano dal dungeon crawler, all’action e allo shooter, sono accomunati da una cosa: una spiccata componente ecchi.



L’ultimo di questa lista di giochi sviluppati da Compile Heart per PlayStation Vita, Tokyo Clanpool, pubblicato in Giappone nel 2017, è rimasto inedito in occidente, secondo alcuni per i suoi contenuti “problematici” ma per chi scrive, più banalmente, anche e soprattutto per motivi commerciali. Nonostante siano avvistabili giochi per PS Vita pubblicati in inglese fino al 2019, come le visual novel Code: Realize Wintertide Miracles e Yumeutsuru, il publisher internazionale di Compile Heart, ovvero Idea Factory, non avrà ritenuto Tokyo Clanpool commercialmente appetibile in quell’ultimo scampolo di vita della console, oltre al fatto che, effettivamente, l’ipotesi di dover censurare i suoi contenuti era tutt’altro che remota. Molti giochi PS Vita inediti, come i citati Genkai Tokki, hanno infatti trovato negli anni successivi casa altrove, principalmente su PC e Nintendo Switch, e anche il dimenticato Tokyo Clanpool sembra aver seguito questa sorte, essendo stato riesumato, sul finire del 2024, da Eastasiasoft per essere ripubblicato su PC tramite GoG (ma non su Steam) e Nintendo Switch (ma solo in Giappone). Insomma, pur non privo di ostacoli, siamo dinnanzi ad un vero e proprio recupero archeologico pronto a riportarci in un’epoca in cui su console Sony proliferavano delle simpatiche porcate, vediamo quindi cosa ha da offrire un gioco rimasto nel sarcofago degli inediti per un totale di sette anni.

Innanzitutto, siamo alle prese con un dungeon crawler in prima persona, per la sorpresa di nessuno. I bassi costi di sviluppo e la loro predilizione per una fruizione portatile, rese questo genere particolarmente diffuso su 3DS e PlayStation Vita. Pad o tastiera alla mano, Tokyo Clanpool risulta molto tradizionale e di certo non si può definire innovativo nel panorama del genere. I dungeon sono senza dubbio labirintici e complessi, con un sacco di idee su cui confrontarsi per avanzare come trappole, porte da aprire e tanti, tanti scontri casuali. Come se non bastasse il tasso di incontri abbastanza alto, come spesso avviene in questo genere di giochi, tutto ciò che sta all’interno di un piano del dungeon in Tokyo Clanpool si “ripristina” ogni volta che usciamo e torniamo alla base, questo permette di ottenere una quantità notevole di bottino senza troppo sforzo, abbassando notevolmente la difficoltà dato che nel frattempo i nostri personaggi si potenziano, ma al contempo rischiando di aumentare una certa sensazione di noia nel ripetere le medesime azioni (apri la porta, schiva quella stessa buca di prima) fino a quando non arrivi al piano successivo, dove ad attenderci ci saranno mostri molto più forti. Aspettarsi funzioni di quality of life in un dungeon RPG sarebbe pretenzioso, è un genere che fa della sua ruvidezza, della gestione delle risorse e dell’autoanalisi (capire fino a dove proseguire e quando è il momento di uscire), i suoi fondamenti, ed è ciò che piace agli appassionati di questo tipo di giochi, ma alcuni aspetti di bilanciamento in Tokyo Clanpool non sono gestiti benissimo.



Ciò che contraddistingue Tokyo Clanpool rispetto ad altri mille dungeon crowler simili è il suo sistema di “gratificazione popolare”. Come accennato, le nostre graziose protagoniste sono a capo del governo, Natsume è il primo ministro, Chiyo è il Segretario capo di gabinetto, la piccola Hotaru è il ministro della difesa e Mikuri quello degli affari esteri. Lo so, è assurdo che una loli sia a capo della difesa di un governo e questa assurdità va accettata senza farsi troppe domande (sarà che esistono cose come My Girlfriend is the President quindi ci hai anche fatto il callo), fatto sta che il gruppo trasmette le sue escursioni in diretta, raccogliendo donazioni come fossero delle influencer; similmente a quanto avveniva in Space Channel 5, possiamo vedere l’indice di gradimento sullo schermo che in questo caso aumenta esplorando il dungeon e combattendo i mostri, il raggiungimento della soglia “fever” comporta bonus temporanei quali guarigioni e drop degli oggetti. Alla fine dell’esplorazione, il gruppo viene messo ai voti e chi ha contribuito maggiormente, viene premiato con EXP extra e potenziamenti.



L’equipaggiamento dei personaggi passa attraverso i Gear, ovvero le consueti armi e armature, i Digiskin, che conferiscono le abilità magiche e che cambiano anche l’aspetto, e infine le Gadgettia, esseri virtuali di supporto sottoforma di... altre ragazze, che equipaggiate ai personaggi andranno a determinare potenziamenti vari. Queste possono essere create, potenziate o anche fuse tra loro nell’apposito laboratorio, per andarne così a crearne di nuove, proprio come i demoni di Shin Meami Tensei, aggiungendo al gioco anche una componente collezionistica. C’è poi la Dieta che funziona un po’ come il parlamento demoniaco di Disgaea, con tanto di funzione per corrompere l’opposizione con gli oggetti di valore che troviamo nel dungeon, allo scopo di raggiungere i voti necessari ed ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. Insomma, a Tokyo Clanpool i contenuti non mancano e scavando in tutte le sue stratificate meccaniche può donare diverse ore di divertimento per gli appassionati del genere, benché non vi siano picchi qualitativi negli altri aspetti del gioco. La storia, al di là della premessa bizzarra, non concede grandi sussulti e graficamente siamo su livelli low-budget di un dungeon crawler PS Vita, essendo quasi totalmente privo di animazioni, ma anche dal punto di vista prettamente artistico e musicale risulta meno ispirato di altri esponenti del genere di quel periodo come Mary Skelter, Operation Babel e Labyrinth of Refrain.



Infine, non si può non menzionare l’elefante nella stanza, ovvero il minigioco “touch” presente su PS Vita e rimosso in questa versione, cosa che ha fatto infuriare chi si aspettava una versione integrale dopo sette anni di attesa, motivo per cui su GoG ha una valutazione così bassa. Quindi sì, nonostante indizi come l’assenza su Steam e di una versione occidentale per Nintendo Switch facessero pensare il contrario, siamo dinnanzi ad una versione “censurata” del Tokyo Clanpool uscito in Giappone nel 2017. Personalmente, nonostante non disdegni affatto i videogiochi spiccatamente ecchi (altrimenti non starei qui a parlarne né avrei trattato a suo tempo cose come Gal*Gun, DOA e Senran Kagura), ho sempre trovato abbastanza cringe quel tipo di contenuti che sfruttava le funzionalità di PS Vita, in maniera diciamo abbastanza creativa e lasciva su personaggi di dubbia età, quindi la sua assenza non va a pesare di molto sul giudizio finale, ma per altri magari la sua rimozione rappresenta un affronto ben maggiore, bastante ad evitarne l’acquisto, pertanto è corretto e doveroso farlo presente.

Versione testata: PC

Residuato di una PS Vita che torna a ricordarci del suo lato nascosto, bizzarro, un po' perverso, per quella che è forse stata l’ultima, vera e anarchica console portatile. Tokyo Clanpool ha buone cose e intuizioni carine, ma forse per scarsità di mezzi e di un focus autoriale, rispetto a quella Compile Heart divertita e parodistica vista altrove, si limita a mettere insieme uno strano connubio tra dungeon crawler, social e politica. Con la solita spolverata di fan-service che però, vista la rimozione di alcuni contenuti, rischia di non attirare il suo pubblico di riferimento, non possedendo per il resto né l’epos dissacrante soft-erotico di un Mary Skelter, né la propensione alla divagazione meta-ironica di un Neptunia.


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