Le cattive condizioni lavorative degli animatori giapponesi al centro di una conferenza
Il governo giapponese si propone di alleviare il carico di lavoro degli animatori grazie a software unificati
di Kisukeurahara99

Un video animato della durata di 30 minuti contiene circa 8000 disegni intermedi. Per renderci conto della quantità di lavoro che c'è dietro, vediamo un esempio pratico:
Poniamo che uno studio di animazione assuma 10 animatori per eseguire i disegni intermedi dell'anime X che va in onda settimanalmente. Se ciascun animatore è in grado di disegnare un frame in dieci minuti, in un'ora ognuno può realizzare 6 frame. Quindi una squadra di 10 animatori, in un'ora, può completare 60 fotogrammi intermedi. L'intero team impiegherebbe 133 ore per animare gli 8000 fotogrammi intermedi di un episodio: ogni animatore dovrebbe lavorare 19 ore al giorno per 7 giorni a settimana!

Chiaramente, la velocità di produzione, la vastità dello staff e la complessità delle varie animazioni intermedie varia da studio a studio. L'esempio sopracitato fa però capire che un qualsiasi miglioramento di questa situazione sarebbe gradito.
Durante l'incontro il METI ha inoltre riconosciuto che non sempre gli animatori ricevono uno stipendio adeguato al carico di lavoro; ecco perché è necessaria una svolta in ambito di retribuzione, ancor prima che in ambito tecnologico. L'adozione di software standardizzati potrebbe potenzialmente semplificare il processo di animazione e, auspicabilmente, ridurre le ore lavorative.
Nonostante molti studi di animazione non vogliano abbandonare la tradizione del disegno a mano, utilizzando la tecnologia solo per ritocchi o effetti vari, molte altre case di produzione, come Polygon Pictures (Blame!) e Orange (Land of the Lustrous), hanno avuto successo abbracciando la tecnologia in grande stile, per quanto chiacchierato.
Le condizioni di lavoro attuali all'interno degli studi di animazione, con bassi salari e lunghe ore di lavoro, hanno fatto sì che l'80% dei dipendenti lasciasse il proprio lavoro a tre anni dall'assunzione. Inoltre, molti giovani giapponesi ambiziosi sono demoralizzati e sconfortati, e la conseguente carenza di richieste di lavoro ha portato ad un aumento della esternalizzazione all'estero della produzione, senza la quale i processi di animazione non potrebbero terminare in tempo. Nonostante il METI abbia fatto proposte significative, non è chiaro quanti studi effettivamente le implementeranno.
Fonte consultata:
Goboiano