Isayama (L'Attacco dei Giganti) ci svela cosa lo ha ispirato
La "rivelazione" da un'intervista al celebre mangaka
di *Alexiel*

Pur avendola lasciata dopo il liceo, Isayama ha ancora un forte legame con la sua città natale e nel 2014 ne è diventato ambasciatore per il turismo. Da allora si sono tenuti molte mostre e attività da parte dei fan; addirittura un'illustrazione di Levi seduto su una sedia, fatta per una rivista di design, è adesso in commercio grazie ad un'azienda produttrice di mobili.

Nell'intervista, Isayama dice che all'epoca provava sentimenti ambivalenti nei confronti della sua città e, in particolare, durante l'adolescenza si sentiva inquieto con un forte desiderio di cambiamento. "Non era esattamente l'ambizione a guidarmi quanto piuttosto un senso di inferiorità e frustrazione" ammette.
Ed è proprio questo vago e inspiegabile senso di frustrazione che ha poi inserito nella sua opera. La serie, infatti, si basa sullo scontro tra oppressione e libertà. Non c'è un vero e proprio messaggio che l'autore vuole trasmettere: ciò che vuole raccontare è come la rabbia delle vittime di una tragedia possa trasformarsi in violenza.

I giganti, invece, rappresentano ciò che ci frustra e ci scoraggia; vagano per la terra distruggendo ciò che incontrano e lo fanno senza avere uno scopo che è ciò che demoralizza e rende furiosi gli umani. I giganti rappresentano le sfide apparentemente insormontabili che bisogna superare. L'autore li ha paragonati un po' agli ubriachi anche se ovviamente questi ultimi non sono così minacciosi.
Se la frustrazione e il senso di impotenza sono stati i motivi per cui il mangaka è andato via, la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati è stata la causa che lo ha riportato a casa. E proprio in questi giorni ha detto che Hita è un luogo da cui può andare e venire ogni volta che vorrà.

L'autore ha preso parte a molti eventi incontrando i suoi fan e ogni volta si è sentito invadere dal loro amore per la serie. Ora che il manga si sta avvicinando al suo climax, si è detto pronto a lavorare sodo per dare alla saga il finale che merita. Non vede l'ora che esca la terza stagione dell'anime (il prossimo 22 luglio) e che la popolarità della serie porti ad interessarsi di Hita. È bello sapere che nonostante il successo internazionale c'è chi non dimentica le proprie radici.
Fonte consultata:
Anime News Network
Adala news