Alita – Angelo della battaglia: Recensione

Se ne parlava da quasi 20 anni e finalmente è giunto nei cinema il film di Alita

di Zelgadis

Il manga di Alita (Gunnm in originale) è sicuramente da annoverarsi tra quei titoli storici e imperdibili per ogni appassionato. Sceneggiata e disegnata da Yukito Kishiro, la storia, sullo sfondo distopico di una città discarica, ci parla di disuguaglianza, di sogni, di tolleranza, di guerra, di amore, di filosofia, di religione e di riscatto sociale. Pur essendo fondamentalmente una serie d'azione, i tantissimi personaggi che si muovono in questo mondo cyberpunk ci offrono diversi spaccati di vita e diversi atteggiamenti nei confronti di una vita disagiata.
Insomma il manga è un capolavoro assoluto e il film era chiamato all'ingrato compito di comprimerlo in un paio d'ore rendendogli però giustizia.

Trama:
Nell'anno 2563 la Terra è ancora devastata da una guerra, avvenuta 300 anni prima, che ha causato la caduta di tutte le modernissime e opulente città sospese tranne una: Zalem. Sotto l'irraggiungibile Zalem, dove vive una ristretta cerchia di privilegiati, c'è la "città di ferro", una gigantesca metropoli in cui le persone vivono in povertà e ai limiti della legalità.
Un giorno, in una discarica di rifiuti gettati da Zalem, il cyberdottore Dyson Ido (Christoph Waltz) trova il busto di una ragazza cyborg con cervello e nucleo intatto, che decide quindi di riparare e chiamare Alita.
Alita (Rosa Salazar), che non ha memoria della sua vita precedente, comincia così a vivere una vita normale nella Città di Ferro: qui conosce e si innamora di Hugo (Keean Johnson) che la inizia anche al motorball, uno sport in cui ai massimi livelli ogni regola è consentita, anche quella di distruggere il proprio avversario, e il cui campione assoluto assume il diritto di poter andare a Zalem.
Una sera, in un momento di pericolo, in Alita si risveglia il suo istinto di combattente e conoscitrice di una letale arte marziale detta Panzer Kunst. La ragazza decide quindi di entrare tra i braccatori e dare la caccia a pericolosi criminali, tra cui il temibile Grewishka (Jackie Earle Haley) che, dopo essere stato sconfitto da lei, ha giurato di ucciderla.
 

James Cameron, produttore del film, ha sempre detto di essere innamorato del manga originale: il progetto era sicuramente in cantiere sin dal giugno 2000, quando Cameron e 20th Century Fox registrarono il dominio "battleangelalita.com". Questo amore traspare sicuramente nel film (la cui regia è affidata a Robert Rodriguez, pupillo di Quentin Tarantino) che, seppur non fedele al 100%, ha il grande pregio di rispettare e non stravolgere il senso dell'opera originale.

Diciamolo subito però, se il film si fosse chiamato in modo differente, sicuramente i parametri di giudizio sarebbero stati diversi; ma ci sono un manga, una sceneggiatura e dei personaggi già scritti che non si possono ignorare, e qui siamo su AnimeClick a dover rispondere anche a tanti appassionati del fumetto.
Va allora subito premesso che purtroppo due ore di film non possono bastare per raggiungere lo stesso livello artistico ed emozionale della storia originale. Così come le tante tematiche e i tanti personaggi non possono trovare spazio nel tempo compresso del film.

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Sarebbe però ingeneroso giudicare il film dal solo confronto con l'opera originale. Il mondo che il film crea è vivido: sembra davvero di essere dentro il mondo cyberpunk creato da Kishiro, anche se forse si poteva lavorare un po' di più sul world building dal lato visivo, magari indugiando su qualche particolare strano o facendo sì che gli elementi apparissero armonici sul piano naturale piuttosto che affidarsi a spiegazioni fatte a parole. Le scene d'azione sono il vero cuore del film, con sequenze davvero spettacolari. Particolarmente apprezzato il motorball che nel manga faceva la sua comparsa in un momento successivo, ma che, essendo una delle parti più amate dai fan, è stato in qualche modo integrato nel film. È proprio nei combattimenti che il film dà il meglio di sé anche come fedeltà. Ed è forse la prima volta in una trasposizione hollywoodiana di un manga che vediamo proprio le tavole originali prendere vita così come il loro autore le aveva pensate. Non si può non ammirare il trasporto con cui gli autori hanno voluto ricreare le scene d'azione originali.

I problemi però iniziano negli intermezzi tra le scene d'azione. Aver voluto mettere troppa carne al fuoco ha in qualche modo fatto sì che fosse eliminata la parte introspettiva dei personaggi e che la relazione tra Alita e Hugo risultasse sacrificata, più vicina ai canoni dei film occidentali che a quello che vediamo nel manga. Il motorball stesso è inserito in modo forzato, tanto da poter sembrare un filler totalmente inutile ai fini della storia. Magari quei 15 minuti di motorball potevano essere utilizzati per approfondire i personaggi, rimandando il discorso sportivo ad un eventuale sequel (e di materiale ce n'è tanto): posto in questo modo, invece, rafforza solo l'idea di quanto la storia sia sacrificata al mero aspetto visivo.

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Nel cercare di rendere maggiormente autoconclusiva la storia laddove nel manga c'è una continuity di 9 volumetti, il film attinge molto anche dai due OAV del 1993. In quegli OAV era presente il personaggio di Chiren, assente invece nel manga, ma recuperato nel film e interpretato da Jennifer Connelly. Anche lo scienziato Nova (Edward Norton), uno dei cattivi più iconici del mondo dei manga e che appare solo più tardi nel fumetto originale, ha un ampio risalto nel film (a scapito però del personaggio di Vector), forse anche per strizzare l'occhio ad un futuro sequel dato che nulla c'è della sua caratterizzazione nel film e appare molto più simile al classico malvagio stereotipato che tesse le fila da dietro.

In generale, se siete a digiuno rispetto alla storia, sicuramente le atmosfere e i personaggi del film riusciranno a catturarvi; se siete amanti del manga, invece, il discorso può cambiare un po' e merita un approfondimento che scenda più nel dettaglio.

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Le differenze più importanti tra manga e film (SPOILER)
Potete saltare il paragrafo se non avete letto il manga e visto il film; ho già espresso il concetto per cui la storia nel film non tocca l'intensità emotiva del manga, mentre qui esaminerò i casi concreti.
 
Di piccole differenze ce ne sono tante:
- appaiono subito sia Nova che il motorball;
- il personaggio di Gonzu viene sostituito da una infermiera donna;
- è Alita a trovare il corpo da berserker invece di Ido;
- Nova parla attraverso il corpo di Vector;
- Ido dà il nome ad Alita in memoria dell'omonima figlia perduta (nel manga Alita era il nome del suo gatto);
- Alita affronta subito tre fuorilegge invece della sola Nyssiana.
Tuttavia ritengo che nell'economia del film queste differenze possano essere più o meno funzionali allo sviluppo della storia tramite un mezzo differente che ha per forza di cose tempi più compressi.

Alcune differenze le ho però trovate pesanti per lo sviluppo della storia.
Hugo (Yugo nel manga) è ossessionato dal voler andare su Zalem, ma nel film questo suo desiderio non ha davvero alcuna base logica. Dedicare un minuto al racconto della sua storia e di come il fratello sia morto nel tentativo di arrivare su Zalem, oltretutto, avrebbe anche giovato a creare un rapporto migliore con Alita.

Quando Alita scopre le attività di Yugo nel manga è lei a perdonarlo, è lei a prendere iniziativa e a baciarlo, così come è sempre lei a raccogliere i soldi per permettergli di andare su Zalem (promettendogli poi di raggiungerlo). Trovo la storia molto più romantica nel manga.

Con Yugo ricercato e con i soldi raccolti i due si presentano speranzosi da Vector, che svela loro la verità. A quel punto Yugo impazzisce e comincia a scalare i cavi per raggiungere Zalem a piedi. Nel film invece Alita affronta Vector da sola e proprio questa scena perde tantissimo in forza emotiva. A dire il vero, nel voler replicare il manga, quesca scena nel film pecca anche di un grave errore: dire quale, però, sarebbe uno spoiler enorme. Dico solo che lo capirete quando scoprirete, nel manga, "il segreto di Salem".

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Non voglio prendere in esame la scelta degli occhioni di Alita. Non mi hanno infastidito durante il film, ma a mio parere hanno pesantemente influito sulla recitazione e sull'espressività di Rosa Salazar. Nel manga Alita ha gli occhi grandi, è vero, ma è una caratteristica tipica di molti personaggi manga e il personaggio non risulta fuori contesto nel suo mondo. Forse se ne voleva denotare la sua diversità; a me hanno forse convinto poco, anche se in definitiva considero la questione indifferente ai fini del giudizio finale.

Molto convincente invece il doppiaggio italiano, affidato a nomi di alto livello: la voce di Alita viene prestata da Joy Saltarelli, doppiatrice molto amata anche qui su AnimeClick, tanto che fu scelta dall'utenza per interpretare il personaggio di Madoka in Madoka Magica. Una sola nota stonata va però segnalata, ed è sulla telecronaca del motorball affidata a Guido Meda. Sebbene l'idea fosse una bella chicca, la recitazione di Meda risulta monocorde e senza l'enfasi delle telecronache a cui ci ha abituato, sembrando così fuori contesto. 

Cast Alita
 
In definitiva il film è una gioia per gli occhi, con combattimenti e scene d'azione che rendono giustizia alle tavole del manga originale. Negare che si sia fatto un lavoro certosino per sceneggiare e trasporre in modo accurato le tavole originali sarebbe irresponsabile.
Non altrettanto bene però la storia, con molti passaggi banalizzati, forzature non dovute e introspezione ridotta ai minimi termini. Prendendo in prestito una frase tormentone, credo che il perfetto riassunto di questa recensione sia: "il film è bello, ma il manga è meglio".


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