Promare: la recensione dello scoppiettante film dello Studio Trigger

Fai ardere le fiamme della tua anima!

di CrisTheTuber

Avete mai provato sensazioni di déjà-vu? Non parlo di sentire fitte strane allo stomaco, brividi di sudore freddo lungo la schiena o essere improvvisamente assaliti dall’ansia. Vorrei sapere se vi capita mai di vivere un evento che sia in grado di riportarvi emozionalmente indietro nel tempo di anni e anni, facendovi sentire improvvisamente più piccoli, vulnerabili, dandovi la sensazione che qualcosa in voi, che credevate fosse stato sepolto dalla vita, sia come rinato in un’esplosione di fuoco e fiamme. Vorrei sapere se questo evento è mai stato in grado di farvi vivere unaltalena di emozioni, riuscire a farvi ridere a crepapelle e un secondo dopo farvi piangere per ciò che stava accadendo. Vorrei sapere se avete mai rivissuto quella stessa emozione che, anni addietro, ha acceso qualcosa in voi. Se vi siete mai sentiti così, sappiate che questo è esattamente ciò che ho provato io durante la visione di Promare.

promare poster.jpg

“I will carry this torch to the Inferno.” - Catch Phrase di “Inferno” di Hiroyuki Sawano
 
Promare è un film del 2019, prodotto da Studio Trigger e XFlag. Il progetto è stato annunciato al pubblico per la prima volta il 2 luglio 2017, durante l’Anime Expo, ma è stato mantenuto il segreto sul formato di realizzazione. Solo più di un anno dopo, il 12 ottobre 2018, Studio Trigger ha ufficializzato il formato cinematografico con il rilascio del primo trailer, nonché la finestra di uscita nel 2019. Il 22 gennaio di quell'anno viene pubblicato un secondo trailer che conferma l’uscita per maggio 2019, e infine un terzo e ultimo trailer vedrà la luce il 17 maggio, a una settimana dall’uscita ufficiale al cinema. Il film, infine, è arrivato da noi pochi giorni fa grazie a Dynit e Nexo Digital, come prima tappa del loro nono ciclo "Anime al cinema".
 
Alla regia e alla sceneggiatura troviamo Hiroyuki Imaishi e Kazuki Nakashima, un sodalizio famoso per i più, che ci ha regalato in passato opere del calibro di Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann e Kill la Kill. Due volti noti del mondo dell’animazione, che sono stati in gradi di imprimere uno stile ben preciso alle opere alle quali hanno lavorato assieme e che oggigiorno può essere considerato come un vero e proprio marchio di fabbrica di Studio Trigger, che lo ha caratterizzato nel corso degli anni. Inutile, quindi, dire quanto Promare sia pregno di questo stile prorompente, dinamico e sopra le righe perfettamente contestualizzato con lo spirito e i messaggi dell’opera. È un’opera accesa, dinamica, che vuole trasmettere grinta e voglia di mettersi in gioco tramite ogni suo frame, senza però mai dimenticarsi di strizzare l’occhio, ogni volta che è possibile, a classici dell’animazione giapponese e altre opere dello stesso Imaishi.

promare 3.jpg

“L'apparizione dei Burnish, una razza di esseri fiammeggianti apparsi per caso per via di una mutazione, ha messo il mondo nel caos: metà del pianeta è stato distrutto dalle fiamme. Sono passati 30 anni da quel giorno e un gruppo denominato Mad Burnish ha ripreso a seminare distruzione. La storia vedrà Galo Thymos, un nuovo membro dei Burning Rescue, ovvero la squadra Anti-Burnish, combattere con Lio Fotia, il leader dei Mad Burnish.”
 
La storia prende il via in pochissimo tempo grazie ad un brusco inizio in medias res, catapultandoci immediatamente nel vivo dell’azione. Dopo un brevissimo prologo, nel quale ci vengono mostrati i primissimi episodi di incendi causati dai Burnish, il film fa un balzo temporale, mostrandoci direttamente com’è il mondo trent’anni dopo la comparsa di questa misteriosa mutazione dell’umanità: troviamo di fronte ai nostri occhi una gloriosa utopia, Promepolis, retta da Kray Foresight, un governatore giusto che ha fatto la sua fortuna brevettando attrezzature speciali per combattere la terribile minaccia dei Burnish, e che pertanto, agli occhi di tutti, desidera un futuro prospero per l’intera l’umanità.
 
Imaishi, pertanto, si fa carico di una stilema narrativo già sperimentato ampiamente sia con Gurren Lagann che con Kill la Kill, non scadendo però nell’effettiva banalità nonostante un risvolto decisamente prevedibile sin dai primi minuti della pellicola. Grazie a questa familiarità, il regista spazia e sperimenta ancora, dimostrando di non volersi fregiare eccessivamente dei suoi precedenti ed acclamati lavori. In Promare vediamo delle inquadrature che il regista mai aveva adoperato prima, fondendo i piani sequenza prima con gli scorrimenti verso l’alto, poi con i controcampi (cosa che raramente si vede anche nel cinema) e garantendo alla pellicola un sapore di novità difficile da conferire se parliamo di un regista che, come dicevamo, ha un preciso e iconico stile.
Imaishi si reinventa, non sacrificando mai ciò che lo ha sempre caratterizzato e condendo il tutto con continui e mai forzati rimandi ad opere del passato (tra cui gli immancabili Akira ed Evangelion, anche se non nelle forme che molti si potrebbero aspettare), trovando ovvio spazio per gli stessi Gurren Lagann e Kill la Kill. Vediamo Trigger parodiare Trigger, facendo citazioni di citazioni e portando al non plus ultra l’eccedenza di atmosfera caratteristica di Imaishi. Se in Gurrenn Lagann e in Kill la Kill avevamo potuto ammirare una grandiosa escalation finale, Promare non è assolutamente da meno con una sequenza conclusiva della pellicola che cita entrambe le opere di Imaishi con una singola inquadratura.
 
 
“Non possiamo vivere senza incendiare. È questo che siamo noi Burnish.” - Lio
 
In questo, è indubbio affermare quanto i lavori sulla 3DCG della Sanzigen siano stati fondamentali. L’utilizzo di forme precise (in questo caso i triangoli) per dare un effetto caratteristico e preciso alle animazioni non è di certo una novità, ma anzi uno stilema di animazione consolidato ed efficace che trova anche in Promare un’ottima riuscita. La CG appare in questo modo più efficace, contestualizzata e fusa con l’ambiente circostante, in particolare con un character design che muta, si conforma alle situazioni proposte dalla pellicola e dando prova di quanto il team si sia genuinamente messo in gioco. Sono numerosi e preponderanti i momenti in cui le espressioni verranno accentuate o addirittura estremamente definite da una vera e propria “mutazione” dei volti dei personaggi e delle loro espressioni facciali.
 
Tecnicamente, pertanto, Promare si rivela all’altezza delle aspettative, grazie ad una fluidità di pellicola che consente a Imaishi di viaggiare ancora con la fantasia e di costruire il mondo ideale per la sua storia.
 
In Promare, infatti, la città è protetta dai giusti, la Squadra Speciale Burning Rescue, che ha il compito di soccorrere i cittadini ogni qual volta un incendio appiccato dai Burnish ha luogo. I pompieri della Burning Rescue sono degli eroi, e i Burnish sono i cattivi. Esattamente come ci viene mostrato nel prologo, nel mondo di Promare esistono, in modo chiaro ed evidente, il “bianco” e il “nero”.
 
“Burning Rescue… IN AZIONE!”
 
È proprio in questa situazione che vediamo emergere, con una carica erculea, la figura del nostro protagonista: Galo Thymos. Figura emergente della Burning Rescue, Galo è probabilmente il personaggio che meglio rappresenta il concetto appena espresso: è un ragazzo estremamente ingenuo, buono fino al midollo ed estremamente convinto di quello che fa e di ciò in cui crede. Non sorprendono, pertanto, i suoi discorsi a tratti completamente insensati; Galo è, infatti, oltre che un ragazzo determinato a perseguire ciò in cui crede, l’estrema “irratio” con cui Imaishi decide di auto-parodizzare uno dei personaggi più iconici e amati mai comparsi in un suo anime: Kamina di Gurren Lagann.
 
Sorvolando sul character design che richiama, in modo chiaro e lapalissiano il personaggio a cui Nishigori ha dato vita ormai 13 anni fa, la caratterizzazione stessa di Galo ruota intorno al mostrare quanto a lui non importi assolutamente nulla dei pareri esterni, e che l’unica cosa che conta per lui è perseguire, con “le fiamme della sua anima”, ciò in cui crede, come il suo stesso cognome suggerisce. Thymos deriva infatti, con grandi probabilità, dalla parola greca Θυμός, il cui significato corrisponde a rabbia o più genericamente a impeto. Entrambi i significati sono perfettamente contestualizzati con il personaggio di Galo, che come dicevamo poco fa, non sta mai nelle pelle all'idea di mostrare al mondo intero “con chi ha a che fare” (cit. necessaria).

promare 4.jpg

“Scusate l’attesa, è arrivata la Burning Rescue!” - Galo
 
Se questo carattere in Kamina era ampiamente supportato da un background non indifferente, sviluppato poco alla volta nel poco tempo in cui compare in Gurren Lagann, in Galo vediamo una rapsodia di emozioni che giustificano il suo essere così tanto sopra le righe, senza mai dimenticare la particolare situazione vissuta dal pianeta Terra all’interno del film. Il mondo ha bisogno di un eroe, Galo può e per lui DEVE esserlo. Non mancheranno, però, nemmeno piccoli e sporadici momenti che lo vedranno spogliarsi di quest’aura invincibile che cerca di dare alle persone per farle sentire al sicuro e mostrare le sue vere emozioni e il lato più gentile di sé.
 
Galo si può pertanto considerare un protagonista ottimamente realizzato, che sebbene solo all’apparenza si regga in piedi basandosi su stereotipi e sfruttando la popolarità del “Leader Demoniaco”, è in realtà un personaggio complesso e pieno di sfaccettature non comprensibili (come la sua quasi totale indifferenza all’attrazione romantica) senza un’attenta visione. Come i protagonisti delle tragedie greche per eccellenza, Galo si muove per tutta la durata del film su due piani di azione, senza mai sceglierne realmente uno fino a quando la verità non si palesa davanti ai suoi occhi.

promare 2.jpg

“L’unica cosa che può ardere è il nostro animo” - Galo
 
Il personaggio si muove quindi in una trama costruita attorno a lui, creata appositamente per farlo evolvere in una direzione molto precisa e intuibile già dai primi minuti di film. L’environment di Promare è una società idealmente utopica, ricca di ipocrisia e pregiudizi basati unicamente su una sola versione dei fatti che ai cittadini non interessa minimamente approfondire. Nel pochissimo screentime che questa parte di world-building avrà a sua disposizione non sentiremo mai nessuno chiedersi come siano stati realizzati i brevetti di Foresight e saranno in pochissimi ad evidenziare quanto sia contraddittorio credere nella giustizia ed etichettare tutti i Burnish come malvagi. Le persone, esattamente come accade anche nella realtà, hanno subito un letale lavaggio del cervello da parte di una persona che “si nasconde apparendo”.
 
Kray Foresight è, infatti, il primo dei due contralti che questo film dà a Galo: mentre l’ultimo crede ciecamente e genuinamente in quell’ideale che gli è stato inculcato, il primo è un manipolatore che porta la direzione degli eventi esattamente dove vuole, tramite quasi un Omen che il suo cognome può profetizzare a chi ha un occhio più attento. Kray, infatti, vittima di un evidente complesso di Dio, è seriamente convinto di essere l’unico possibile salvatore del genere umano. La sua evoluzione all’interno del film mira a far sgretolare, poco a poco, quell’aura composta, pacata e gioviale che ci viene presentata sin dai primi minuti. Sebbene l’inizio di questa trasformazione appaia brusco, più si andrà avanti nel corso della storia più ci renderemo conto della reale poliedricità e complessità del personaggio. Se Galo quindi è il “bianco”, Kray è il “nero” mascherato da “bianco”.
 
“Il magma nella crosta sembra impazzito. Fra sei mesi al massimo invaderà la superficie terrestre.” - Kray a Galo
 
Per poter approfondire ulteriormente Kray e spiegare questa bizzarra metafora che ho deciso di adoperare è necessario introdurre il secondo contralto di Galo: Lio Fotia, il leader dei Mad Burnish. È grazie a lui se la storia inizia effettivamente a prendere piede, smontando in Galo delle convinzioni che sono state la base della sua intera vita e nello spettatore un’illusione di malvagità che in realtà non ha mai voluto dare. Lio rappresenta quindi, insieme a tutti i Mad Burnish, quella sottile linea di grigio che all’interno della storia si era potuta solamente subodorare: un leader sincero, con l’unico desiderio di garantire una vita normale alle persone come lui e facilmente capace di perdere il controllo. Lio è quindi quel “grigio” di cui la storia ha bisogno, una continua variazione di sfumature che lo portano, a seconda della situazione, verso Kray o verso Galo.

Si tratta di un antieroe, un cuore tormentato disperatamente alla ricerca del proprio posto nel mondo, e così come Lio insegnerà a Galo a scoprire le varie sfumature di grigio che esistono nel mondo, Galo aiuterà Lio a focalizzare il suo animo su una meta precisa e placare la rapsodia di cui è vittima il suo cuore. Non è un caso infatti che i due Deus Ex Machina gestiti dai due portino nomi differenti. È il segno evidente di quanto siano diversi, complementari ma che mantengano allo stesso tempo radici salde nella loro identità.
Ci troviamo quindi di fronte ad un trittico di personaggi che presenta al contempo grandi similitudini ma potenti differenze.


Noi siamo esseri umani” - Lio
 
In una cosa, però, purtroppo, Promare pecca in modo evidente, ossia nella sua chiarezza: come detto prima, appare evidente quanto poco screentime sia stato dedicato a determinate situazioni. Più andremo avanti nella storia, più i personaggi secondari troveranno sempre meno spazio e, seppur non verranno mai ridotti a macchiette e manterranno una loro identità, non saranno protagonisti di situazioni gradevoli e colorate come ad inizio pellicola. La trama, nel suo divenire, si focalizzerà sempre di più sul trio appena analizzato e in minor parte su Aina e sua sorella Heris, le quali sviluppano una flebile quanto fondamentale storyline secondaria. I secondari quindi, oltre alla loro funzione di contorno e di arricchimento per i protagonisti, non troveranno grande spazio, mentre altri diverranno semplici reference a ciò che Trigger vuole citare.
 
Inoltre, le spiegazioni su determinate premesse ed elementi di “lore” rimarranno estemporanee ed eccessivamente affidate ad un sottotesto non sempre esaustivo. È molto probabile che molte delle domande che vi porrete durante la visione del film rimarranno senza risposta, soverchiate dalla necessità di portare avanti l’opera in una direzione artistica ben precisa. Laddove invece la pellicola tenta di spiegare cose fondamentali, lo fa solo parzialmente, affidando all’intuito dello spettatore la comprensione di scene anche molto importanti.
 
“Aina, tu sei tu” - Galo
 
Un focus necessario va fatto sull’edizione italiana: Dynit, in questo particolare caso, ha dimostrato quanto la cura in ogni singolo dettaglio sia fondamentale, dalle scelte di casting al mix audio. Ogni vite, ingranaggio e ruota di questa macchina da corsa è al posto giusto. Maurizio Merluzzo, che nel trailer era parso ad alcuni anche troppo sopra le righe per Galo, convince sin dalla prima inquadratura. Chiara Gioncardi si rivela molto ben incollata su Aina, rendendo ottimamente soprattutto i momenti in cui la giovane Ardebit si mostra più umana e meno eroina. Alessio Puccio, allo stesso modo, regala un Lio fenomenale, e i continui cambi di intenzione non sono mai percepiti come forzati. Infine, un plauso necessario anche ad Andrea Ward, che ha prestato la sua voce a Kray Foresight, riuscendo a farlo sembrare “di mezza età” al punto giusto e restituendo tutte le sfocature ambigue che il personaggio rivela nel finale. Sarebbe seriamente necessario fare un excursus su tutti i doppiatori, in quanto ognuno di loro ha regalato un’ottima performance. Complimenti quindi a Fabrizio Mazzotta per l’ottima distribuzione.

promare 6.jpg
 
Infine, è necessario parlare della colonna sonora di Hiroyuki Sawano: ascoltando i brani di Promare, sin dall’uscita del CD, ho sempre fantasticato sul momento in cui li avrei sentiti al cinema. Non sono stato deluso, in quanto Sawano ha realizzato una soundtrack che sposa perfettamente ogni singola scena in cui è inserita, con una gran moltitudine di brani che presentano anche elementi in comune, dando in questo modo la sensazione che il film sia molto legato. Inoltre, la colonna sonora accompagna il parlato, l’animazione e va a ritmo con gli stessi personaggi. Non è quindi esagerato dire che ci troviamo di fronte ad uno dei lavori migliori del compositore. Escludendo, però, la main theme del film e di Galo, Inferno, il brano che rimane indubbiamente più impresso di tutti è Kakusei di Superfly, il tema di Lio. Una canzone potente e che trasuda rabbia e disperazione dalla voce della cantante e dalle sue parole, perfetta per un personaggio come Lio, alla ricerca della giusta punizione per chi gli ha rovinato la vita. La cantante ha dichiarato che le parole che compongono il ritornello principale siano parole inventate che le sono venute in mente mentre scriveva il brano, in un impeto di emozioni, e direi che niente più di questo si contestualizzi meglio con l’ultima scena che vedrà protagonista Lio con questo brano in sottofondo.
 
“Io salverò tutti. Salverò la terra, Lio e salverò anche te.” - Galo
 
Promare è quindi un film spettacolare, visivamente magnifico e in grado di intrattenere se ci si lascia trasportare dall’ondata di entusiasmo generata dalle animazioni e dalla musica. Al prezzo di una trama non sempre del tutto chiara, Promare offre un’esperienza che andrebbe vissuta al cinema, in quanto la spettacolarità e l’imponenza della sua atmosfera e dei suoi meravigliosi messaggi di sottofondo sono stati studiati appositamente per il grande schermo.
La pellicola è un invito a superare, in tutti i sensi, gli stereotipi che circondano la nostra vita, aprire gli occhi sul mondo senza però lasciarci cambiare da esso.


Versione originale della notizia