#AnimationPaidMe: animatori svelano le disparità di trattamento subite

Un trend su Twitter che fa da eco in questo periodo così delicato

di Alex Ziro

In questo periodo così estremamente delicato, sempre più persone stanno facendo sentire la loro voce, anche gli animatori facendo partire l’hashtag #AnimationPaidMe, tramite il quale stanno denunciando la dura realtà con la quale vivono. L'hashtag è globale e ha fatto seguito anche ad altri trend come #PublishingPaidMe e #GameDevPaidMe. Ecco, intanto, qui degli esempi:
 
Ikuo Geso, vero nome Hisaaki Okui, successivamente ha specificato che in queste cifre non è inclusa l’assicurazione e che sono tutte al lordo delle imposte.
 

Ovviamente non poteva mancare la ormai celebre citazione a Shirobako.

Anche artisti filippini hanno twittato in merito alla loro situazione, parlando della loro esperienze nel mondo dell'animazione giapponese e non.


“Sono stato un autore di sfondi per una compagnia di animazione per 10 anni e direi che queste cifre sono addirittura ottime. Noi venivamo pagati 300 per sfondo di un anime shonen e 200 per uno shojo. E abbiamo anche lavorato anche ai layout per 150 pesos”.

Le cifre citate invece da autori americani e canadesi variano in base al fatto che certi autori possano appartenere ad un sindacato o meno, ma le cifre più basse rimangono comunque molto più alte di quelle dei loro colleghi che lavorano in Asia.
 

Stando ad un sondaggio nel 2019 della Japan Animation Creators Association, la media annuale degli stipendi nell'industria dell'animazione è 4.410.000 yen (circa 36.325 €), mentre per animatori di intercalari è 1.250.000 yen (circa 10.300 €). Giovani tra i 20 e i 24 anni hanno dichiarato di aver guadagnato 1.550.000 all’anno (circa 12.768 €), ovvero 1 milione di yen al di sotto della media nazionale dei loro coetanei, secondo i dati pubblicati dal fisco giapponese.


Fonte Consultata:
Anime News Network

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