Zombie 100: Prime impressioni in anteprima per il manga J-POP
Chi sta aspettando gli zombie?
di Ironic74
Dopo aver lavorato per tre anni in una "black company" (espressione giapponese usata per identificare quelle aziende che costringono i propri dipendenti a lavorare in condizioni degradanti), Akira è arrivato allo stremo, sia mentalmente che fisicamente. Ma una mattina, mentre si avvia verso l'ufficio, scopre che la città è stata invasa dagli zombi. Come potrà sopravvivere in queste condizioni?
Il tema dell’apocalisse zombi è sicuramente quello che, sui vari media dell’intrattenimento, è stato maggiormente sfruttato se non proprio abusato.
Abbiamo visto film, serie tv, romanzi, giochi e ovviamente fumetti di ogni tipo trattare l’argomento dei morti viventi in ogni possibile veste. Quasi tutte queste incarnazioni del tema partivano però dall’assunto che i personaggi umani della storia giudicassero quanto successo una vera e propria catastrofe, un punto di non ritorno con le loro vite precedenti che alla fine, se pur normali, venivano sempre rimpiante.
E se invece il protagonista di una storia zombie finisse per essere felice di quanto successo? Sembra assurdo ma è quanto accade a Akira Tendo, giovane impiegato ormai al limite del crollo fisico e emotivo. Questo perché lavora da tre anni in una "black company", espressione giapponese usata per identificare quelle aziende che costringono i propri dipendenti a lavorare in condizioni degradanti). Costretto a passare giornate intere seduto alla scrivania, senza dormire e mangiare, senza ferie o straordinari pagati, senza nessun rispetto e considerazione da parte dei propri superiori, Akira è ormai al centro di un circolo vizioso. Pur comprendendo logicamente che l’unica soluzione per la propria salvezza è il licenziamento, egli non riesce a uscire dal muro di oppressione che il suo posto di lavoro gli ha creato intorno. Ma una mattina, mentre si avvia verso l'ufficio, scopre che la città è stata invasa dagli zombi. Ci mette qualche minuto, ma poi quella situazione assurda invece di paralizzarlo per il terrore gli suscita una sensazione di gioiosa liberazione: non deve più andare al lavoro!
La vita che conduceva prima e che lo stava portando all’autodistruzione ormai è giunta al capolinea. Domani forse non sarà più vivo e a questo punto perché non godersi quelo che rimane della propria vita? Davanti alle immagini devastanti di una Tokyo devastata, Akira non pensa a come salvarsi ma piuttosto a stilare una lista di 100 cose da fare prima di diventare uno zombi. L’attimo fuggente in salsa apocalittica. Quando in ogni possibile storia zombie la prima accortezza di ogni bravo sopravvissuto diventa quella di trovare quanti più beni necessari possibili, Akira campa alla giornata a seconda di quanto dice la sua lista. Un giorno la priorità è trovare abbastanza birra per una giornata di totale indolenza, un altro è il ritrovare uno dei suoi vecchi amici dell’epoca universitaria. Il tutto mettendo a rischio la propria vita con una naturale sfrontatezza da far rimanere di stucco chiunque lo veda all’opera. Sarà davvero curioso assistere all’incontro/scontro con quella che sarà quasi sicuramente la co protagonista femminile, dalla filosofia completamente opposta a quella di Akira: pragmatica e completamente devota alla causa della sopravvivenza fine a se stessa. Incontro di cui abbiamo potuto avere solo un breve assaggio in questo primo volume
Che dire quindi di questo titolo? La storia di Haro Aso la trovo davvero divertente e originale, una graffiante satira alla società giapponese come deve essere ogni buona opera zombie mentre il tratto di Kotaro Takata ( lo stesso di Halleluja Overdrive) si cala perfettamente nel mood di questa apocalisse così particolare.
Proposto nel classico formato 12x16,9 con sovraccopertina da J-Pop Manga, Zombie 100 rappresenta una bella novità nel pur vasto panorama dei manga che stanno uscendo qui da noi. Davvero divertente, come ormai da tempo l’editore milanese ci ha abituato, il modo in cui ci è stato proposto a noi del settore. Con un survival Kit completamente fuori di testa per riuscire a superare qualsiasi apocalisse con il colore e il sorriso sulle labbra, proprio come in Zombie 100!