Chocolatier-Cioccolata per un cuore spezzato: prime impressioni

Quando la casa editrice JPop ha annunciato questo manga ero davvero molto curiosa. Avendo visto il drama tratto da quest'opera volevo sapere quanto fossero stati fedeli all'originale. Nel frattempo avevo anche letto forse il lavoro più noto di Setona Mizushiro e cioè Il gioco del gatto e del topo e mi interessava fare un confronto fra due storie che apparentemente erano molto distanti far loro. Con mia grande sorpresa, ho ritrovato anche in Chocolatier-Cioccolata per un cuore spezzato quel gusto dell'autrice di "tormentare" i suoi personaggi con sentimenti amorosi difficili.
 
La storia infatti racconta l'amore senza fine di Souta per Saeko. Il suo è stato un vero colpo di fulmine, ma purtroppo la ragazza, pur flirtando con lui, non si decide mai a chiarire i suoi sentimenti verso Souta.
Poiché Saeko ama il cioccolato, il giovane decide di mettere alla prova le sue doti di chocolatier per lei. Dopo aver ricevuto un sonoro due di picche alla vigilia di San Valentino, decide di partire per Parigi, per diventare il migliore cioccolatiere e conquistare così la sua bella. Dopo sei anni di studi, il ragazzo diventato uomo torna a casa e apre il Choco la Vie, negozio/cafè dove vendere le sue meravigliose creazioni di cioccolato. Deciso a tutto per far capitolare Saeko, finirà però così per diventare il suo zerbino...
 
Tale è l'amore che prova Souta e potrebbe essere difficile capirlo fino in fondo. Saeko lo ha illuso? Forse, ma nemmeno poi troppo. Se ne approfitta? Sicuramente: la richiesta che fa al giovane uomo a metà del volume è decisamente stupefacente per la faccia tosta che richiede.
Emblematica la reazione di Souta: in quella specifica tavola la mangaka rende alla perfezione i sentimenti del pasticcere con un solo primo piano. Ma nonostante tutto, non può fare un passo indietro: Souta é perfettamente consapevole della sua situazione ma non può e non vuole arrendersi.
 
C'è un nemmeno troppo inconsapevole masochismo nelle azioni e nei sentimenti di Souta. A nulla valgono gli avvertimenti di chi gli sta vicino. In questo aspetto ho colto molto la somiglianza con Il gioco del gatto e del topo.
La gatta Saeko gioca con il topo Souta, sicuramente in maniera meno consapevolmente crudele della coppia Kyochi/Imagase, ma non per questo meno dolorosa o "fastidiosa" per il lettore.
È forse questo il difetto che si può trovare in questo primo volume: per chi non è avvezzo alla poetica dell'autrice potrebbe essere difficile empatizzare con il protagonista, tanto affascinante quanto imbarazzante in certi atteggiamenti. Se magari all'inizio si può provare una certa pena per lui, continuando nella lettura verrebbe voglia in alcuni momenti di prendere Souta per il bavero del camice da chef e scuoterlo con veemenza per farlo rinsavire.
 
Ma Setona Mizushiro è brava a rendere affascinanti i suoi personaggi nonostante tutto: espressivi con pochi tratti, belli quanto basta, riescono a trasformarsi in pochi istanti da zerbini a sciupafemmine.
In tutto questo, il cioccolato non può che aiutare a rendere l'atmosfera vagamente erotica anche se magari solo nelle fantasie dei personaggi. Si consiglia infatti la lettura a stomaco pieno: il cioccolato è presente e protagonista tanto quanto tutti gli altri attori di questa storia. Tecniche ed ingredienti delle prelibatezze confezionate dai pasticceri sono descritti con dovizia di particolari e si riesce quasi a percepirne l'aroma delizioso.
 
Se volete iniziare un manga leggero ma non banale, romantico ma per niente sdolcinato, con protagonisti non adolescenti, un’ambientazione particolare e siete amanti del cioccolato in tutte le sue forme, l'opera di Setona Mizushiro è quello che fa al caso vostro.
L'edizione J-Pop è la classica 12,4x18, brossura con sovraccoperta, per un totale di 192 pagine in bianco e nero al costo di 7,50 euro. Il manga in patria è già concluso quindi sappiamo già che saranno un totale di 9 volumi, per cui se non siete amanti delle serie troppo lunghe è un punto in più a suo favore.
 

Si scrive 'Setona Mizushiro', si legge 'sensualità'.
Se si guarda al tratto grafico delle opere giovanili della mangaka, si noterà che esso ricorda quello rassicurante ed essenziale della collega Akimi Yoshida di Banana Fish e Umimachi Diary - Our Little Sister, e forse si faticherà ad associarlo alle sue odierne e sinuose illustrazioni. L'evoluzione nel tempo dello stile della Mizushiro riconduce infatti invariabilmente il pensiero alle tavole moderne, graffianti, eleganti e voluttuose dei suoi capolavori più recenti e conosciuti a livello mondiale.
Di quella voluttà che davvero trasuda da ogni dove, compresi gli sguardi affilati di personaggi che indugiano volutamente nel vizio: peccaminosi, meschini, scorretti, egoisti.
 

 

Nell'amare in maniera insistente e capricciosa la sua volubile Saeko, la quale non manca di respingerlo a ripetizione rendendo vani tutti i suoi dolcissimi sforzi, il giovane cioccolatiere Sōta ama farsi del male.
E' disposto a farsi calpestare nella propria dignità, a fingere di non vedere una realtà che gli è crudele, ad abbassare la testa per rimettersi al lavoro ed impegnarsi forsennatamente, ancor più di prima, arrivando a determinare addirittura una carriera unicamente per il desiderio di una donna: perché affondare nel mondo del cioccolato è ciò che per lui più di ogni altra cosa lo rende vivo, perché le deliziose e conturbanti praline che lo sfortunato ragazzo crea, sono al contempo l'unica cosa che di lui Saeko sappia notare per davvero.

"Quando vengo avvolto dal profumo del cioccolato... volente o nolente mi viene in mente lei. 
Anche io sono uno di quegli uomini preda delle passioni, per cui sono pieno fino all'osso di desideri perversi."

Difficile parteggiare per due protagonisti così consapevolmente vinti dalle proprie debolezze, difficile che la lettura non susciti una nervosa irritazione di fronte a uno spettacolo di atteggiamenti che si fanno impietosi in più momenti, quand'anche mai sgraziati.
Eppure, si rimane a guardare. 
Quando c'è Setona Mizushiro in scena, non si può far altro che rimanere a guardare, rapiti, alla stregua di spettatori comodamente seduti a teatro di fronte a una pièce i cui personaggi si incontrano e si rincorrono, si detestano e si amano, si sbeffeggiano e si fanno del male, per poi ritornare sui propri passi, ricominciare da capo, come se nessuna stilettata fosse stata inferta. 
Un eterno gioco di inciampi da parte di adulti tali solo nell'aspetto esteriore, capaci di perdersi senza fine tra il gioco della seduzione e quello del godimento proibito del cioccolato con, nel mezzo, tutte le sfumature possibili del tradimento.
 

Bisogna saper sfoderare una classe innata per saper rovistare nel torbido così come lo sa fare la Mizushiro, che si cimenta senza mai scadere nelle banalità in una storia che parrebbe essere come tante, una di quelle che sembrano non avere proprio nulla da dire. Invece, proprio quelle banalità la sensei le sa invece rovesciare attraverso un'indagine psicologica sottile e raffinata dei suoi personaggi che si rivela pian piano, pagina dopo pagina, quasi come la lucentezza del cioccolato sottoposto a temperaggio. 
Sapiente ed efficace la costruzione delle tavole, con quel ritmo che scivola con grazia dalla riflessione più perversa ad un certo gusto per la commedia e la leggerezza, a ricordare i tanti titoli shojo e josei da cui le opere della Mizushiro si distaccano nettamente, pur senza forse volerlo.

E mentre il primo volume si chiude con quella stoccata di Sōta che il lettore non si attende, ci si rende conto anche che non è un'unica storia, quella che si ha di fronte. Il viaggio del lettore è infatti multiforme ed esce dalle pagine stesse, passando dai personaggi e i loro scapestrati teatrini alla tridimensionalità di forme e aromi del cioccolato, e da quest'ultimo all'altro volto della Mizushiro, ovvero la sua strizzata d'occhio all'universo francese, da cui la sensei è a sua volta rapita. Già ne Il Gioco del Gatto e del Topo la Mizushiro sfoggia un'accorta attenzione alla rara bottiglia di vino bordolese che compare in un passaggio fondamentale dell'opera, aspetto che si sublima proprio in Chocolatier dove la Francia con le sue seducenti dolcezze diviene anch'essa una protagonista che aleggia nell'aria.
 

Dai pasticcini éclair al kugelhopf della tradizione alsaziana che compaiono accanto a macarons e cioccolatini di ogni genere, sino ai tanti dialoghi in francese tra i personaggi, scritti direttamente in tale lingua nella versione originale nipponica del manga (tradotti in italiano in dovute parentesi) la passione della Mizushiro è palese, e non meno sfacciata del suo protagonista.
Peccato solo, a mio parere, per una scelta grafica infelice e un po' troppo psichedelica nello sfondo 'a cubi' della copertina al volume italiano, che assieme all'anonimo font e al 'bollino giallo' che racchiude il titolo poco richiamano l'eleganza del contenuto del tankōbon.

Ho atteso a lungo, anzi, a lunghissimo, l'arrivo in Italia di Chocolatier, perdendo forse addirittura il conto degli anni, ma senza di contro perdere la speranza, un po' come Sōta, che anche di fronte all'evidenza dei fatti non intende arrendersi: così come lui persiste cocciuto nel voler creare quel cioccolato che farà infine capitolare la sua amata, allo stesso modo anch'io mi sono ripetuta che di certo sì, forse si sarebbe dovuto pazientare un po', o forse un po' più a lungo, ma senz'altro prima o poi quest'opera in Italia avrebbe infine visto la luce. E così è stato.
Un cioccolato suadente e amarissimo, eppure davvero irresistibile.