Lycoris Recoil: recensione anime

Tornano in auge le "ragazze con la pistola" grazie a questo nuovo anime originale di A-1 Pictures.

di Zelgadis

Al giorno d'oggi, nonostante la produzione di anime continui ad essere molto fiorente, con l'ingresso sempre più massiccio di grossi player stranieri nelle produzioni, difficilmente vediamo il lancio di serie completamente originali staccate da qualsiasi brand che non possega già un minimo di fanbase come un manga, una novel o un videogioco. A-1 Pictures è una di quelle case ormai storiche di produzione che invece lo ha sempre proposto in modo periodico sia pure alternando buoni risultati (su tutti ricordiamo Anohana) ad altri più discutibili. E se c'è una serie anime che in questa estate ha fatto molto parlare di sé in Giappone e non solo, questa è certamente Lycoris Recoil serie originale affidata a Shingo Adachi, character designer e animatore di lungo corso (Pompo la cinefila, Sword Art Online) alla sua opera prima alla regia e distribuita sul mercato italiano da Crunchyroll.

Lycoris Recoil

 
In una Tokyo di un futuro prossimo, col fine di prevenire crimini e atti terroristici, agisce in segreto un'organizzazione governativa militare chiamata DA (Direct Attack) i cui agenti sono giovani ragazze orfane dette "Lycoris" addestrate al combattimento armato. Dopo aver disobbedito ad un ordine del comando, Takina Inoue viene allontanata dall'organizzazione e mandata a lavorare in team con Chisato Nishikigi, considerata la miglior Lycoris in circolazione. Ma il lavoro si rivelerà ben diverso da quello che si aspettava e Takina si ritroverà così con la sua nuova compagna a fare lavoretti come consegnare caffè, animare feste per bambini, servire nella caffetteria LycoReco e preparare parfait. Nel frattempo però un'organizzazione terroristica, già causa del crollo della vecchia torre radio di Tokyo 10 anni prima, trama contro le Lycoris...

La produzione è molto brava fino all'ultimo momento a nascondere l'anime come fosse una sorta di Gochumon wa Usagi Desuka, quando invece si rivela essere nel filone "girls with gun" con ambientazione decisamente distopica. Siamo però lontani dai toni cupi di un Gunslinger Girl; l'anime che per tanti versi più si avvicina e Lycoris Recoil è lo steampunk Princess Principal dove in una Londra di fantasia, ma chiaramente ispirata all'epoca vittoriana, delle ragazze fanno le spie vivendo sotto copertura e dimostrando di sapere affrontare ogni situazione di pericolo. Ecco, in Lycoris Recoil lo schema è inizialmente molto simile: Chisato e Takina lavorano in un bar, ma poi intervengono in missioni di riscatto o protezione e finiscono spesso in scontri a fuoco contro pericolosi criminali e terroristi.

Lycoris Recoil

Chisato e Takina ci vengono subito presentate come la più classica coppia di una serie poliziesca: da una parte il poliziotto calmo e lucido che sa sempre cosa fare e dall'altra quello impulsivo che si getta nell'azione senza pensarci due volte. Ma se Chisato appare inizialmente come una sorta di Mary Sue imbattibile e inarrivabile, la serie si diverte invece a ribaltare spesso i ruoli soprattutto quando dall'azione ci si sposta alla vita quotidiana. Ed è proprio questa la forza prorompente dell'anime e quella che ha portato questa serie all'enorme successo di pubblico: le due protagoniste.

Sono i momenti di vita quotidiana, il rapporto che si va a sviluppare e la lenta scoperta soprattutto del drammatico passato di Chisato a tenere incollato lo spettatore molto più che le scene di azione. Shingo Adachi è un character designer e si vede: incentra la sua serie tutta suoi suoi due personaggi principali e li fa entrare nel cuore e nell'anima dello spettatore. Lo fa con una cura maniacale del loro design, della colorazione vivace, di un character acting studiato all'estremo e supportato da una prestazione interpretativa delle doppiatrici (in particolare quella di Chika Anzai di Chisato) da segnare negli annali.
Non è un caso che le scene più belle dell'anime non siano quelle con l'azione al centro, ma quelle più toccanti emotivamente e quelle più riflessive: tra tutte si possono citare la scena conclusiva dell'episodio 9 tra Chisato e Takina e il confronto che hanno Mika e Chisato nell'episodio successivo.

Ed è questo il segreto del successo della serie: Adachi ama e ti fa amare i suoi personaggi ed empatizzando con loro si può essere maggiormente disposti a dimenticare qualche inciampo della trama generale.

Lycoris Recoil

Croce e delizia di tante produzioni la trama, intesa come svolgimento dei fatti, appare in effetti decisamente semplificata e con qualche ingenuità di stampo classico (come gli hacker in grado di controllare qualsiasi sistema e trasmettere a schermi unificati in stile Persona 5) che sicuramente possono far storcere il naso a chi sia in cerca di un intreccio narrativo più articolato.
Ma a ben vedere Majima non è un villain così malriuscito. Certo i suoi comportamenti, apparentemente anarchici, sono usati spesso per far muovere la trama in modo forzato, ma la tematica messa in gioco non è così banale. La sua ossessione per Chisato è soprattutto nella ricerca di una risposta per sé stesso di fronte ad un oppressivo controllo sociale lì dove la sua controparte sembra aver trovato una risposta diversa dalla sua. Ma nell'ultimo episodio dimostra (per ben due volte) come la sua sia una disperata ricerca di risposte piuttosto che un'esigenza distruttiva fine a sé stessa. Ci sono particolari che fanno pensare come Majima fosse pensato con un background preciso: probabilmente c'era la potenzialità di una sua maggiore introspezione e approfondimento che avrebbe sicuramente giovato alla serie, ma il focus rimane fortemente incentrato sulle due ragazze, lasciando a Majima un ruolo più marginale da espediente narrativo.

Il finale meriterebbe un capitolo a parte, ma mantenendoci liberi da spoiler, si può dire che necessiti forse di una doppia visione: una da vivere emotivamente nell'apprensione delle sorti di Chisato e Takina e una per razionalizzare i diversi messaggi non banali nascosti in diverse scene del finale.

Lycoris Recoil


Pur non essendo il fulcro della produzione, il lato prettamente action dell'opera fa comunque il suo. Come detto, la storia da questo punto di vista non è particolarmente complessa (partiamo pur sempre dalla base di un "ragazzine che combattono il terrorismo") e manca del tutto l'approccio thriller alle scene d'azione.

Tuttavia, accettando le classiche situazioni condite da improbabili evoluzioni e cattivi che non riescono a mirare bene neanche per sbaglio, rimane molto valido sia coreograficamente che dal punto di vista delle animazioni, buone lungo tutto il corso della serie. Questo, unito all'ottimo color design di Azusa Sazaki (Zombieland Saga, Bungo Stray Dogs) e a una cura maniacale per il character acting e le espressioni facciali, colloca questo anime ad un livello molto alto da un punto di vista tecnico.

Anche il comparto musicale curato da Shuhei Mutsuki, compositore e chitarrista dei (K)NoW_NAME è molto buono così come sia la sigla iniziale "Alive" delle ClariS che la ending "Hana no Tou" interpretata da Sayuri.

Pregevoli e molto divertenti anche le anticipazioni degli episodi successivi che purtroppo però non sono disponibili insieme agli episodi, ma sono state rilasciate a parte sul canale Youtube ufficiale di Aniplex senza sottotitoli.


Lycoris Recoil

 
In definitiva Lycoris Recoil rimane un anime che, al netto di diverse semplificazioni funzionali al muoversi degli eventi, ha un'ottima resa come serie di azione, ma dà il meglio di sé nelle scene da slice of life e nell'approfondimento delle sue due protagoniste. Grazie anche a sapienti scelte registiche e all'ottima interpretazione delle doppiatrici, riesce a creare l'empatia con lo spettatore e a renderlo partecipe alle emozioni e ai dilemmi delle due protagoniste. Rimangono alcuni sottintesi che potevano essere esplicati meglio, ma, a patto di non aspettarsi il thriller che ti lascia con il fiato sospeso o il villain super inquietante, è una serie che merita di essere vista, merita il successo che ha avuto e che fa decisamente pendere la bilancia dalla parte dei suoi tanti pregi piuttosto che sui suoi difetti.


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