Tetsuro Shimaguchi: il samurai artist di Quentin Tarantino al Napoli Comicon

Il coreografo della scena degli 88 Folli in Kill Bill vol. 1 racconta la sua esperienza con il regista e la sua attività di Samurai Artist.

di Artax

Venerdì 28 aprile il Napoli Comicon ha ospitato Tetsuro Shimaguchi e i suoi Kengishu KAMUI, un gruppo di samurai artist di cui egli è maestro e fondatore. Una troupe itinerante che mostra al mondo la bellezza e la profondità espressiva dell'arte samurai con spettacoli dal vivo e performance ricche di emozioni.

Ma forse il performer della prefettura di Saitama è maggiormente noto al mondo per aver coreografato lo scontro tra Beatrix Kiddo e gli 88 Folli e O-Ren Ishii in Kill Bill Volume I dell'acclamato regista Quentin Tarantino.

Il palco dell'auditorium al centro della Mostra d'Oltremare si è visto tingere di rosso, verde, blu, i colori che il maestro ha voluto dare alle sue performance alternando spettacoli dal vivo a suggestivi montaggi video delle scene più significative e adrenaliniche tratte dalla pellicola del regista Tarantino.

La prima clip mostrata è quella di ingresso di O-ren Ishii nella Casa delle Foglie Blu:

 

Mentre l'iconica colonna sonora ancora impregna la sala, Shimaguchi e la sua troupe si esibiscono nel primo di una serie di brevi e intensi spettacoli dal vivo. La forza delle loro esibizioni è, oltre che nella bellezza e nell'armoniosità dei movimenti sebbene rapidi e decisi, anche nella profondità della narrazione. Storie di tradimenti, di fiducia, di eredità, l'affetto e la stima di un maestro per la sua allieva: nessuna parola, solo musica, colore e l'espressività artistica dell'arte della spada che parla con il linguaggio internazionale della danza.

Dopo l'antologia di performance, il maestro sale sul palco trafelato, convinto di aver smarrito lo smartphone durante le acrobazie. In realtà era al fondo del palco, su un cavalletto, predisposto per filmare lo spettacolo. Sollevato lo recupera e si prepara per l'intervista, che vi riportiamo.

Tetsuro Shimaguchi: il samurai artist di Quentin Tarantino al Napoli Comicon



La prima domanda verte sulle origini della collaborazione tra Tarantino e il maestro samurai. Com'è nata la collaborazione per il film?

Innanzitutto Kill Bill è stato il passaporto per la mia carriera artistica di samurai artist. Era il '98, venticinque anni fa, quando Tarantino assistette per caso ad una mia street performance per le strade di Los Angeles. Il regista mi passò accanto mentre passeggiava con la compagna e rimase entusiasta. Prontamente, cinque anni dopo, quando si mise a lavorare al film mi chiese di coreografare la famosa sequenza d'azione


Segue uno spezzone di Kill Bill: il proprietario del locale viene soprannominato "Charlie Brown" dagli spadaccini e si lascia sbeffeggiare da loro per compiacere O-Ren. A un tratto Beatrix entra nel locale urlando a gran voce il nome della donna, facendo calare il silenzio:


La clip viene commentata da Shimaguchi:

Questa scena di festa decisamente imbarazzante fu totalmente improvvisata. Quentin non diede alcuna indicazione. Per me è stato strano ma potevo capirlo, sono un samurai artist, però anche gli attori giapponesi non sapevano cosa fare. A me ha solo chiesto di ordinare una pepperoni pizza.

Sulla scia dei ricordi, condivide con il pubblico dell'auditorium anche un aneddoto sulla chitarra: Tarantino quando è arrivato in Giappone è entrato in un negozio per comprare un vestito e nel negozio c'era in filodiffusione la musica di un famosissimo chitarrista giapponese. Il regista è rimasto folgorato da quelle note e fui sorpreso dai gusti musicali di Quentin.

Segue un altro spezzone dalla pellicola, quando il primo degli 88 Folli si lancia dalla balaustra del piano superiore per andare contro Beatrix, stramazzando presto al suolo colpito da un fendente.:


Perché lui, Miki, è il primo che muore?

Miki sono io e in realtà volevo fare molto di più e non morire subito, ma Quentin mi ha chiesto di lanciarmi, morire e poi rimanere a istruire gli altri attori. Non ero nel cast sin da subito, sono stato contattato per fare solo il coreografo e istruire gli attori ma il secondo giorno mi ha detto di fare una prova per recitare e ho finito per far parte di qualche scena. Non c'era copione quindi abbiamo lavorato insieme per capire come realizzare la carneficina. E l'ho fatto molto bene, d'altronde il mio lavoro è la spada: ci so fare.


I sentimenti non si possono vedere ma una lama sì. Come comunica delle emozioni attraverso la spada?

Grazie mille per la domanda, è un argomento molto sentito da parte mia. Lo spirito non si può vedere con i nostri occhi, nemmeno le nostre intenzioni. In quanto samurai artist uso la katana, e la katana si vede eccome: posso sia trasmettere che ricevere l'unione dello spirito attraverso la lama.


Viene mostrata un'altra clip, quella dello scontro tra Beatrix e la giovane Gogo Yubari:


Spaventoso. Tengo molto a questa scena: Chiaki, l'attrice che ha interpretato Gogo, mi ha consultato per trovare un modo interessante per morire. Però il coreografo della scena era un maestro cinese, io non c'entro. Però il dettaglio del sangue dagli occhi è stato una mia idea. Ancora oggi, rivedendola, la trovo una scena raccapricciante. Un bell'effetto ma molto d'impatto, però sono contento di essere riuscito a contribuire in maniera artistica all'immaginario della scena nonostante non fossi io il coreografo.


L'ultima clip del film a essere proiettata è il duello finale sulla neve tra Beatrix e O-Ren:


Il fiore all'occhiello della vostra collaborazione, perché questa scena è stata creata interamente da lei. Ci racconta come?

Quentin aveva deciso di farle combattere in un ambiente innevato, per il resto si è fidato di me e mi ha commissionato la coreografia senza pormi altri limiti


Come ha trovato l'spirazione?

Ci sono due diversi stili per fare scene d'azione, cinese e giapponese: questa è mista. Quella tipicamente cinese è molto dinamica e vivace, girano e volteggiano molto. La scena di neve invece è molto in stile giapponese, molto silenziosa e composta. Lo sottolineano i colori, per esempio Lucy Liu ha il kimono bianco, così come i sandali che addirittura si toglie prima di combattere. Per il regista questo film è una scatola dei giochi, così nella scena in cui le due si affrontano ho voluto inserire un certo gusto giapponese: le mosse delle mani, lei che volta la spada, oppure il gesto di togliersi i sandali. Quentin è rimasto molto contento di questi piccoli elementi nipponici, mosse che normalmente non si notano come quelli misurati delle geishe.


Che allieve sono state Lucy Liu e Uma Thurman?

Uma-sama è molto intelligente. Di solito non fa film d'azione e quando l'ho incontrata la prima volta aveva appena partorito, per cui doveva tornare fisicamente alla condizione fisica di prima. E nonostante non si fosse totalmente ristabilita metteva sempre gli altri prima di sé stessa. L'ho trovata una persona molto a modo e interessante.


E Lucy Liu?

Molto bella, seria e concentrata.

Tetsuro Shimaguchi: il samurai artist di Quentin Tarantino al Napoli Comicon


Chi è un samurai? Per lei un samurai è chi vuole cambiare in meglio la società?

Meraviglioso. Il samurai non vive per tagliare e uccidere le persone. Il samurai porta sulle spalle molte responsabilità con coraggio e orgoglio. Questi valori sono quelli che gli permettono di proteggere le persone care, la famiglia, la nazione. Ovviamente oggi è tutto diverso rispetto al tempo dei samurai, ora c'è una guerra in corso, c'è stata la pandemia, queste crisi stanno creando muri tra di noi. Facciamo queste performance con la spada per poterci fronteggiare seriamente corpo a corpo, cuore a cuore, spirito a spirito senza mentire: la spada non può imbrogliare, è il mezzo con cui brandisco la mia verità.


Siete andati allo stadio con la maglia di Maradona, è vero?

A me piace molto il calcio e ho comprato anche la maglia. Non gioco ma guardo, ma sono già venuto più volte in Italia perché mi affascina molto la nazione.


Diciamo che Maradona è un'artista del movimento in un altro modo.

Non avrebbe potuto dirlo meglio.


Passiamo ora alle domande del pubblico.

Kill Bill ha sdoganato una combinazione tra un certo tipo di musica e le arti marziali, chi ha scelto di mettere in sottofondo quel genere musicale?

Quentin, decisamente lui. Kill Bill vol. I e vol. II dovevano essere un unico film ma è diventato troppo lungo e il produttore l'ha voluto tagliare. Oltre questa forzatura, il regista è stato artefice di tutto.


C'è un film in particolare che l'ha convinta a diventare un samurai artist?

Non saprei, ma forse proprio Kill Bill. Quasi tutti i giapponesi vivono in Giappone e non vedono mai il resto del mondo. Lavorando a Kill Bill, a Hollywood, ho visto persone con culture e colore della pelle totalmente diverse, eppure convivevano pacificamente.  Da loro ho capito di voler realizzare il mio sogno di condivisione. Samuel L. Jackson, Lucy Liu, tutti i protagonisti della pellicola si sono complimentati con me alla fine, mi hanno detto di essere un grande artista giapponese; mi hanno spronato a portare la mia attività in tutto il mondo e diventare un samurai artist.

Tetsuro Shimaguchi: il samurai artist di Quentin Tarantino al Napoli Comicon


Tra gli applausi del pubblico e la musica scelta dal regista Quentin Tarantino, si conclude l'incontro con il pubblico di Tetsuro Shimaguchi e dei suoi compagni performer.



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