Questo mondo non mi renderà cattivo: recensione della serie Netflix di Zerocalcare

Zerocalcare torna su Netflix, dopo l'enorme successo di Strappare Lungo i Bordi, con Questo Mondo non mi Renderà Cattivo.

 

L'autore è diventato oramai una superstar del fumetto italiano, superando la barriera degli appassionati, e arrivando al pubblico generalista, che lo riconosce e si appassiona alle sue narrazioni. Superata anche la prova della serie animata, si poteva tirare una linea e vivere sulla falsariga di quanto fatto prima, ma invece questa opera è decisamente diversa dalla precedente, e in effetti nonostante la presenza degli stessi personaggi non siamo di fronte a un sequel, ma riesce comunque sia a divertire, che a parlare alla pancia degli spettatori.

 

Come detto in precedenza, Zerocalcare ha voluto proporre qualcosa di diverso rispetto da Strappare Lungo i Bordi: facendo un paragone fumettistico possiamo dire che la serie animata precedente era più simile a La Profezia dell'Armadillo, dove viviamo una storia molto intimistica e di crescita personale, mentre Questo Mondo non mi Renderà Cattivo lo possiamo paragonare a un Kobane Calling, dove partendo dal punto di vista dell'uomo comune si riflette, e vengono mostrate tematiche d'attualità che vanno oltre il singolo individuo. Nonostante questo, però, non vengono perse l'ironia e le risate, anzi va fatto un plauso all'autore su come riesce a mantenere le varie componenti in equilibrio, e riesca a parlare di temi politici scottanti - e non abituali in serie animate -, schierandosi, ma cercando di valutare diversi punti di vista. 
 

 

La maggior consapevolezza dietro alla realizzazione di Questo Mondo non mi Renderà Cattivo - visibile anche da una maggiore cura nell'animazione, visto che i modelli dei personaggi erano già pronti - ha permesso di passare da una struttura tipica da sit-com con gag veloci e un minor minutaggio, a degli episodi più lunghi e una costruzione graduale della trama orizzontale, limitando i momenti atti solo a far divertire, e integrando le battute - o tormentoni del mondo di Zerocalcare - nella narrazione generale della storia.  Infine un plauso va fatto alla scelta dei brani della colonna sonora, che identificano sempre alla perfezione un dato periodo storico, o stato d'animo.