Nato in una famiglia alto borghese di Tokyo, nell'immediato dopoguerra, frequenta il mercato nero vendendo liquori e sigarette per mantenere la famiglia. Alla fine dei Quaranta studia storia occidentale all'Università di Waseda e frequenta i gruppi della sinistra studentesca e le compagnie teatrali sperimentali. Dopo la laurea nel 1951, Imamura comincia a lavorare agli studi della Shochiku come assistente alla regia di Yasujirō Ozu nei film Inizio d'estate, Il sapore del riso al tè verde e Viaggio a Tokyo. Lo stile rigoroso e controllato con cui Ozu rappresenta la società giapponese del dopoguerra è però distante dallo stile di Imamura. Nel 1954 lascia la Shochiku e viene ingaggiato come regista dalla concorrente Nikkatsu, dove esordisce nel 1958 con Desiderio rubato. Scontenti dei contenuti radicali del film, i dirigenti della Nikkatsu impongono a Imamura alcuni film più leggeri: Stazione Nishi-Ginza (1958), Desiderio inappagato (1958) e Il secondo fratello (1959), drammi lontani dalle preferenze del regista. Con Porci, geishe e marinai (1961), Imamura torna descrivere il mercato di contrabbando tra le forze di occupazione americane e la yakuza giapponese. Ancora una volta la Nikkatsu non approva il contenuto esplicitamente politico del film e impedisce a Imamura di lavorare per due anni. Il film successivo, Cronache entomologiche del Giappone (1963) è ancor più esplicito del precedente, mentre Desiderio di omicidio (1964), fredda descrizione del rapporto di odio e pietà tra una giovane e il rapinatore che l'ha stuprata, ribadisce la durezza dello stile del regista e la sua predilezione per personaggi alla deriva. I tre film sanciscono l'affermazione di Imamura come uno degli autori fondamentali della Nouvelle vague nipponica. Insofferente alle imposizioni dei produttori, Imamura lascia la Nikkatsu nel 1965 e fonda una sua casa di produzione, la Imamura Productions. Il suo primo film indipendente è un adattamento del romanzo di Akiyuki Nosaka (autore anche di Una tomba per le lucciole) I pornografi, descrizione di un gruppo di piccoli criminali a Osaka. Evaporazione dell'uomo (1967), accentua la tendenza documentaria dei suoi film in una direzione meta-cinematografica. Il profondo desiderio degli dei (1968) è una descrizione dello scontro tra modernità e tradizione in un'isola del Giappone meridionale. Per tutti gli anni settanta Imamura è costretto a limitarsi a film documentari e a basso costo. Storia del Giappone del dopoguerra raccontata da una barista (1970) è il più celebre e riuscito di questi documentari. Nel 1979 Imamura torna a forme narrative più convenzionali con La vendetta è mia, storia vera di un serial killer che terrorizzò Tokyo nel 1963.
Negli anni successivi Imamura ritorna a progetti più ambiziosi, tra i quali Che ce ne importa (1981) remake di un film di Yuzo Kawashima del 1957, a cui Imamura aveva collaborato come sceneggiatore. La ballata di Narayama (1983), è un altro remake, questa volta del film di Keisuke Kinoshita del 1958, che vince la Palma d'oro al Festival di Cannes. Il decennio si chiude con un altro film di successo, Pioggia nera (1989), rievocazione degli effetti fisici e sociali della bomba atomica su Hiroshima. Gli ultimi film di Imamura sono: L'anguilla (1997, Palma d'oro a Cannes), Dr. Akagi (1998), Acqua tiepida sotto un ponte rosso (2001). Chiude la sua carriera il film collettivo 11 settembre 2001, con un corto antimilitarista che affronta indirettamente il tema tabù delle guerre coloniali giapponesi. Attivo anche come produttore dal 1975 Imamura fonda la Japan Institute of the Moving Images e la Yokohama Vocational School of Broadcast and Film. Takashi Miike studierà in quest'ultima ed esordirà come assistente alla regia nel film di Imamura del 1987, Il mezzano. Malato di cancro, Imamura muore nel 2006.
Foto da Wikipedia, Pubblico Dominio
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