Dopo Netflix, anche la Walt Disney Company si prepara a mettere in atto tutte le misure possibile per evitare di condividere le password dei loro abbonamenti alla piattaforma di streaming Disney Plus.
Nel corso di un'intervista alla rete americana CNBC, Bob Iger, il CEO di The Walt Disney Company, ha affermato che l'obiettivo della società è quello di avere margini di profitto sempre più importanti, e lo streaming "giocherà un ruolo importante" per raggiungerlo un fattore chiave sarà quello di "reprimere una volta per tutte la condivisione delle password".
"A giugno lanceremo la nostra prima vera incursione nella condivisione delle password. Solo pochi paesi in pochi mercati, ma poi crescerà in modo significativo con un lancio completo a settembre". Non è chiaro quindi se l'Italia farà parte della prima fase oppure della seconda, quella di settembre.
Nei mesi scorsi l'azienda aveva già anticipato che verrà prevista una "tariffa aggiuntiva" per coloro che vorranno condividere la password con persone extra al proprio nucleo domestico, sebbene non sia stata ancora precisata l'entità di tale tariffa.
Disney quindi seguirà la strada di Netflix, colosso statunitense dello streaming, sperando di raggiungere lo stesso risultato. La grande N ha aggiunto infatti 13,1 milioni di abbonati nel quarto trimestre del 2023, contro i 7,7 milioni nel quarto trimestre del 2022, segnando il quarto trimestre più forte di sempre e portando gli abbonati totali a quota 260 milioni.
Nel corso di un'intervista alla rete americana CNBC, Bob Iger, il CEO di The Walt Disney Company, ha affermato che l'obiettivo della società è quello di avere margini di profitto sempre più importanti, e lo streaming "giocherà un ruolo importante" per raggiungerlo un fattore chiave sarà quello di "reprimere una volta per tutte la condivisione delle password".
"A giugno lanceremo la nostra prima vera incursione nella condivisione delle password. Solo pochi paesi in pochi mercati, ma poi crescerà in modo significativo con un lancio completo a settembre". Non è chiaro quindi se l'Italia farà parte della prima fase oppure della seconda, quella di settembre.
Nei mesi scorsi l'azienda aveva già anticipato che verrà prevista una "tariffa aggiuntiva" per coloro che vorranno condividere la password con persone extra al proprio nucleo domestico, sebbene non sia stata ancora precisata l'entità di tale tariffa.
Disney quindi seguirà la strada di Netflix, colosso statunitense dello streaming, sperando di raggiungere lo stesso risultato. La grande N ha aggiunto infatti 13,1 milioni di abbonati nel quarto trimestre del 2023, contro i 7,7 milioni nel quarto trimestre del 2022, segnando il quarto trimestre più forte di sempre e portando gli abbonati totali a quota 260 milioni.
A me sembra più che altro una mossa più che normale, hanno fatto conoscere il prodotto e ora tirano le briglia.
Prima o poi lo faranno tutte le piattaforme,questo è ovvio,per Netflix è andata benissimo ma Disney plus per quanto io lo usi non è Netflix
Per Disney Plus questo è rischio nettamente maggiore rispetto a Netflix
Certo, qualcuno che riesce a permetterselo farà lo sforzo ma se la maggioranza si è già sforzata con Netflix, D+ se lo prende nello streppo o, al massimo, qualcuno disdirà Netflix per D+.
Gli abbonamenti totali delle piattaforme non cresceranno come credono.
Sarebbe molto meglio se si unissero e si dividessero i proventi: meglio poco ma da tutti a mio parere ma l'avidità regna sovrana, apparentemente.
Io rispondevo a chi parlava di cris, fino ad ora questa a livello globale non sembra esserci, a parte un assestamento dovuto al post pandemia dove effettivamente era impossibile che rimanessero .
Alla fine le soluzioni saranno diverse, visto che questo andazzo non cambierà
Una Sara farsi abbonamenti a mesi e poi disdirli, in quei mesi recuperare ciò che interessa
Gli account sono diversi dalle visualizzazioni
Però io ho appena rinnovato, ma mi pare che all'aumento tariffario non sia corrisposto un adeguato aumento della proposta... quindi potrebbe essere l'ultimo anno se non posso neanche smezzare l'abbonamento con qualcun altro. Vedremo...
La crisi sta nel fatto che gli aumenti, le opzioni a pagamento con gli account multipli, le pubblicità. etc... tengono in piedi la baracca, ma non stanno portando ad un aumento di guadagni proporzionale. È logico che se aumentano i prezzi farai più abbonamenti mensili durante l'anno, ma a conti fatti se stai in perdita dal punto di vista della produzione e si reggono aumentando il servizio, ciò non risolve il problema. Per ora va bene, ma sul lungo periodo rischia di scoppiare come una bolla.
Facile facile. A me è capitato perché, da sempre, condividevamo Netflix io e un mio carissimo amico. Netflix chiede un codice al proprietario dell'abbonamento (in questo caso il mio amico) chiedendogli se è lui che sta vedendo. Basta farselo dare... E comunque le richieste non sono continue. Diciamo che è una rogna in più ma la stessa Netflix non può rischiare reclami per oscuramenti non dovuti. In ogni caso attualmente non lo sto né usando né condividendo per principio e quindi se hanno ulteriormente irrigidito le cose non lo so.
Netflix insegna e poi tutti gli altri seguono a ruota come ovvio che sia quando sei il leader del mercato.
Disney è entrata in crisi da quando ha perso i diritti sportivi in India, da li è partita la stagnazione per il servizio in streaming.
Crunchyroll ha soltanto annunciato che introdurrà i profili.
Se sei sempre te non ci sono problemi, ti manderanno un codice o qualcosa del genere per confermare il fatto che sia tu e non l'amico che condivide
Gli acquirenti non sono tutti uguali, chi lo usa costantemente difficilmente darà troppo peso a queste modifiche, chi si lamenta non ha come priorità il servizio e, al massimo, valuta eventuali aspetti per decidere se vale la pena abbonarsi o meno.
Crunchyroll l'ho già disdetto e per novembre di quest'anno addio abbonamenti.
Sì, sarò a quota zero e no, non ho più intenzione neanche di farli a mesi alterni.
I 100€ annuali di budget streaming sarà dirottato all'acquisto di videogiochi e manga (no, non sono tipo da guardare al prezzo se un prodotto è valido, ma per me un prodotto vale solo se lo posso comprare, l'affitto vale poco/nulla, d+, netflix, prime e persino crunchyroll (che pure ero indeciso visto il costo basso, ma poi ho pensato che dovevo dare un taglio definitivo agli abbonamenti) non valgono nulla).
Dal 2025 niente più affitti, solo proprietà.
Secondo me hai la passione sbagliata se ragioni in questo modo, la tua non e' passione per le opere ma per il possesso!
Quindi non vedrai più nulla o la vedrai con metodi alternativi?
Negli anni mi sono reso conto, e già prima ne ero abbastanza convinto, che le opere più belle vanno viste e riviste, lette e rilette, giocate e rigiocate... Non sono usa e getta. E a sopportare il mercato dell'affitto continuerei a far solo danni perché il successo per le piattaforme streaming significa che non tenteranno di proporre altri metodi di vendita.
Rinuncerò al 100% degli anime in realtà perché non voglio neanche comprare vecchi formati fisici come dvd, ciò che voglio dai distributori è il digital download senza drm o con uno facile da rimuovere.
Tu dici che ho la passione per il possesso ma non è del tutto esatto, la mia passione è per la fruizione libera di ciò che acquisto, significa che non dev'essere la piattaforma a rinnovare la licenza, non devo pagare nuovamente per fruire di un contenuto che mi piace più volte... Questo è per me fondamentale per godermi i contenuti. Avrò visto 3-4 volte Steins Gate e Steins Gate 0, ma ora su vvvvid non c'è più, e ci sono stati periodi in cui steins gate 0 era irreperibile su qualsiasi piattaforma... E come se non bastasse se volessi rivederlo, dovrei nuovamente pagare. Al contrario la VN di steins gate e quella di steins gate 0 (che sono comunque il metodo migliore per usufruire dell'opera) le ho acquistate una volta, sono praticamente drm free (visto che l'unico check che fanno relativo a steam è sulle api per achievement e similari, non sono criptati e c'è una libreria open source per sostituire l'api di steam con una da usare senza client), e sono sempre a mia disposizione.
Considerato che la stragrande maggioranza degli anime è più completo sotto forma di manga, visual novel, light novel e avendo io la passione anche per questi media ho semplicemente deciso di dirottare i fondi e leggere e giocare di più. Se mai in futuro gli anime verranno venduti drm free o con drm facile da rimuovere sarò il primo a supportare di nuovo il settore per avere la possibilità e la libertà di usufruire di ciò che amo quanto mi pare.
Il cinema è un discorso un po' a parte, io ci vado per lo schermo grande e, se non sono da solo, per l'esperienza con amici com'è stato recentemente per Dune (che in una sala Dolby Atmos ha reso l'esperienza davvero straordinaria) ... Non vado molto spesso ma quando vado pago per l'esperienza particolare non ripetibile... A casa pagherei solo per la fruizione che per me è come affittare una tantum... Ma affittare una tantum più volte è molto più caro che acquistare.
non voglio dare scuse ai distributori dicendo che è colpa della pirateria se la gente non si abbona. La colpa dovranno darla, almeno per me, al metodo di distribuzione, quindi no, non userò metodi alternativi per guardare anime, spenderò il mio tempo leggendo manga in digitale, ebook e giocando ai videogiochi (che ne ho una marea in backlog).
Fino ad ora mi giocavo molto meno e mi perdevo alcuni manga che dovevo rimandare. Alla fin fine il tempo quello è... i soldi quelli sono... qualcosa si va a perdere per forza (esce troppa roba).
A me spiace per voi che essendo dipendenti da queste piatteforme di streaming non potete farne più a meno.
Parentesi, nel mio messaggio non ho mai scritto di volere tutto gratis né di voler spendere meno e neanche di eliminare lo streaming. Ho semplicemente scritto che a mio parere ci vorrebbe l'opzione acquisto una tantum.
Se l'industria crolla perché oltre allo streaming si offre anche la possibilità di acquistare in digital download evidentemente è un bene che muoia perché non è sostenibile.
Assolutamente d'accordo, il cinema è un'altra esperienza, non va usato come esempio. E sono d'accordo anche con il fatto che l'andazzo è egoista ma più in particolare un po' ipocrita visto che sono stati loro a spingere la cosa con "quantità di schermi disponibili per lo streaming in contemporanea" limitati a seconda del tier scelto... quando di base non ci dovrebbe essere alcun limite. Ovvio che se chiedi 20€ per fare lo streaming su 5 schermi al posto di 2 (vendendola come una cosa esclusiva di quel tier più costoso) la gente si aspetta di poter condividere...
Comunque continui a contraddirti, prendi una decisione e non cambiarla ogni 5 minuti...
Visto com'è la situazione degli animatori in Giappone sarebbe un bene
Dov'è che mi sono contraddetto?
Quello è miopismo: l'attuale situazioni dei lavoratori non è colpa del mercato, ma della distribuzione dei guadagni.
estratto dall'altra news in cui a parlare è il presidente di wit studio
Per capire meglio come i tre professionisti svolgono dei lavori così importanti, l'intervista si apre subito con il chiedere su cosa si concentrino maggiormente quando cercano nuovi progetti e come decidono se far crescere il numero di dipendenti di uno studio, e quindi assumere o mettere sotto contratto a progetto degli artisti a lavorare per lo studio stesso, oppure puntare ad una partnership con uno studio esterno e quindi esportare il lavoro: l'obbiettivo di queste pratiche, ovviamente, è la velocità di produzione degli episodi. Nel primo caso si avrà una spesa maggiore ma una velocità di produzione interna notevolmente aumentata, dall'altra una spesa minore ma un processo di produzione più mediato e macchinoso.
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