Tramite i propri canali social, Planet Manga ha annunciato una nuova edizione di Tiger Mask - L'uomo tigre, opera di Ikki Kajiwara e di Naoki Tsuji. Si tratterà di una edizione in 7 volumi:
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È il 1967. Un nuovo lottatore dalla maschera di Tigre, dopo aver fatto tremare i ring americani, è pronto a sbarcare in Giappone. Le sue tecniche di lotta sono talmente terribili e scorrette da avergli fatto meritare il soprannome di "demone giallo".
In realtà, dietro la maschera dell'Uomo Tigre si nasconde Naoto Date, un uomo dal cuore d'oro che, nel privato, devolve i soldi vinti con gli incontri a "La casa dei bambini", l'orfanotrofio gestito dalla bella Ruriko, lo stesso dove anche lui fu accudito da bambino.
Ma Tana delle Tigri, la feroce organizzazione grazie a cui Naoto è diventato l'Uomo Tigre, non tollera che un suo lottatore non versi la sua percentuale e, per mano di Mister X, lancia la sua condanna a morte: uno dopo l'altro, tutti i più feroci emissari di Tana delle Tigri verranno inviati a lottare contro l'Uomo Tigre, con il preciso intento di ucciderlo. Una sorte cui nessuno, tra chi ha osato ribellarsi, è finora sfuggito.
Con il coraggio che lo ha sempre contraddistinto, Naoto decide allora di affrontare la vendetta di Tana delle Tigri e di diventare, addirittura, un lottatore onesto e corretto, per essere d'esempio ai bambini dell'orfanotrofio, primo fra tutti il piccolo Kenta.
In realtà, dietro la maschera dell'Uomo Tigre si nasconde Naoto Date, un uomo dal cuore d'oro che, nel privato, devolve i soldi vinti con gli incontri a "La casa dei bambini", l'orfanotrofio gestito dalla bella Ruriko, lo stesso dove anche lui fu accudito da bambino.
Ma Tana delle Tigri, la feroce organizzazione grazie a cui Naoto è diventato l'Uomo Tigre, non tollera che un suo lottatore non versi la sua percentuale e, per mano di Mister X, lancia la sua condanna a morte: uno dopo l'altro, tutti i più feroci emissari di Tana delle Tigri verranno inviati a lottare contro l'Uomo Tigre, con il preciso intento di ucciderlo. Una sorte cui nessuno, tra chi ha osato ribellarsi, è finora sfuggito.
Con il coraggio che lo ha sempre contraddistinto, Naoto decide allora di affrontare la vendetta di Tana delle Tigri e di diventare, addirittura, un lottatore onesto e corretto, per essere d'esempio ai bambini dell'orfanotrofio, primo fra tutti il piccolo Kenta.
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Stavolta ci saranno volumi doppi, quindi chissà.
Il manga in sé, iconico quanto sia, è molto meno bello di quello che si può pensare.
Spero però che questa sia l'occasione per magari avere i manga successivi oltre alla prima serie.
E' un manga che va inquadrato nel suo contesto, un contesto che per noi Italiani di oggi (ma anche per quelli che hanno visto l'anime negli anni '80) è completamente sconosciuto, perciò servono note e redazionali che lo spieghino, sennò risulta un manga molto meno bello e significativo di quanto in realtà non sia.
Come bellezza della storia non raggiunge il livello di Ashita no Joe? Visto che l'autore dei testi è lo stesso di Joe (ma con un altro pseudonimo) mi aspetto che sia una storia di alto livello narrativo.
Il contesto storico immagino sia lo stesso del contemporaneo Joe.
C'è l'ho entrambi, se al manga di Joe gli do voto 9, questo dell'uomo tigre si prende un 6(è sono stato anche buono di voto).
L'uomo Tigre è uno di quelle opere dove l'anime è superiore al suo manga.
No, non raggiunge il livello di Rocky Joe, anche perché il livello di Rocky Joe sinceramente, in quel genere e in quell'epoca storica, è difficile da raggiungere. E' un manga molto maturo e duro, che come dicevano sopra va contestualizzato al periodo. Segue un po' il filone eroico-sportivo volto a sacrificio, rigore, disciplina che per certi versi ha analogie con Rocky Joe. A me personalmente ha emozionato meno, ma l'ho trovato molto godibile. Comunque provalo perché se ti piace il genere sicuramente non ti dispiacerà.
A livello pratico, cambia il contesto sportivo e questo fa tanto. Qui, a differenza di Ashita no Joe che parla di boxe, Kajiwara gioca in casa, parlando del suo amato wrestling, e (a differenza dell'anime) ha la possibilità di parlarne al 100%, facendo nomi e cognomi di lottatori realmente esistiti (esistenti, al tempo della pubblicazione del manga).
Tiger Mask in realtà, all'interno della produzione di Kajiwara, non è nulla di particolarmente nuovo, dato che ricicla elementi dalle sue opere precedenti sul tema: il protagonista wrestler giovane orfano (Champion Futoshi), i bimbifastidio e la ragazza di nome Ruriko che se ne occupa e diventerà l'interesse amoroso del protagonista (cambia il modo in cui il nome è scritto, ma c'è già in Champion Futoshi), Rikidozan sacro e intoccabile (qualsiasi manga passato, presente e futuro di Kajiwara), i lottatori giapponesi buoni e giusti contro gli stranieri scorretti e selvaggi (Champion Futoshi, Giant Typhoon). Lui stesso ci credeva meno rispetto a Giant Typhoon (firmato infatti come "Asao Takamori", lo pseudonimo delle grandi occasioni che usava per i suoi titoli più adulti), Tiger Mask per lui era un divertissement per bambini che di nuovo aveva soltanto il molto coinvolgente dualismo Naoto/Tiger Mask e il carattere più tormentato dell'eroe (nei suoi manga precedenti, Futoshi è un ragazzino buono e caro, Giant Baba è... Giant Baba). E' solo dopo, e più per una concatenazione di fattori esterni che per volontà dell'autore, che Tiger Mask diventa famoso.
Resta però un manga più infantile di Ashita no Joe, ha un protagonista più classico (non una testa calda ribelle come Joe), una narrazione più lineare (di fatto, è solo formato da lotte e tornei) e infantile (non si vede una particolare crescita nel protagonista dopo il primo numero dove passa da cattivo a buono), quindi probabilmente sarà per i lettori odierni più bambinesco e meno coinvolgente, oltre a toccare alcuni picchi di trash non indifferenti tipo "Orfanolandia" o la lezione di catechismo.
Ma il coinvolgimento aumenta di molto se si pensa che è un manga sul wrestling dove Kajiwara può (perché lui aveva duemila intrallazzi con tutti e nessuno gli ha mai fatto problemi su questo versante) citare o far comparire qualsiasi lottatore reale lui voglia, inquadrando la storia del suo wrestler di fantasia con la maschera di tigre nel contesto di quegli ultimi sessanta dove il wrestling giapponese si stava riorganizzando dopo la morte del suo padre fondatore, coi suoi due futuri assi Baba e Inoki ancora (per poco) uniti a portare avanti la sua federazione che di lì a poco chiuderà, con lottatori reali come Freddie Blassie, Killer Kowalsky, Bruno Sammartino rivisitati dalla fantasia un po' revisionista dell'autore ma coerenti con la visione che di loro si aveva in Giappone all'epoca, "gimmick" e fantasiosi nickname dati dalla stampa compresi. Inoltre, compaiono di sfuggita anche alcuni nomi che al momento non dicono nulla, ma di lì a cinque-dieci anni diventeranno famosissimi in Giappone, in America e in tutto il mondo: Abdullah The Butcher, Great Kojika, Umanosuke Ueda, Ivan Koloff, Roussimof (il futuro André the Giant), i fratelli Funk. Tutti nomi che è importante ritrovare qui perché li si ritroverà, e saranno narrati in maniera differente, riflettendo i cambiamenti del wrestling (che al tempo di questo primo Tiger Mask è ancora molto spartano, lontano dagli scintillanti anni '80) e della società giapponese nei futuri manga dell'autore.
Tiger Mask è, dunque, un manga che va vissuto come documento storico di un'epoca e di una delle fasi di uno sport importante per il Giappone, come passaggio per poi arrivare a Tiger Mask Nisei e Puroresu Superstar Retsuden (che, pur non avendo avuto un anime, ha superato la fama di Tiger Mask per i lettori appassionati di wrestling dell'epoca). Un contesto che i giapponesi già conoscono, noi no, quindi va spiegato con note e redazionali. Se non hai questo, Tiger Mask resta un manga di combattimenti semplice e bambinesco, che chiaramente deluderà i lettori occidentali non più bambini che non sanno niente del wrestling degli anni '60, soprattutto quelli che identificano Tiger Mask con l'anime, che non potendo utilizzare nomi, cognomi e persone reali, ha inventato una storia più di fantasia: bella, ma lontana da quello che Kajiwara fa nei suoi manga, che quindi vanno visti in un'ottica diversa.
Ashita no Joe (non a caso firmato come Asao Takamori), invece, non avendo personaggi reali e una caratterizzazione più ambiziosa dei suoi personaggi, risulta un'opera più matura e godibile anche per un lettore adulto, senza bisogno di particolari spiegazioni. Tiger Mask può risultare meno bello, ma sicuramente è più interessante come tassello della storia del suo autore e del wrestling giapponese.
Si concordo, infatti penso proprio di passarlo, ho già troppe serie in corso…
Se non costerà troppo penso di prenderlo.
In particolare dal commento di Kotaro sono molto invogliato alla lettura perché per un amante della storia giapponese, della sua società, della cultura pop credo che sia imperdibile... Conosco anche buona parte dei wrestler citati visto che ho letto la loro storia e ho visto molti loro combattimenti.
Su questo concordo... Le tavole di Ashita no Joe disegnate da Tetsuya Chiba sono tuttora bellissime e ultra dinamiche!
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