Il mondo cosplay si sta evolvendo sempre di più, fiera dopo fiera. Se prima rappresentava un modo semplice e peculiare di dimostrare affetto nei confronti della propria serie preferita o del proprio personaggio preferito, adesso si è trasformato in una vera e propria espressione artistica che mette insieme nuove tecnologie e forme di artigianato che non si rassegnano a svanire. Un mondo così inclusivo e così aperto che ha visto la nascita di una community nazionale unita e solidale. E per venire incontro ai nuovi arrivati e presentarsi a chi non ne è avvezzo, è stata realizzata la prima rivista digitale italiana curata dai cosplayer per i cosplayer: CosMag.
"Questa maschera non ti nasconde, ma ti rivela!", ecco il motto di Cosplay Italia, la quale si è adoperata nella creazione di una rivista completamente gratuita e leggibile su qualsiasi dispositivo.
Pagina italiana dedicata ai cosplay, è da due anni la più attiva del settore sui social media, organizza gare ed eventi, collabora con fiere italiane dalle più grandi alle più piccole e funge da anello di congiunzione tra cosplayer ed aziende. Molte sono infatti le aziende che si sono avvicinate al mondo cosplay, scoprendone l'enorme impatto mediatico e pubblicitario per la promozione di prodotti videoludici e cinematografici. Degli esempi di collaborazione possono essere il lancio nei cinema del film Deadpool & Wolverine, l'anteprima di House of The Dragon con Sky ed HBO al Castello Sforzesco e una collaborazione con Amazon Prime Video per The Boys e Fallout. Altre collaborazioni hanno visto anche doppiatori come Alex Polidori, Andrea Mete, Angelo Maggi e David Chevalier, i quali hanno potuto doppiare i loro personaggi "in carne ed ossa" grazie ai cosplayer.
Attraverso iniziative sociali come il supporto psicologico o l'SOS Cosplay, i membri della community hanno creato una rete di condivisione e di sostegno che ha coinvolto anche le stesse fiere italiane. Questo per permettere a tutti di vivere le fiere serenamente, senza sentirsi mai da solo.
Un moderatore della community ha risposto ad alcune nostre domande inerenti alla rivista di loro creazione.
Com'è nato questo progetto?
Il nostro obiettivo era quello di andare oltre la nicchia, presentare il mondo cosplay anche a chi non ne facesse parte. Allo stesso tempo, volevamo anche creare un mezzo per guidare i cosplayer nelle fiere, ed essere di supporto offrendo dei consigli e allargando la nostra iniziativa SOS Cosplay. L'idea della rivista è nata un paio di mesi fa e si è deciso di renderla digitale e del tutto gratuita. In questo modo, abbiamo pensato, sarebbe stato più semplice fare il passaparola e raggiungere il nostro scopo. E devo dire che i risultati sono andati oltre le nostre aspettative. Abbiamo persino collaborato con la fiera del Sigurtà per regalare biglietti ai primi 10 che avrebbero condiviso la rivista sui propri account social.
Chi sono gli articolisti della vostra rivista?
Sono tutti amatoriali, tranne forse uno che ha studiato giornalismo, e sono tutti a loro volta cosplayer. Per questo la nostra è una rivista scritta "da cosplayer per i cosplayer". Previa chiamata, ci si organizza sugli articoli da scrivere, e successivamente vi è un lungo lavoro di scrittura, correzione delle bozze, impaginazione e formattazione. Ci tengo dunque a ringraziare tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte: Marbie, Paradisaea, Kasane, MissCroft, Uruuru, Sarah, Auro, Naokitsune, Le Queens, Lady Tiger, ColdFire, Nora, Alex e Hades.
Quali contenuti avete portato e pensate di portare nei prossimi numeri? Quale cadenza avrà la rivista?
La rivista avrà cadenza mensile. Ciò ci permette di offrire molti tipi di contenuti: realizzazione dei capi di abbigliamento per i propri cosplay, consigli sui photoshooting, interviste e rubriche sulle serie anime del momento. Per esempio nel numero di questo mese abbiamo consigliato la visione di Frieren - Oltre la Fine del Viaggio. Per quanto concerne il futuro, molti creator e doppiatori hanno mostrato interesse nel progetto, e chissà, magari potrebbe uscire qualcosa di succulento. Quello che posso dire al momento, è che sicuramente nei prossimi numeri verranno trattati argomenti molto più forti e attuali. Vorremmo infatti sensibilizzare il più possibile il lettore, far arrivare il messaggio che purtroppo ciò che vediamo in anime come Senpai is an Otokonoko accade anche nella realtà.
Tra i vari articoli presenti nella rivista, vi è la rubrica dedicata al "cosmaking". Parliamone con Pamela (su Instagram @misscroft98_), la quale ha descritto il suo lavoro per la camicia di Ellie in The Last of Us.
Allora Pamela, come ti sei sentita quando ti è stata data la possibilità di contribuire alla concretizzazione di questo progetto dedicato ai cosplay?
Mi sono sentita al settimo cielo. Nel mondo cosplay è difficilissimo farsi notare, a meno che non si riesca a costruire una fama di un certo livello. Cosplay Italia ha sempre dato la possibilità a tutti di farsi conoscere. In generale qualsiasi risultato si ottenga, è soddisfacente vedere il proprio lavoro ripagato.
Che cosa si intende per cosmaking?
Lavorare sul costume, comprare un capo di abbigliamento o un accessorio e modificarlo per adattarlo alle proprie esigenze. La lavorazione può andare da un qualcosa di semplice, come una cucitura o una pennellata, a un qualcosa di più complesso, come la realizzazione da zero del proprio vestito. Si può anche pensare di comprare un costume usato o farsene commissionare uno da cosmaker o sarti, ma tutto dipende dal progetto che si ha in mente. Non c'è vergogna alcuna nel comprare cosplay commissionati, usati o nuovi.
Inoltre, non dimentichiamoci che bisogna tenere sempre conto della tipologia di cosplay che si vuole realizzare. Realistico? Stile anime? Deve essere un cosplay bello dal vivo o con una buona resa in foto? E cosa si ha intenzione di fare? Si vuole anche gareggiare a livello nazionale e internazionale? Nelle gare nazionali, per esempio, vogliono le foto che mostrano il tuo lavoro manuale.
Come mai hai scelto di scrivere proprio una guida sulla realizzazione della camicia di Ellie di The Last of Us?
Ellie è stato il mio primo vero cosplay soprattutto a livello sartoriale. Avevo fatto qualcosina prima di Kakegurui o Kingdom Hearts, ma per il Comicon del 2023 ho voluto impegnarmi un po' di più. Nella guida che ho scritto ho praticamente illustrato quello che ho fatto io quando non avevo esperienza. Per la camicia di Ellie nello specifico ho usato il weathering, ovvero una serie di tecniche artistiche per invecchiare gli oggetti e dare quell'effetto di ruggine, sporco, bagnato, sudore.
Piccoli spoiler sui prossimi articoli?
Ellie ritornerà quando farò prop come lo zaino o magari in versione di The Last of Us Parte I. Ma vorrei iniziare a seguire le ultime uscite videoludiche o magari qualcosa a tema anime. In linea generale, questa rubrica mi permette di imparare nuove tecniche con i miei lettori: ho comprato un kit per un personaggio maschile di un gioco horror, non dirò altro, e nel prossimo articolo spiegherò come fare un accessorio particolare... questa tipologia di accessori può essere utilizzabile anche per personaggi a tema cyberpunk, quindi può rivelarsi una guida adatta a tutti.
Vi invitiamo a seguire Cosplay Italia, che ringraziamo per la collaborazione e la disponibilità, sui loro canali social per conoscere le loro attività e le loro iniziative nelle prossime fiere italiane. Cliccando qui invece potrete leggere la rivista.
"Questa maschera non ti nasconde, ma ti rivela!", ecco il motto di Cosplay Italia, la quale si è adoperata nella creazione di una rivista completamente gratuita e leggibile su qualsiasi dispositivo.
Pagina italiana dedicata ai cosplay, è da due anni la più attiva del settore sui social media, organizza gare ed eventi, collabora con fiere italiane dalle più grandi alle più piccole e funge da anello di congiunzione tra cosplayer ed aziende. Molte sono infatti le aziende che si sono avvicinate al mondo cosplay, scoprendone l'enorme impatto mediatico e pubblicitario per la promozione di prodotti videoludici e cinematografici. Degli esempi di collaborazione possono essere il lancio nei cinema del film Deadpool & Wolverine, l'anteprima di House of The Dragon con Sky ed HBO al Castello Sforzesco e una collaborazione con Amazon Prime Video per The Boys e Fallout. Altre collaborazioni hanno visto anche doppiatori come Alex Polidori, Andrea Mete, Angelo Maggi e David Chevalier, i quali hanno potuto doppiare i loro personaggi "in carne ed ossa" grazie ai cosplayer.
Attraverso iniziative sociali come il supporto psicologico o l'SOS Cosplay, i membri della community hanno creato una rete di condivisione e di sostegno che ha coinvolto anche le stesse fiere italiane. Questo per permettere a tutti di vivere le fiere serenamente, senza sentirsi mai da solo.
Un moderatore della community ha risposto ad alcune nostre domande inerenti alla rivista di loro creazione.
Com'è nato questo progetto?
Il nostro obiettivo era quello di andare oltre la nicchia, presentare il mondo cosplay anche a chi non ne facesse parte. Allo stesso tempo, volevamo anche creare un mezzo per guidare i cosplayer nelle fiere, ed essere di supporto offrendo dei consigli e allargando la nostra iniziativa SOS Cosplay. L'idea della rivista è nata un paio di mesi fa e si è deciso di renderla digitale e del tutto gratuita. In questo modo, abbiamo pensato, sarebbe stato più semplice fare il passaparola e raggiungere il nostro scopo. E devo dire che i risultati sono andati oltre le nostre aspettative. Abbiamo persino collaborato con la fiera del Sigurtà per regalare biglietti ai primi 10 che avrebbero condiviso la rivista sui propri account social.
Chi sono gli articolisti della vostra rivista?
Sono tutti amatoriali, tranne forse uno che ha studiato giornalismo, e sono tutti a loro volta cosplayer. Per questo la nostra è una rivista scritta "da cosplayer per i cosplayer". Previa chiamata, ci si organizza sugli articoli da scrivere, e successivamente vi è un lungo lavoro di scrittura, correzione delle bozze, impaginazione e formattazione. Ci tengo dunque a ringraziare tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte: Marbie, Paradisaea, Kasane, MissCroft, Uruuru, Sarah, Auro, Naokitsune, Le Queens, Lady Tiger, ColdFire, Nora, Alex e Hades.
Quali contenuti avete portato e pensate di portare nei prossimi numeri? Quale cadenza avrà la rivista?
La rivista avrà cadenza mensile. Ciò ci permette di offrire molti tipi di contenuti: realizzazione dei capi di abbigliamento per i propri cosplay, consigli sui photoshooting, interviste e rubriche sulle serie anime del momento. Per esempio nel numero di questo mese abbiamo consigliato la visione di Frieren - Oltre la Fine del Viaggio. Per quanto concerne il futuro, molti creator e doppiatori hanno mostrato interesse nel progetto, e chissà, magari potrebbe uscire qualcosa di succulento. Quello che posso dire al momento, è che sicuramente nei prossimi numeri verranno trattati argomenti molto più forti e attuali. Vorremmo infatti sensibilizzare il più possibile il lettore, far arrivare il messaggio che purtroppo ciò che vediamo in anime come Senpai is an Otokonoko accade anche nella realtà.
Tra i vari articoli presenti nella rivista, vi è la rubrica dedicata al "cosmaking". Parliamone con Pamela (su Instagram @misscroft98_), la quale ha descritto il suo lavoro per la camicia di Ellie in The Last of Us.
Allora Pamela, come ti sei sentita quando ti è stata data la possibilità di contribuire alla concretizzazione di questo progetto dedicato ai cosplay?
Mi sono sentita al settimo cielo. Nel mondo cosplay è difficilissimo farsi notare, a meno che non si riesca a costruire una fama di un certo livello. Cosplay Italia ha sempre dato la possibilità a tutti di farsi conoscere. In generale qualsiasi risultato si ottenga, è soddisfacente vedere il proprio lavoro ripagato.
Che cosa si intende per cosmaking?
Lavorare sul costume, comprare un capo di abbigliamento o un accessorio e modificarlo per adattarlo alle proprie esigenze. La lavorazione può andare da un qualcosa di semplice, come una cucitura o una pennellata, a un qualcosa di più complesso, come la realizzazione da zero del proprio vestito. Si può anche pensare di comprare un costume usato o farsene commissionare uno da cosmaker o sarti, ma tutto dipende dal progetto che si ha in mente. Non c'è vergogna alcuna nel comprare cosplay commissionati, usati o nuovi.
Inoltre, non dimentichiamoci che bisogna tenere sempre conto della tipologia di cosplay che si vuole realizzare. Realistico? Stile anime? Deve essere un cosplay bello dal vivo o con una buona resa in foto? E cosa si ha intenzione di fare? Si vuole anche gareggiare a livello nazionale e internazionale? Nelle gare nazionali, per esempio, vogliono le foto che mostrano il tuo lavoro manuale.
Come mai hai scelto di scrivere proprio una guida sulla realizzazione della camicia di Ellie di The Last of Us?
Ellie è stato il mio primo vero cosplay soprattutto a livello sartoriale. Avevo fatto qualcosina prima di Kakegurui o Kingdom Hearts, ma per il Comicon del 2023 ho voluto impegnarmi un po' di più. Nella guida che ho scritto ho praticamente illustrato quello che ho fatto io quando non avevo esperienza. Per la camicia di Ellie nello specifico ho usato il weathering, ovvero una serie di tecniche artistiche per invecchiare gli oggetti e dare quell'effetto di ruggine, sporco, bagnato, sudore.
Piccoli spoiler sui prossimi articoli?
Ellie ritornerà quando farò prop come lo zaino o magari in versione di The Last of Us Parte I. Ma vorrei iniziare a seguire le ultime uscite videoludiche o magari qualcosa a tema anime. In linea generale, questa rubrica mi permette di imparare nuove tecniche con i miei lettori: ho comprato un kit per un personaggio maschile di un gioco horror, non dirò altro, e nel prossimo articolo spiegherò come fare un accessorio particolare... questa tipologia di accessori può essere utilizzabile anche per personaggi a tema cyberpunk, quindi può rivelarsi una guida adatta a tutti.
Vi invitiamo a seguire Cosplay Italia, che ringraziamo per la collaborazione e la disponibilità, sui loro canali social per conoscere le loro attività e le loro iniziative nelle prossime fiere italiane. Cliccando qui invece potrete leggere la rivista.
Grazie, vedo del potenziale in questa iniziativa: è tempo di sdoganare una volta per tutte il ruolo del cosplayer!
a me basterebbe che la gente cominciansse a trattarci con rispetto e non come "cose che appartengono alla fiera con cui puoi fare tutto quello che vuoi quando vuoi" e che alcuni cosplayer si rendessero conto che non sono a casa loro, che i bagni non sono camerini e che girare per una fiera molto affollata con un costume con 2mt di strascico o ali enormi forse non è una buona idea (sia per lui che per gli altri)
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