Fare un gioco sul pugilato, parliamo di un vero simulativo, non è affatto semplice come può apparire. Due uomini che si prendono a pugni possono sembrare una banalità da trasporre a schermo, lo vediamo dai tempi di Punch Out, eppure farlo andando a considerare le centinaia di variabili fisiche e tattiche che sono presenti in un incontro della nobile arte, uno dei più antichi sport che l'uomo abbia mai fatto, è tutt'altra cosa. Steel City Interactive ci ha senza dubbio provato con il suo Undisputed, con la grinta ed il cuore di chi butta sangue e sudore in palestra, ma arrivare a competere per il titolo non è una cosa scontata e richiede anche un guizzo da campione.
Più di un anno di tempo in early access è stato utile per limare molti dettagli e sgrezzare un gioco che graficamente, pur non essendo un top di gamma, si difende molto bene con l'utilizzo dello Unity Engine che dona una perfetta riproduzione dei circa 70 pugili presenti in game, che vanno dagli attualissimi Usyk, Canelo e Fury, fino ai grandissimi della storia come Ali e Marciano, con qualche mancanza onorevole come Joshua, Mayweather, Tyson, Lennox Lewis ed altri. Come abbiamo detto traspare in maniera evidente la passione proposta dagli sviluppatori e la si vede soprattutto nella cura che è stata data alla profondità di gameplay, in modo da poter offrire ai pugili più scelte stilistiche ed offensive possibili. Entrando nel dettaglio già dal tutorial si capisce bene come non ci si possa limitare a picchiare ossessivamente l'avversario, ma sia necessario prestare attenzione in particolar modo alla stamina, parametro fondamentale per non finire con il fiatone ed il volto scoperto, gestendo ed alternando momenti offensivi a momenti di recupero e difesa. La quantità di colpi sferrabili, tra jab, diretti, ganci e montanti, al corpo ed al volto, leggeri e pesanti, è pressocché completa. Volendo c'è anche la possibilità di giocare sporco, ma occhio a non farvi beccare.
Con i grilletti posteriori c'è la possibilità di coprirsi in difesa o di predisporsi per le schivate di corpo e qui arriva il momento di sottolineare qualche problemino. La precisione delle hitbox è abbastanza approssimativa, spesso mi è capitato di non riuscire a capire se il colpo fosse andato a segno o meno, mentre altre volte una combinazione andata a segno è iniziata con un "colpo fantasma", che ha fatto partire la saliva dell'avversario senza che però il braccio del nostro pugile si producesse in alcun pugno. Anche la difesa sembra abbastanza casuale; a volte basta premere il grilletto destro per coprirsi e parare qualsiasi colpo, altre volte con la stessa azione i colpi entrano, senza capire bene quale sia la reale motivazione che causa due risultati differenti. Le schivate di corpo, sempre stilistiche da vedere, non sono particolarmente precise e, complice un po' di input lag diffuso, difficili da piazzare correttamente. In generale i movimenti dei pugili sono molto credibili, ma piuttosto legnosi e non sempre fluidi, sicuramente non sempre ai livelli dei super professionisti che possiamo scegliere di controllare. Anche le animazioni da KO effetto ragdoll non sono particolarmente verosimili e non è neanche bellissimo vedere che ci sia un'unica animazione durante il conteggio dell'arbitro. Gli incontri, soprattutto alle difficoltà un po' più alte, sono piuttosto strategici, anche perché gli avversari sembrano non risentire della diminuzione progressiva della stamina (cosa che a nostro dire dovrebbe essere corretta), dando l'impressione di dover gestire bene il match, proprio come accade nella realtà. In generale è tutta la gestione della fatica ad essere poco verosimile, soprattutto per quanto riguarda i colpi potenti mancati, che non danneggiano in maniera significativa la resistenza, a differenza di quanto accade nella realtà dove un colpo mancato stanca più di uno andato a segno.
Il peso dei colpi si avverte bene, in generale la fatica e la durezza di uno sport come il pugilato sono state ben trasposte. In ogni caso, dopo averne provate diverse, abbiamo constatato che esiste la strategia migliore per vincere, che è quella di aspettare il momento giusto per sferrare ganci pesanti mentre ci si copre. Sfortunatamente questa cosa è evidente un po' a tutti, infatti l'online pullula di "spamming" di bordate con la mano posteriore, dato che giocare di fioretto in stile Muhammed Ali, non paga. Basterebbe penalizzare maggiormente un gancio pesante con un consumo di stamina molto superiore, o ampliare il tempo in cui si resta scoperti dopo aver mancato il bersaglio. Come si diceva, bilanciare in maniera simulativa un vero incontro di boxe non è semplicissimo. Comodo il riquadro, sia durante il match che tra i round, che mostra dove i due pugili sono più danneggiati, in modo da poter strategicamente mirare lì e puntare ad un'interruzione anticipata per troppe ferite. Il clinch è completamente assente. Non manca la possibilità di combattere stilisticamente, soprattutto nelle categorie di peso inferiori ed è certamente possibile eseguire spostamenti laterali e colpire o giocare di gambe con una stance più spregiudicata, soltanto che ad oggi non sono strategie che pagano tanto quanto l'attendismo passivo. La cosa può comunque essere migliorata, perché come abbiamo già detto il parco mosse è davvero completo e merita di essere sfruttato tutto.
Le modalità di gioco sono mutuate da altri capitoli di genere, troviamo il classico scontro rapido, dove scegliere i nostri combattenti preferiti divisi per categorie di peso, i Prize Fight, che permettono di rivivere storici incontri come il "The Rumble in The Jungle" tra Ali e Foreman e la modalità carriera. Optando per quest'ultima dovremo creare un pugile da 0 oppure scegliere uno dei campioni presenti, cominciando però con le caratteristiche da pugile esordiente di 18 anni (si può partire anche più in là con gli anni ma non è consigliabile, in quanto invecchiare avrà un effetto diretto sulle nostre prestazioni). Il tool di creazione è piuttosto completo, seppur non semplicissimo da padroneggiare, mentre invece la scelta degli accessori (guantoni, pantaloncini e scarpe) è piuttosto limitata ed anche il posizionamento dei tatuaggi poteva essere lasciato più libero, un po' come avviene nell'ultimo UFC di EA. Lo scopo è ovviamente quello di passare dagli incontri nei dilettanti contro avversari anonimi, ai match classificati per ambire alla title shot. L'aspetto strategico della modalità carriera è dato soprattutto dalla scelta di coach, cutman e manager, che influenzeranno direttamente i nostri allenamenti (che avvengono soltanto offscreen) ed il miglioramento delle stats, il recupero dagli infortuni (che possono pregiudicare in maniera importante la nostra carriera o la possibilità di affrontare un match) ed i nostri guadagni o possibilità di ingaggio contro avversari prestigiosi. Con il passare del tempo che come detto determina, oltre un'evoluzione in positivo delle statistiche, anche la necessità di cambiare approccio a causa magari di infortuni o qualche involuzione. Troviamo che sia sempre un peccato il fatto di non poter aggiungere un pizzico di realismo, partire da valori di stamina e velocità più elevati più adatti ad un 18enne per evidenziare come, con l'andare avanti del tempo, il nostro alter ego potrebbe perdere smalto mentre cresce magari in potenza e tecnica, però capiamo che il criterio di evoluzione del pugile debba essere lineare. In definitiva la carriera è godibile, ma piuttosto stantìa e ripetitiva; qualche intermezzo più interessante tra un match e l'altro avrebbe reso il tutto un po' meno monotono. Non parliamo per forza degli allenamenti in stile UFC, quanto piuttosto di conferenze stampa, social media, insomma qualcosa che rompa la monotonia.
Più di un anno di tempo in early access è stato utile per limare molti dettagli e sgrezzare un gioco che graficamente, pur non essendo un top di gamma, si difende molto bene con l'utilizzo dello Unity Engine che dona una perfetta riproduzione dei circa 70 pugili presenti in game, che vanno dagli attualissimi Usyk, Canelo e Fury, fino ai grandissimi della storia come Ali e Marciano, con qualche mancanza onorevole come Joshua, Mayweather, Tyson, Lennox Lewis ed altri. Come abbiamo detto traspare in maniera evidente la passione proposta dagli sviluppatori e la si vede soprattutto nella cura che è stata data alla profondità di gameplay, in modo da poter offrire ai pugili più scelte stilistiche ed offensive possibili. Entrando nel dettaglio già dal tutorial si capisce bene come non ci si possa limitare a picchiare ossessivamente l'avversario, ma sia necessario prestare attenzione in particolar modo alla stamina, parametro fondamentale per non finire con il fiatone ed il volto scoperto, gestendo ed alternando momenti offensivi a momenti di recupero e difesa. La quantità di colpi sferrabili, tra jab, diretti, ganci e montanti, al corpo ed al volto, leggeri e pesanti, è pressocché completa. Volendo c'è anche la possibilità di giocare sporco, ma occhio a non farvi beccare.
Con i grilletti posteriori c'è la possibilità di coprirsi in difesa o di predisporsi per le schivate di corpo e qui arriva il momento di sottolineare qualche problemino. La precisione delle hitbox è abbastanza approssimativa, spesso mi è capitato di non riuscire a capire se il colpo fosse andato a segno o meno, mentre altre volte una combinazione andata a segno è iniziata con un "colpo fantasma", che ha fatto partire la saliva dell'avversario senza che però il braccio del nostro pugile si producesse in alcun pugno. Anche la difesa sembra abbastanza casuale; a volte basta premere il grilletto destro per coprirsi e parare qualsiasi colpo, altre volte con la stessa azione i colpi entrano, senza capire bene quale sia la reale motivazione che causa due risultati differenti. Le schivate di corpo, sempre stilistiche da vedere, non sono particolarmente precise e, complice un po' di input lag diffuso, difficili da piazzare correttamente. In generale i movimenti dei pugili sono molto credibili, ma piuttosto legnosi e non sempre fluidi, sicuramente non sempre ai livelli dei super professionisti che possiamo scegliere di controllare. Anche le animazioni da KO effetto ragdoll non sono particolarmente verosimili e non è neanche bellissimo vedere che ci sia un'unica animazione durante il conteggio dell'arbitro. Gli incontri, soprattutto alle difficoltà un po' più alte, sono piuttosto strategici, anche perché gli avversari sembrano non risentire della diminuzione progressiva della stamina (cosa che a nostro dire dovrebbe essere corretta), dando l'impressione di dover gestire bene il match, proprio come accade nella realtà. In generale è tutta la gestione della fatica ad essere poco verosimile, soprattutto per quanto riguarda i colpi potenti mancati, che non danneggiano in maniera significativa la resistenza, a differenza di quanto accade nella realtà dove un colpo mancato stanca più di uno andato a segno.
Il peso dei colpi si avverte bene, in generale la fatica e la durezza di uno sport come il pugilato sono state ben trasposte. In ogni caso, dopo averne provate diverse, abbiamo constatato che esiste la strategia migliore per vincere, che è quella di aspettare il momento giusto per sferrare ganci pesanti mentre ci si copre. Sfortunatamente questa cosa è evidente un po' a tutti, infatti l'online pullula di "spamming" di bordate con la mano posteriore, dato che giocare di fioretto in stile Muhammed Ali, non paga. Basterebbe penalizzare maggiormente un gancio pesante con un consumo di stamina molto superiore, o ampliare il tempo in cui si resta scoperti dopo aver mancato il bersaglio. Come si diceva, bilanciare in maniera simulativa un vero incontro di boxe non è semplicissimo. Comodo il riquadro, sia durante il match che tra i round, che mostra dove i due pugili sono più danneggiati, in modo da poter strategicamente mirare lì e puntare ad un'interruzione anticipata per troppe ferite. Il clinch è completamente assente. Non manca la possibilità di combattere stilisticamente, soprattutto nelle categorie di peso inferiori ed è certamente possibile eseguire spostamenti laterali e colpire o giocare di gambe con una stance più spregiudicata, soltanto che ad oggi non sono strategie che pagano tanto quanto l'attendismo passivo. La cosa può comunque essere migliorata, perché come abbiamo già detto il parco mosse è davvero completo e merita di essere sfruttato tutto.
Le modalità di gioco sono mutuate da altri capitoli di genere, troviamo il classico scontro rapido, dove scegliere i nostri combattenti preferiti divisi per categorie di peso, i Prize Fight, che permettono di rivivere storici incontri come il "The Rumble in The Jungle" tra Ali e Foreman e la modalità carriera. Optando per quest'ultima dovremo creare un pugile da 0 oppure scegliere uno dei campioni presenti, cominciando però con le caratteristiche da pugile esordiente di 18 anni (si può partire anche più in là con gli anni ma non è consigliabile, in quanto invecchiare avrà un effetto diretto sulle nostre prestazioni). Il tool di creazione è piuttosto completo, seppur non semplicissimo da padroneggiare, mentre invece la scelta degli accessori (guantoni, pantaloncini e scarpe) è piuttosto limitata ed anche il posizionamento dei tatuaggi poteva essere lasciato più libero, un po' come avviene nell'ultimo UFC di EA. Lo scopo è ovviamente quello di passare dagli incontri nei dilettanti contro avversari anonimi, ai match classificati per ambire alla title shot. L'aspetto strategico della modalità carriera è dato soprattutto dalla scelta di coach, cutman e manager, che influenzeranno direttamente i nostri allenamenti (che avvengono soltanto offscreen) ed il miglioramento delle stats, il recupero dagli infortuni (che possono pregiudicare in maniera importante la nostra carriera o la possibilità di affrontare un match) ed i nostri guadagni o possibilità di ingaggio contro avversari prestigiosi. Con il passare del tempo che come detto determina, oltre un'evoluzione in positivo delle statistiche, anche la necessità di cambiare approccio a causa magari di infortuni o qualche involuzione. Troviamo che sia sempre un peccato il fatto di non poter aggiungere un pizzico di realismo, partire da valori di stamina e velocità più elevati più adatti ad un 18enne per evidenziare come, con l'andare avanti del tempo, il nostro alter ego potrebbe perdere smalto mentre cresce magari in potenza e tecnica, però capiamo che il criterio di evoluzione del pugile debba essere lineare. In definitiva la carriera è godibile, ma piuttosto stantìa e ripetitiva; qualche intermezzo più interessante tra un match e l'altro avrebbe reso il tutto un po' meno monotono. Non parliamo per forza degli allenamenti in stile UFC, quanto piuttosto di conferenze stampa, social media, insomma qualcosa che rompa la monotonia.
Conclusioni
Steel City Interactive ha messo in campo un gioco di pugilato che possiamo senza dubbio definire solido, proprio come la nobile arte. Undisputed è un titolo dietro cui emerge la passione degli sviluppatori per il pugilato, con un roster molto curato, tutta la gamma di colpi, strategie e spostamenti a disposizione di un pugile (con un sistema di comandi ben studiato per padroneggiarli) ed un buon comparto tecnico a supporto. Pecca di errori di gioventù che però non sono dettagli, come una gestione della stamina non perfetta, una guardia difensiva che sembra funzionare in maniera casuale ed una modalità carriera che seppur ben pensata diventa noiosa abbastanza in fretta. Volendo ci sarà modo di correggere gran parte di questi difetti seguendo i suggerimenti della community e vedendo l'andamento dei match online, al momento ostaggio di spamming di colpi pesanti e difesa a causa di un basso tasso di successo per le altre strategie adottabili. Se vi piace la grande boxe troverete un gioco che fa per voi, garantendovi numerosi match (anche di lusso), ma è necessario che venga supportato e limato a sufficienza, per diventare quello che gli sviluppatori avevano intenzione di creare sin dall'inizio. Din, din, din!!!
Pro
- Arsenale pugilistico completo di colpi, schivate e strategie;
- Il comparto grafico rende giustizia ai pugili ed ai danni subiti;
- Un roster di combattenti presenti e passati molto completo.
Contro
- Gestione della stamina e della difesa da rivedere;
- La carriera può annoiare presto, a causa della poca varietà di cose da fare;
- Le opzioni offensive devono essere bilanciate meglio.
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