Siamo certamente vicini alla fine del ciclo di vita di Nintendo Switch ed ormai prossimi all'annuncio della console che ne prenderà il posto, ciò tuttavia non ha impedito a Nintendo di lanciare un ultimo grande titolo, nato nel 1998 come l'ennesimo spin off di Super Mario, diventato con gli anni il punto di riferimento della categoria dei party game, che ormai conta pochissimi rivali alla saga. Stiamo parlando di Super Mario Party Jamboree, che ancora una volta riesce ad innovare senza stravolgere, ma soprattutto a fare quello che si promette sin dal nome: divertire!

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L'innovazione arriva proprio dal quantitativo decisamente superiore di opzioni di gioco, al di là del classico tabellone che ormai conosciamo bene che, se all'inizio include quattro percorsi, può arrivare fino a sette completando tutte le altre modalità di gioco di parleremo in seguito. Nella modalità classica da gioco dell'oca le regole non cambiano, le stelle determinano il vincitore della partita, ci sono i minigiochi alla fine di ogni turno ed i tabelloni sono pieni di chicche che nascondono potenziali stravolgimenti della partita. Non sottovalutate mai gli oggetti da utilizzare prima del lancio dei dadi, perché possono davvero fare la differenza alla lunga. La vera innovazione di questa edizione è data dal partner Jamboree, rappresentato da un personaggio casuale che arriva sul tabellone ad un certo punto e che resterà per tre turni accanto ad uno dei personaggi, aiutandolo in maniera considerevole. Per impadronirsi di questo alleato temporaneo basterà passargli accanto innescando un minigioco (nel quale il personaggio che lo ha lanciato sarà avvantaggiato) da vincere, prendendosi tutti i bonus connessi a questo team up: doppie monete sugli spazi blu, doppi acquisti ai negozi, doppi bonus e, soprattutto, doppie stelle. Un vero e proprio game changer che però non aiuterà nei minigiochi (a differenza dello scorso capitolo della saga) e soprattutto non sarà definitivo: dopo tre turni lascerà il gioco ma, ancora più importante, se un altro giocatore dovesse superare nel tabellone il possessore del partner, questo lo lascerà per accodarsi all'altro, rendendo fondamentale giocare di strategia anche sul posizionamento nella mappa.

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La parte fondamentale del gameplay di Mario Party sono da sempre i minigiochi: in questo capitolo abbiamo un sano mix di minigiochi nuovi come l'ormai famoso gioco taglio della carne, e di altri più familiari che strizzano l'occhio ai nostalgici giocatori di lunga data. Il bilanciamento, una criticità delle altre edizioni, è stato senza dubbio rivisto con maggiore attenzione: non è sempre il più scafato dei quattro a spuntarla e soprattutto ci sono una serie di minigiochi che sono regolati dalla pura fortuna. Vediamo però anche il ritorno dei minigiochi 1v3, mai troppo calibrati né amati; c'è una buona varietà di minigiochi controllati dal movimento esclusivo dei Joy-con, disattivabili se si preferisce un'esperienza con il controller più tradizionale. Se sul divertimento complessivo non c'è davvero nulla da dire, probabilmente i giochi meno entusiasmanti sono proprio quelli per la scelta del compagno aggiuntivo: sono senza dubbio minigames ispirati, ma la loro lunghezza molto superiore alla norma, spezza il ritmo del tabellone per un tempo a nostro dire leggermente eccessivo. Apprezzabile il caos che si crea nei turni finali, con duelli tra personaggi ogni qual volta questi capitino negli stessi spazi ed altre trovate simili che, se da un lato allungano discretamente ogni turno, dall'altro lasciano realmente in sospeso ogni partita fino alla fine.

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Parliamo adesso delle innumerevoli altre modalità che evidenziano come Nintendo abbia capito che non si ha sempre a disposizione una squadra di amici con cui giocare e che Mario Party Jamboree merita di essere goduto anche in solitaria, tramite una vera e propria piccola campagna in single player: Aiutante in arrivo. In questa sezione ci troveremo a muoverci liberamente nei tabelloni di gioco normalmente destinati al lancio dei dadi, rispondendo a favori e richieste d'aiuto degli altri giocatori, partecipando a minigiochi e raccogliendo mini stelle, sfruttando questa nostra voglia di fare per personalizzare il più possibile la piazza party. Bowserathlon coinvolge ben 20 giocatori e richiede di compiere dei giri attorno all'area, la cui velocità sarà determinata in base alle monete raccolte nei minigiochi, quindi meglio si gioca meglio è, con i minigiochi incentrati su Bowser che possono anche far perdere più di 30 spazi, in caso di eliminazione veloce. In Squadra anti-Bowser otto giocatori si uniscono per sconfiggere un enorme Bowser impostore creato da Kamek, raccogliendo bom-omb sparsi sulla mappa, evitando danni e guadagnando oggetti speciali tramite i minigiochi per migliorare le loro prestazioni. Una modalità davvero sorprendente per la sua profondità è Porto dei Minigiochi nella quale ci si può tuffare da soli contro la CPU, affrontare modalità speciali con altri giocatori, o optare direttamente per i minigiochi senza bisogno di tabelloni e mappe. Per concludere citiamo anche la Fabbrica di Toad, nella quale con il movimento dei Joy-Con ci si cimenterà in curiosi giochi collaborativi (fino a 4 partecipanti) muovendo appositi ingranaggi e Scuola di Volo Paratroopa, dove con una coppia di Joy-Con per uno si dovrà simulare un battito d'ali per volare e sconfiggere il rivale (offline si può giocare fino ad un massimo di 2 persone).

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Uno dei punti negativi maggiori dell'esperienza di gioco, in continuità con i capitoli precedenti, è dato dalla percezione che a volte il gioco appaia un po' ingiusto. Le stelle bonus piuttosto casuali e potenzialmente pilotate, oltre ad alcuni particolari avvenimenti imprevisti durante la partita aiutano senza dubbio a mantenere il risultato aperto, ma piuttosto spesso fanno anche emergere quella classica frustrazione che deriva dal sentirsi derubati di una sudata vittoria. Stilisticamente invece siamo al cospetto del solito ottimo lavoro di Nintendo, con una pulizia complessiva pressocché perfetta, un gameplay che scorre senza intoppi ed un sound design eccellente, ma questo ormai è diventato praticamente sinonimo di qualsiasi titolo first-party della casa di Kyoto.


 
Giudizio Finale 

Non c'è dubbio che giocando alla vostra prima partita a Super Mario Jamboree veniate colti da un misto di eccitazione e felicità, mista alle reazioni viscerali di sorpresa ed entusiasmo che partono spontanee all'uscita dei diversi minigiochi durante la partita. Se c'è una cosa che in questo capitolo non manca è proprio la varietà: tantissimi minigiochi (sono ben 110), più tabelloni del solito ed un numero importante di attività da svolgere anche in solitaria, allungano enormemente la longevità di questo titolo anche al di fuori delle serate in compagnia. Sebbene tutte le nuove trovate vadano ad arricchire l'esperienza e l'imprevedibilità, ce ne sono alcune che spezzano eccessivamente il ritmo, allungando fin troppo il gioco soprattutto nei turni finali. Questo franchise continua ad evolversi ed a rimanere divertente, quindi se vi state chiedendo se questo terzo capitolo della serie uscito su Nintento Switch sia migliore dei precedenti, la risposta è soltanto una: andate ad acquistarlo.