Avevo già affrontato l'argomento nell'estate del 2023, quando stavano arrivando le prime informazioni relative alla serie di Goldrake U (in originale Grendinzer U), il recentissimo remake del celebre mecha del 1975. Ora che la trasmissione in chiaro di questa serie si è conclusa su Rai2 non posso esimermi dal riprendere il discorso. Questo perché il fatto di essere andato sulla TV generalista ha scoperchiato un vaso di pandora talmente grande che va ben oltre la nicchia degli appassionati, anche quelli più nostalgici che si concentrano sul social a loro più confacente, ovvero il buon vecchio Facebook. E badate bene, qui non stiamo parlando della qualità della serie, né del successo o meno della sua trasmissione. Qui ci concentriamo sulla percezione che ancora oggi buona parte del pensiero comune italiano ha sui "cartoni giapponesi".
Sono un classe 1974 che non hai mai rinnegato di essersi appassionato al mondo dell'animazione giapponese proprio perché figlio di quella che molti definiscono "Generazione Goldrake". Proprio perché poi sono diventato un appassionato sono però poi andato avanti, trovando sempre in ogni decade titoli e storie che mi hanno fatto continuare ad amare questo coloratissimo mondo. Non sono rimasto fermo all'Alabarda Spaziale, né l'ho mai considerata più di quello che realmente fosse: un importante momento storico della TV italiana e l'inizio dell'invasione degli anime giapponesi. Non nego neanche il piacere nostalgico di risentire e cantare le sigle, che a dispetto della serie sono invecchiate molto meglio, ma ci fermiamo lì.
Ecco che quindi la notizia di una nuova serie di Goldrake non ha creato in me particolari emozioni, siano esse negative o positive, dato che continuo a fruire quotidianamente di animazione giapponese e so che reboot/remake sono all'ordine del giorno (vedasi ad esempio Lamù o il più recente Ranma). Al contempo, anni di visioni e di approfondimento mi permettono di poter dire la mia su certe produzioni odierne, facendomi un'idea generale già dallo staff.
Questo però fa sì che, come voi che state leggendo queste mie righe, io mi ritrovi in un cerchio ristretto di appassionati. Un mondo fatto di problematiche quali il costo dei manga, la qualità dello Studio Mappa o la riuscita o no di un adattamento anime.
Sapevamo che l'arrivo in TV di una nuova serie di Goldrake avrebbe attirato l'interesse di molte persone. La data del 4 aprile 1978 è rimasta ancora impressa nella mente di molti della mia età. Quel giorno di primavera in cui sulla seconda rete Rai, l’allora annunciatrice Maria Giovanna Elmi presentò un nuovo programma di cartoni animati di fantascienza provenienti dal Giappone: fu trasmesso con il titolo di Atlas Ufo Robot, ma è rimasto nella memoria collettiva come Goldrake. Come ha detto Alessandro Apreda, durante lo scorso Lucca Comics and Games, molti sono rimasti fermi a quel momento, fan di Goldrake e basta. Buona parte questi sedicenti fan non sono veri appassionati ma persone prettamente legate al ricordo, per lo più falsato dal dolce potere della nostalgia, della loro infanzia e dei loro momenti spensierati passati davanti alla TV.
Sembra banale dirlo, non sarà di certo una nuova serie a cancellare questo ricordo, e tantomeno questa nuova serie non sostituirà mai la vecchia che sarà sempre disponibile sui nostri scaffali o in digitale. La reazione però è sempre quella di chi invece subisce una lesa maestà, quasi un affronto.
Detto questo, abbiamo l'ennesima dimostrazione che, quando si parla di animazione giapponese, siamo di fronte a una spaccatura bella profonda tra la generazione cresciuta con i "cartoni in TV" e quella di oggi, figlia dello streaming. C'è una causa per questo: dalla fine della MTV Anime Night (ma già prima) fino a oggi, con rare eccezioni come il periodo Freccero di Rai4 e le fasce nostalgiche mattutine di Italia 1, l'animazione giapponese, ben presente per due decadi, è praticamente sparita dalle reti generaliste. Generazioni intere che non hanno conosciuto nulla di quello che veniva prodotto e generazioni più vecchie che rimanevano ferme a ciò che avevano visto.
Ecco quindi che molti, incuriositi dalla trasmissione in chiaro, di facile reperibilità, si sono trovati di fronte al loro primo anime dopo 30 o addirittura 40 anni! E questo cosa ho comportato? Che ci siamo trovati davanti una sfilza di commenti piuttosto imbarazzanti: "sembra Sailor Moon" (non c'entra nulla a parte che a entrambi ha lavorato Hisashi Kagawa); "il protagonista è effeminato" (senza fare spoiler, abbiamo visto che non è così); "i disegni sembrano quelli dei Pokemon" (non c'entrano niente, forse perché per una persona over 40 sono come Peppa Pig, roba dei ragazzini di oggi). Persone che ovviamente amano a loro dire Goldrake come serie leggendaria ma non sanno cose basilari come il fatto che fa parte di una trilogia robotica e quindi: "Non capisco come mai ci sia Mazinga Z, che c'entra?", come il fatto che il suo "papà" non ha lavorato fattivamente al cartone però "Questi disegni fanno schifo, nulla a che vedere con quelli del vecchio fatti da Nagai!".
Tutto buttato lì con arroganza, senza un reale dibattito, perché "ci hanno rovinato l'infanzia" (un cartone animato ha davvero il potere di fare questo?) e "hanno distrutto una leggenda solo per fare soldi" (perché il Goldrake storico non nasceva con l'intento di vendere modellini, come tutti i mecha del periodo?).
Ripeto qui non stiamo valutando la serie, che di mio giudico una produzione non eccelsa ma neanche troppo mediocre, il classico prodotto medio che vediamo ogni stagione, certo lontano anni luce da lavori tecnicamente superiori che però non riceveranno mai lo stesso eco mediatico sulla stampa nazionale e i tg, come accaduto (senza approfondire troppo, non sia mai!) anche in questa occasione.
Qui si osserva la reazione di un pubblico che si è trovato come Marty McFly di Ritorno al Futuro, 30 anni nel futuro, a fare i conti con un chara totalmente cambiato, un modo di fare animazione che usa la CG da tempo (i rodovetri sono andati in soffitta da un pezzo) e soprattutto un modo di concepire le trame con una storia il più delle volte continuativa. I tempi del mostro della settimana sono finiti e, diciamolo, anche rivolti a un pubblico di cinquantenni nostalgici porterebbe rapidamente a noia. Certo la Rai ci ha messo del suo (sempre se è stata una sua decisione), non lo nego. Nel tentativo di venire incontro a un pubblico variegato e far contenti i "vintage" ha utilizzato l'adattamento (con qualche escamotage) con i nomi totalmente inventati della serie storica. Nel 2025 è davvero fuori tempo e soprattutto non fa capire che siamo di fronte a un prodotto nuovo. Fa piacere che si è riusciti a mantenere la sigla originale e a non censurare niente, ma il pubblico di oggi, quello vero e appassionato di anime, non può davvero ancora sentir pronunciare Alcor, Venusia e l'Alabarda Spaziale!
Goldrake insomma fa sì parte della storia della TV italiana, e resta un'icona (prettamente in Francia e in Italia) pop, ma prendiamo atto che buona parte del pubblico di allora... è rimasto a quel tempo. Incapace di andare avanti, di poter vedere quanto ancora di buono ha portato questo medium dal Sol Levante, quanto si discosti il più delle volte da un prodotto per "ragazzini". Da precursore dell'invasione anime in Italia a sua pietra tombale per un determinato pubblico.
Un pubblico incapace di andare oltre Goldrake, anzi, oltre il ricordo che aveva del cartone di Goldrake visto davanti alla TV!
Sono un classe 1974 che non hai mai rinnegato di essersi appassionato al mondo dell'animazione giapponese proprio perché figlio di quella che molti definiscono "Generazione Goldrake". Proprio perché poi sono diventato un appassionato sono però poi andato avanti, trovando sempre in ogni decade titoli e storie che mi hanno fatto continuare ad amare questo coloratissimo mondo. Non sono rimasto fermo all'Alabarda Spaziale, né l'ho mai considerata più di quello che realmente fosse: un importante momento storico della TV italiana e l'inizio dell'invasione degli anime giapponesi. Non nego neanche il piacere nostalgico di risentire e cantare le sigle, che a dispetto della serie sono invecchiate molto meglio, ma ci fermiamo lì.
Ecco che quindi la notizia di una nuova serie di Goldrake non ha creato in me particolari emozioni, siano esse negative o positive, dato che continuo a fruire quotidianamente di animazione giapponese e so che reboot/remake sono all'ordine del giorno (vedasi ad esempio Lamù o il più recente Ranma). Al contempo, anni di visioni e di approfondimento mi permettono di poter dire la mia su certe produzioni odierne, facendomi un'idea generale già dallo staff.
Questo però fa sì che, come voi che state leggendo queste mie righe, io mi ritrovi in un cerchio ristretto di appassionati. Un mondo fatto di problematiche quali il costo dei manga, la qualità dello Studio Mappa o la riuscita o no di un adattamento anime.
Sapevamo che l'arrivo in TV di una nuova serie di Goldrake avrebbe attirato l'interesse di molte persone. La data del 4 aprile 1978 è rimasta ancora impressa nella mente di molti della mia età. Quel giorno di primavera in cui sulla seconda rete Rai, l’allora annunciatrice Maria Giovanna Elmi presentò un nuovo programma di cartoni animati di fantascienza provenienti dal Giappone: fu trasmesso con il titolo di Atlas Ufo Robot, ma è rimasto nella memoria collettiva come Goldrake. Come ha detto Alessandro Apreda, durante lo scorso Lucca Comics and Games, molti sono rimasti fermi a quel momento, fan di Goldrake e basta. Buona parte questi sedicenti fan non sono veri appassionati ma persone prettamente legate al ricordo, per lo più falsato dal dolce potere della nostalgia, della loro infanzia e dei loro momenti spensierati passati davanti alla TV.
Sembra banale dirlo, non sarà di certo una nuova serie a cancellare questo ricordo, e tantomeno questa nuova serie non sostituirà mai la vecchia che sarà sempre disponibile sui nostri scaffali o in digitale. La reazione però è sempre quella di chi invece subisce una lesa maestà, quasi un affronto.
Detto questo, abbiamo l'ennesima dimostrazione che, quando si parla di animazione giapponese, siamo di fronte a una spaccatura bella profonda tra la generazione cresciuta con i "cartoni in TV" e quella di oggi, figlia dello streaming. C'è una causa per questo: dalla fine della MTV Anime Night (ma già prima) fino a oggi, con rare eccezioni come il periodo Freccero di Rai4 e le fasce nostalgiche mattutine di Italia 1, l'animazione giapponese, ben presente per due decadi, è praticamente sparita dalle reti generaliste. Generazioni intere che non hanno conosciuto nulla di quello che veniva prodotto e generazioni più vecchie che rimanevano ferme a ciò che avevano visto.
Ecco quindi che molti, incuriositi dalla trasmissione in chiaro, di facile reperibilità, si sono trovati di fronte al loro primo anime dopo 30 o addirittura 40 anni! E questo cosa ho comportato? Che ci siamo trovati davanti una sfilza di commenti piuttosto imbarazzanti: "sembra Sailor Moon" (non c'entra nulla a parte che a entrambi ha lavorato Hisashi Kagawa); "il protagonista è effeminato" (senza fare spoiler, abbiamo visto che non è così); "i disegni sembrano quelli dei Pokemon" (non c'entrano niente, forse perché per una persona over 40 sono come Peppa Pig, roba dei ragazzini di oggi). Persone che ovviamente amano a loro dire Goldrake come serie leggendaria ma non sanno cose basilari come il fatto che fa parte di una trilogia robotica e quindi: "Non capisco come mai ci sia Mazinga Z, che c'entra?", come il fatto che il suo "papà" non ha lavorato fattivamente al cartone però "Questi disegni fanno schifo, nulla a che vedere con quelli del vecchio fatti da Nagai!".
Godrake di Go Nagai edito da J-Pop Manga
Tutto buttato lì con arroganza, senza un reale dibattito, perché "ci hanno rovinato l'infanzia" (un cartone animato ha davvero il potere di fare questo?) e "hanno distrutto una leggenda solo per fare soldi" (perché il Goldrake storico non nasceva con l'intento di vendere modellini, come tutti i mecha del periodo?).
Ripeto qui non stiamo valutando la serie, che di mio giudico una produzione non eccelsa ma neanche troppo mediocre, il classico prodotto medio che vediamo ogni stagione, certo lontano anni luce da lavori tecnicamente superiori che però non riceveranno mai lo stesso eco mediatico sulla stampa nazionale e i tg, come accaduto (senza approfondire troppo, non sia mai!) anche in questa occasione.
Qui si osserva la reazione di un pubblico che si è trovato come Marty McFly di Ritorno al Futuro, 30 anni nel futuro, a fare i conti con un chara totalmente cambiato, un modo di fare animazione che usa la CG da tempo (i rodovetri sono andati in soffitta da un pezzo) e soprattutto un modo di concepire le trame con una storia il più delle volte continuativa. I tempi del mostro della settimana sono finiti e, diciamolo, anche rivolti a un pubblico di cinquantenni nostalgici porterebbe rapidamente a noia. Certo la Rai ci ha messo del suo (sempre se è stata una sua decisione), non lo nego. Nel tentativo di venire incontro a un pubblico variegato e far contenti i "vintage" ha utilizzato l'adattamento (con qualche escamotage) con i nomi totalmente inventati della serie storica. Nel 2025 è davvero fuori tempo e soprattutto non fa capire che siamo di fronte a un prodotto nuovo. Fa piacere che si è riusciti a mantenere la sigla originale e a non censurare niente, ma il pubblico di oggi, quello vero e appassionato di anime, non può davvero ancora sentir pronunciare Alcor, Venusia e l'Alabarda Spaziale!
Goldrake insomma fa sì parte della storia della TV italiana, e resta un'icona (prettamente in Francia e in Italia) pop, ma prendiamo atto che buona parte del pubblico di allora... è rimasto a quel tempo. Incapace di andare avanti, di poter vedere quanto ancora di buono ha portato questo medium dal Sol Levante, quanto si discosti il più delle volte da un prodotto per "ragazzini". Da precursore dell'invasione anime in Italia a sua pietra tombale per un determinato pubblico.
Un pubblico incapace di andare oltre Goldrake, anzi, oltre il ricordo che aveva del cartone di Goldrake visto davanti alla TV!
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Mi domando se Rai potrebbe fare una cosa simile con Remì. Remì ha anche un doppiaggio Rai, è all'epoca una quarantina di anni fa fu un successo
Poi sarebbero altre serie da portare in prima serata, non porcate come questo remake...
Che queste persone ce le troviamo anche a capo di eventi, di giornali, di TV, di luoghi deputati all' intrattenimento. In Italia quante riviste dedicate seriamente all' animazione e al manga escono e quante invece solo al lato nostalgico? Quanti eventi dedicati sempre agli stessi tre titoli?
Quindi si, Goldrake è stato un momento importante della nostra TV e della nostra passione ma sarebbe anche ora di andare avanti...
Be nel nostro "campo" per me fa solo bene se no si parlerebbe solo di Dragon Ball e One piece all'infinito, non vedo tutti sti eventi a tema Godrake o classico.....A mio parere anzi è troppo poco celebrato, su questi lidi vedo sempre critiche o sfotto al classico altroché, sarebbe più che giusto invece parlane con cognizione di causa...Sulle riviste si quelle sprea posso concordare che siano troppo nostalgiche, a mio parere manca una rivista che dovrebbe parlare solo dei titoli dagli anni 2000 ad oggi, spero prima o poi nasca, invece nippon shock ti assicuro che è più "critica" pur parlando anch'essa prevalentemente di vintage ^^ Bisogna rispettare il passato e tramandarlo alle nuove generazioni, ma solo io passo da adorare Dandadan, Spy Family, il remake di Ranma e poi passo a vedermi Mospeda? Noi appassionati dovremmo far così ^^
detto questo mi godrò più tardi la live dove finalmente potremo ascoltarci la meravigliosa ending e vedere il finale che è stato tagliato XDD
W la Rai!
W quel bomber di Duke Fleed!
Si ma le opere storiche si rispettano nella loro integrità come dici tu
La legge Mammì del 1990
"Già con la legge Mammì del 1990 si vietava del tutto l’inserimento di pubblicità all’interno dei cartoni animati, inclusi i film d’animazione (anche se non espressamente destinati ai bambini come pubblico primario); divieto poi modificato dall’articolo 3 comma 5 della Legge 30 Aprile 1998 n.122 ed in seguito dall’articolo 37 del Testo unico della Radiotelevisione, in quanto se ne ammette l’inserimento nei programmi indirizzati ai bambini, se la loro durata supera i trenta minuti."
Finché questa parte della Legge Mammì non viene del tutto modificata non potranno mai fare pubblicità all'interno di un cartone animato come avviene in Giappone con la classica pubblicità a metà episodio con l'eye-catch.
La Legge Mammì quindi esiste dal 1990 ma gli anime anche dopo gli anni Ottanta hanno vissuto momenti importanti.
@Ironic74
Le riviste Sprea il direttore di quelle testate e altri collaboratori hanno detto più volte che non trattano gli anime nuovi perché i giovani non sono interessati a leggere approfondimenti su riviste cartacee.
cosa che non ha impedito di mandare animazione a iosa ma non giapponese su altri canali. Non è questo il problema, è il fatto che in rai un tot di animazione deve essere europea e il resto si preferisce Disney.
Su Mediaset semplicemente a parte Dragon ball e poco altro non interessa, visto che comanda Turner.
Sulle riviste. in primis anche i più grandi potrebbero leggere di cose moderne invece delle solite ennemila robe simili. Comunque in Francia esistono le riviste su manga e animazione prese seriamente, sia vecchie che nuove. Da noi invece non si va oltre gli anni 90
concordo
è più una questione relativa a chi ti ritrovi al management e gli obblighi che la Rai ha verso le produzioni estere. Se guardi a Mediaset e Discovery, gli obblighi sono differenti, ma non è che i risultati manageriali siano molto diversi lato anime in TV.
Sono proprio i canali per ragazzi che si ritrovano in una generale crisi, se provate a guardare la programmazione di Rai Gulp, Rai Yoyo, k2, Frisbee sono il deserto dei tartari, si salva solo Boing che adesso si ritrova anche i Pokemon.
Per la questione della produzione la Rai ha l'obbligo di finanziare e dare spazio ad un tot numero di produzioni italiane/europee e allo stesso tempo di produrre un certo numero di prodotti animati. Aggiungendoci un management ultra cinquantenne per la maggior parte dei casi e ci ritroviamo Rai per ragazzi che viene sacrificata perché tanto gli introiti pubblicitari sono già quasi nulli,
Sulla Francia succede perché i francesi leggono molto di più di noi italiani.
La Francia risulta essere il secondo mercato mondiale dei manga dopo il Giappone.
Nonché uno dei Paesi dove si legge di più in assoluto tra libri, riviste e fumetti.
Da quello che mi hanno detto e hanno scritto sui social se fanno una rivista orientata al presente con Frieren, Dandadan, Blue Blox, Sakamoto Days, Spy x Family, Spice and Wolf, Oshi no Ko ecc. ecc.
Poi non vende perché sia i giovani sia gli adulti non sarebbero sufficienti per coprire i costi .
Sulla nostalgia purtoppo gli italiani non sono interessati agli anime parlo in generale tra parenti e conoscenti conosco gente nata nei primi anni Settanta che mi dice "ti piacciono ancora i pupazzi alla tua età?"
Moltissimi sono rimasti al concetto di anime solo per bambini 😱.
Basta entrare in un bar qualsiasi per rendersene conto.
Ai miei tempi dopo la scuola elementare per evitare di essere presi in giro bisognava nascondere questa passione.
Forse la fascia 15-25 ha cambiato mentalità ma tutto il resto della popolazione è rimasta ferma al 1999.
Se porti un remake di un nome come Goldrake in Italia, il confronto con la prima serie (lecito o meno che sia) è inevitabile.
A quel punto possono succedere solo due cose: i nostalgici vogliono solo risentire la favola come era raccontata decenni fa, e questo non era possibile in ogni caso. Chi invece al tempo non c'era o non ha mai avuto grande interesse per il genere o l'opera nello specifico, dubito troverà comunque qualcosa in questo remake che non possa vedere altrove e meglio in altre sedi. E se poi ripeschi pure cose come "Actarus", "Alcor" ecc. vuol dire che non sai proprio cosa vuoi sulla bilancia (di certo non troverai il plauso di chi non vuole il "vintage").
Non puoi andare contemporaneamente al museo archeologico e alla mostra della robotica hi-tech.
Per puntare direttamente sull'urne dei forti aveva più senso riportare la serie classica e basta, col preciso obiettivo di mirare a un pubblico specifico.
Se invece vuoi davvero fare qualcosa di nuovo non ha senso giocarsi il nome Goldrake, remake o meno che sia.
I nostalgici che vogliono "il piatto della nonna" ci saranno sempre. E se vuoi evitare i loro "commenti" glielo dai. Altrimenti lasci perdere.
P.s. Nessun appassionato vuole i nomi "pacco", vorremmo tutti Grendaizer U e tutti i nomi originali, io spero ci abbiamo pensato per un eventuale versione in home video...
Guardando anche ad altri campi (calcio, serie tv, film, atletica e altro ancora) vedo che buona parte degli articoli ITALIANI sono basati sull'effetto nostalgia.
Il tema centrale è proprio la nostalgia, poi quello di cui si parla è l'orpello, l'escamotage per accendere il ricordo.
1)Lo streaming la fa da padrone nel settore anime, quindi la TV non è più un mezzo competitivo, i giovani si vedono le serie TV, i live action, gli anime su Netflix, Disney +, Amazon, Crunchyroll, della TV non gli frega nulla.
2)La TV la guardano sono gli under 10 e gli over 40, nella fascia giovani (under 40 e over 10 non sè la cag*no neppure di striscio. )
3) Metteteci anche che in Italia si legge pochissimo(da riviste, a manga, a qualsiasialtra caso, sileggepochissimo), la lettura in generale è un qualcosa ormai ritenuta superflua in Italia.
4)Le TV e in generale i mezzi di informazione sono gestiti da ultra sessantenni.
5) I canali minori come Italia2 e RAI gulp non sè li cag* nessuno, hanno ascolti miserabili
La frittata è servita LOL
(In Italia non c'è futuro per queste cose).
Sarebbe bello ma se il direttore di Sprea Editori dice che non venderebbe le speranze sono prossime allo zero.
@Mx0
Frequento le community giapponesi posso dirti da quello che leggo che in Giappone il nostalgismo è ancora più forte che da noi.
Ti sei mai chiesto del perché di tutti questi remake?
Anche in ambito sportivo venerazione per la Nippon Professional Baseball anni Ottanta e Novanta.
Esempio: https://note.com/ryoichi_asahi/n/n421c160adb80
Beh, non è che cambi molto. Il problema, come sempre, è lo Stato o l'EU e l'eccesso di regole.
La follia è che nessuno protesta per regole assurde come questa. Altro che i manager ultra cinquantenni.
In Italia non si legge, e la colpa viene da molto lontano (almeno gli anni '70 direi).
Complimenti, secondo me hai scritto il miglior commento di tutti e concordo con tutto, virgole comprese.
In Italia, manga e anime vengono trattati in modo completamente diverso. Per i manga, ci sono editori che portano serie mature e autori del passato e content creator grossi che ne parlano. Per gli anime, la discussione si esaurisce a Dragon Ball e One Piece e le varie girelle.
A nessuno in Italia interessa seriamente dell’animazione, è un dato di fatto. È solo un passatempo, niente di più.
Fumo di China penso sia l'unica roba che trovi cartacea che ha effettivamente robe di oggi oggi.
3 numeri fa addirittura aveva un'intervista di una pagina a Federico Antonio Russo di ButaPro che è forse la cosa più endo-anime italiana che hai sul mercato oggi, un nuovo studio sul nascere con dentro un italiano che conosce il settore da dentro.
Ma quante e quanti—anche tra i commenti qui—si cagano Fumo di China?
Parlando della TV, bisogna meno smanacciarsi i genitali e più guardare i dati. https://www.ilsole24ore.com/art/streaming-videogiochi-e-app-salgono-181percento-ascolti-totali-la-tv-AGO9QpsB
Di questi dati noi andiamo a guardare due cose: il peso di robe non TV-tradizionale che aumentano (16,9% nel 2022, 17,6% nel 2023, 18,1% in questo 2024), e che il pubblico di TV-tradizionale sta morendo in numeri assoluti.
Altro dato che ci interessa dall'articolo: l'età media è calcolata in 60 anni.
Ora prendiamo il rapporto annuale dell'Istat https://www.istat.it/it/files/2024/05/Sintesi-Rapporto-Annuale-2024.pdf e leggiamo che l'età media della popolazione è 46,6 anni.
Ci sono 13,4 anni in più di media.
Cosa capiamo, quindi? Che i numeri della TV sono in caduta libera, che i giovani che tirano mercato alternativo (streaming/console/roba) non controbilanciano per un cazzo il resto della popolazione che va sempre più diventano vecchia e morta, che non si avrà una "TV giovane" MAI e che l'età media del pubblico continuerà ad aumentare fino a collassare su se stessa, se non cambiano i numeri.
Mi pare abbastanza chiaro che questa messa in onda fosse rivolta prettamente ad un pubblico di nostalgici e che il confronto con la serie originale fosse di conseguenza inevitabile, visto che ormai quasi nessuno che abbia meno di quaranta/quarantacinque anni guarda più la TV abitualmente. Non credo che qualcuno si aspettasse seriamente una reazione diversa.
I "girellari" (termine che ho sempre odiato) sono semplicemente figli della loro epoca, punto. Non sono andati oltre Goldrake perché, banalmente, una volta cresciuti hanno completamente smesso di guardare animazione, compresa quella che ha segnato la loro infanzia: sarei curiosa di sapere quanti di loro hanno rivisto un singolo episodio di Goldrake in trent'anni. Credo che siano in pochi a definirsi anche solo fan, per loro sono solo i cartoni che guardavano in TV una volta a settimana quando erano bambini e a cui avrebbe fatto piacere fare un tuffo nel passato.
Dopo aver scritto quei commenti oltremodo imbarazzanti, che gridano con sdegno alla rovina della loro infanzia, semplicemente andranno avanti e si dimenticheranno di questo atroce affronto perpetrato contro di loro e le loro memorie, esattamente come hanno fatto quando hanno smesso di guardare i loro cari cartoni una volta cresciuti e sono diventati troppo grandi per quelle sciocchezze. Non tutti sono poi diventati appassionati o hanno tantomeno un vero e proprio interesse che vada oltre il semplice "oh guarda, il cartone che mi piaceva tanto quand'ero bambino".
Non è una novità che qui in Italia l'animazione sia vista in modo bigotto e che lo sia sempre stato, almeno da parte delle generazioni più vecchie. Lamentarsene non porterà a nulla, soprattutto se si parla di un simile confronto generazionale, che, tra parentesi, è sempre esistito, e non solo riguardo i remake di serie classiche: per quanto mi riguarda, bisognerebbe accettare che la trasmissione in chiaro di prodotti d'animazione è semplicemente morta, e non è di sicuro una dipartita recente. Certo, mi ha fatto piacere vedere un anime così recente trasmesso in prima serata su una rete nazionale abbastanza importante, ma nell'era dello streaming, che attrae tutta la fetta di pubblico giovane ed interessato, è un caso più unico che raro, reso possibile solo da questa operazione nostalgia che è stata messa in atto. In sostanza, l'unico motivo per cui è stato possibile è perché è pur sempre Goldrake, e che quindi ci sarebbe stato sicuramente un pubblico di nostalgici over 40 pronti a guardare per giudicare.
Sono d’accordo con questo commento, con alcune precisazioni:
1) anche i principali serial, americani o meno, film, sport arrivano prima, se non solo, in streaming… non è una cosa che riguarda solo l’animazione (anche se in questo caso siamo praticamente al 100%)
2) scrivi pure over 50 almeno, sono un ‘78 e conoscenti della mia età che guardano abitualmente la tv generalista li conto sulle dita delle mani (togli giusto quando c’è la nazionale di calcio)..l
3) questo è un problema grave che c’è almeno dagli anni ‘80 (probabilmente prima)… ok che magari il crescere in un paesino ha influito, ma quando da piccolo leggevo dei libri, dei manuali di videogames/gdr, dei fumetti piuttosto che andare a giocare a calcio venivo visto come un alieno… andando in città la situazione è un po’ migliorata ma non molto…
Rileggete come si conclude l'articolo:
ma il pubblico di oggi, quello vero e appassionato di anime, non può davvero ancora sentir pronunciare Alcor, Venusia e l'Alabarda Spaziale!
Il pubblico di oggi, quello vero e appassionato di anime. Pazzesco. QUindi un tempo non era vero, non vi erano appassionati. Lasciamo perdere và...
Riporto invece quello che ho scritto io appena qualche giorno fa dall'altra parte:
Non bisogna prendere queste opinioni e "commentarle", dargli peso. Era pubblico occasionale, generalista, non tutti erano "esperti" e non tutti hanno proseguito nella loro passione. Oggi con i social, molti ricordano quei tempi e commentano con tutti i limiti del caso - senza offesa per nessuno, sia chiaro.
E dopo qualche giorno che succede? Animeclick crea una news proprio prendendo in esame commenti - come dire - bassi? E ci costruisce la propria analisi! Ma dai...
E' un errore in partenza e solo per far polemica. Almeno questa è la mia visione.
Quella invasione - E NON AVVERRA' MAI PIU' SIA CHIARO - è stata epocale. Ha coinvolto tutti, piccini e grandi. Anche quelli che fino ad allora non avevano mai visto un cartone animato, americano europeo o giapponese che fosse, hanno iniziato a seguirli perché ce n'erano talmente tanti e per tutti i gusti che ognuno seguiva il proprio. Inoltre gli orari erano rispettati e molti passarono in prima pre/serata.
E' stato un momento unico e finito quel periodo, tanti hanno continuato a seguire anime ma tanti altri hanno smesso. Oggi, con i social, pure pinco pallino potrebbe dire: mi hanno rovinato l'infanzia!
Che vuol dire? Bisogna analizzare roba così? Non credo proprio che questi tizi andassero nei 90 a comprarsi riviste o videocassette di anime. Non credo che sti tizi abbiano letto mai manga. Quindi si, ok, ognuno può dire la propria ma diamine, di che parliamo?!
Questo finto remake ha richiamato, ha risvegliato quello che per alcuni è stato un lontano passato, e sull'onda del chiacchiericcio mediatico si sono messi a dire la propria. Punto. Stop. Ridiamo e non creiamo mostri.
Le offese contro il passato si potevano risparmiare, anche perché è grazie ai nonni e genitori, telespettatori occasionali, che il fenomeno si è ingrossato tanto da essere l'Italia invasa da anime e abbia messo radici da noi, altrimenti avremmo fatto la fine che so, della Finlandia dove non sanno un casso e nessuno parla di manga o anime. Ma per piacere.
E poi Ironic, hai sempre criticato, annientato ogni forma di rivista cartacea del settore in anni e anni di animeclick, ritenute da te vecchie e obsolete, in favore delle "news virtuali e veloci", e ora le reclami! Le vuoi! Critichi quelle che ci sono perché non trattano il nuovo! Certo che la coerenza non sai proprio dove sta di casa! Se ti stava a cuore il settore edicola, invece di censurarmi, di criticarmi, di ribbattere che le riviste erano roba vecchia per nostalgici come me, perché non promuovevi, non invogliavi i ragazzi a leggere il passato come facevo io e pochi altri, perché non propronevi collaborazioni tra te e chi gestiva le riviste per recensioni e segnalazioni di serie nuove?!
Ora, io una domanda me la faccio: viviamo da anni con una voglia estrema di passato, ogni cosa guarda indietro. In ogni ambito.
Di serie nuove ne escono e le hit esistono eccome ma questo ritorno al passato è un qualcosa di ben forte. Un motivo ci sarà, o no?
Se questo avviene, è perché il presente, quello che offre il presente, non piace, non va bene. Altrimenti non si spiega. A me hanno insegnato che se si guarda indietro è perché il presente non piace. QUindi forse la maggior parte delle serie che si producono non interessano alla massa. Non riescono a far breccia. Vuoi i personaggi. Vuoi le storie. Vuoi i sistemi di fruizione. E non mi riferisco alla loro qualità, diavolo in 20 anni sono usciti capolavori ma non hanno sfondato se non nello stretto ambito di appassionati che seguono questa arte. L'attacco dei Giganti? Si. In Giappone pure gli anziani sanno cosa sia. In Italia?
E chi ha deciso tutto questo? Non è per caso come scrivevo e urlavo io che gli otaku hanno preso in ostaggio questo mondo e ne hanno fatto una questione tutta loro? No?
Altro che tanti sono rimasti a Goldrake! Sono altri che forse hanno preso i nuovi sistemi e dicevano: che mi frega degli altri, io me lo guardo da solo nel mio PC, subbato, tutti gli altri che vadano aff......
Perché non si è fatta cultura, perché chi aveva blob, siti, nuovi mezzi di informazione, non faceva cultura seria e recensioni serie invece di ghettizzare questo mondo, appropriarselo, creare minchiate varie spacciandole per vere, inventare parole come filler invece di analizzare e recensire le serie per quello che erano davvero. Perché dare parola ad incapaci ? Questo non lo capirò mai.
Per concludere, oltre il milione di spettatori il primo giorno di programmazione, 100 mila l'ultimo. Magari, forse, chissà, la serie è davvero mediocre e priva di attrazione che non merita di essere seguita dalla massa, e quindi è più semplice di quanto crediamo...
Forse certi problemi esistono solo in Italia!
Io sarò probabilmente un caso particolare: pur rimanendo attaccato alle sigle italiane e amando diversi doppiatori italiani, ho rivisto in giapponese quasi tutte le mie serie dell'infanzia/adolescenza, e ho potuto provare le stesse emozioni nostalgiche anche senza la sigla italiana (che se voglio vado su Youtube e con un clic la trovo e la ascolto quanto voglio), senza le voci italiane, senza doverle guardare sul tubo catodico a orari fissi. Questo attaccamento alle cose dell'infanzia che devono essere esattamente quelle altrimenti non funziona il giochetto non attacca su di me: quando gioco a Street Fighter 2 su Switch mi ci diverto allo stesso modo di quando ci giocavo sul cabinato, e mi ci diverto lo stesso anche se alla fine di Street Fighter 2 c'è Vega e non M. Bison.
E' un dato di fatto che la maggior parte degli italiani non è interessata ad approfondire (basti pensare che escono settecento articoli su "Kiss me Licia" e si va sempre a parare sul telefilm e sulle fettine panate e mai sul manga, sull'autrice, sul mondo che c'è dietro), che vuole solo quelle due-tre cose della propria infanzia e non è interessata a qualcosa della stessa epoca, che gli somiglia e che quindi potrebbe riportarla a quelle atmosfere, ma che non ha visto in tv quando erano piccoli e quindi non gli piace (non c'è ragione per cui un fan di Ken il guerriero non dovrebbe amare anche Otoko Juku, e invece ha fatto flop perché non è Ken il guerriero anche se gli somiglia).
Sulle riviste che escono in edicola si parla sempre dei soliti robot di Go Nagai, Lady Oscar, Creamy; al Romics ci sono sempre i soliti eventi celebrativi di Goldrake e Lady Oscar ogni cinque anni per il ***ennale/***cinquennale, sempre con gli stessi doppiatori e cantanti delle sigle italiane; quando su Italia 1 ti passano qualcosa di un po' più recente o che non si vedeva da vent'anni in tv gli ascolti crollano e devono rimetterti Lady Oscar, Creamy e Kiss me Licia tre volte l'anno; in America adesso stanno facendo il musical di Sailor Moon in tour, mentre da noi faranno a Milano quello di Kiss me Licia (riferito ovviamente al cartone e non al manga).
Siamo prigionieri di una nostalgia che a un certo punto non è neanche più la nostra, perché ci viene imposta quella per "gli anni '80" ma neanche "gli anni '80" vengono sfruttati appieno (Kinnikuman, High School Kimengumi, Miyuki, Stop! Hibari-kun e altre cose che hanno caratterizzato gli anime anni '80 giapponesi da noi non vengono considerate). figurarsi poi noi poveri nostalgici degli anni '90, che non abbiamo mai repliche, dvd o serie inedite appartenenti a quel decennio.
Fortunatamente, le nuove generazioni stanno uscendo un po' da questa impasse e anche tra gli appartenenti alla vecchia guardia c'è chi si è informato su nomi originali, retroscena, altre serie inedite simili a quelle che gli piacevano da bambino e ha anche scritto articoli e si è curato di informarne gli altri ma purtroppo si tratta ancora di una minoranza, c'è ancora molto da lavorare, il grosso degli appassionati di anime è ancora convinto che la tizia bionda della sigla di Kiss me Licia sia una sessuologa che appariva in un siparietto censurato in Italia, che Pollon assuma droga, che il protagonista della seconda serie de L'Uomo Tigre sia Kenta della prima, e da queste convinzioni purtroppo non li schiodi, neanche quando tu hai fatto ricerche e puoi spiegargli le cose come realmente stanno, non ti ascoltano, non ti credono, "Per me è così", ti rispondono.
E' uno dei motivi per cui mi sono stancato di parlare di anime e manga con gli italiani: chi è più giovane di me si esprime solo a meme che non capisco, chi ha la mia età è rimasto con la testa a Bim Bum Bam e non è andato avanti ma neanche ha approfondito Bim Bum Bam, chi è più grande di me parla solo di Goldrake e Lady Oscar e delle sigle italiane. Mi piace invece parlare con i giapponesi più grandi di me, perché loro sanno tutto di autori, doppiatori, registi, disegnatori, retroscena e perciò parlare di anime e manga con loro è molto stimolante. Purtroppo siamo in Italia e gli anime da noi sono una nicchia, anche adesso che con lo streaming sono diventati più o meno socialmente accettabili c'è ancora del lavoro da fare.
Ok lo sapevo che ti offendevi ma me ne farò una ragione.
Al solito non hai capito nulla di cosa ho detto (o forse fai finta) ma ormai lo sappiamo.
Una sola precisazione visto che hai detto delle menzogne: Io non ho mai affossato le riviste in sè. Ho sempre detto che in Francia esistono riviste serie e ben strutturate e auspicato arrivassero anche da noi cose simili. Purtroppo ci sono solo riviste nostalgiche e queste non fanno altro che perpetuare le cose che ho detto sopra.
Per il resto ho collaborato con tutti coloro che hanno parlato di animazione vecchia e nuova dal vivo e in live, ma con un senso critico e divulgativo. Ho anche portato un film come Belladonna, sempre dimenticato dai piu', in un Festival italiano.
ps: il pubblico di oggi ovviamente non può più sentire adattamenti farlocchi, perchè più informato e perchè vede già prima la serie in originale. Una volta non avevamo difese. Oggi sentire un personaggio chiamarsi Tinetta o Manuela fa semplicemente ridere. Questo offende? Direi che è offensivo il contrario, ovvero proporci ancora i nomi farlocchi
È quasi impossibile che la gente comune si informa in maniera corretta sul mondo anime e manga e sul suo passato.
Bisogna avere una passione esagerata per questo mondo per approfondire cosa che meno dell'1% degli italiani possiede.
Anime e manga in Italia seppur siano popolari dalla fine degli anni Settanta sono pur sempre un qualcosa di secondario se non addirittura infinitesimale nella nostra società.
Al governo ci stanni i "sovranisti" conservatori...
Questo è un argomento fantoccio... il pubblico di ieri che oggi ha smesso di utilizzare i termini made by Mediaset rientra anch esso nel "il pubblico di oggi, quello vero e appassionato" di Ironic.
Chi non ci rientra è il cosiddetto girellaro, persona che ormai vede quei prodotti come cristallizzati nel tempo, intoccabili e intangibili.
Il motivo si chiama nostalgia, effetto che tutti prima o poi avremo e per giusta su momenti storici differenti, a prescindere da quello che esce oggi è uscito 40 anni fa.
Interessano così poco che nel post covid c'è stato un boom enorme nelle visualizzazioni di anime a livello globale, interessano così poco che l'industria degli anime si ingrandisce anno su anno. A chi non interessa sono coloro che son rimasti fermi a 40 anni fa a prescindere da cosa gli proponi.
Non è un caso che i format televisivi in Italia siano invariati da 20 anni a questa parte.
E capisco le reazioni nostalgiche.
Mi sono rivisto tutti i 92 episodi di Mazinga Z due anni fa in poco tempo: ho ritrovato gli eroi che avevo nei ricordi com'erano. E non li vorrei mai come hanno ridotto Grendizer e Duke Fleed in Grendizer U!
Sarà fastidioso leggere l'arroganza di giudizio di ignoranti rimasti a quel ricordo, lo è anche leggere l'arroganza di chi li bolla come girellari incapaci di andare avanti.
Era qualcosa di nuovo e magnifico, eroico ed esaltante nei ricordi dei bambini che facevano Oh! dell'epoca. E che perlopiù sono cresciuti sviluppando altri interessi, sono andati avanti ma per altre strade, con un buon ricordo che gli ha dato qualcosa in quella età spensierata.
"ci hanno rovinato l'infanzia" No, perché quella è andata ormai, cose buone e non.
"hanno distrutto una leggenda solo per fare soldi" Sí, CAZZO, Sí! E non solo per quello. Nostalgico e gentile ma saldo nei suo pensiero e agire Actarus era un eroe, Goldrake un baluardo contro il male, per i bambini e adulti italiani, francesi, sauditi e quelli libanesi che vivevano in guerra. Non erano protagonisti borderline mentalmente instabili, schegge impazzite che un giorno ti salvano e l'altro ti distruggono!
Pur non essendo tutto da buttare, devono rispettare anzitutto l'immagine che hanno lasciato, anche in una struttura che non ha più bisogno di intrattenere a lungo con gag e il "mostro della settimana" perché si producevano meno anime, evitami dei cretini pronti a perdonare due volte dei tradimenti gravi di altri psicopatici con dialoghi risibili mentre poi quasi ammazzano i loro amici.
Vadano variazioni, what if e spin-off, ma se usi proprio gli originali, devi averne rispetto, perché "per il pubblico di oggi" hai prodotto una caterva di roba aventi protagonisti antieroi o criminali proprio, distopie e robe moralmente ributtanti e non è un caso. No.
Evoluzioni come internet e lo streaming hanno pesato, in Italia si legge poco, cè la legge Mammì sull'animazione da rivedere e ci sono regole che impongono una quota (per fortuna) di produzione europea per la RAI, ma aldilà di ciò, i vecchi che governano la TV non sono nostalgici attaccati ai loro eroi d'infanzia, ma al potere.
Preferirei tanti anime nuovi e classici in tv, coi nomi italiani che non averne nessuno.
Menzogne? Ti risulta che io sia bugiardo e mi inventi le cose? Anche questa ci voleva!
Tanto per rinfrescarti la memoria, mi scoccia e non ho tempo da perdere a fare ricerche su quello che hai scritto in vari anni, ma almeno due tue perle le metto:
Parlando di AnimeCult
Sugli articoli non disponibili sul web permettimi di dissentire...per metà sono tutte cose che puoi trovare anche qui e altrove e in alcuni casi, permettetemi l'essere di parte, fatti anche molto meglio.
Sulle interviste e poco altro si, sono discrete interviste e sono esclusive.
Ironic74
Quelli su rivista sono destinati a sparire o a essere destinati solo a chi l'ha comprata in quel determinato momento storico.
Quelli su AnimeClick e su altri siti web resteranno per sempre alla portata di tutti coloro che faranno una semplice ricerca sul motore di ricerca.
Ironic74
Propaganda a favore del cartaceo, vero?
Vabbé, dai. La chicca è quel: sono discrete interviste. Non ottime, non buone, discrete...
Proprio a favore delle riviste.
Per la cronaca, tanto per essere precisi, io amo l'animazione, non solo un determinato periodo storico. Sono legato sicuramente ai 60-70-80, dei 90 ho preso il meglio e negli ultimi 20 anni posso elencare decine di titoli che amo. Tanto per dire che io non sono uno che denigra a prescindere l'oggi, come hai tentano molte volte di farmi passare.
Kotaro, ho sempre rispettato quello che scrivi, anche quando non mi trovo daccordo.
Nel tuo ultimo intervento sembra che le persone di cui parli, legate a quel preciso periodo storico, abbiano commesso chissà quale crimine. Le celebrazioni ti danno fastidio? Si, ok, bene, hai ragione, sono sempre le stesse cose da 40 anni, ma come ho detto prima, ci sono degli anime negli ultimi 20 anni che hanno replicato il loro successo ?
La domanda è: perché un Gurren Lagann non è stato mandato in onda di pomeriggio e pompato al massimo? Avrebbe avuto un buon successo commerciale invece lo hanno fatto in seconda serata e visto da 4 gatti.
Perché Doraemon che da 1000 anni va in onda in Giappone ed invece sulla Rai lo hanno "cacciato"?
Eppure è un buon conduttore per i bambini... Parliamo di Doraemon, na roba che più longeva, conosciuta, non si può. Eppure 8000 spostamenti e stagioni saltate.
Non sono i vecchi ad aver rovinato questo mondo. Sono altre le cause. Solo che è dura dirlo...
Ti do ragione, anche io dico che che da 25 anni ci sorbiamo la De Filippi, Striscia, le Iene, ecc.ecc.
Sono aumentate le produzioni anime? Certo, e la qualità? Sono tutte straviste? Resteranno o sono usa e getta? Avranno secondo te una mostra tra 20 anni?
Da una parte ti do ragione ma come mai molti del settore, non io, gente che ci lavora in questo campo, compresi registi, e anche nomi importanti, raccontano da almeno 10 anni che questo settore è in crisi oltre ad essere uno schifo? Secondo te?
"esiste solo il Milan di Gullit perchè quando ero bambino era la miglior squadra al mondo, nessun giocatore sarà bravo come lui ed al suo livello, nessuna formazione del Milan sarà così vincente"
ed invece il calcio va avanti con giocatori che non hanno nulla a che fare coi miti dell'infanzia
p.s. non sono milanista
p.p.s. quindi tutti ancora in fissa con il primo amore? perchè nessun'altra persona sarà.... ok ci siamo capiti, forse
Titoli di successo negli anni ce ne sono stati, magari sono stati di successo solo per una specifica nicchia o una specifica generazione, ma oggi è così anche per Goldrake. Non vedo perché non fare eventi seri (un raduno di cosplay non basta) dedicati a One Piece, Naruto, My hero academia, Demon Slayer e altri titoli che hanno successo adesso o verranno ricordati e celebrati fra qualche anno quando finiranno, ma concentarsi sempre e solo su Goldrake, Creamy e Lady Oscar. Eventi se ne possono fare quanti ne vuoi e su tutto quello che vuoi, permessi dei giapponesi permettendo, ma vedo che qui la volontà manca, salvo qualche eccezione qua e là.
Non dico che la vecchia generazione abbia commesso dei crimini, ma che ci sia gente che non si stia impegnando per celebrare adeguatamente ciò che dice di amare, quello sì, e allo stesso tempo sta monopolizzando il mercato anime/manga in Italia imponendo solo quei due o tre titoli, perché aldilà di quello non comprano e non si interessano ad altro, quando di serie vecchie inedite o da riscoprire nella loro versione originale ce ne sono a bizzeffe ma a nessuno interessa. E' un cruccio solo mio, non è la fine del mondo, me ne sono fatto una ragione e ho imparato la lingua per comprarmi in giapponese ciò che mi interessa e qui non viene pubblicato, o per discutere con persone che hanno altro da dirmi invece che cantarmi solo la sigla italiana, ma è una cosa che comunque un po' fastidio continua a darmi.
Curiosità, hai sempre odiato perché?
Il termine è semplicemente la sintesi in una parola di quello che hai scritto, sono persone che non hanno interesse nell'animazione e probabilmente non avrebbero interesse in Grendizer stesso, non fosse il fatto che lo hanno visto da piccoli.
Il termine non è nemmeno casuale, perché deriva dal fatto che negli stessi luoghi dove ci si proclamava robofan duri e puri nascevano i thread di nostalgia sulle merendine spazzatura mangiate da piccoli, e la girella era tra le più gettonati.
Da qui non più robofan, ma girellari, per indicare che la cosa a cui sta loro davvero a cuore sono i ricordi dell'infanzia.
In effetti me la vedo già in un museo, fra un centinaio di anni, una bella gigantografia dedicata alla serie, in caratteri cubitali "Atlas Ufo Robot".
Lì a fianco il poster di Vacanze di natale.
Nella stanza un clochard che sembra disinteressato ai preziosi cimili che lì sono esposti, a lui in fondo basta un po' di tepore per superare l'inverno.
Si spengono le luci.
Cala il sipario.
"Hai visto su Netflix la serie-Tv di quel ragazzo che si allunga? Chi? Rubber quello del cartone animato che facevano su Italia Uno quando eravamo piccoli"
Questi sono più del 99% degli italiani ma direi di tutti gli occidentali va benissimo perché anime e manga sono una forma di intrattenimento che non fa parte della nostra cultura.
Negli ultimi anni da parte degli over 50 ho visto anche un peggioramento 😅 molti definiscono i cartoni animati pupazzi 😅.
Per i miei genitori i manga sono e saranno per sempre i giornalini.
No non sono tutte straviste e non c'è bisogno che questa cosa accada. Nel mondo dell'intrattenimento ci sono sempre e sempre ci saranno prodotti che diventano molto popolari e altri che cadono nel dimenticatoio. Se ci saranno ancora mostre tra 20 anni (proprio come concetto) sicuramente ci metteranno anche alcune serie di oggi.
Senza andare a prendere le serie di oggi puoi vedere cosa sia successo con quelle di 10 anni fa, ci sono prodotti che sono stati "dimenticati" e altri che sono diventati iper popolari e ancora oggi se ne parla.
Anzi per fare un altro esempio sulla questione nostalgia e girelle, se vai a chiedere ad un ventenne di oggi di parlare della propria infanzia non andrà a prenderti solo le girelle degli anni 80, ma proprio le serie di inizio anni 2000 che si guardava in televisione, proprio a dimostrazione del fatto che questi sono fenomeni transgenerazionali
Secondo me dipende da cosa si intende per crisi. Per tutti i significati che mi possano venire in mente no, ma sono aperto ad ulteriori alternative.
In primis la nostalgia verso un prodotto del passato non è cieca.. ovvero tutti noi sappiamo i limiti di un prodotto passato ma anche i suoi punti di forza e non siamo rimasti tutti fermi a quanto era bello dolce Remi e Lady Oscar ma come il sottoscritto c'è gente di 47 anni che guarda e apprezza anche gli anime moderni.
In secondo luogo si ROVINA l'anime passato creare un anime che pare un REBOOT/REMAKE e lo fa nel modo peggiore possibile. Prendi lo staff della gaina senza la x e il disegnatore di Shinji ecc e lo butti a fare actarus/duke fleed. E' come chiamare il disegnatore della 500 a fare una ferrari.... per altro sono DIAMETRALMENTE OPPOSTI come gli ANTIPODI evangelion e goldrake. Ecco perchè l'articolo è assurdo!! Esistono anime anche recenti vedi i vari seguiti di Getter Robot che rispecchiano molto di più la filosofia dell'originale e il disegno originale modernizzandolo. Qui parliamo di un anime fatto MALE perchè è animato male e poco, con un character design quasi offensivo per chi apprezzava il design passato, una epica inesistente, una trama degna di uno shoujo dei peggiori bar di Caracas e ci mescoliamo dentro la volontà di dover piacere perchè cosi ha scritto sottointeso chi ha fatto questo articolo. MA ANCHE NO! non mi è piaciuto per nulla questo Grendizer U. Di una pochezza disarmante, di una non considerazione del passato offensiva se non per spremerlo a quattrini. Altro che siamo rimasti fermi a Remi.. non giustifichiamo sempre le schifezze per favore. Fanno bene a restare a Remi gli anziani se devono vedere sta roba. Io da fan di anime torno a guardarmi roba recente ben migliore vedi frieren, goblin slayer, demons slayer ecc.. che di vedermi goldrake con la faccia di shinji che si fa 6 episodi di plot armor perchè è il protagonista anche no. Sorvoliamo sul setting arabo perchè fa gia ridere cosi.
Io ho visto negli anni 90 all'uscita dei primi manga le reazioni dei coetanei sia leggendo un Lamù sia un Mazinger Z.
Oggi a confronto è un paradiso, non che si venisse insultati ma erano viste proprio come cose di un "passato chiuso e finito", in questi decenni invece anime e manga grazie alla diffusione, a partire dalle edicole e da Miyazaki, si sono via via radicate nella coscienza collettiva.
Per quasi tutti rimarranno cose legate all'infanzia, che sia degli nni 70-80 o degli anni 2000-2010 ma in generale, al di là del singolo titolo, anche qualcosa di "presente" di parte della cultura pop (e non).
Apprezzo il tentativo di riportare l'animazione giapponese sulle reti nazionali, dove escludendo forse Rai Gulp e altri canali dedicati ai più giovani è assente da che ho memoria (da bambina i cartoni si guardavano rigorosamente su Italia1 e più tardi su K2), ma con tutto quello che è uscito negli ultimi 50 anni proprio Goldrake dovevano andare a pescare? Questo non è effetto nostalgia, è essere rimasti parecchio indietro con i tempi, e la notizia che adesso vogliono riproporre anche la serie classica (suppongo senza cambiare adattamento) ne è la conferma.
N. B. Si fa davvero troppa confusione tra l'amore per un opera rispetto al ricordo che se ne ha. Non ho dubbi che vedremo post simili col film di Lady Oscar (dove vedremo forconi alzati perché intitolato "Versailles no bara...).
Si ma è veramente vergognoso il trattamento dei canali tv negli ultimi 10 anni, si ok gli anime adesso sono in streaming maaaa
Crunchyroll mette tutto in sub ita per accontentare i puristi è così si è persa la fetta di pubblico mainstream quella appassionata dei doppiagi italiani è delle sigle ormai vietate dalla toei, poi crunchyroll è una piattaforma per appassionati non per il pubblico mainstream, a me da parecchio fastidio che il pubblico mainstream deve subirsi tutte queste ingiustizie, nessun direttore televisivo è veramente interessato a questa questione, poi c'è la Mediaset che interrompe è replica tutto, ci sono così tanti anime interroti in Italia che ormai ho perso il conto, chissà fra 20 anni come cambierà la situazione
Mi permetto di dissentire su una cosa: Crunchyroll di anime ne ha doppiati tanti in italiano, se poi non doppia proprio tutti quelli che distribuisce credo sia solo una questione di soldi non di "purismo". Piuttosto la scelta dei titoli da doppiare mi lascia perplesso ma questa è un altra questione. Non capisco perché doppiare serie come Vita Contadina piuttosto che Nagatoro.
Le sigle italiane mancano anche a me ma a quanto pare "quella è roba da girellari".
Vita contadina è di anime generation.
Forse nella fascia giovane è diventato normale leggere manga e vedere anime ma per il resto della popolazione per esperienza personale le cose sono ancora molto negative.
Non approfondisco perché non è il caso ma la fine della televisione tradizionale è un dramma per il mondo anime.
Per i giovani la TV tradizionale per me rimane tuttora il miglior modo di fruizione ma ormai è finita.
Non ci saranno più ricordi di giorni, orari, attese, novità.
Gli anime moderni sono nati in televisione.
Aver perso il progenitore non è una cosa di poco conto.
Attenzione, non dico che è cambiata la fruizione ma la percezione di chi e cosa fruisce.
Non è che i manga-anime hanno goduto del "revival" degli anni 80 esploso in tutti i campi nell'ultimo decennio, ma che chi prima era guardato come qualcuno fuori dal tempo ora è diventato "normale", certo con le sue "stranezze" (come potrebbero averne anche tante altre persone per altre passioni) ma comunque normale.
A lavoro è da tanto che mi capita che colleghi della mia generazione che mai prenderebbero in mano un fumetto, fare citazioni scherzose basate sui loro ricordi da bambino.
A volte mi da solo fastidio che pensino che io "sappia tutto, abbia visto tutto, mi piaccia tutto, ricordi tutto" come se 1 passione significasse automaticamente legarsi alla totalità di quella passione.
Mah, come prima cosa per i giovani di oggi (avendone uno) la TV tradizionale quasi manco sanno cosa sia, per loro e' un soprammobile, ormai fruiscono usando o il cellulare come fonte primaria oppure usano pc e tablet (addirittura in alcuni casi le consolle di gioco), secondariamente non è che quei tempi fatti di orari di attesa etc etc fossero oro e basta, sottoposti all'ubbia di coloro che i palinsesti li gestivano, senza contare tutto il discorso legato agli "adattamenti" che venivano imposti ( e di cui purtroppo pure lo stesso Goldrake U ha dovuto subire) . Ora come ora grazie alla rete c'è una possibilità di fruizione come quantità tempi e modi, che per chi era bambino negli anni 70 e si guardava gli anime in TV (che allora manco chiamavo così) era semplicemente inimmaginabile.
E' stato sicuramente un periodo magico e irripetibile per tanti elementi discussi in questo e altri thread, parlo di quello che è andato dagli anni 70 fino alla metà circa degli anni 80, ma non ammantiamoli troppo di un aura dorata, anche solo pensando a quello che oggi è disponibile con un click su una qualsiasi piattaforma di streaming.
Errore mio. Comunque penso si sia capito il senso del mio commento.
Infatti ho scritto "è finita".
Chiaro che oggi è tutto migliorato su questo non ci piove ma quando non esistevano queste tecnologie ed eravamo nell'età giusta era tutt'altra cosa.
C'era "povertà" e anche un solo episodio di One Piece era oro colato... Alle 13:30 subito dopo scuola montando subito la bicicletta per non perdere neanche un secondo...
La domenica si sentiva tutta era tutto chiuso tranne i bar e qualche negozio.
D'accordo che alle nuove generazioni non interessa aspettare per vedere un qualcosa ma noi che abbiamo vissuto il periodo dell'attesa infinita sappiamo la differenza.
Vedere su Netflix Blue Box alle 15:10 non sarà mai come Kimagure Orange Road in televisione alle 17:00 (in Giappone addirittura alle 19:30).
Quello che mi domando io è questo: tenendo conto che lo scopo di una trasmissione televisiva è fare share e attirare inserzionisti, quale strategia c'era dietro a questa scelta?
Chi doveva essere il target di una simile operazione?
1) Il nostalgico? È una brutta bestia, vuole attinenza all'originale, a quello che lo ha emozionato da bambino, e qualsiasi variazione è un'onta alla memoria; e generalmente non ha approfondito la cultura anime/manga negli anni - ma non è una critica, sia chiaro, ognuno sceglie i passatempi che preferisce.
2) L'appassionato "otaku"? Difficilmente sceglie un prodotto mediocre come questo, se non per riempire il tempo. E stiamo comunque parlando di una nicchia trascurabile nel computo dei telespettatori.
3) Il fruitore generalista? Quello guarda Marco Liorni o Maria De Filippi, gli anime non li considera nemmeno.
4) Le giovani leve? Come detto da tanti, difficilmente ormai guardano la TV, e non sono certo attratte da un prodotto con cui non hanno alcun legame affettivo e che qualitativamente è scadente.
Detto ciò, non mi stupisce che la barca sia naufragata: dopo la prima serata, che ha goduto di luce riflessa (bisogna ammettere che il nome "Goldrake" incuriosisce comunque una fetta di telespettatori), il finale non poteva che essere in caduta libera.
Se lo scopo era un rilancio degli anime in TV, la scelta dell'opera da proporre non è stata a mio parere delle più oculate, ma dubito fortemente che chi l'ha inserita nel palinsesto abbia una conoscenza approfondita di questo mondo. Ma anche opere più blasonate credo avrebbero fatto fatica a far breccia nei gusti di un'utenza piuttosto standardizzata nelle scelte televisive (e, soprattutto, non più adusa a guardare anime in TV).
Ci voleva coraggio a puntare su qualcosa di meglio, ma almeno si sarebbe caduti con l'onore delle armi.
Sempre odiato perché lo trovo abbastanza svilente, soprattutto sotto un punto di vista intellettuale.
Aldilà del fatto che oramai non è più un termine neutro ma viene usato alla stregua di un insulto, chi dà del girellaro a qualcun altro nel corso di una discussione lo fa quasi sempre per due principali motivi: vuole sentirsi culturalmente e intellettualmente superiore e vuole vincere il dibattito senza di fatto portare argomentazioni a suo favore o tantomeno discutere la tesi avversaria.
Preferisci gli anime vecchi? Sei un girellaro.
Non ti va a genio che facciano il remake di una serie storica? Sei un girellaro.
Se dovessi fare un paragone, è un po' come il corrispettivo italiano del termine "boomer".
Io personalmente non me la sento di etichettare in questo modo una persona che si è limitata ad amare un prodotto da bambino e che una volta cresciuta non ne è diventata un grande appassionato, tanto da sapere il titolo e i nomi originali o da essere in grado di collocarlo in un determinato contesto, non quando gli era stato venduto in un certo modo.
D'accordissimo.
Ho capito il senso del discorso (e in fondo il termine girellaro è nato come presa in giro in risposta a chi considerava tutti i nuovi anime una roba effemminata/quasi da ragazzine, vedasi commenti su Sailor Moon), però credo anche che le parole non debbano essere troppo caricate della stupidità di chi le usa male se si discute tra persone intelligenti.
Alla fine riprendendo il tuo esempio, Boomer deriva semplicemente dalla generazione dei Baby boomer, non è nato come un insulto e lo è diventato solo perché è più facile usare un termine generico che criticare qualcuno per quello che dice o fa nello specifico.
Fintanto che girellaro viene usato, come mi pare si sia fatto in questa news, per indicare quella specifica nostalgia italiana di fine anni '70 inizio '80, tra robottoni nagaiani e girelle Motta non ci vedo onestamente nulla di male.
Se deve essere usato come insulto per chiunque preferisci gli anime di una volta agli odierni penso che il problema sia più di chi lo utilizza che del termine in sé.
E le generazioni dei 70 si guardavano pure Heidi, Candy, e altro.
Separare un termine dal significato (anche se sbagliato) con cui viene utilizzato è quasi impossibile. Una lingua è in continua evoluzione proprio perché tramite il parlato comune nascono nuove accezioni per determinati termini. Se una parola con un certo significato viene utilizzata dai più in un modo completamente diverso da quello originale, allora quella parola si è evoluta e bisogna considerare questa nuova accezione quando si utilizza; è appunto il caso di termini come "boomer" o "girellaro", ma vale anche per altre parole che una volta non venivano considerate offensive, come "handicappato".
Non nego che in certi casi non si debba estrapolare certi termini dal loro significato originale e che se utilizzati in modo corretto in una discussione ponderata allora il loro impiego vada bene, ma nel caso di una parola deformata a tal punto è inutile dire "eh ma in realtà vuol dire questo", perché per la maggior parte delle persone non è più così.
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