![Daicon III](/prove/upload/img/News9416.jpg)
![Daicon IV - Bunny Girl](/prove/upload/img/News9412.jpg)
Torniamo tuttavia al 1981; questo piccolo e affiatato gruppo di futuri talenti animò un breve video di circa 5 minuti da trasmettere durante il festival. L'anime mostra una bambina (dal design palesemente ispirato all'estetica lolicon di Hideo Azuma) che riceve da una coppia di alieni un bicchiere pieno di un misterioso liquido che attirerà sulla bambina l'attenzione di numerosi nemici. Ispirati alle più famose saghe fantascientifiche dell'epoca, a contrapporsi alla nostra piccola protagonista vedremo Godzilla, la corazzata Yamato, l'Atragon, l'Enterprise, il Gundam RX-78 e tanti altri. Dopo aver sconfitto tutti i nemici grazie a una forza sovrumana e un armamentario degno del miglior cyborg, la bambina giungerà in un deserto per versare il liquido donategli su una rapa “daikon”, che si trasformerà in una nave interstellare a forma di rapa gigante, con cui potrà salpare per lo spazio, chiudendo il video e dando inizio al 20° Festival di fantascienza.
L'evidente sforzo profuso e l'ambizione riposta dall'inesperto gruppo di animatori fecero si che il video avesse il successo sperato, tanto che Anno e Yamada furono chiamati l'anno successivo come animatori della prima serie di Macross. Ma non era finita qui: Anno e soci si erano talmente divertiti a lavorare insieme da decidere di fondare la DAICON Film, con cui produrre tokusatsu a basso budget.
Nel 1983, inoltre, il Nihon SF Taikai tornava di nuovo ad Osaka, per il Daicon 4, a soli due anni di distanza dal precedente; alla DAICON film fu nuovamente affidata la cura di uno breve special animato per introdurre il festival.
![Daicon IV](/prove/upload/img/News9417.jpg)
Qualitativamente questo corto risulta decisamente superiore al precedente, con animazioni molto più curate e una delle maggiori hit del momento, Twilight degli Electric Light Orchestra, come colonna sonora, venendo accolto ancora più calorosamente dal pubblico e sancendo definitivamente il successo di questo piccolo gruppo di studenti sconosciuti.
I due Daicon Opening Animation sono, sostanzialmente, fan-service allo stato puro, il sogno della prima generazione otaku, un'irriverente celebrazione della fantascienza, un entropico calderone di citazioni e riferimenti. Il secondo video, addirittura, è col tempo diventato leggendario nell'ambiente degli anime-fan, venendo citato spesso e volentieri in altre opere. L'esempio più eclatante è quello della opening del drama di Densha otoko, che non solo ripercorre piuttosto fedelmente il video originale, ma riutilizza la stessa Twilight come colonna sonora.
Purtroppo questo video non ha mai goduto di un'edizione ufficiale per il mercato home video per problemi di diritti, causati da un uso non autorizzato sia del costume da Bunny Girl rubato a Play Boy che della canzone Twilight utilizzata come colonna sonora.
Tuttavia, sebbene non sia mai stato venduto ufficialmente, è stato possibile distribuirne una copia “abusiva”, allegando il laserdisc DAICON III & IV Opening Animation come bonus all'art-book dedicato alle animazioni dei video.
È probabile che senza questi due brevi video, specialmente il secondo, lo Studio GAINAX non sarebbe mai nato, o comunque sarebbe stato molto diverso da quello che tutti conosciamo. Fu solo grazie alla notorietà acquisita con i due cortometraggi che due anni dopo, nel 1985, la DAICON Film, cambiato nome in Studio GAINAX, riuscì ad attirare l'attenzione di Makoto Yamashina di Bandai, il quale, dopo aver visionato ed apprezzato un loro breve pilot, decise di assegnare loro ingenti capitali per la lavorazione del loro primo lungometraggio, Le ali di Honneamise (Honneamise no tsubasa) che, uscito due anni dopo, sarebbe diventato il film più costoso della storia dell'animazione giapponese (titolo successivamente passato ad Akira, La principessa Mononoke e Steamboy). Nonostante il considerevole spessore narrativo e tecnico dell'opera, Honneamise è ancora oggi tristemente noto come il più grande flop dell'animazione cinematografica nipponica, tanto che, a distanza di vent'anni, nessuno ha ancora avuto il coraggio di finanziarne il seguito. Ma questa, è un'altra storia...
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