Nel 1997 arriva nel nostro paese, col titolo Spicchi di cielo tra baffi di fumo, l’ultimo grande Meisaku classico, come non ce ne saranno più: Romeo no aoi sora. È trasmesso in sordina da Mediaset, quasi scusandosi di aver importato un simile titolo; che lo stupra, lo censura, ma il messaggio, la grinta, la vitalità che questo anime ispira trapelano nonostante tutto, sciogliendo il cuore di molti telespettatori.
Tratto dal romanzo I fratelli neri di Kurt Held e pubblicato nel 1941, Romeo no aoi sora ci mostra uno spaccato vivo e crudo della compravendita di minori effettuata nel nostro paese alla fine dell’ottocento. Romeo, un ragazzino che vive sulle Alpi della Svizzera italiana, firma, per pagare il medico al padre malato, un contratto con un losco individuo, che lo condurrà attraverso i monti fino in Italia, a Milano, dove sarà venduto come aiutante di uno spazzacamino. Il viaggio di Romeo, tra soprusi e violenze inizia così, e ripercorre, nelle sue 33 puntate le avventure, e le disavventure di un piccolo grande eroe e dei suoi compagni di sventura.
Se ne sono dette tante su questo anime, ma ancor più se ne sono dette sul libro di Held da cui è tratto. È giusto quindi partire proprio da questo, per riqualificarlo un attimo. Il libro esce nel 1941, in piena seconda guerra mondiale, con la Svizzera che ammicca sia ai nazisti che agli americani, ma che comunque detesta gli Italiani. Per anni la politica del regime di Mussolini è stata quella di fomentare nella sezione italiana dello stato cantonese un sentimento di appartenenza al nostro paese. Alcuni svizzeri reagiscono fondando un parallelo partito fascista e chiedendo a gran voce l’annessione all’Italia. È chiaro che questo fatto a molti loro connazionali resti indigesto. Spesso infatti “Fratelli neri” è stato accusato di essere un romanzo dai chiari connotati anti-italiani. Niente di più falso. E’ pur vero che tutti gli antagonisti di Romeo (Giorgio Verzasca nel romanzo, impronunciabile per un giapponese) sono Italiani, ma è anche ugualmente vero che i suoi più grandi amici e sostenitori sono anch’essi italiani, partendo da Alfredo, l’inseparabile amico, fino al dottor Casela, poco accentuato nell’anime ma unico grande eroe adulto nel romanzo. Quindi queste accuse sono da sfatare una volta per tutte.
Romeo no aoi sora nasce nel 1995 come titolo per il World Masterpiece Teather che ormai si sta incamminando sul triste viale del crepuscolo. Il protagonista appare subito come un ragazzino sincero, spigliato, garbato, intelligente. Insomma un esempio di rettitudine e onestà. Se è pur vero che agli occhi di un adulto tanto buonismo e giudizio concentrati in un bambino paiono un po’ ridicoli, è importante ricordare che i Meisaku sono prodotti destinati all’infanzia, con il preciso ruolo di educare. Romeo è un personaggio positivo, che, come molti suoi predecessori nel WMT riesce a vedere la speranza anche nei momenti più cupi e disperati delle sue avventure. Si, perché questo anime di crudezza e realismo ne è permeato. Sia chiaro, un realismo destinato ai bambini. Niente sangue, niente parolacce (nell’originale), ma pur sempre piuttosto ruvido, che scorre come la carta vetro e può far male alle pelli più delicate. Romeo è infatti il centro di un vasto universo di personaggi che si intrecciano tra loro nello svolgimento della trama. Partendo dalle ragazzine che conquisteranno il suo cuore: Angeletta prima, Bianca poi, fino all’inseparabile Alfredo, un ragazzino maturo, che porta sulle spalle un pesante fardello dovuto a un tragico passato. Anche gli antagonisti sono ben caratterizzati. Primo fra tutti Anselmo, figlio del padrone di Romeo e geloso del ragazzino.
L’anime resta abbastanza fedele al romanzo originale, salvo alcune discrepanze piuttosto evidenti, create per fini differenti. Prima di tutto il ruolo dei due adulti principali della storia è cambiato. Marcello Rossi, il padrone di Romeo è con lui sempre spietato crudele nel romanzo, mentre nell’anime finisce per considerarlo quasi un figlio. Il dottor Casela si prodiga per aiutare Romeo e i suoi compagni in tutto e per tutto, fino a favorirne la fuga. Questa parte nell’anime non esiste. Ma la scelta scenografica che più colpisce e si discosta dall’anime è la creazione ex novo del personaggio di Nikita. Nikita infatti (Andrea in Italia) è stato creato per un fine molto sentito dagli sceneggiatori nipponici: quello di coinvolgere il pubblico femminile. In una realtà prettamente maschile come quella del romanzo, dove le donne (Angeletta e Bianca) sono destinate solo ad essere “salvate”, serviva una figura forte, un po’ tsundere, con la quale far immedesimare anche le bambine più vivaci. Nikita si spaccerà infatti per un maschio per buona parte della storia, lasciando però trasparire spesso i suoi sentimenti per Alfredo. Questa ambiguità ha causato in Italia una cascata di tagli e censure. L’episodio 17 (Imboscata a San Babila) è stato completamente censurato, non per la violenza dei contenuti, come Mediaset ha sostenuto, ma per il fatto che proprio in quella puntata Alfredo, davanti a tutti, smaschera Andrea, rendendo di pubblico dominio la sua identità sessuale. In un paese puro e immacolato come il nostro questo oltraggio all’eterosessualità doveva essere punito! In seguito tutti i discorsi italiani vengono storpiati per non dar da capire che Andrea è in effetti una femmina. Come se lo saranno spiegate allora i nostri piccoli telespettatori, gesti come il dono di un fiore da Alfredo ad Andrea che lei mette tra i capelli? Questa parte non è censurata e se Andrea fosse un maschio, come il censore si è sforzato di darci a bere, apparirebbe ancora più ambiguo. Grande merito va attribuito al Margaria per aver reintrodotto la puntata nel palinsesto, anche se in fascia non protetta (all’alba, quando anche i polli dormono) e parzialmente censurata (2 scene di scazzottate).
Il disegno è di quelli puliti, limpidi, che ancora ricordano lo stile dei Meisaku d’altri tempi. Il colore è distribuito in modo uniforme, senza sfumature ma la grafica è notevolmente migliore rispetto alle produzioni passate.
Tratto dal romanzo I fratelli neri di Kurt Held e pubblicato nel 1941, Romeo no aoi sora ci mostra uno spaccato vivo e crudo della compravendita di minori effettuata nel nostro paese alla fine dell’ottocento. Romeo, un ragazzino che vive sulle Alpi della Svizzera italiana, firma, per pagare il medico al padre malato, un contratto con un losco individuo, che lo condurrà attraverso i monti fino in Italia, a Milano, dove sarà venduto come aiutante di uno spazzacamino. Il viaggio di Romeo, tra soprusi e violenze inizia così, e ripercorre, nelle sue 33 puntate le avventure, e le disavventure di un piccolo grande eroe e dei suoi compagni di sventura.
Se ne sono dette tante su questo anime, ma ancor più se ne sono dette sul libro di Held da cui è tratto. È giusto quindi partire proprio da questo, per riqualificarlo un attimo. Il libro esce nel 1941, in piena seconda guerra mondiale, con la Svizzera che ammicca sia ai nazisti che agli americani, ma che comunque detesta gli Italiani. Per anni la politica del regime di Mussolini è stata quella di fomentare nella sezione italiana dello stato cantonese un sentimento di appartenenza al nostro paese. Alcuni svizzeri reagiscono fondando un parallelo partito fascista e chiedendo a gran voce l’annessione all’Italia. È chiaro che questo fatto a molti loro connazionali resti indigesto. Spesso infatti “Fratelli neri” è stato accusato di essere un romanzo dai chiari connotati anti-italiani. Niente di più falso. E’ pur vero che tutti gli antagonisti di Romeo (Giorgio Verzasca nel romanzo, impronunciabile per un giapponese) sono Italiani, ma è anche ugualmente vero che i suoi più grandi amici e sostenitori sono anch’essi italiani, partendo da Alfredo, l’inseparabile amico, fino al dottor Casela, poco accentuato nell’anime ma unico grande eroe adulto nel romanzo. Quindi queste accuse sono da sfatare una volta per tutte.
Romeo no aoi sora nasce nel 1995 come titolo per il World Masterpiece Teather che ormai si sta incamminando sul triste viale del crepuscolo. Il protagonista appare subito come un ragazzino sincero, spigliato, garbato, intelligente. Insomma un esempio di rettitudine e onestà. Se è pur vero che agli occhi di un adulto tanto buonismo e giudizio concentrati in un bambino paiono un po’ ridicoli, è importante ricordare che i Meisaku sono prodotti destinati all’infanzia, con il preciso ruolo di educare. Romeo è un personaggio positivo, che, come molti suoi predecessori nel WMT riesce a vedere la speranza anche nei momenti più cupi e disperati delle sue avventure. Si, perché questo anime di crudezza e realismo ne è permeato. Sia chiaro, un realismo destinato ai bambini. Niente sangue, niente parolacce (nell’originale), ma pur sempre piuttosto ruvido, che scorre come la carta vetro e può far male alle pelli più delicate. Romeo è infatti il centro di un vasto universo di personaggi che si intrecciano tra loro nello svolgimento della trama. Partendo dalle ragazzine che conquisteranno il suo cuore: Angeletta prima, Bianca poi, fino all’inseparabile Alfredo, un ragazzino maturo, che porta sulle spalle un pesante fardello dovuto a un tragico passato. Anche gli antagonisti sono ben caratterizzati. Primo fra tutti Anselmo, figlio del padrone di Romeo e geloso del ragazzino.
L’anime resta abbastanza fedele al romanzo originale, salvo alcune discrepanze piuttosto evidenti, create per fini differenti. Prima di tutto il ruolo dei due adulti principali della storia è cambiato. Marcello Rossi, il padrone di Romeo è con lui sempre spietato crudele nel romanzo, mentre nell’anime finisce per considerarlo quasi un figlio. Il dottor Casela si prodiga per aiutare Romeo e i suoi compagni in tutto e per tutto, fino a favorirne la fuga. Questa parte nell’anime non esiste. Ma la scelta scenografica che più colpisce e si discosta dall’anime è la creazione ex novo del personaggio di Nikita. Nikita infatti (Andrea in Italia) è stato creato per un fine molto sentito dagli sceneggiatori nipponici: quello di coinvolgere il pubblico femminile. In una realtà prettamente maschile come quella del romanzo, dove le donne (Angeletta e Bianca) sono destinate solo ad essere “salvate”, serviva una figura forte, un po’ tsundere, con la quale far immedesimare anche le bambine più vivaci. Nikita si spaccerà infatti per un maschio per buona parte della storia, lasciando però trasparire spesso i suoi sentimenti per Alfredo. Questa ambiguità ha causato in Italia una cascata di tagli e censure. L’episodio 17 (Imboscata a San Babila) è stato completamente censurato, non per la violenza dei contenuti, come Mediaset ha sostenuto, ma per il fatto che proprio in quella puntata Alfredo, davanti a tutti, smaschera Andrea, rendendo di pubblico dominio la sua identità sessuale. In un paese puro e immacolato come il nostro questo oltraggio all’eterosessualità doveva essere punito! In seguito tutti i discorsi italiani vengono storpiati per non dar da capire che Andrea è in effetti una femmina. Come se lo saranno spiegate allora i nostri piccoli telespettatori, gesti come il dono di un fiore da Alfredo ad Andrea che lei mette tra i capelli? Questa parte non è censurata e se Andrea fosse un maschio, come il censore si è sforzato di darci a bere, apparirebbe ancora più ambiguo. Grande merito va attribuito al Margaria per aver reintrodotto la puntata nel palinsesto, anche se in fascia non protetta (all’alba, quando anche i polli dormono) e parzialmente censurata (2 scene di scazzottate).
Il disegno è di quelli puliti, limpidi, che ancora ricordano lo stile dei Meisaku d’altri tempi. Il colore è distribuito in modo uniforme, senza sfumature ma la grafica è notevolmente migliore rispetto alle produzioni passate.
Un prodotto quindi destinato a rimanere nel cuore, con una storia semplice ed efficace, in grado di commuovere e far riflettere. Romeo no aoi sora è destinato a restare l’ultima grande luce dell’universo WMT prima del grande crollo del'97. Dieci, meritato.
Bon... meglio che esco, altrimenti se inizio a pensare ad Ang... no, meglio non pronunciarla.
Nulla fu mai più veritiero.
Scherzi a parte sembra molto interessante e mi fido del giudizio di Slan, credo proprio che lo guarderò prima o poi
(Magari è possibile trovare in rete una versione non censurata?)
comunque la recensione è ben scritta, mi fa quasi venire voglia di guardarlo
Quoto Franzelion.. spero che almeno sottotitolata in inglese ci sia!
Serie BELLISSIMA in ogni suo aspetto: istruttiva, emozionante, trama coinvolgente e ricca di suspense con tanto di voce narrante gufona e di falsi colpi di scena che ti fanno struggere e di veri colpi di scena che ti fanno struggere ancora di più, personaggi umanissimi (Ang... ), un'ottima grafica e colonna sonora... e la pronuncia sballata dei nomi italiani da parte dei giapponesi + quella dei sottotitoli inglesi per sdrammatizzare!
Mamma mia quanto ho potuto piangere con questa serie (Slanzard ha pienamente ragione), per me è anche superiore al romanzo da cui è tratta.
Ne consiglio a tutti la visione assolutamente. In particolar modo a Franzelion che è sempre alla ricerca di capolavori, beh, eccone uno!
Credo di aver già fatto i miei complimenti al recensore, sennò li rinnovo perchè come sempre a recensire Adu è un maestro!
Mandato in onda su Mediaset nel 97?
Eppure in quel periodo la televisione la guardavo ancora!
"trasmesso in sordina" che significa?
Lo fecero in orari strani per caso?
Oppure può essere che non l'abbia degnato di considerazione appartenendo al genere "storico" che non ho mai amato...
Che schifo le censure di Mediaset!
La recensione è indubbiamente completa e ben fatta, segno delle abilità culturali di chi l'ha scritta ù.ù
Dovrei chiedere un parere a mio fratello, che quest'anime l'ha visto durante la sua ultima trasmissione
<i>Giorgio Verzasca nel romanzo, impronunciabile per un giapponese</i>
Verzasca non so, ma Giorgio magari ce la fanno a pronunciarlo, anche se mi sa che a quel punto il protagonista potrebbe uscirsene con un bell'"HORAHORAHORAHORAHORAAAAAA!"
adesso 'sto leggendo anche il romanzo ma, purtroppo, in italia la versione integrale è introvabile, quindi devo accontentarmi della versione tagliata.
purtroppo, a questo anime, come ho detto nella mia recensione :
(quel che segue è un pezzo della mia recensione)
non gli è stata data nemmeno una possibilità per farsi conoscere.
Partiamo dal titolo "Spicchi di cielo tra baffi di fumo", è un titolo un po' stupidotto, che gli costava chiamarlo semplicemente "Romeo" o magari "I fratelli del camino" (più o meno come il romanzo, "i fratelli neri")? Certo, vedendo la storia alla fine un suo senso il titolo ce l'ha, con "spicchi di cielo tra i baffi di fumo" si può intendere che mentre Romeo pulisce i camini, tra tutto quel fumo vede il cielo, però non è tanto una questione se il titolo ha un suo senso o meno, è una questione d'immagine! Moltissime persone (la stra grande maggioranza) non sono degli appassionati di anime/manga, non sono esseri con i poteri magici che possono capire attraverso il titolo che si tratta di un buon prodotto, la maggior parte delle persone semplicemente vedono il titolo sulla guida TV o sentono la sigla e pensano: "Ma che schifo di titolo!" e personalmente li capisco, anche io l'ho pensavo quando vidi il titolo su internet.
Oltre a ciò gli orari erano davvero assurdi, questo anime è stato trasmesso nel 1997 alle prime luci del mattino, ma chi si vuole svegliare a quell'ora per vedere la TV?
E nel 2009? Stessa cosa, sempre di primo mattino! Ma come credono di sfruttare il potenziale successo di un anime?
Almeno quando era in prima visione avrebbero potuto provare a trasmetterlo in orari più decenti.
Se poi tenete conto che negli anni '90, in Giappone e non solo, si assiste al crollo del genere Meisaku, siamo proprio a posto.
Quindi il romanzo che c'è in italiano non è la versione completa?
Lo sospettavo, dal momento che aveva tutta l'aria di una riduzione per bambini con tanto di illustrazioni che prendevano più spazio rispetto al testo all'interno della pagina... e sì che sono anche andato a farmelo ordinare apposta alla Feltrinelli con tanta fatica...
Il titolo italiano, d'accordo che è abbastanza artificioso, ma è un sinonimo di quello originale "Il cielo azzurro di Romeo", e il significato, che poi tu stesso hai ricordato, viene espresso a chiare lettere durante la storia!
Secondo me i Meisaku andrebbero trasmessi nella fascia pomeridiana per consentire a quante più persone possibile di conoscerli e apprezzarli; comunque, approvo il fatto che Mediaset stia continuando a trasmetterli, seppur relegandoli alla mattina : per esempio, ora sto seguendo quel gioiellino che è "Marco dagli Appennini alle Ande".
Riguardo al titolo, dico solo che mi sembra assurdo giudicare una qualsiasi opera a partire dal titolo, per quanto stupido o assurdo possa essere, senza nemmeno provare a vedere quali siano i suoi contenuti.
infatti il problema non è il fatto che il titolo abbia un senso o no, è che la gente se lo trova scritto sulla guida tv o vede per caso la sigla e sicuramente pensa "che schifo!" c'e anche chi prova a vederlo ma spesso la gente sà essere piena di pregiudizi !
và comunque detto che non bisognerebbe mai giudicare dalla copertina o dal titolo ! (magari funzionasse veramente cosi!)
Complimenti ad Adu per la recensione.
EDIT: eccola qui. Devo dire che mi aspettavo di peggio, anche se dal testo sembra che questo qui stia andando a fare una passeggiata di salute.
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Io e i <i>meisaku</i> non andiamo molto d'accordo, lo ammetto. Però questo mi sembra diverso. Voglio dire, ha fatto piangere Slanzard! Ci farò un pensierino.
senza contare che dalla sigla sembra quasi che tutto l'anime sia incentrato sul viaggio a Milano.
comunque hai ragione sul fatto che dalla sigla Romeo sembra andare a Milano in vacanza
Comunque mi incuriosisce non poco la concomitanza di anime ambientati a Milano fra l'inizio e la prima metà del secolo scorso(ex:porco rosso)...
Credo che nel 1997 sia stato trasmesso d'estate e/o di mattina, dato che in molti (me compreso) non l'hanno visto.
Comunque la serie è ambientata fra la fine dell'800 e i primi del '900 e non c'entra dunque col fascismo.
correggo subito!
Ritornando a "Romeo no aoi sora" (mi rifiuto di chiamarlo con quel titolo immondo), ho provato a guardare alcune puntate in italiano, ma ho piantato dopo mezza puntata perchè c'era quella maledetta narratrice che raccontava e spiegava la storia ogni mezzo secondo di silenzio che mi faceva venir voglia di lanciare il computer fuori dalla finestra (e qui ho presupposto che ci fosse lo zampino di Carrassi). Mi piacerebbe vederlo intero prima o poi, possibilmente integrale.
"L'episodio 17 (Imboscata a San Babila) è stato completamente censurato, non per la violenza dei contenuti, come Mediaset ha sostenuto, ma per il fatto che proprio in quella puntata Alfredo, davanti a tutti, smaschera Andrea, rendendo di pubblico dominio la sua identità sessuale... In seguito tutti i discorsi italiani vengono storpiati per non dar da capire che Andrea è in effetti una femmina. Come se lo saranno spiegate allora i nostri piccoli telespettatori, gesti come il dono di un fiore da Alfredo ad Andrea che lei mette tra i capelli? Questa parte non è censurata e se Andrea fosse un maschio, come il censore si è sforzato di darci a bere, apparirebbe ancora più ambiguo." Ah ah ah ah! A volte i censori fanno più danni che bene, e non l'hanno ancora capito a distanza di 20 anni.
Del libro io ho letto l'unica versione disponibile in Italia a quanto ne so, ossia quella edita da Zoolibri. Un romanzo illustrato da Hannes Binder che consiglio caldamente per le splendide tavole. Il disegno è fatto a pastello bianco su cartoncino nero, conferendo un'aria cupa e truce all'intera opera che a mio avviso ricorda un po' il fumetto di Thomas Ott, con le sue tavole mute e il suo caratteristico "graffiato".
Che novità, ancora una volta, che la Mediaset abbia potuto censurare anche scene del genere
"Grande" Mediaset!
La serie in videocassetta è stata interrotta. Se non erro uscirono soltanto le prime due, ma non fu completata.
Ad Ahitaka & Kotaro: ah, ma erano videocassette quelle che erano state ditribuite dalla Dynit! Ora si spiega perché sono irreperibili! E io che credevo che si trattasse di Dvd!
Grazie per l'informazione. In effetti mi ero attivato sul mercato dell'usato trovando solo le prime due vhs. Ora capisco il perchè.
Credo proprio che chi non ha ancora visto questo anime lo deve recuperare al più presto, perchè secondo me è un anime imperibile .
Concludo col consigliare a tutti questa splendida serie e col dire a tutti quelli che l'hanno guardata e che hanno detto che è brutta: ognuno ha i suoi gusti, ma almeno questo anime è istruttivo e spiega il vero valore dell'amicizia. Di sicuro è meglio di quegli anime pieni di scazzottate anche senza senso.
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