Antonio Perra ha pubblicato sul sito di ComicsBlog un paio di interessanti interviste a Paolo Gattone, direttore editoriale di GOEN, e a Marco Schiavone, CEO di Edizioni BD e direttore editoriale di JPop.
Riporteremo sulle nostre pagine solo alcuni brevi estratti e in particolare ci focalizzeremo su alcune domande presenti in entrambe, in quanto le differenti risposte possono dare alcuni buoni spunti di discussione.
Tuttavia le interviste complete offrono altri passaggi interessanti e svelano alcuni titoli in anteprima, da noi tra l'altro brevemente elencati nella rubrica di 'pillole' dagli editori italiani di manga. Per questo motivo vi consigliamo vivamente di leggerle, i link li trovate anche tra le fonti a questo articolo.
Come avviene solitamente la procedura di acquisto dei titoli in Giappone? Contatti l’editore, fai un’offerta, si partecipa a delle aste? Si sente spesso dagli addetti ai lavori che gli editori giapponesi sono piuttosto “schizzinosi” e selettivi nella scelta dei loro partner esteri…
Paolo Gattone: Eh, ma questa è una domanda da un milione di euro! Partiamo dal presupposto che non è facile trattare con i giapponesi. Con loro valgono criteri di anzianità e fiducia. Bisogna avere una lunga militanza nel campo e proiettare un’immagine di grande solidità aziendale per poter lavorare con loro. Questa fiducia, però, viene ripagata con il tempo da un rapporto molto forte, che, per esempio, con GOEN ci ha permesso di bruciare le tappe, arrivando in soli sei mesi di pubblicazione a lavorare con alcune delle più prestigiose case editrici giapponesi, e a pubblicare grandissimi autori, come Osamu Tezuka, Yumiko Igarashi, Riyoko Ikeda. Per acquistare un titolo devi sapere a chi chiedere (alla casa editrice, a un agente che fa da intermediario, a volte all’autore stesso), poi devi intavolare una trattativa composta da mille sfumature, non solo dall’offerta in sé e per sé. Ci sono editori che raccolgono offerte, raramente qualche asta, altri che ti affidano un autore o una serie perché ritengono il tuo parco testate adatto o perché sei in grado di garantire una certa qualità di edizione. Per tutta una serie di motivi, GOEN è oggi considerata molto positivamente dai partner asiatici e questo ci riempie d’orgoglio, perché presto avremo accesso anche alle più blasonate case editrici giapponesi. Una piccola anticipazione? Presto in nostri primi titoli da Kadokawa Shoten, Shogakukan, e…
Marco Schiavone: Credo che gli editori giapponesi tendano a lavorare ognuno con i pochi soggetti che ritiene affidabili perché essendo lontani ogni diatriba o vertenza sarebbe molto costosa da seguire. Ed è indubbio che nella pur piccola storia dell’editoria italiana vi sono stati diversi casi di personaggi, diciamo creativi, che ai pagamenti puntuali preferivano le favole. Per quanto riguarda le aste, queste sono rare, poiché difficilmente l’editore giapponese decide soltanto in base al denaro offerto, come invece succede più frequentemente con gli editori americani. La situazione economica attuale fa sì comunque che un’offerta generosa da un editore poco conosciuto oggi venga comunque presa in considerazione, mentre poco tempo fa, ricordo i nostri inizi, non veniva neanche raccolta.
Apparentemente il nostro piccolo mercato sembrerebbe saturo di proposte ed editori, eppure, quasi ciclicamente nascono nuove realtà editoriali che attingono al serbatoio di manga giapponesi, manhwa coreani e, anche se in minor misura, perfino ai manhua cinesi… Da una parte, quindi, gli editori lamentano la crisi delle vendite, dall’altra si è creata una situazione anomala in cui l’offerta è maggiore della domanda. Nonostante questo, i prezzi delle pubblicazioni rimangono alti. Cosa succede nel mercato e come deve organizzarsi un editore per rimanere competitivo?
Paolo Gattone: Credo che un editore debba crearsi un’identità per cercare di conquistare la fiducia dei lettori e dei rivenditori. Dal canto nostro abbiamo cercato di rispettare alcuni criteri: qualità di edizione, prezzi il più possibile contenuti, collane dall’identità precise (pescando anche nei classici), regolarità nelle uscite, aumento progressivo (e non eccessivo) delle uscite. Le nostre promozioni hanno dato buon esito e, seppure siamo ancora giovani, le prospettive per sopravvivere nel mercato sono altrettanto buone. Credo che la pluralità di operatori nel settore crei qualche confusione, ma la concorrenza è sempre uno stimolo positivo per migliorare, e un’opportunità per i lettori che hanno un grande ventaglio di scelte. Forse oggi il problema principale dei troppi operatori di settore è che per accaparrarsi un titolo o un autore famoso si arrivano a spendere cifre folli. Si vende meno della metà di tre anni fa e a volte si offrono cifre triple o quadruple rispetto al passato. Ciò fa sì che spesso vengano acquistati titoli con offerte molto al di sopra delle reali possibilità di vendita e il rischio di non pareggiare nemmeno diventa concreto prima, la norma poi.
Marco Schiavone: La situazione è molto anomala e ricorda per certi versi il mercato delle librerie di varia: all’abbassarsi della domanda, gli editori moltiplicano la loro offerta, sia per intercettare comunque un lettore interessato, sia per sostenere il loro fatturato, seppure con un numero di copie vendute a titolo più basso. Questo genera parecchi problemi: se tre anni fa, per esempio, vendevo 3000 copie a titolo per dieci titoli, e oggi per vendere 30.000 copie devo fare uscire venti titoli, questo vuol dire che il fatturato è più o meno lo stesso, ma il margine è azzerato e si sta lavorando a margine basso o nullo, con grossi rischi per tutti i fornitori. Non aiuta inoltre una fase di stagnazione che rende impossibile aumentare i prezzi dei volumetti (così come le tariffe di molti collaboratori). Oggi rispetto al 2006 la benzina costa il 20% in più, e aumenti simili hanno avuto il caffè al bar, o i quotidiani. E la carta per stampare i nostri volumetti, i cui prezzi però sono rimasti invariati, perché ci rendiamo conto che già così i nostri lettori fanno fatica a potersi permettere tutto quello che vogliono leggere.
Quando si parla di “materiali” inviati dal Giappone, in concreto di cosa si tratta? Di tankobon da “squartare” e scansionare in casa, di tankobon già “squartati”, di materiale già scansionato in Giappone e inviato su CD, copie dei file originali dello stesso autore (in caso questo lavori al PC)? Se le opzioni sono tutte previste, quale di queste è la più frequente?
Paolo Gattone: Tutto quello che hai citato. A volte scansioni albi, a volte hai i materiali, se disponibili (a caro prezzo). In generale il mix più frequente è file digitali su CD per le pagine a colori e scansioni da volumetto originale per il b/n (per questo bisogna avere una grande esperienza con lo scanner e buone competenze informatiche).
Marco Schiavone: Di solito ci vengono proposti i materiali di stampa archiviati dal tipografo giapponese. Questi a volte sono compressi, immaginiamo per motivi di spazio, perdendo qualità rispetto all’edizione originale. Quando non siamo sicuri di questa qualità, o quando ci viene chiesto di pagare un prezzo sproporzionato, preferiamo operare con le scansioni dei volumetti originali, perché questo ci consente poi di operare direttamente e lavorare i files per ottenere il miglior risultato possibile. A volte questo non ci viene consentito e siamo obbligati a usare i materiali originali, anche quando questi non sono buoni.
Quante copie deve vendere un titolo in Italia per essere considerato un “successo editoriale”? A questo proposito, quali sono i titoli del vostro catalogo che attualmente hanno ricevuto dal pubblico un’accoglienza più immediata e/o favorevole?
Paolo Gattone: Il successo di vendite si misura sull’aspettativa che ha ogni editore, parametrato sull’offerta fatta, sui costi di struttura, sui costi di edizione, sull’importanza strategica del titolo. Non esiste una risposta precisa: un titolo che vende 1000 copie può essere un successo (anche economico), mentre uno che ne vende 5000 può rappresentare una perdita secca. Nel nostro catalogo abbiamo ricevuto una sorpresa estremamente positiva per “Tyr Chronicles”, mentre vanno bene i titoli legati per alle promozioni, “Yoichi – Professione samurai” e “Sakura Mail”. La MIRAI COLLECTION ha subito un (prevedibile) balzo in avanti con il “The Saint Comes at Midnight” di Masaomi Kanzaki. I classici si mantengono in costante progressione, con incoraggianti risultati per “Koronde Pokkle” e per “Lady!!”, che era partito un po’ piano, ma sta recuperando alla grande.
Marco Schiavone: Quando ho iniziato a costruire JPop il mio distributore mi aveva dato 3000 copie come barriera da superare per rendere un titolo soddisfacente dal punto di vista commerciale. Credo che questa cifra si sia forzatamente abbassata, per tutti. Dei nostri titoli in corso, direi che Defense Devil e Saint Seiya Next Dimension sono quelli che godono del pubblico più ampio, dietro di loro ci sono Haruhi Suzumiya, Full Metal Panic, Cyborg 009, Wolf Guy, Sun Ken Rock, Zelda e subito dietro Attack No.1, The Climber, Loveless e Nabari.
Proprio in riferimento a questo argomento, pensi che la via dell’abbandono della carta come supporto per la lettura sia già segnata? Non si rischia, invece, di dare ancora maggior impulso alla pirateria? Mi spiego meglio: mettendo da parte l’ovvio fattore legale, qual è il valore aggiunto di un’edizione a pagamento tradotta ufficialmente rispetto a quella comunque immateriale, praticamente “usa e getta”, degli scanlator navigati, che probabilmente riescono a renderla disponibile anche più rapidamente?
Paolo Gattone: Sono un grande appassionato di nuove tecnologie e seguo con attenzione l’evolversi dell’editoria digitale, ma penso che sia ancora presto per la diffusione di massa del manga digitale. Esistono problemi oggettivi: gli iPad costano tanto, la Apple applica una rigida politica di censura, molti editori giapponesi sono interessati a controllare direttamente il business. Infine, secondo me, la nicchia di lettori italiani appassionati di manga preferisce il fascino della carta stampata. In più l’italiano medio non è portato a pagare quello che può avere gratuitamente, anche se con qualche espediente, tanto più che spesso il lavoro degli scanlator è anche migliore di quello dei professionisti.
Marco Schiavone: Se mettiamo da parte l’ovvio fattore legale, anche acquistare un’auto da un concessionario ha poco valore aggiunto rispetto a rubarne una in mezzo a una strada… ed è anche più noioso. Scherzi a parte, la mia idea è che l’edizione digitale possa essere un ottimo sistema per provare titoli da acquistare poi cartacei quando convinti della bontà degli stessi. Quindi per chi è indeciso credo sia meglio spendere pochi centesimi e provare a leggere un fumetto tradotto correttamente e con le grafiche adattate da professionisti. A me capita spesso di guardare scan di serie non ancora edite, per cercare di capire meglio di cosa parlano mentre aspetto che qualche mio traduttore mi prepari una scheda e un riassunto. Ho usato “guardare” appositamente, perché a volte quello che leggo non ha molto senso, per cui aspetto poi di capire meglio quanto mi risulta nell’immediato totalmente sconclusionato. Per quanto vi sia innegabile passione dietro molte scan, mi chiedo quanti lettori non abbiano mai preso in considerazione alcune serie solo perché passati prima da scan approssimative…
Fonti:
- intervista a Paolo Gattone
- intervista a Marco Schiavone
Riporteremo sulle nostre pagine solo alcuni brevi estratti e in particolare ci focalizzeremo su alcune domande presenti in entrambe, in quanto le differenti risposte possono dare alcuni buoni spunti di discussione.
Tuttavia le interviste complete offrono altri passaggi interessanti e svelano alcuni titoli in anteprima, da noi tra l'altro brevemente elencati nella rubrica di 'pillole' dagli editori italiani di manga. Per questo motivo vi consigliamo vivamente di leggerle, i link li trovate anche tra le fonti a questo articolo.
Come avviene solitamente la procedura di acquisto dei titoli in Giappone? Contatti l’editore, fai un’offerta, si partecipa a delle aste? Si sente spesso dagli addetti ai lavori che gli editori giapponesi sono piuttosto “schizzinosi” e selettivi nella scelta dei loro partner esteri…
Paolo Gattone: Eh, ma questa è una domanda da un milione di euro! Partiamo dal presupposto che non è facile trattare con i giapponesi. Con loro valgono criteri di anzianità e fiducia. Bisogna avere una lunga militanza nel campo e proiettare un’immagine di grande solidità aziendale per poter lavorare con loro. Questa fiducia, però, viene ripagata con il tempo da un rapporto molto forte, che, per esempio, con GOEN ci ha permesso di bruciare le tappe, arrivando in soli sei mesi di pubblicazione a lavorare con alcune delle più prestigiose case editrici giapponesi, e a pubblicare grandissimi autori, come Osamu Tezuka, Yumiko Igarashi, Riyoko Ikeda. Per acquistare un titolo devi sapere a chi chiedere (alla casa editrice, a un agente che fa da intermediario, a volte all’autore stesso), poi devi intavolare una trattativa composta da mille sfumature, non solo dall’offerta in sé e per sé. Ci sono editori che raccolgono offerte, raramente qualche asta, altri che ti affidano un autore o una serie perché ritengono il tuo parco testate adatto o perché sei in grado di garantire una certa qualità di edizione. Per tutta una serie di motivi, GOEN è oggi considerata molto positivamente dai partner asiatici e questo ci riempie d’orgoglio, perché presto avremo accesso anche alle più blasonate case editrici giapponesi. Una piccola anticipazione? Presto in nostri primi titoli da Kadokawa Shoten, Shogakukan, e…
Marco Schiavone: Credo che gli editori giapponesi tendano a lavorare ognuno con i pochi soggetti che ritiene affidabili perché essendo lontani ogni diatriba o vertenza sarebbe molto costosa da seguire. Ed è indubbio che nella pur piccola storia dell’editoria italiana vi sono stati diversi casi di personaggi, diciamo creativi, che ai pagamenti puntuali preferivano le favole. Per quanto riguarda le aste, queste sono rare, poiché difficilmente l’editore giapponese decide soltanto in base al denaro offerto, come invece succede più frequentemente con gli editori americani. La situazione economica attuale fa sì comunque che un’offerta generosa da un editore poco conosciuto oggi venga comunque presa in considerazione, mentre poco tempo fa, ricordo i nostri inizi, non veniva neanche raccolta.
Apparentemente il nostro piccolo mercato sembrerebbe saturo di proposte ed editori, eppure, quasi ciclicamente nascono nuove realtà editoriali che attingono al serbatoio di manga giapponesi, manhwa coreani e, anche se in minor misura, perfino ai manhua cinesi… Da una parte, quindi, gli editori lamentano la crisi delle vendite, dall’altra si è creata una situazione anomala in cui l’offerta è maggiore della domanda. Nonostante questo, i prezzi delle pubblicazioni rimangono alti. Cosa succede nel mercato e come deve organizzarsi un editore per rimanere competitivo?
Paolo Gattone: Credo che un editore debba crearsi un’identità per cercare di conquistare la fiducia dei lettori e dei rivenditori. Dal canto nostro abbiamo cercato di rispettare alcuni criteri: qualità di edizione, prezzi il più possibile contenuti, collane dall’identità precise (pescando anche nei classici), regolarità nelle uscite, aumento progressivo (e non eccessivo) delle uscite. Le nostre promozioni hanno dato buon esito e, seppure siamo ancora giovani, le prospettive per sopravvivere nel mercato sono altrettanto buone. Credo che la pluralità di operatori nel settore crei qualche confusione, ma la concorrenza è sempre uno stimolo positivo per migliorare, e un’opportunità per i lettori che hanno un grande ventaglio di scelte. Forse oggi il problema principale dei troppi operatori di settore è che per accaparrarsi un titolo o un autore famoso si arrivano a spendere cifre folli. Si vende meno della metà di tre anni fa e a volte si offrono cifre triple o quadruple rispetto al passato. Ciò fa sì che spesso vengano acquistati titoli con offerte molto al di sopra delle reali possibilità di vendita e il rischio di non pareggiare nemmeno diventa concreto prima, la norma poi.
Marco Schiavone: La situazione è molto anomala e ricorda per certi versi il mercato delle librerie di varia: all’abbassarsi della domanda, gli editori moltiplicano la loro offerta, sia per intercettare comunque un lettore interessato, sia per sostenere il loro fatturato, seppure con un numero di copie vendute a titolo più basso. Questo genera parecchi problemi: se tre anni fa, per esempio, vendevo 3000 copie a titolo per dieci titoli, e oggi per vendere 30.000 copie devo fare uscire venti titoli, questo vuol dire che il fatturato è più o meno lo stesso, ma il margine è azzerato e si sta lavorando a margine basso o nullo, con grossi rischi per tutti i fornitori. Non aiuta inoltre una fase di stagnazione che rende impossibile aumentare i prezzi dei volumetti (così come le tariffe di molti collaboratori). Oggi rispetto al 2006 la benzina costa il 20% in più, e aumenti simili hanno avuto il caffè al bar, o i quotidiani. E la carta per stampare i nostri volumetti, i cui prezzi però sono rimasti invariati, perché ci rendiamo conto che già così i nostri lettori fanno fatica a potersi permettere tutto quello che vogliono leggere.
Quando si parla di “materiali” inviati dal Giappone, in concreto di cosa si tratta? Di tankobon da “squartare” e scansionare in casa, di tankobon già “squartati”, di materiale già scansionato in Giappone e inviato su CD, copie dei file originali dello stesso autore (in caso questo lavori al PC)? Se le opzioni sono tutte previste, quale di queste è la più frequente?
Paolo Gattone: Tutto quello che hai citato. A volte scansioni albi, a volte hai i materiali, se disponibili (a caro prezzo). In generale il mix più frequente è file digitali su CD per le pagine a colori e scansioni da volumetto originale per il b/n (per questo bisogna avere una grande esperienza con lo scanner e buone competenze informatiche).
Marco Schiavone: Di solito ci vengono proposti i materiali di stampa archiviati dal tipografo giapponese. Questi a volte sono compressi, immaginiamo per motivi di spazio, perdendo qualità rispetto all’edizione originale. Quando non siamo sicuri di questa qualità, o quando ci viene chiesto di pagare un prezzo sproporzionato, preferiamo operare con le scansioni dei volumetti originali, perché questo ci consente poi di operare direttamente e lavorare i files per ottenere il miglior risultato possibile. A volte questo non ci viene consentito e siamo obbligati a usare i materiali originali, anche quando questi non sono buoni.
Quante copie deve vendere un titolo in Italia per essere considerato un “successo editoriale”? A questo proposito, quali sono i titoli del vostro catalogo che attualmente hanno ricevuto dal pubblico un’accoglienza più immediata e/o favorevole?
Paolo Gattone: Il successo di vendite si misura sull’aspettativa che ha ogni editore, parametrato sull’offerta fatta, sui costi di struttura, sui costi di edizione, sull’importanza strategica del titolo. Non esiste una risposta precisa: un titolo che vende 1000 copie può essere un successo (anche economico), mentre uno che ne vende 5000 può rappresentare una perdita secca. Nel nostro catalogo abbiamo ricevuto una sorpresa estremamente positiva per “Tyr Chronicles”, mentre vanno bene i titoli legati per alle promozioni, “Yoichi – Professione samurai” e “Sakura Mail”. La MIRAI COLLECTION ha subito un (prevedibile) balzo in avanti con il “The Saint Comes at Midnight” di Masaomi Kanzaki. I classici si mantengono in costante progressione, con incoraggianti risultati per “Koronde Pokkle” e per “Lady!!”, che era partito un po’ piano, ma sta recuperando alla grande.
Marco Schiavone: Quando ho iniziato a costruire JPop il mio distributore mi aveva dato 3000 copie come barriera da superare per rendere un titolo soddisfacente dal punto di vista commerciale. Credo che questa cifra si sia forzatamente abbassata, per tutti. Dei nostri titoli in corso, direi che Defense Devil e Saint Seiya Next Dimension sono quelli che godono del pubblico più ampio, dietro di loro ci sono Haruhi Suzumiya, Full Metal Panic, Cyborg 009, Wolf Guy, Sun Ken Rock, Zelda e subito dietro Attack No.1, The Climber, Loveless e Nabari.
Proprio in riferimento a questo argomento, pensi che la via dell’abbandono della carta come supporto per la lettura sia già segnata? Non si rischia, invece, di dare ancora maggior impulso alla pirateria? Mi spiego meglio: mettendo da parte l’ovvio fattore legale, qual è il valore aggiunto di un’edizione a pagamento tradotta ufficialmente rispetto a quella comunque immateriale, praticamente “usa e getta”, degli scanlator navigati, che probabilmente riescono a renderla disponibile anche più rapidamente?
Paolo Gattone: Sono un grande appassionato di nuove tecnologie e seguo con attenzione l’evolversi dell’editoria digitale, ma penso che sia ancora presto per la diffusione di massa del manga digitale. Esistono problemi oggettivi: gli iPad costano tanto, la Apple applica una rigida politica di censura, molti editori giapponesi sono interessati a controllare direttamente il business. Infine, secondo me, la nicchia di lettori italiani appassionati di manga preferisce il fascino della carta stampata. In più l’italiano medio non è portato a pagare quello che può avere gratuitamente, anche se con qualche espediente, tanto più che spesso il lavoro degli scanlator è anche migliore di quello dei professionisti.
Marco Schiavone: Se mettiamo da parte l’ovvio fattore legale, anche acquistare un’auto da un concessionario ha poco valore aggiunto rispetto a rubarne una in mezzo a una strada… ed è anche più noioso. Scherzi a parte, la mia idea è che l’edizione digitale possa essere un ottimo sistema per provare titoli da acquistare poi cartacei quando convinti della bontà degli stessi. Quindi per chi è indeciso credo sia meglio spendere pochi centesimi e provare a leggere un fumetto tradotto correttamente e con le grafiche adattate da professionisti. A me capita spesso di guardare scan di serie non ancora edite, per cercare di capire meglio di cosa parlano mentre aspetto che qualche mio traduttore mi prepari una scheda e un riassunto. Ho usato “guardare” appositamente, perché a volte quello che leggo non ha molto senso, per cui aspetto poi di capire meglio quanto mi risulta nell’immediato totalmente sconclusionato. Per quanto vi sia innegabile passione dietro molte scan, mi chiedo quanti lettori non abbiano mai preso in considerazione alcune serie solo perché passati prima da scan approssimative…
Fonti:
- intervista a Paolo Gattone
- intervista a Marco Schiavone
L'ultima domanda è la migliore, devo dire che le risposte di entrambi sono state molto oneste e anche piacevoli... Effettivamente credo che molti di noi preferiscano la versione cartacea, ma allo stesso tempo viene comprato un manga in seguito alla passione che puo nascere attraverso gli scans!!!
Si ma non è che uno per leggere le scan debba per forza appoggiarsi a Steve Jobbs .
A me le scan non interessano particolarmente sarei curioso di provare qualche titolo in più questo sicuramente come tutti. Io sostengo il fatto che il primo editore che le proporrà farà i soldi a palate. Secondo me gli editori non si rendono conto di quanta gente c'è che scanna e basta. Pensano, sbagliando, che siano pochi. Ed è inutile anche pensare "quelli scannano e scannerebbero anche se ci fossero scan legali". Al contrario se fatte bene, ad un prezzo accessibile secondo me in tantissimi ne farebbero uso. Visto che Paolo Gattone nomina Ipad e Apple si guardi ITunes. La musica online la si può scaricare ovunque eppure Itunes fa soldi a palate perchè è economico, efficente e legale.
Non voglio riaccendere una guerra sulle scan sì o scan no, voglio solo dire che i soldi che ho speso in fumetti sono gran parte merito di scan di fumetti che ho seguito (o serie animate fansubbate di quei fumetti che mi hanno spinto all'acquisto del manga).
Poi questa sua "falsità" (chiedo venia ma non sò come dire altrimenti) è leggermente ridicola, non credo che lui sia all'oscuro che quasi nessuno legge le scans sull'ipad (proprio per il costo) ma la maggior parte su pc, ebook reader o addirittura nintendo ds. L'ho fatto io e sò che che lo fanno, non ho problemi a parlare di scan dato la casa piena di fumetti che mi ritrovo
Ora leggo Schiavone.
Per Schiavone simpaticissimo sulle scan, a cui si rivolge la mia attenzione dato che di precedente non ha detto nulla di particolare imho.
La solita fe**eria fatta che leggere una scan sia come rubare un auto, senza invece pensare ai ladri che noi tutti accettiamo e senza pensare ai soldi che si fanno la SIAE e corrispettivi e i vari editori.
Sul discorso scan approssimative sono d'accordo con lui, solo che vorrei fargli notare che sono ragazzi che si sbattono ore per delle scan senza essere pagati a differenza loro.
Lasciando stare che comunque le scan sono illegali ma se uno mi fa l'esempio della macchina non ci parlo proprio xD
Mi domando per quanto tempo i due continueranno a lavorare insieme se questo e' un esempio della loro affinita' di vedute ... :-/
P.S. mi correggo, i due non lavorano affatto insieme, avevo capito male, ops!
Davvero molto interessante.
Ma la GOEN potrebbe finirla di incurioscirmi cosi e dirmi subito i titoli? XD
Nella seconda risposta si sottolinea come le case editrici debbano prendere i propri lettori con il verso giusto, come sta iniziando a fare la GOEN che sta partendo con il piede giusto, come la J-Pop, che sta sempre di più guadagnando i lettori con le sue sempre migliori sovraccopertine e con le pagine a colori, senza mai aumentare il prezzo. (Non giudico ancora la GOEN sul prezzo perchè è un po' troppo presto)
Nella terza risposta si fa semplicemente capire il duro lavoro che devono fare lecase editrici e, capisco, perchè alcune volte ci sono problemi con le uscite dei manga. Magari i giappi si scordano a volte, questo non per giustificarte le case editrici, ma perchè non hanno sempre colpa.
Ancora nella quarta fa capire nonostante il duro lavoro delle case, il successo non è lo stesso del Giappone, quindi le apprezzo molto che continuano con il loro lavoro anche se non hanno tutto quel successo che si aspettano (a meno che non mi presente opere come Suzumiya, come evidenziato da J-Pop)
Sull'ultima domanda, vorrei esprimere il mio parere: Sono d'accordo che non si devono mettere le scan dei titoli delle case editrici e capisco il culo che si fanno, se si considera anche che mettono i capitoli scan proprio sul loro sito, però sono d'accordo che si mettano i titoli non editi in Italia, anche se non è una cosa giusta.
Voglio ringraziare anche gli autori perchè mi hanno fatto capire molto dall'intervista, e spero che la GOEN ci dica i titoli che tiene nascosta...
Personalmente, dalle risposte date e dall'approccio al mondo editoriale, preferisco l'atteggiamento di Paolo Gattone.
"A volte questo non ci viene consentito e siamo obbligati a usare i materiali originali, anche quando questi non sono buoni."
Questa frase non mi è piaciuta per nulla
Molto di quello che è stato detto lo avevo già intuito indirettamente, soprattutto il grande lavoro che c'è dietro all'acquisizione e alla pubblicazione di manga all'estero, so che l'azienda tipo giapponese ha un iter e una struttura interna segue una scala di valori quasi antitetica a quella italiana, dove vige l'anzianità del rapporto con i collaboratori, richiedono un certo margine di qualità, ecc., cosa ancora più difficile da attuare in Italia dove il manga è una realtà di nicchia, spesso e volentieri anche bistrattata a priori dai non appassionati, al contrario di quanto avviene in Giappone dove è una presenza assai più solida, sebbene i detrattori ci siano anche lì ovviamente.
Mi ha permesso di comprendere la "filosofia editoriale" dietro due importanti case editrici!
Anche secondo me l'edizione digitale, se ben fatta, può essere uno stimolo per invogliare il lettore a seguire una determinata serie.
Se non sbaglio la J-Pop per Defense Devil ha messo online una preview di poche scan come fa la Planet Manga per pubblicizzare i suoi prodotti.
Secondo me questo è un altro metodo per consentire al lettore di comprendere se l'opera è di suo interesse.
Dovrebbero farlo per tutte le pubblicazioni di nuova uscita.
Per quanto riguarda il discorso delle scan, devo ammettere che io ho due punti di vista diametralmente differenti sulla questione: se da un lato le reputo dannose sia nei confronti degli editori che degli autori stessi, da un altro devo ammettere di esserne un assiduo lettore; devo tuttavia ammettere che le serie che seguo in scan sono per la maggior parte indedite in Italia e che, per quelle poche tra esse che vengono pubblicate nel nostro paese, ho comunque l'abitudine di acquistare anche i volumetti cartacei: in parole povere, non sono riuscito a placare la mia curiosità nei confronti di certe serie e così, una volta arrivato a pari con l'edizione italiana, ho cominciato a seguirle in scan. Mi rendo comunque conto che molte persone leggano le scan senza poi comprare i volumi cartacei, e devo ammettere che è un comportamento che non mi va molto a genio; del resto, tuttavia, io non sono nessuno per poterli criticare o imporre loro di smettere.
Molto interessante anche il punto di vista dei due intervistati sull'argomento, anche se dalla risposta di Schiavone ho avuto l'impressione che del mondo delle scan lui sappia ben poco...
Concludo dicendo che, per quanto mi riguarda, non ci vedo nulla di male nell'utilizzo delle scan come mezzo per giudicare un'opera prima di decidere se acquistarla o meno: non so più quante volte, dopo aver guardato con sufficienza un manga in fumetteria, mi sia capitato di fiondarmi a cercarne una copia dopo aver provato a leggere uno o due capitoli in scan...
No, fu mandato via a calci (come al solito).
Io come ho già detto invece leggo le scan solo inedite in Italia. Quindi, spero non ti offenda, anche il tuo comportamento è da criticare, perchè alla fine la casa editrice sta facendo il suo con l'opera, se tu leggi le scan, non solo fai male, ma ti perdi anche il gusto del prossimo volume.
P.S. Ammettilo, leggi le scan su 5 elementos...
Prima delle scan , a fine anni 90 il manga più scarso e impopolare vendeva in edicola la media di 10.000 copie.
Adesso un manga di successo ne vende 3000.
Fate voi i conti.
Sarà che a me le posizioni estremiste mi sono sembrate sempre ridicole.
Certo, qualche danno lo fanno di certo, ma irrisorio con i confronti di quanto stanno facendo gli stessi editori.
Fai l'esempio degli anni '90 ed è palese come parli senza cognizione di causa. Negli anni '90 il mercato era ben diverso, sia nell'offerta, che nella richiesta. Un appassionato negli anni '90 poteva permettersi di comprare tutto quello che usciva, le libreria potevano permettersi di esporre tutte le serie uscite mensilmente con ampi margini espositivi.
Ora c'è un grosso problema, ogni mese escono, in questo 2011, una media di 135 volumetti al mese, solo di manga. L'affollamento è tale che è impossibile che tutti ricevano la stessa visibilità, anzi, spesso, pur sapendo che un prodotto che aspetto deve uscire, rischio di andare in fumetteria e tornare senza averlo preso, perchè non lo vedo e me ne scordo.
Inoltre l'offerta per genere è immensa, e ogni prodotto, per quanto mediocre, ruba lettori ad altri.
Inoltre alcuni editori cercano proprio di sfruttare questa saturazione per acquisire visibilità e occupare gli scaffali a discapito di altri con meno uscite. La cosa è fattibile ovviamente per i grandi, che non hanno problemi a fare uscire 50 volumetti al mese, anche con titoli semi-spazzatura che probabilmente andranno in perdita. La tattica, tuttavia, ha i suoi frutti e sottrae visibilità agli editori piccoli.
Un esempio, per capirci: prendiamo Adachi.
Crossgame in versione Flashbook, nonostante sia uno dei manga recenti di Adachi più interessanti, vende circa la metà (secondo i nostri dati) di Q&A di Star Comics, che onestamente non è una delle opere di Adachi migliori IMHO. Eppure anche Flashbook ha fatto un'ottima edizione.
Ovviamente c'è una discorso di fidelizzazione, tuttavia spesso l'area Star nelle fumetterie è ben più in vista rispetto a quella Flashbook, relegata ad un angolino.
Insomma, più area di fumetteria riesci a coprire, più visibilità hai, più è probabile che un tuo volumetto venda qualcosa di più. Alcuni nuovi cercano tra le altre cose di tenere elevato il numero delle uscite mensili anche di usare questa tecnica per acquisire visibilità, vedi GP, che le capacità economiche per farlo. Alla lunga, poi, magari riesci anche a fare saltare un concorrente.
Inoltre ci sono altri fattori che non sto qui a spiegare, ma la situazione è ben più articolata di quel che sembra.
Sicuramente, se un'opera vende 5 volte meno, non è certo colpa delle scan, ma alla saturazione del mercato e dell'eccessiva offerta.
Una volta i manga erano pochi, se volevo leggerne uno, non avevo scelta su quali comprare. Ora, beh, è un problema scegliere quale prendere
Ciao!
Tacchan
Invece c'è gente che lo fa. Io ad esempio leggo le scans per lo più per capire come è il manga, ma se uno mi piace, scatta subito l'acquisto appena viene pubblicato in Italia.
Chi legge le scans e non compra nel 90% dei casi non comprerebbe comunque, almeno secondo la mia personale esperienza fra i miei conoscenti.
Non diciamo eresie: se le auto si potessero scaricare da internet senza alcun rischio di finire in galera , i concessionari chiuderebbero all' istante!
Magari qualcuno che compra tutto quello che legge in scan c'è, ma il 90% dei lettori , se può leggere senza pagare, lo fa e basta.
E questo deve capirlo anche Tacchan, che 11 anni fa le scan non c'erano e se uno voleva leggere un manga se lo doveva comprare , punto.
Ed anche perchè non c'erano le scan, c'era più fame di manga.
Oggi quando un titolo arriva in Italia c'è già una bella fetta di lettori che se lo è già letto scanlato in italiano e inglese, e questo porta a una svalutazione del prodotto, e quindi ad evitare l'acquisto.
La stessa cosa che accde con il fan sub che ha letteralmente ammazzato il mercato televisivo e dell' home video.
Certo, potremmo stare ore e ore a discutere se le scan o il fan sub rovinino o meno il mercato, ma di una sola cosa siamo certi, dei fatti.
E i fatti dicono che da quando si sono diffusi il fan sub e le scan il rispettivi mercati editoriali sono andati progressivamente a gambe all' aria.
Una strana coincidenza, non trovate?
C'è gente che semplicemente non può spendere in manga, vuoi perchè è uno studente e ormai le opere più mature sono tutte a prezzi che cozzano col McMenu medio e con la benzina dello scooter, in ogni caso se non ci fossero le scan, non comprerebbero ugualmente.
Idem per gli scrocconi a sbafo, troverebbero altri hobby gratuiti.
E sinceramente, ci sono dei lettori a sbafo che sanno consigliare dei buoni manga a chi li compra, in un certo senso aiutano un po' anche loro a far pubblicità...
Riguardo ai fansub, il discorso è diverso: un manga la gente lo vuole sfogliare, se può, e non leggere su schermo (che poi colleziona porcherie che si deteriorano poco importa), un anime invece te lo godi a 720p ugualmente, non ha bisogno di un supporto particolare, se non una TV moderna. E lì più che pirateria, è una serie di abitudini sbagliate ad aver ammazzato il mercato home video (che nonostante in Dynit dicano da tempo che ormai siamo alla fine, le serie continuano a buttarne fuori sempre di più, e io compro e non sono l'unico).
Se il mercato dei manga fosse così in crisi, nè uscirebbero ben di meno.
Tralascio il discorso fansub visto che avrebbe bisogno di spazi più ampi per discuterne e non voglio andare OT, anche se sicuramente quello che dici per il fansub è vero, ma per motivi diversi da quelli te detti e molto meno banali (comunque il fansub lo uso e meno male che c'è).
Per le scan, non ritengo quello che dici vero, il tuo discorso non regge ed è chiaro e denota una certa mancanza di memoria storica da parte tua.
Da parte mia non ci metto molto a capire che 11 anni fa le scan non c'erano, il concetto è piuttosto banale credo ci sia poco da capire, quello che devi capire te è che 11 anni fa il mercato non era più grande dell'attuale, ma più piccolo, solo che i commensali erano molti meno.
La situazione è evidente non solo nel numero degli editori in vita, ma anche nel numero delle fumetterie.
Per esempio: 11 anni fa a verona c'erano 2 fumetterie, ora se non sbaglio 6. 11 anni fa uscivano 30/40 titoli al mese, ora si sfiorano i 150. 11 anni fa non uscivano ogni mese 20 nuove proposte. 11 anni fa c'erano meno serie secolari, e per secolari intendo serie infinite alla One Piece e Berserk, ecc... che continuano da allora e che ancora impegnano le tasche dei suoi lettori, togliendo risorse per comprare nuovi titoli.
Come pensi che un quindicenne, o un ventenne anche universitario, possa permettersi di seguire le nuove proposte quando magari ha già in corso serie storiche che escono saltuariamente? Ogni mese escono 20 titoli nuovi, mentre i vecchi che ha non finiscono, quante nuove serie può permettersi di iniziare ogni mese? Escono ogni mese 20 nuovi manga. 20!!! Anche se avessi i soldi, quando troverei il tempo di leggere tutto?
E guardando il numero complessivo di albi, stiamo parlando di 150 volumetti al mese per 800 Euro di spesa totale, secondo quanto te può spendere un universitario in manga? E anche io che lavoro, quanto credi che possa spendere? E anche se potessi comprarmeli tutti, dove me li metto? Quando li leggo? E quanti titoli mediocri troverei?
Ora ogni mese spendo circa 100 Euro solo per comprare SOLO i numeri 1 e i volumetti unici (i numeri uno e li compro e li leggo tutti per ragioni legate al sito).
E comunque la matematica non è un'opinione: 11 anni fa un lettore poteva comprare quasi tutto ciò che veniva proposto, ora deve scegliere. E se mediamente spende 50 Euro, vuol dire che ora non compra nemmeno il 10% di quello che esce.
11 anni fa un lettore medio poteva permettersi tranquillamente di prendere il 50% di quello che usciva, per cui ovviamente qualsiasi prodotto che usciva aveva più chance di essere scelto e comprato.
I conti tornano, se guardi.
Ciao
Tacchan
Punto 1: in Italia si moltiplicano le fumetterie, però, a differenza di altri mercati, nel nostro paese vorrebbero essere trattare come librerie, ma spesso sono gestite da amanti e lettori che con i soldi di papà e mamma aprono un'attività senza avere le competenze commerciali per gestirla. Il numero di fumetterie operanti nel nostro paese è pressoche invariato perché con la rapidità con cui aprono, altrettanto rapidamente chiudono per incapacità professionali (vedi ordini inoltrati a casaccio con copie e copie di fumetti che restano a marcire sugli scaffali, senza poi avere la liquidità per recuperare gli arretrati mancanti che vendono meglio). Fortunatamente ci sono anche persone che oltre ad avere la passione sanno come muoversi e compiono scelte commerciali oculate: ci sono fumetterie storiche che esistono da anni con gestori altamente competenti, che sarebbe giusto premiare e riconoscere come VERE librerie, quali sono.
Punto 2: è verissimo che l'offerta si sta ampliando sempre di più ma consideriamo alcune cose. Nuovi editori nascono perché il mondo del fumetto è un mondo di nicchia che gode di un pubblico fedele (ossia un numero di lettori nazionali abbastanza costante) che può permettere di fare qualche soldo. Gli editori hanno aumentato di molto la loro produzione perché ormai le copie medie vendute ad uscita si sono fortemente ridotte. Se prima con 5 uscite di poteva vendere cumulativamente sulle 30.000 copie, ora per vendere lo stesso numero di copie servono 15 uscite ... Al giorno d'oggi sono pochissimi i manga che superano le 1.500/2.000 vendute.
Punto 3: il fatto che scans e fansub rovinino il mercato ha un fondo di verità. Consideriamo sempre che editare anime e manga ha costi elevati (soprattutto per gli anime) e per rientrare di questi costi l'editore deve sempre fissare un prezzo al pubblico ipotizzando già certi livelli di vendita e determinati sconti da applicare alla distribuzione. Immagino che normalmente l'editore si trattenga il 40-50% del valore di copertina per coprirsi i costi. Capisco anche io che 24.99 per un DVD siano tanti ... e sia molto più comodo scaricare e non pagare ... così facendo però il livello atteso di vendite si riduce e non viene raggiunto. RISULTATO: editori di anime chiudono, spariscono e i pochi che sopravvivono lo fanno grazie ad accordi particolari con TV o grandi distributori cinematografici. Stessa cosa per i manga ... perché spedere 5,90 quando posso scaricare gratis? ma così facendo, se l'editore ha previsto vendite per 3.000 irschia di non vedere raggiunto l'obiettivo => ad un calo delle vendite, fatti fissi i costi, giocoforza bisogna aumentare i prezzi, altrimenti non è economico editare manga ...
Detto tutto questo, il mio parere personale e ovviamente NON condivisibile è che il Italia il mercato del fumetto sia una nicchia della nicchia ... relativamente instabile. La possibilità di leggere senza pagare è troppo allettante e per molti titoli medi questo può voler dire mancanza di economicità nell'essere editati, in quanto gran parte dei lettori viene perso. NON NASCONDIAMOCI DIETRO AD UN DITO ... dei lettori di scans si e no il 40% comprerà anche la versione cartacea ...
Mah ... Vederemo cosa ci riserva il futuro ...
Sul fatto delle fumetterie ti do pienamente ragione, anch'io ne ho viste alcune partire lanciate verso ciò che amavano e qualcosa di più ridimensionandosi pian piano al "tirare a campare" nel peggiore dei modi... ma tolte quelle, rimangono comunque più di quelle che c'erano 10 anni fa, io a Novara ho visto una fumetteria stantia che è riuscita a rinnovarsi, un'altra che col cambio esercizio ha ampliato il suo bacino d'utenza e la ex commessa di questa fumetteria aprirne un'altra fallimentare... presa dall'Alastor e che ora va alla grande. Quindi chi sa lavorare, lavora, è che bisogna non adeguarsi alle mode, ma fidelizzare il cliente, incuriosirlo su altri prodotti... Relegare i comics in un angolo perchè sono i manga a vendere di più è un errore enorme, sbattere in faccia le graphic novels e avere un assortimento manga ampio è la via migliore per interessare il cliente medio anche ai comics, per esempio.
Sul fatto delle scan, posso parlarti per esperienza personale, poi ognuno dirà la propria: io BAKUMAN non l'avrei mai comprato, soprattutto vedendo chi sono gli autori... invece me l'hanno consigliato, ho letto le scan e ho recuperato i volumi giapponesi... per poi comprarlo anche in italiano, almeno finchè mi era piaciuto... ci sono molte persone che leggono scan e dicono "ma io questo lo voglio originale"...
Gli scrocconi passerebbero a ben altro scrocco se non ci fossero le scan, chi non vuole/può comprare non compra.
Sull'editoria devi tener conto di una cosa: come lavorano le fumetterie.
Ho scoperto solo ieri grazie ad alcuni post di un editore scritti in un altro sito, che una volta che una serie è conclusa le fumetterie non ne ordinano più gli arretrati, per lasciar spazio alle novità in corso... è assurdo? Certo, lo è, eppure è il motivo principale per cui quest'editore cambia periodicità delle uscite, perchè sa che se conclude la serie, per colpa delle fumetterie stesse, NON VENDE.
E molti prodotti non sono fatti per essere venduti all'istante, ma per essere recuperati con calma, visto che il mercato è pieno zeppo di uscite, giapponesi, italiane o americane che siano... E vuoi lasciare indietro la JSA a favore di 2001 Nights? Fallo, ma avrai un lettore di comics in meno.
Mercato ce n'è ora più di prima, il proliferare di nick jappi nel web lo testimonia, c'è un target bello ampio... bisogna solo convincerlo a spendere per ciò che LO SODDISFA, e non so quanti lettori siano pienamente soddisfatti dei soldi spesi...
Sarà un caso anche questo?
Ryogo fa l'esempio di lui che ha comprato Bakuman grazie alle scan, ma chissà quanti che leggono a sbafo Bakuman perchè " si , è carino ma preferisco spendere quei soldi in altri manga" mentre invece se le scan non esistevano lo avrebbero comprato perchè privi di altri metodi per leggerlo?
E nessuno sembra notare, a parte Sutamundrus, che il mercato invece di espandersi si stà in realtà contraendo.
Le uscite in edicole si stanno desertificando, e ormai gli editori campano pubblicando manga con tirature ridicole a prezzi alti , aumentando le uscite e saturando il mercato.
Mi chiedo quanto durerà prima che il mercato collassi.
Se questo per voi è un segno di salute del mercato...
E voglio vedere chi si farebbe una gran pedalata per andare in fumetteria usando i soldi risparmiati in benzina per prendersi un manga in più... io lo facevo, ma al giorno d'oggi i tempi sono diversi, che ci piaccia o no.
Secondo me, il mercato non è nè al collasso, nè prolifico, è solo diverso... prima la nicchia era stretta e la scelta di licenze era praticamente totale, per cui pochi editori facevano a gara per pubblicare Berserk, Bastard, Alita, JoJo, Video Girl Ai, Ghost in the Shell, Orange Road, Touch, Devilman... e molti altri classici di cui eravamo affamati in mano a pochi, a prezzi bassissimi per metà delle pagine, cosa che molti ora detestano come edizioni.
Poi ci fu il boom, ed ecco che ci si buttò in molti altri progetti, con gli editori giapponesi che cominciarono a mettere dei "paletti", il primo e più ostico fu pubblicare Dragon Ball NON ribaltato, e se i Kappa non dicono fesserie come al solito, siamo stati i primi in Europa ad adeguarci a questa nuova politica Shueisha.
E ora che ci penso... non credere che siano tante le persone che vogliono adeguarsi a leggere "all'orientale", soprattutto tra il pubblico di massa... ciò ha portato via molti lettori da edicola.
Il punto cruciale è che un Dragon Ball e un Berserk valgono la tiratura altissima, un Naruto e un Bleach un pizzico meno ma vendono parecchio... ma proporre alle masse cose come Un Marzo da Leoni è già più ostica, per quanto sia un ottimo fumetto... Semplicemente, di titoli "imperdibili" ce ne sono troppo pochi rispetto ai primi anni di pubblicazione, ed è una cosa normalissima, il pubblico non è più "casuale" come una volta, ha sempre più preferenze particolari, che con un classico magari non soddisfi appieno, ed ecco un La Figlia dell'Otaku e un HOTEL, che in edicola non so proprio quanto tirerebbero (a proposito... Genshinken lo compravo solo io nel mio paese).
E non mi sembra che di fumetti americani o europei ne siano rimasti tantissimi in edicola, Bonelli a parte...
Ora è già difficile che in 4 prendano il primo numero ... e questo mette in seria difficoltà gli editori.
Consideriamo che i costi per editare manga stanno costantemente aumentando: carta, stampa, traduzioni, lettering ... per non parlare della distribuzione.
La distribuzione è un vero SERVIZIO che l'editore acquista: e spesso se un manga funziona o meno è proprio merito della distribuzione, che credendo in un titolo lo spinge anche limandosi il proprio margine, per puntare ad un incremento delle vendite per i numeri successivi ...
Per un editore è meglio una parabola discendente piuttosto che partire subito zoppi sin dal primo numero ... con vendite bassissime.
Un tempo i manga avevano edizione standard da edicola ... poi col tempo si è iniziato a distinguere tra quelli che potevano andare in edicola e quelli che dovevano essere relegati al canale fumetterie.
Esempio? Vampire Knight nella sua prima edizione era un titolo da sola fumetteria ... poi viste le buone vendite presumo che la nuova edizione DELUXE sia stata ideata per portarlo anche in edicola ...
La sensazione è che se un tempo si provava almeno il primo numero, ora con le scans si rischia che molti comprino solamente il Naruto della situazione ... lasciando il resto e leggendoselo a scrocco ...
Concordo inoltre sull'errato comportamento delle fumetterie: serie on-going = tenere arretrati in negozio. Serie finita = dimenticarsene ... circolo vizioso senza uscita ...
Occhio RyogGo ... Berserk non ha più una tiratura alta da diversi anni
Si stava parlando infatti di anni '90.
Ma comunque, è l'intero mercato del fumetto ad essere in crisi, non certo i manga. La stessa Bonelli è in crisi, e non è sicuramente per colpa delle scan.
Ormai è quasi più un business per un editore in qualche modo sfruttare la voglia di essere pubblicati degli aspiranti fumettisti, che quello di vendere le loro produzione.
I fumetti non vendono meno, sono un settore che non riesce a fare numeri e ora, i guadagni, derivano sopratutto dall'indotto che questi fanno. Paradossalmente è aumentata la gente che aspira a fare il fumettista, che è, almeno per quel che riguarda il mercato italiano, quasi la stessa che compra.
La contrazione quindi esiste, ma è causata da motivi molto vari, e di questi, le scan sono solo una goccia:
- prima di tutto, l'affollamento di cui dicevo
- l'avvento di tanti prodotti mediocri, rischia di scoraggiare gli acquisti degli scottati
- il mercato è stato pompato per anni, sicuramente ci dovrà essere un contraccolpo
- la crisi generale delle famiglie e delle economie: non sono solo i fumetti ad essere in crisi, ma un po' tutti i settori. Inoltre le fasce giovani faticano ad entrare nel mondo del lavoro, non hanno da spendere. Il costo dei volumetti è diventato una spesa che può influire nel bilancio mensile di una famiglia.
- le mode del momento: al momento anime, manga e giochi stanno diventando sempre più social. Il zoccolo duro si riduce, ci sono sempre più appassionati 'casual'. Esempio, la fiera a milano, che ormai è diventata quasi solo cosplay, mentre gli editori non vendono nulla.
Sicuramente le scan un danno lo fanno, ma dubito che possa influire più di un 10% nei numeri. Senza contare che in alcuni caso ha la capacità anche di pompare alcuni titoli.
Ma la situazione italiana soffre anche per altri fattori, come la distribuzione. Gli editori che fanno anche da distributori, hanno un vantaggio sostanziale e chi entra nel marcato, è soggetto a compromessi piuttosto vincolanti. Tanto che qualcuno ha dovuto cercare, di recente, strade alternative.
Insomma, indentificare il problema dell'attuale meercato dei manga nelle scan lo trovo riduttivo.
Per quel che mi riguarda, i veri problemi che manderanno in crisi gli editori minori sono il sovraffollamento dell'offerta (700/800 euro al mese di uscite di manga è uno sproposito, così come lo sono 20 nuove proposte mensili), e la distribuzione, il vero business attuale: paradossalmente chi non ha una distribuzione propria, va ad arricchire proprio gli editori concorrenti, che hanno anche maggiore forza nelle fumetterie e quindi venderanno sempre più copie, a parità di qualità del prodotto offerto.
La situazione potrebbe arrivare al collasso e alcuni salteranno.
Pure io credo che tale momento non sia molto lontano nel tempo, anche a onor del vero è da qualche anno che dico che ci sarà il collasso, ma la realtà mi smentisce.
Di certo, comunque, additare le scan come causa di eventuali fallimenti di editori, la ritengo una cavolata
E ripeto, sto parlando di scan, non di fansub, lì in discorso è diverso.
Le scan comunque sono destinate a divenire, in futuro, un problema sempre crescente, ma attualmente, credo che il danno che facciano sia molto limitato.
Ciao!
Tacchan
Diciamo che più innescare un circolo vizioso per cui le vendite anche dei numeri 1 si possono ridurre.
molto editore potrebbero essere costretti a razionalizzare le uscite, mantenendo solo quelle che supero una soglia minima di copie ... molti titoli rischiano di restare inediti da noi ... ancor più di oggi ...
Non comprendo invece il problema distribuzione di cui parla Tacchan ...
Attenzione che immetere 10.000 copie di un manga nelle fumetterie NON vuole dire vendere 10.000 copie al pubblico ... Mi sembra che la distribuzione cerchi sempre di essere bilanciata ... spingere su quello che vende anche vincendo la diffidenza delle fuemtterie ... e non esagerare su quello che rischia di restare invenduto a scaffale ...
Attenzione ...
Credo che ci sia un problema di comprensione di fondo, vediamo di capirci...
Se escono 20 serie nuove, sono 20 numeri 1 da seguire... ok, alcuni sono in offerta e li si compra, ma fai il conto anche solo di quelli che costano meno...
Hello Spank costa 3.90€ , moltiplichiamolo per 20... 78€. Dimmi tu chi ha tempo per leggersi 20 volumi, uno al giorno, solo di prime uscite. E il calcolo l'ho fatto con quello che costa meno... già se lo facessi con Beelzebub o Buster Keel sarebbe 4.20€ X 20 = 84€...
E questi escono in edicola... ma che ci piaccia o no, molti costano 5.90€.
Prendiamo il sondaggio più recente di quali manga consigliamo...
9.90€ (Ghost Face) + 6.90€ (Temptation - volume unico) + 5.95€ (Extra Existance - volume unico) + 3.90€ (Devil & Devil) + 5.90€ (Rain) + 5.90€ (Rental Magica) + 5.90€ (Dolls) + 5.90€ (Full Metal Panic: Comic Mission) + 1.00€* (Black Butler) + 7.50 (Buonanotte Punpun) + 3.90€ (Halleluya Overdrive) + 5.90€ (Anastasia Club) + 9.50€ (Bastard!! Expansion - volume unico) + 5.90€ (Don Dracula) + 6.90€ (Play Boy Blues) + 5.90€ (Genkaku Picasso) + 4.50€ (Q and A) + 1.90€* (Rinne) + 4.20€ (Shi-ki)
*offerte valide solo in fumetteria, in edicola costavano 4.40€ e 4.20€
Totale=107.35€.
Dimmi tu chi ha 110€ da spendere per "provare" tutti questi fumetti... è logico pensare che non si può provare tutto, ma già bisogna fare una certa scrematura, dedicandosi solo a ciò che davvero interessa...
E i numeri 1 del mese prima? Spesso c'è già il 2... altra spesa.
E il 3? Il 4? Claymore che esce una volta all'anno? Berserk che come sottiletta non tira più molto tra collection, serie nera e un buon 50% di lettori che dopo l'eclissi l'hanno mollato?
E il Color TEX in uscita? Dr. Morgue? La nuova serie di Wolverine all'inferno?
E l'HG del Geara Zulu? Già, anche i Gunpla hanno il loro prezzo...
Credo di essere stato abbastanza chiaro sull'impossibilità di poter seguire tutti i numeri 1...
Non è il discorso delle 10.000 copie di tiratura, è il discorso che chi pubblica 10 titoli nuovi + ristampe + riedizioni ruba spazio a chi pubblica un solo titolo nuovo al mese, nel mucchio non lo si nota.
non è che non voglio capire ... è solo che penso di essere libero di avere una opinione personale e soggettiva diversa da altri in merito ad un argomento ... e non voglio assolutamente convincere nessuno ...
Come dice giustamente RyoGo la produzione di fumetti in genere è altissima ... e tutto non si può comprare ... compresi i numeri 1 ...
Peò temo che se ora ipotizziamo che di eventuali 150 uscite mese il lettore medio se ne possa permettere diciamo 20 ... è possibile che la comodità ed il risparmio portato dalle scans porti il lettore medio a prendere poi solo 3/5 mese ... Ne scaturirebbe un circolo vizio che colpirebbe gli editore e come un boomerang anche noi lettori.
Ripeto: si tratta di una visione personale ( e forse molto pessimistica) della questione, da considerare come tale.
Per quanto concerne il discorso distribuzione ... spesso è anche colpa delle fuemtterie che magari si mettono in casa 10 copie di un fumetto di cui possono al massimo venderne 3 ... non avendo poi più spazio per altri titoli di editori "minori" (passatemi il termine) di cui magari ne venderebbero 15
Penso che solo i dati di produzione e vendita a 2/3 anni illumineranno sulla questione
Come detto per riguardo a me gli editori dovrebbero fare un monumento a scan e sub, dato che quasi tutti i manga da me comprati sono dovuti a una precedente visione "illegale".
Poi interessante la teoria del "chi legge la scan non compra il volumetto dato che ha già visionato il prodotto" quindi se si vede la pubblicità di un prodotto non lo si compra perchè lo si è già visionato ? Mah, se io voglio un prodotto, lo voglio "vivere" cosa che col fumetto è possibile fare solo avendolo cartaceo.
Altra cose non vera "chi legge un fumetto in scan che non gli piace non lo acquista originale", beh io lessi PGSM completo in scan ma le scan erano dell'edizione a giornaletto e talmente "pessime" che non mi era minimamente piaciuto, ma memore dell'anime che adorai comprai comunque il fumetto, uno dei preferiti che leggo al momento e che ovviamente sto continuando.
Poi chiaro ognuno può credere ciò che vuole, ma per chi vede le scan come anatemi del mercato consiglierei di dire la medesima cosa di ogni pubblicità, specie se gratuita.
Non mi risulta la pubblicità gratuita sia un deterrente a comprare il prodotto.
Poi nonostante secondo qualcuno le scan siano il "demone" del mercato alcune case virano sul virtuale, mettono scan di preview di alcuni loro lavori. Sarà forse perchè queste case editrici sono più capaci di leggere il mercato rispetto a coloro che dicono "ah ma chi legge scan non si compra il volumetto"
Chi legge scan e non si compra il volumetto anche senza le scan non se lo sarebbe mai comprato.
Ciò che dico non lo dico per sentito dire ma perchè così mi comporto io e chi conosco, di chi conosco coloro che leggono le scan non avrebbero comunque comprato i volumetti dato che NON HANNO SOLDI, lo volete capire, non siamo tutti miliardari che leggiamo scan perchè siamo dei ladri, ma persone che non sono nè Agnelli nè Berlusconi e che hanno stipendi o paghette normali, persone che non hanno ville per metterci i fumetti... ecco spiegato il "successo" delle scan. Lasciamo stare che poi sono illegali e che non è una giustifica ma per quel che vedo e vivo questa è la realtà.
Grazie per la segnalazione
Veramente non ce l'avevo con te ma con JJJ secondo il quale il fenomeno delle scan spiega la crisi del mercato del fumetto in Italia (!)
Con tutto rispetto per le tue idee, non mi pare che trovare tutto Bleach e Death Note via scan in italiano sia "pubblicità", la pubblicità invoglia a comprare, avere lì a portata di mouse tutto quanto non pubblicizza, invoglia a NON comprare perchè tanto lo si segue comunque.
Un conto è chi come noi è onesto, un conto è chi non lo è, certo che se pubblicassero Jin to Kin di cui ci sono poche scan, lo comprerei al volo, come +Anima, shonen che trovo carino e che sto leggendo volentieri, ma molti altri sono a posto con le scan complete.
Come detto, la reputo pubblicità perchè se vengo spinto a comprare Bleach per esempio è perchè le scan mi hanno invogliato, se invece decido di non comprarlo comunque non l'avrei comprato e quindi mi sembra che le scans non inficino molto. Non ho negato che le scan creano danno ma io come detto le reputo pubblicitarie, poi è chiaro non è detto che il mio sia un punto di vista corretto o assoluto ma da quel che intendo per pubblicità le scan e i sub lo sono.
Non ho ancora letto una scan che mi invogli a non comprare un fumetto, al massimo come detto per PGSM le scan erano di un edizione scarsa già in partenza e "logore" per questo non mi piacque.
Intanto vedo che abbiamo gusti simili , l'autore di Gin To Kin pubblicasse anche la lista della spesa lo comprerei . Per +Anima ecco un esempio, io quando le scan finiranno lo leggerò lo ammetto ma se lo comprassero in ita è difficile che non lo compri.
Poi le motivazioni nel leggere scan e non comprare come detto nulla hanno a che fare con le scan, io come molti altri se non compriamo volumi è per vari motivi (dallo spazio, alla questione carta-alberi, a quella soldi) ma nessuna che c'entri con le scan.
Poi concordo con te, il discorso è valido per persone oneste come noi mentre ci sono gli scrocconi, ma come è stato detto se gli scrocconi non avessero scan scroccherebbero altro.
Tutto IMHO ovviamente.
Io non mi riferivo allla crisi in Italia, ma nell' intero Occidente, perchè gli editori americani, ad esempio, hanno notato che da quando esistono le scan , le vendite dei manga sono calate drasticamente di anno in anno , non è una cosa che mi sono inventato dall' oggi al domani.
Certo, le scan non sono l'unica causa della crisi, ma credo che una bella zampata al cadavere moribondo l'abbiano data eccome.
Poi si parla di crisi, di budget insufficiente, però alle fiere vedo sempre più manga e dvd svenduti a metà prezzo, mentre per gadget e SoC sembra ci sia la guerra a chi spara il prezzo più alto.
Allora mi viene da pensare che o dei fumetti e anime frega sempre meno ( l'immutabile legge della domanda e dell' offerta) , oppure la gente risparmia un mucchio di soldi su questi ( perchè tanto se li scarica) e coi soldi risparmiati si compra quello che non può scaricare ( gadget e affini).
Ovviamente sono tutte considerazioni IMHO
La pensiamo quasi uguale, però vedi... faccio fatica a pensare a TUTTI i numeri usciti finora in Giappone tradotti in italiano come "pubblicità", un conto è se fosse qualche numero, un conto è se una serie licenziata la trovi tutta, quella è pirateria bella e buona.
Che poi in molti la usino in modo responsabile e soprattutto comprano, è solo un bene.
@JJJ
C'è anche il fattore "girella trivellata", ovvero le cosplayers che non seguono più nulla da anni, ma cercano solo soggetti per il loro attention whoring... e i nostalgici di robottoni che proseguono grazie a Super Robot Taisen, e comprano in base a quello...
Comunque è ovvio che trovare tutta una serie è pirateria, ed è ovvio che se io leggo una serie in questo modo nonostante la poca chiarezza della legge compio un illecito ma se poi nella quasi totalità dei casi io compro quella serie o se comunque non mi piace e non l'avrei comprata, diciamo che l'illecito è come se non ci fosse a livello morale mettiamola così
Allora lieto di far parte di quel "bene".
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