Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Il 14 aprile 2005 nasceva noitaminA, contenitore tematico dedicato alla trasmissione di serie d'animazione adulta. Per celebrare l'anniversario dedichiamo quindi l'appuntamento di oggi a tre titoli trasmessi in tale contenitore: Tokyo Magnitude 8.0, Moyashimon e Sakamichi no Apollon.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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La terra trema

Pur rientrando a tutti gli effetti nel genere catastrofico "Tokyo magnitude 8.0" è lontano anni luce da certe produzioni hollywoodiane ad alto tasso spettacolare e tenta una strada nuova nel raccontare una calamità naturale attraverso una narrazione filmica.
L'anime, prodotto nel 2009, con l'intento di mostrare gli effetti e le reazioni a una catastrofe di tale intensità, si basava su previsioni statistiche secondo cui, con una probabilità del 70%, entro trent'anni un forte terremoto avrebbe colpito quel paese, come poi è avvenuto l'11 marzo 2011 (la magnitudo registrata è stata di 8.9). Dopo tale avvenimento tuttavia le repliche dell'anime, seguitissimo in Giappone e vincitore dell'Excellence Prize al Japan's Media Art Festival, sono state interrotte.

All'inizio delle vacanze estive Yūki e Mirai, rispettivamente fratello e sorella, si recano a una mostra di robot sull'isola di Odaiba nella baia di Tokyo. Durante la visita vengono sorpresi da un potente terremoto che getta nel panico la popolazione e causa il crollo di numerosi edifici. Separati dalla confusione e dalla calca i due fratelli si ricongiungeranno grazie a Mari, una risoluta e altruista pony express, che li aiuterà nel tentativo di fare ritorno a casa, unendosi all'esodo dei sopravvissuti in una Tokyo irriconoscibile e sommersa dalle macerie.

Gli autori Masaki Tachibana e Natsuko Takahashi, nelle undici puntate della serie, creano un'interessante operazione di docu-fiction animata unendo la vicenda drammatica dei due fratellini a un approccio documentaristico che si avvale di simulazioni e studi di livello scientifico e sociologico sulle reazioni di autorità e vittime di fronte a un terremoto; il tutto realizzato con le tecniche dell'animazione. Il senso di realismo è accentuato anche dalla presenza di Christel Takigawa, annunciatrice realmente esistente che interpreta se stessa nelle vesti di conduttrice dell'edizione straordinaria del TG di Fuji TV.
Il risultato è un anime coinvolgente che funge anche da istruttivo codice comportamentale in caso di sisma. A farne le spese è il ritmo appiattito delle sequenze, che si dipana in maniera fin troppo regolare per una fruizione di carattere didattico rivolta a tutte le età.
Sacrificando la tempistica della narrazione agli autori non resta che concentrarsi sul profilo dei personaggi che, scrupolosamente sfumati e tratteggiati nella loro psicologia, ci restituisce tre intensi ritratti di protagonisti. Si fa molto leva sull'emotività dello spettatore indulgendo nelle scene patetiche calibrate sapientemente per commuovere, ma anche e soprattutto si descrivono meticolosamente le reazioni e i sentimenti dei protagonisti verso i quali non si può non creare empatia di fronte alla tragedia.
La realizzazione tecnico/artistica è buona e assolve degnamente al suo compito illustrativo evitando accuratamente di scadere nell'auto-compiacimento spettacolare.
Completano il quadro le due belle sigle che descrivono l'interessante lavoro eseguito dal direttore della fotografia sui fondali scenografici.

La sensibilità verso questo tipo di problematiche è molto viva in un paese che periodicamente affronta questi pericoli per via della sua conformazione geologica (ogni riferimento all'Italia è del tutto casuale), ma questa serie ha una marcia in più, perché parla della quotidianità della vita in Giappone e descrive la vita così com'è, a cominciare dall'obbligo dei supermercati di distribuire cibo gratis durante le emergenze.
"Tokyo magnitude 8.0" è una miniserie dall'impostazione originale, affatto banale, che punta al contempo a educare e intrattenere con un linguaggio fruibile da ogni tipo di pubblico.



9.0/10
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Prima di iniziare a recensire quest'anime, devo fare una premessa: probabilmente la mia recensione è molto influenzata dal lavoro che svolgo, guarda caso proprio nel campo della biologia. E proprio a causa dell'argomento di cui tratta, credo che "Moyashimon" non possa non entrare nel cuore di chiunque mastichi un po' di microbiologia.

La trama di "Moyashimon" è indubbiamente molto semplice, sebbene un po' strampalata: ci troviamo infatti di fronte a un protagonista che non avrebbe nulla di eccezionale, se non fosse per il fatto che ha il "potere" di vedere i microrganismi che circondano la nostra vita. Batteri, virus, lieviti o funghi che siano, Tadayasu è in grado di vederli, come piccole caricature dalla forma che ricorda il loro aspetto reale, e in parte di interagirci. Il nostro strambo eroe si iscrive a quello che potremmo considerare un corso di agraria in un'università agricola alla periferia di Tokyo, con lo scopo di poter poi ereditare l'azienda di famiglia, che si occupa di fermentazione. Accanto a lui c'è l'amico Kei, erede di una distilleria di sakè. Le due matricole vengono accolte dal professor Itsuki, che è stato avvertito dell'abilità di Tadayasu dal nonno del ragazzo. Da questo punto di partenza si sviluppano le talvolta esilaranti vicende del ragazzo e dei suoi amici, che assieme ne vedranno di tutti i colori: dagli studenti che cercano di produrre illegalmente sakè al proprietario di un negozio circondato da microbi, alle bizze dell'assistente del professor Itsuki, palesemente gelosa dell'abilità del ragazzo.

Tutto ciò che viene mostrato in "Moyashimon" è volutamente comico e strambo, ma le vicende divertono e la presenza costante dei microbi che circondano Tadayasu gli conferiscono quel po' di originalità che lo rende unico.
Mi sono sinceramente divertita moltissimo, soprattutto nell'assistere alle interazioni del protagonista con i vari microrganismi.
I personaggi presentati non hanno una grande maturazione dal punto di vista psicologico, non è quello lo scopo dell'anime. Gli unici due che maturano leggermente nel corso della serie sono Tadayasu e Kei, anche se il tutto viene trattato sempre in modo scherzoso e leggero.
Dal punto di vista scientifico l'anime mi è sembrato abbastanza accurato e permette di imparare qualcosina specialmente sui vari processi di fermentazione presenti nella vita quotidiana, soprattutto giapponese. Carinissimi i piccoli siparietti alla fine di ogni puntata, in cui sono proprio i microbi a spiegarci qualcosa della loro variegata "vita", dalla rizosfera al microbioma umano.

Tecnicamente "Moyashimon" è una serie realizzata abbastanza bene: non ha picchi altissimi di qualità, ma in generale gli episodi sono sempre ben animati e colorati. Il comparto audio è funzionale alle scene trattate, ma non spicca per eccezionalità, a parte la sigla iniziale veramente adorabile.
In definitiva, "Moyashimon" per me merita un 9 pieno. E' una serie divertente e spiritosa, con quel pizzico di cultura che non fa affatto male, spiegata in modo semplice e gradevole.
Sconsigliato solo a chi cerca una serie profonda o a chi ha paura dei microbi.



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Visto che lo stile di disegno con cui è proposto non mi ha impressionato, dato che non ascolto il jazz e che la sinossi della trama non aveva suscitato il mio interesse, non avrei mai ipotizzato di avventurarmi nella visione di "Sakamichi no Apollon". Tra l'altro quest'anime mi dava un po' l'impressione di essere uno shounen ai, impressione assolutamente errata, anche se esso sicuramente strizza l'occhio anche a un pubblico che apprezza perlomeno il genere bishounen.
Le innumerevoli opinioni positive che il titolo ha suscitato, tuttavia, mi hanno costretto ad affrontare questa visione che è iniziata con le peggiori premesse: ero convinto che esso fosse sopravvalutato e che mi avrebbe annoiato, proprio non mi ispirava ed ero intenzionato a confermare questa mia idea. I miei pregiudizi sono tuttavia stati spazzati via sin dai primi episodi e, con un po' d'orgoglio ferito, devo accodarmi a coloro che ne tessono le lodi.

"Sakamichi no Apollon" altro non è che uno storia di amicizia e di primi amori, che si scontrano con un periodo di cambiamento in cui le illusioni dell'adolescenza iniziano a crollare, si scontrano con il mondo adulto, le cui pressioni diventano, verso la fine delle superiori, sempre più difficili da sostenere. A fare da collante all'insolito trio eletto a protagonista dell'anime è la passione per la musica, in questo caso il jazz.

Dopo l'ennesimo trasferimento, Kaoru, uno studente modello, deve affrontare quella che si prospetta essere, ancora una volta, una grigia esperienza scolastica, sperando perlomeno di non essere vittima di bulli e di riuscire a trattenere i suoi problemi che non gli permettono di socializzare con i compagni. Sentaro è il bullo della classe, un tizio scostante, grande e grosso, rissoso e temuto dai compagni. Ritsuko è una ragazza dolce e solare, amica d'infanzia di Sentaro e l'unica a sapere che il ragazzo è ben diverso da come appare e che ha un cuore grande come una casa. Ritsuko prende da subito in simpatia anche Kaoru, che vede introverso e con serie difficoltà a integrarsi. Complice il caso, complice la stessa Ritsuko, Sen e Kaoru iniziano a frequentarsi quando scoprono che hanno in comune la passione per la musica. Sen è un convinto batterista che ama il jazz, mentre a Kaoru, pianista di formazione classica, basta ben poco per essere conquistato dal jazz. I tre avranno modo di passare lunghe giornate insieme a divertirsi, a suonare e a innamorasi…

Si nota, in particolare dall'interazione tra i ragazzi e dalla loro caratterizzazione, che "Sakamichi no Apollon" è stato ideato principalmente per un pubblico femminile. I loro pianti, il fatto che si abbraccino nelle difficoltà e altre sequenze pongono l'attenzione su aspetti femminili del loro carattere che a volte sono quasi fraintendibili. Tutti, comunque sia, hanno una persona dell'altro sesso chiaramente in mente e buona parte dell'anime si dedica proprio a questi triangoli sentimentali. A parte i tre protagonisti vi sono almeno altri due personaggi che hanno un ruolo molto rilevante nelle questioni di cuore, ovvero Yurika, una bella ragazza di buona famiglia, e Junichi, colui che Sen ha sempre ammirato e che vede come fratello maggiore. Oltre all'amore un ruolo importante l'ha l'amicizia, ma se c'è un altro tema che è estremamente importante in questa produzione è la musica che, pur non essendo il fulcro della trama, né è il principale motore.

"Sakamichi no Apollon" è raccontato in modo estremamente efficace, non si allunga mai più del necessario in dettagli di poco conto e riesce a creare dei personaggi credibili e accattivanti. Se Sentaro è sicuramente il più carismatico, stupisce vedere la crescita di Kaoru, che acquista sicurezza e consapevolezza nel corso dell'opera. Il ritmo è sempre abbastanza rapido, tanto che in soli 12 episodi viene raccontato un arco di tempo piuttosto ampio. Non ci sarà quindi tempo di annoiarsi, ancor meno vi annoierete nei momenti musicali che, anzi, sono veramente splendidi ed emozionanti. Questi sono mirabilmente resi e riescono a fondere grafica e sonoro in modo perfetto, di rado ne ho trovati di così ben realizzati. L'unico che ricordo a questi livelli, tra i titoli che ho visto di recente, è quello che mi è stato regalato dallo Studio Ghibli ne "I Sospiri del mio Cuore", ma non so se riesce a eguagliare quanto viene mostrato alla fine del settimo episodio di "Sakamichi no Apollon". E pensare che io di jazz non ne so un tubo e che è un genere che mai ho consapevolmente ascoltato, quindi onestamente mai avrei ipotizzato di poter essere così soavemente conquistato da queste melodie.
L'anime è anche abile nel creare climax e in qualche modo a stravolgerli, riesce a far nascere aspettative e talvolta, inaspettatamente, le delude, ma offre subito un nuovo spunto di interesse. Tale tecnica appare più volte negli ultimi episodi: non nego che essi mi abbiano lasciato un po' d'amaro in bocca per alcuni eventi che non sono riuscito a godermi, ma mi hanno in compenso regalato alcune inaspettate e splendide sequenze, come il duetto finale e soprattutto l'esperimento canoro di Ritsuko.
Altra caratteristica ben resa nell'anime è la capacità di saper trasmettere le emozioni senza parole e, rapportando la cosa ai due amici, colpisce come questi riescano a risanare i frequenti contrasti semplicemente scatenandosi insieme in duetti improvvisati, con risultati tra l'altro davvero impressionanti. E' quanto accade alla fine del già da me citato settimo episodio, punto in cui "Sakamichi no Apollon" raggiunge il suo apice.

Senza allungarmi ulteriormente nelle considerazioni, la serie è entrata nelle mie preferite, battendo tutti i miei pregiudizi e perplessità iniziali.
Qualora, come il sottoscritto, foste dei maschietti, non dovete farvi spaventare da quanto ho sopra sottolineato: è vero, "Sakamichi no Apollon" è pensato principalmente per un pubblico femminile, ma se mai avete apprezzato qualche commedia sentimentale, qualche shoujo, o comunque qualche opera con temi come l'amicizia e la musica, vi conquisterà.