Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Sfondamento dei cieli Gurren Lagann, Nonomura Hospital e Oregairu 2.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Sfondamento dei cieli Gurren Lagann, Nonomura Hospital e Oregairu 2.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Recensione di Avventuriera
-
Il viaggio dell'eroe. Una storia vecchia quanto il mondo, che si affaccia nel bagaglio culturale di una persona già leggendo le fiabe e le favole. Il viaggio di un protagonista che vuole raggiungere un determinato obbiettivo, spesso accompagnato da un gruppo di altri strampalati personaggi i quali fungono da suoi aiutanti di fronte alle numerose sfide sul cammino.
Impossibile ignorare il parallelo in "Sfondamento dei cieli Gurenn Lagann", una serie che rielabora profondamente il classico racconto in chiave epica, ambientando la storia in un mondo inizialmente distopico: Simon è un ragazzino che fa parte di uno dei tanti villaggi umani costruiti sottoterra, viene evitato e preso in giro dagli altri abitanti tranne che da Kamina, il capo della brigata Gurenn, un gruppo di uomini sempre pronti a fare bisboccia insieme. Un giorno come tanti, dopo l'ennesima punizione nei confronti di Kamina, il quale sostiene che oltre il soffitto della grotta ci sia una superficie, un misterioso robot gigante cade da esso insieme a una ragazza di nome Yoko. Lei spiega ai due ragazzi che il robot si chiama Gunmen e attacca tutti gli umani che escono al di fuori dei villaggi sotterranei. Grazie all'aiuto della faccia gigante di un robot trovata per caso da Simon e azionabile tramite una piccola trivella trovata sempre scavando, i tre sconfiggono il nemico e iniziano la loro avventura all'aria aperta per scoprire che cosa vogliano da loro i misteriosi uomini bestia che pilotano i Gunmen.
Il perfetto inizio dell'emblematico racconto dell'eroe e la storia ingannano sapientemente lo spettatore, per cercare di rendere meno ovvio possibile chi sia il vero protagonista dell'anime. In poche puntate vengono subito distinte le differenti personalità del gruppo: il primo a risaltare per la forza del suo carattere e per il carisma con il quale sostiene gli altri membri del gruppo è senz'altro Kamina, l'escamotage ideale per far mantenere un profilo basso al vero eroe della situazione. Kamina è il primo maestro che insegnerà al protagonista l'importanza del buttarsi a capofitto in ogni impresa con indomito coraggio, unendo nel frattempo ogni esuberante personaggio incontrato durante il viaggio tramite frasi a effetto, che resteranno impresse al pubblico per molto tempo. Non guasta il fatto che la serie segua lo stile da macho con ampie sfaccettature comiche di Kamina, con avventure cariche di azione e di momenti comici in grado di strappare più di una risata.
Ed è in quell'istante in cui l'anime sembra già un'opera comprensibile dallo spettatore nei suoi intenti, che la serie sgancia una bomba a sorpresa: uno shock ostico da digerire, l'improvvisa consapevolezza che la serie animata non era esattamente quello che si credeva alla visione delle prime otto puntate, le quali non raggiungono neanche metà dell'opera. Un'aspettativa tutta da ricostruire, insieme agli stessi personaggi della serie e allo stesso eroe che deve finalmente comprendere il suo ruolo nella storia.
E' l'intelligenza dell'opera nel disfare e riformare le sue basi a rendere ancora più appassionante la visione di "Gurenn Lagann". Parallelamente al viaggio dell'eroe accompagnato da un nuovo mentore (Nia, la misteriosa figlia del Re Spirale, il nemico principale della prima parte), che lo guida verso un diverso modo di vedere le cose, fatto anche di riflessione e non solo di coraggio cieco, si delinea un filone estremamente importante, il reale intento dell'opera: l'andare sempre avanti, il progredire e salire sempre più in alto, sconfiggendo ogni avversario e imparando dai propri errori. Il simbolo più palese è la trivella, un effige che consente di scavare oltre gli ostacoli e che permetterà di sfondare persino la barriera del cielo. Ed è nella seconda parte dell'anime che il sogno di evolvere senza imporsi inutili limiti, non chiudendosi di fronte al diverso, diventa ancora più evidente di prima.
Ma è forse la seconda parte della serie a spezzare un viaggio epico già di per sé completo: l'entrata in scena di nuove minacce, di una nuova società per gli umani e di personaggi ormai adulti, fanno notare forse evoluzioni un po' forzate (Rossiu che si trasforma nella stessa persona da cui era fuggito), verità a dir poco strabilianti (chi sia in realtà Nia) e un finale fin troppo agrodolce. Il senso della serie rimane invariato e il messaggio è sempre chiaro e potente, ma lascia un po' l'amaro in bocca il mutamento repentino di certe prospettive in modo meno studiato della prima parte.
Nonostante i piccoli difetti, "Sfondamento dei cieli Gurenn Lagann" è un'opera in grado di sfondare ogni ostacolo e trasportare tutto il pubblico con sé verso un culmine deciso: la voglia di arrivare, di non lasciarsi intimorire dalla paura e di raggiungere il proprio mondo ideale sono messaggi precisi, trasmessi con tutta la potenza di un pugno in pieno stomaco del Gurenn Lagann.
Otto per una storia che attinge dal racconto classico per rendere epico il viaggio verso il futuro.
Impossibile ignorare il parallelo in "Sfondamento dei cieli Gurenn Lagann", una serie che rielabora profondamente il classico racconto in chiave epica, ambientando la storia in un mondo inizialmente distopico: Simon è un ragazzino che fa parte di uno dei tanti villaggi umani costruiti sottoterra, viene evitato e preso in giro dagli altri abitanti tranne che da Kamina, il capo della brigata Gurenn, un gruppo di uomini sempre pronti a fare bisboccia insieme. Un giorno come tanti, dopo l'ennesima punizione nei confronti di Kamina, il quale sostiene che oltre il soffitto della grotta ci sia una superficie, un misterioso robot gigante cade da esso insieme a una ragazza di nome Yoko. Lei spiega ai due ragazzi che il robot si chiama Gunmen e attacca tutti gli umani che escono al di fuori dei villaggi sotterranei. Grazie all'aiuto della faccia gigante di un robot trovata per caso da Simon e azionabile tramite una piccola trivella trovata sempre scavando, i tre sconfiggono il nemico e iniziano la loro avventura all'aria aperta per scoprire che cosa vogliano da loro i misteriosi uomini bestia che pilotano i Gunmen.
Il perfetto inizio dell'emblematico racconto dell'eroe e la storia ingannano sapientemente lo spettatore, per cercare di rendere meno ovvio possibile chi sia il vero protagonista dell'anime. In poche puntate vengono subito distinte le differenti personalità del gruppo: il primo a risaltare per la forza del suo carattere e per il carisma con il quale sostiene gli altri membri del gruppo è senz'altro Kamina, l'escamotage ideale per far mantenere un profilo basso al vero eroe della situazione. Kamina è il primo maestro che insegnerà al protagonista l'importanza del buttarsi a capofitto in ogni impresa con indomito coraggio, unendo nel frattempo ogni esuberante personaggio incontrato durante il viaggio tramite frasi a effetto, che resteranno impresse al pubblico per molto tempo. Non guasta il fatto che la serie segua lo stile da macho con ampie sfaccettature comiche di Kamina, con avventure cariche di azione e di momenti comici in grado di strappare più di una risata.
Ed è in quell'istante in cui l'anime sembra già un'opera comprensibile dallo spettatore nei suoi intenti, che la serie sgancia una bomba a sorpresa: uno shock ostico da digerire, l'improvvisa consapevolezza che la serie animata non era esattamente quello che si credeva alla visione delle prime otto puntate, le quali non raggiungono neanche metà dell'opera. Un'aspettativa tutta da ricostruire, insieme agli stessi personaggi della serie e allo stesso eroe che deve finalmente comprendere il suo ruolo nella storia.
E' l'intelligenza dell'opera nel disfare e riformare le sue basi a rendere ancora più appassionante la visione di "Gurenn Lagann". Parallelamente al viaggio dell'eroe accompagnato da un nuovo mentore (Nia, la misteriosa figlia del Re Spirale, il nemico principale della prima parte), che lo guida verso un diverso modo di vedere le cose, fatto anche di riflessione e non solo di coraggio cieco, si delinea un filone estremamente importante, il reale intento dell'opera: l'andare sempre avanti, il progredire e salire sempre più in alto, sconfiggendo ogni avversario e imparando dai propri errori. Il simbolo più palese è la trivella, un effige che consente di scavare oltre gli ostacoli e che permetterà di sfondare persino la barriera del cielo. Ed è nella seconda parte dell'anime che il sogno di evolvere senza imporsi inutili limiti, non chiudendosi di fronte al diverso, diventa ancora più evidente di prima.
Ma è forse la seconda parte della serie a spezzare un viaggio epico già di per sé completo: l'entrata in scena di nuove minacce, di una nuova società per gli umani e di personaggi ormai adulti, fanno notare forse evoluzioni un po' forzate (Rossiu che si trasforma nella stessa persona da cui era fuggito), verità a dir poco strabilianti (chi sia in realtà Nia) e un finale fin troppo agrodolce. Il senso della serie rimane invariato e il messaggio è sempre chiaro e potente, ma lascia un po' l'amaro in bocca il mutamento repentino di certe prospettive in modo meno studiato della prima parte.
Nonostante i piccoli difetti, "Sfondamento dei cieli Gurenn Lagann" è un'opera in grado di sfondare ogni ostacolo e trasportare tutto il pubblico con sé verso un culmine deciso: la voglia di arrivare, di non lasciarsi intimorire dalla paura e di raggiungere il proprio mondo ideale sono messaggi precisi, trasmessi con tutta la potenza di un pugno in pieno stomaco del Gurenn Lagann.
Otto per una storia che attinge dal racconto classico per rendere epico il viaggio verso il futuro.
Recensione di Bradipo Lento
-
Dopo aver visto Nonomura Hospital - Delitto in corsia a luci rosse mi trovo in seria difficoltà a definirlo come un hentai: le scene di sesso ammontano a un totale di una decina di minuti sui poco più di cinquanta dell'anime, e non sono fini a sé stesse, ma servono a mostrare i ricatti che devono subire alcune delle protagoniste. L'anime è stato realizzato nel 1996, al tempo probabilmente poteva essere considerato come un prodotto piuttosto spinto, ma vedendolo con gli occhi e con la mentalità di oggi può benissimo essere classificato come un ecchi, dove, sporadicamente, viene mostrato fugacemente un qualche rapporto sessuale. I suoi punti di forza sono altri: una storia investigativa che intreccia le vicende di cinque/sei persone che vengono sospettate di un omicidio, una grafica dallo stile "vintage", una colonna sonora coinvolgente e il doppiaggio in italiano - caratteristica unica per gli anime del genere.
La storia inizia quando il direttore del Nonomura Hospital, mentre è impegnato in una sessione erotica con una delle infermiere costretta a subire i suoi ricatti, muore improvvisamente; il rapporto della polizia parla di suicidio, ma questa spiegazione non convince Akiko (la moglie del direttore) che, dopo aver licenziato Ryoko (una detective privata), assume alle sue dipendenze il detective Kaibara. Mentre il detective si reca al lavoro, ha un incidente, e viene ricoverato proprio al Nonomura Hospital; questo gli darà l'opportunità di investigare al meglio sugli eventi che hanno portato alla morte del direttore, grazie anche all'aiuto di Ryoko che, avendo collaborato con lui in passato, sembra disposta a dargli nuovamente una mano.
Nella prima parte dell'anime vengono introdotte le situazioni vissute da alcune delle infermiere che lavorano nell'ospedale e che avrebbero validi motivi per desiderare la morte del direttore: troviamo quella che ha perso i genitori in seguito a un probabile errore professionale del medico, quella che è costretta a subire le sue avance sessuali, l'amica di quest'ultima che mal tollera il comportamento del direttore e una giovane paziente che, dopo aver raccolto le confidenze dell'infermiera abusata, scrive un racconto fantasy molto significativo.
L'intreccio è molto coinvolgente, sembra quasi di trovarsi di fronte a un telefilm poliziesco come NCIS o simili dove, all'inizio di un caso, si vagliano le posizioni di tutti i soggetti coinvolti e si stila la lista dei possibili colpevoli. Nella seconda parte il detective inizia a dipanare la matassa e giunge alla soluzione del caso; il colpevole purtroppo è quanto di più ovvio ci si potesse immaginare, ma la tensione che si crea nelle fasi precedenti (individuazione dei sospettati ed esclusione degli innocenti) è di buon livello e rende gradevole il prodotto.
La grafica rispetta gli standard degli anni '90, niente CG ma solo tanti disegni fatti a mano: chi, come me, è cresciuto con gli anime realizzati in questa maniera si troverà a proprio agio. Character design molto buono, le ragazze sono carine, formose e decisamente sexy, ma non si cade mai negli eccessi tipici degli hentai attuali. Sulla parte erotica c'è poco da dire, quasi sempre vengono mostrate situazioni convenzionali senza troppi eccessi; le uniche eccezioni sono le divagazioni sadomaso dove Akiko è la protagonista e un incidente che coinvolge Ryoko mentre sta per subire una violenza sessuale. Molto più presenti e divertenti i momenti ecchi: ampio spazio agli sguardi di Kaibara sulle mutandine delle infermiere e ai suoi maldestri tentativi di palpare i seni delle ragazze... mi sembrava di leggere un manga di Katsura!
Di buon livello il doppiaggio, con le doppiatrici che si sono impegnate nell'interpretare i gemiti delle ragazze durante le scene di sesso; le musiche di sottofondo e la sigla finale, costituite da brani jazz, sottolineano efficacemente le scene mostrate e sono di buona fattura.
Un anime che definirei più che altro come un giallo, con vari momenti ecchi abbastanza divertenti e alcuni spunti un po' più piccanti, ma niente che possa veramente scandalizzare una persona del ventunesimo secolo; consigliato per trascorrere un'oretta spensierata.
La storia inizia quando il direttore del Nonomura Hospital, mentre è impegnato in una sessione erotica con una delle infermiere costretta a subire i suoi ricatti, muore improvvisamente; il rapporto della polizia parla di suicidio, ma questa spiegazione non convince Akiko (la moglie del direttore) che, dopo aver licenziato Ryoko (una detective privata), assume alle sue dipendenze il detective Kaibara. Mentre il detective si reca al lavoro, ha un incidente, e viene ricoverato proprio al Nonomura Hospital; questo gli darà l'opportunità di investigare al meglio sugli eventi che hanno portato alla morte del direttore, grazie anche all'aiuto di Ryoko che, avendo collaborato con lui in passato, sembra disposta a dargli nuovamente una mano.
Nella prima parte dell'anime vengono introdotte le situazioni vissute da alcune delle infermiere che lavorano nell'ospedale e che avrebbero validi motivi per desiderare la morte del direttore: troviamo quella che ha perso i genitori in seguito a un probabile errore professionale del medico, quella che è costretta a subire le sue avance sessuali, l'amica di quest'ultima che mal tollera il comportamento del direttore e una giovane paziente che, dopo aver raccolto le confidenze dell'infermiera abusata, scrive un racconto fantasy molto significativo.
L'intreccio è molto coinvolgente, sembra quasi di trovarsi di fronte a un telefilm poliziesco come NCIS o simili dove, all'inizio di un caso, si vagliano le posizioni di tutti i soggetti coinvolti e si stila la lista dei possibili colpevoli. Nella seconda parte il detective inizia a dipanare la matassa e giunge alla soluzione del caso; il colpevole purtroppo è quanto di più ovvio ci si potesse immaginare, ma la tensione che si crea nelle fasi precedenti (individuazione dei sospettati ed esclusione degli innocenti) è di buon livello e rende gradevole il prodotto.
La grafica rispetta gli standard degli anni '90, niente CG ma solo tanti disegni fatti a mano: chi, come me, è cresciuto con gli anime realizzati in questa maniera si troverà a proprio agio. Character design molto buono, le ragazze sono carine, formose e decisamente sexy, ma non si cade mai negli eccessi tipici degli hentai attuali. Sulla parte erotica c'è poco da dire, quasi sempre vengono mostrate situazioni convenzionali senza troppi eccessi; le uniche eccezioni sono le divagazioni sadomaso dove Akiko è la protagonista e un incidente che coinvolge Ryoko mentre sta per subire una violenza sessuale. Molto più presenti e divertenti i momenti ecchi: ampio spazio agli sguardi di Kaibara sulle mutandine delle infermiere e ai suoi maldestri tentativi di palpare i seni delle ragazze... mi sembrava di leggere un manga di Katsura!
Di buon livello il doppiaggio, con le doppiatrici che si sono impegnate nell'interpretare i gemiti delle ragazze durante le scene di sesso; le musiche di sottofondo e la sigla finale, costituite da brani jazz, sottolineano efficacemente le scene mostrate e sono di buona fattura.
Un anime che definirei più che altro come un giallo, con vari momenti ecchi abbastanza divertenti e alcuni spunti un po' più piccanti, ma niente che possa veramente scandalizzare una persona del ventunesimo secolo; consigliato per trascorrere un'oretta spensierata.
Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru. Zoku", che per gli amici può essere benissimo chiamato "Oregairu. Zoku", rappresenta la seconda stagione di "Oregairu". Dopo quasi due anni, ecco che esce il seguito di un anime che, con la sua incredibile forza emotiva e i ragionamenti quasi perversi del protagonista, è riuscito a far innamorare lo spettatore.
Tredici episodi (decisamente troppo pochi per un'opera di tal fattura) nel pieno della commedia scolastica, arricchita, peraltro, da un abbondante dose psicologica e da un dolce sfondo sentimentale, che rende il tutto ancor più toccante.
Hachiman Hikigaya non è un protagonista, bensì il protagonista. Un ragazzo svogliato, non particolarmente carino, dalla mentalità contorta e alquanto singolare. I suoi modi di fare possono sembrare odiosi, e forse lo sono, ma è impossibile non innamorarsi di lui.
Insieme a Yukino Yukinoshita e Yui Yuigahama formano il club di volontariato, in cui i tre, e unici, membri si impegnano ad aiutare qualsiasi studente venga a chiedere loro soccorso. Tuttavia, come sarà ben presto chiaro, le missioni si faranno sempre più complesse, non solo per la risolubilità del caso, ma soprattutto per le difficoltà e le incrinature che incominceranno a nascere negli animi dei nostri protagonisti.
Diversi modi di pensare e piccole questioni di cuore rischieranno di mettere a repentaglio il club del volontariato. Ce la faranno i nostri tre "eroi" a superare le difficoltà della vita di tutti i giorni? Perché, in fin dei conti, si parla di questo: una normale avventura scolastica, con i soliti problemi adolescenziali. Il tutto, però, visto sotto l'ottica alquanto perversa di Hikigaya.
Oltre che una trama appassionante e in continua crescita, il vero punto di forza è, senza ombra di dubbio, la carica espressiva dei personaggi. Innanzitutto non seguono nessuno dei classici stereotipi dell'animazione. Vengono ripresi alcuni tratti tipici delle fanciulle "da anime", ma il cuore sta, appunto, all'interno di queste.
E se la gelida Yukino si scioglie man mano grazie all'aiuto di Hikigaya, Yui mostrerà un comportamento ben più maturo di quello che pareva all'inizio. I personaggi crescono con il passare delle puntate e, con essi, anche le relazioni che stringono tra loro. Litigano, formano nuove amicizie e cercano di innamorarsi... tutto normale per un ragazzo delle superiori. Beh, con l'unica eccezione di Hikigaya.
Ciò che colpisce maggiormente è la capacità di trattare temi sentimentali con la leggerezza di una carezza. Niente atti drammatici da teatro, niente protagonisti ignoranti che non capiscono quando una ragazza ci prova con loro. In questo caso i ragazzi interessati sono ben consci dei loro sentimenti, e proprio questa consapevolezza non può che creare problemi. In quanto conoscere qualcosa non ci fornisce dati su come risolverla.
In aggiunta alla prima stagione, vediamo la comparsa di Iroha, una studentessa di prima, dunque un anno più giovane di Hikigaya e gli altri. Si rivolge al club di volontariato, e in particolare a Hikigaya, per risolvere alcune questioni di cuore, ma, come sarà ben presto chiaro, i piani sono destinati a variare irrimediabilmente.
Una grafica più che eccezionale accompagna una colonna sonora degna di nota. I colori intensi, ma non troppo luminosi, creano atmosfere cariche di emotività e passione. Le musiche, d'altra parte, mostreranno grande maestria nella gestione dei tempi e dei vari momenti della serie.
Lo spettatore non può che innamorarsi dei grandi occhioni di Yui, o dello sguardo profondo di Yukino. Una cura dei dettagli esemplare, che fa assaporare allo spettatore il gusto di una commedia coi fiocchi.
Le voci dei doppiatori sono, a mio avviso, molto azzeccate. Ma, di fatto, avevamo già avuto il piacere di apprezzarle nella prima serie.
La regia segue la linea generale, creando una storia armonicamente legata e senza accelerazioni o decelerazioni di cattivo gusto. In sole tredici puntate è stata in grado di creare un prodotto d'eccellenza.
Vorrei continuare ad elogiare all'infinito un'opera che, sia per il potenziale di partenza che per gli sviluppi, non ha che qualche difetto. Il maggiore? E' semplicemente troppo breve. Giunti all'ultimo episodio, il magone per la ventura separazione è quasi insopportabile. I protagonisti chiudono il sipario con un ultimo, e incredibile, dibattito.
Non voglio annunciare nulla, e dunque tratterrò il desiderio sfrenato di comunicare tutto, lasciandovi un unico suggerimento: rispetto alla prima stagione, c'è molto più "amore".
Vedremo mai una terza serie? Le novel vendono bene e il successo, almeno in quanto a gradimento, è assolutamente indiscutibile. Forse dovremo aspettare un po' di tempo, ma il mio cuore freme, in attesa di vedere come andrà a finire la storia.
Forse non esisterà la perfezione assoluta, ma "Oregairu" si avvicina molto...
Voto finale: 9 e mezzo
Tredici episodi (decisamente troppo pochi per un'opera di tal fattura) nel pieno della commedia scolastica, arricchita, peraltro, da un abbondante dose psicologica e da un dolce sfondo sentimentale, che rende il tutto ancor più toccante.
Hachiman Hikigaya non è un protagonista, bensì il protagonista. Un ragazzo svogliato, non particolarmente carino, dalla mentalità contorta e alquanto singolare. I suoi modi di fare possono sembrare odiosi, e forse lo sono, ma è impossibile non innamorarsi di lui.
Insieme a Yukino Yukinoshita e Yui Yuigahama formano il club di volontariato, in cui i tre, e unici, membri si impegnano ad aiutare qualsiasi studente venga a chiedere loro soccorso. Tuttavia, come sarà ben presto chiaro, le missioni si faranno sempre più complesse, non solo per la risolubilità del caso, ma soprattutto per le difficoltà e le incrinature che incominceranno a nascere negli animi dei nostri protagonisti.
Diversi modi di pensare e piccole questioni di cuore rischieranno di mettere a repentaglio il club del volontariato. Ce la faranno i nostri tre "eroi" a superare le difficoltà della vita di tutti i giorni? Perché, in fin dei conti, si parla di questo: una normale avventura scolastica, con i soliti problemi adolescenziali. Il tutto, però, visto sotto l'ottica alquanto perversa di Hikigaya.
Oltre che una trama appassionante e in continua crescita, il vero punto di forza è, senza ombra di dubbio, la carica espressiva dei personaggi. Innanzitutto non seguono nessuno dei classici stereotipi dell'animazione. Vengono ripresi alcuni tratti tipici delle fanciulle "da anime", ma il cuore sta, appunto, all'interno di queste.
E se la gelida Yukino si scioglie man mano grazie all'aiuto di Hikigaya, Yui mostrerà un comportamento ben più maturo di quello che pareva all'inizio. I personaggi crescono con il passare delle puntate e, con essi, anche le relazioni che stringono tra loro. Litigano, formano nuove amicizie e cercano di innamorarsi... tutto normale per un ragazzo delle superiori. Beh, con l'unica eccezione di Hikigaya.
Ciò che colpisce maggiormente è la capacità di trattare temi sentimentali con la leggerezza di una carezza. Niente atti drammatici da teatro, niente protagonisti ignoranti che non capiscono quando una ragazza ci prova con loro. In questo caso i ragazzi interessati sono ben consci dei loro sentimenti, e proprio questa consapevolezza non può che creare problemi. In quanto conoscere qualcosa non ci fornisce dati su come risolverla.
In aggiunta alla prima stagione, vediamo la comparsa di Iroha, una studentessa di prima, dunque un anno più giovane di Hikigaya e gli altri. Si rivolge al club di volontariato, e in particolare a Hikigaya, per risolvere alcune questioni di cuore, ma, come sarà ben presto chiaro, i piani sono destinati a variare irrimediabilmente.
Una grafica più che eccezionale accompagna una colonna sonora degna di nota. I colori intensi, ma non troppo luminosi, creano atmosfere cariche di emotività e passione. Le musiche, d'altra parte, mostreranno grande maestria nella gestione dei tempi e dei vari momenti della serie.
Lo spettatore non può che innamorarsi dei grandi occhioni di Yui, o dello sguardo profondo di Yukino. Una cura dei dettagli esemplare, che fa assaporare allo spettatore il gusto di una commedia coi fiocchi.
Le voci dei doppiatori sono, a mio avviso, molto azzeccate. Ma, di fatto, avevamo già avuto il piacere di apprezzarle nella prima serie.
La regia segue la linea generale, creando una storia armonicamente legata e senza accelerazioni o decelerazioni di cattivo gusto. In sole tredici puntate è stata in grado di creare un prodotto d'eccellenza.
Vorrei continuare ad elogiare all'infinito un'opera che, sia per il potenziale di partenza che per gli sviluppi, non ha che qualche difetto. Il maggiore? E' semplicemente troppo breve. Giunti all'ultimo episodio, il magone per la ventura separazione è quasi insopportabile. I protagonisti chiudono il sipario con un ultimo, e incredibile, dibattito.
Non voglio annunciare nulla, e dunque tratterrò il desiderio sfrenato di comunicare tutto, lasciandovi un unico suggerimento: rispetto alla prima stagione, c'è molto più "amore".
Vedremo mai una terza serie? Le novel vendono bene e il successo, almeno in quanto a gradimento, è assolutamente indiscutibile. Forse dovremo aspettare un po' di tempo, ma il mio cuore freme, in attesa di vedere come andrà a finire la storia.
Forse non esisterà la perfezione assoluta, ma "Oregairu" si avvicina molto...
Voto finale: 9 e mezzo
Oregairu.Zoku è riuscito ad intrattenermi ancora più della prima stagione e non me l'aspettavo. Veramente un gran bel prodotto.
Interessante che tra i tre ci sia un hentai. A memoria non ricordo l'ultima volta che è successo ma hey è un genere pure quello . E pure doppiato in italiano! Rarità vera.
Complimenti a tutti e 3.
Ma Gurren Lagann non è stato inventato, è stato "scoperto": c'era già nell'etere, nella memoria generazionale, nell'inconscio collettivo. Gli autori sono semplicemente stati bravi a scoprirlo e a tirarlo fuori, pensando "ehi, ma fra le varie cose esiste anche questa! Tiriamola fuori e vediamo che succede!". Ovviamente è uscita fuori a suon di trivellamenti, conservata in maniera perfetta dall'alba dei tempi nella profondità della terra, e abbagliante infine come una stella.
Per finire, Nonomura Hospital, beh! È inutile dire che gli darei di meno ma dopotutto per me gli hentai hanno una scala diversa, è inutile e assurdo giudicarli per la storia!! Anche se questo è diverso dal solito, si concentra molto meno sul sesso rispetto agli altri e più sulla trama, il problema è che quest'ultima è un po, scialba ed è strano dirlo ma ho visto anime e manga pornografici che si concetravano più sul sesso ma avevano comunque una storia più interessante, però ha ragione il recensore è un Hentai ma non è un Hentai alla fine ma il problema per me non è di sicuro quello xD
Nonomura Hospital non l'ho visto, non è proprio il mio genere... ma in caso so su cosa puntare.
Molto ben scritta la rece di Gurren Lagann, con cui concordo essenzialmente su tutto, voto compreso.
Sí,sí... dei suoi grandi OCCHIONI...
Abbiamo visto lo stesso anime per caso? Amo Yahari,ma queste cose sono entrambe presenti.
@ traxer-kun
Sul fatto che sia artificioso ti do ragione. Ma c'è una bella differenza se tale effetto esce spontaneo oppure voluto. Oregairu punta proprio su questo fattore: ovvero mostrare al mondo la farraginosità di alcuni ragionamenti, contorti, ma allo stesso tempo intriganti.
Penso che lo scopo dell'anime sia proprio quello di mostrare come il protagonista impari a guardare il mondo anche con gli occhi del cuore, e non solamente con quelli della ragione.
Attenzione, artificioso non nei ragionamenti, che sono il meno (basta vedere come il mezzo utilizzato per veicolarli sia il flusso di coscienza, che è uno specchietto per le allodole abusato anche da un'altra saga che ritengo sopravvalutata, ovvero la Monogatari), bensì nell'effettiva strutturazione che viene data alla serie, con personaggi e situazioni finti e forzati, costruiti ad hoc per fare da contorno al protagonista; e ciò si nota ancor meglio in questa seconda stagione, per la quale, per porre un esempio, Yukino si riduce a una macchietta completamente out-of-character, ed è già tanto se fa un'apparizione a episodio. Inoltre verso la fine il nulla che pervade questa seconda serie si fa notare anche nei dialoghi tra i tre; completamente privi di senso, ridondanti e innaturali. L'epilogo - se così si può definire - incornicia il tutto.
Comunque non era una critica alla tua rece, che è scritta bene, ma all'opera in sé
Oregairu per nulla. È il classico anime furbetto e sopravvalutatissimo che fa largo uso del flusso di coscienza (che oggi va di moda) per darsi qualità che non ha.
E la seconda serie è addirittura moooolto peggiore della prima (e un finale del... ).
Onestamente non capisco come faccia ad essere tanto apprezzata questa furbata con elementi harem "light", un protagonista falsamente emarginato ma che casualmente si circonda di fig@ e delle situazioni improbabili se non inconcepibili.
Di questo "Oregairu. Zoku" non ho invece apprezzato l'afflosciamento, se così lo possiamo chiamare, di Yukino, che rispetto alla season 1 ha perso molto mordente, e il troppo spazio concesso a Iroha (personaggio spesso irritante), mentre dal mio punto di vista guadagna molti punti Yui (per la quale non nascondo la mia predilezione ).
Resta a mio parere un'ottima serie, il cui vero valore lo si capirà quando le si darà il sospirato finale. Complimenti al recensore.
Sempre forza Yui!!
Peccato non aver visto gli ultimi due.
Da fan di Yamatogawa e il celeberrimo Ogenki Clinic, non ho nessun problema con il genere hentai e questo "Nonomura Hospital - Delitto in corsia a luci rosse" mi sembra qualcosa di davvero unico nel suo genere! Me ne ricorderò!
Mi sembra molto interessante anche "Yahari Ore no Seishun Lovecome wa Machigatte Iru. Zoku". Lo metto subito in lista!
Complimenti per le recensioni!
comunque la recensione di oregairu è scritta male, gira intorno all'argomento ubriacando il lettore di aggettivi positivi per nascondere la carenza di argomentazioni (musiche e comparto tecnico non sono "eccezionali", sono buoni, un notevole miglioramento rispetto alla s1. Stessa cosa per il chara dei personaggi. "occhioni di yui?" è così finta come affermazione che mi fa ridere)
Ridere fa bene alla salute.
Vedo che anche stavolta la redazione ha deciso di pubblicare una delle mie recensioni: quale onore!
A Dragonx96, che dice che [gli hentai] "è inutile e assurdo giudicarli per la storia", ricordo che Nonomura Hosptal è giustamente classificato come Giallo / Hentai; come ho detto nella recensione la parte dedicata al sesso non è quella prevalente, ma si dà più importanza alle indagini e ai retroscena delle vite dei personaggi. In questo contesto una storia è richiesta, e a me è piaciuto rivedere il classico canovaccio dei polizieschi (individuare un tot di possibili colpevoli, scartarli a uno a uno mettendo insiemi gli indizi recuperati, individuare il colpevole e assicurarlo alla giustizia). Sul voto che darebbe non discuto, ognuno ha il suo punto di vista e non pretendo assolutamente che il mio 7 sia il giudizio definitivo e assoluto per questo anime
Rispetto alla media, direi che graficamente l'anime si difende bene e non ha cali sulla distanza.
E' la differenza tra scrittura mediocre e buona.
Di derpate nella s2 ce ne sono a vagonate, addirittura più che nella s1. La quale è davvero debole nella sceneggiatura, tanto da far sembrare forzata tutta l'evoluzione dei personaggi nella s2 (che in molti punti sembrerebbe comunque innaturale).
E in ogni caso... forza Yui!
Faccio i complimenti anche agli altri recensori! ^^
P.S. Ormai ho una lista di opere da recuperare incredibile, prima o poi dovrò sfoltirla! XD
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.