Nel bene e nel male la scuola occupa una fetta consistente della vita di ognuno di noi e la cosa vale per quasi tutte le parti del mondo. Il Giappone ovviamente non fa eccezione e ci è già capitato di parlarne qui su Animeclick: abbiamo scoperto la storia delle uniformi e che gli edifici scolastici che vediamo in anime e manga esistono anche nella realtà. Vediamo allora di approfondire l'argomento per capire come è strutturato il sistema scolastico giapponese, con le sue curiosità e anche i suoi lati negativi.
Approssimativamente, la scuola è obbligatoria dai 6 ai 15 anni e l'anno scolastico inizia il 1 aprile.
Il primo corso è la shogakko (cioè l'equivalente delle nostre elementari): dura sei anni e se è pubblica non necessita di esame d'ammissione e non ci sono tasse da pagare. Anche i libri sono forniti dalla scuola così come la divisa. Stessa cosa per la chuugakko (cioè le nostre medie), anche se qui la divisa diventa a carico della famiglia, che paga anche per i pasti e le eventuali gite scolastiche. Dopo tre anni si passa al koukou cioè il liceo che dura un altro triennio e da cui si può accedere alla daigaku cioè l'università.
Molte famiglie però puntano a fare ammettere i loro figli all'interno di scuole private fin da subito perché queste garantiscono molte più possibilità di entrare in licei prestigiosi e avere una migliore carriera anche dal punto di vista lavorativo. In questi casi le rette possono avere costi davvero elevati.
Che siano quindi scuole pubbliche o private, in Giappone il tasso di scolarizzazione negli anni obbligatori è uno dei più alti del mondo con un valore che si attesta attorno al 99,8%. I bambini stranieri non sono obbligati ad andare a scuola, ma se decidono di frequentare una struttura giapponese, hanno anch'essi diritto ai benefit gratuiti dalle elementari alle medie.
Finiti i primi due corsi, a 15 anni non c'è più l'obbligo di frequentare la scuola e si aprono diversi scenari. Oltre ai classici licei, ne esistono anche di più specializzati: agricoli, industriali, commerciali e professionali in cui si mescolano lezioni di cultura generale ad altre di formazione tecnica specializzata. Nonostante non sia più obbligatorio, il 98,1% dei diplomati alla chuugakko si iscrive ad una scuola superiore e prosegue gli studi; alcuni lavorano e studiano grazie a corsi serali o per corrispondenza.
Recentemente poi sono nate scuole che uniscono chuugakko e koukou: con il loro programma organizzato su 6 anni e una preparazione minuziosa per affrontare l'esame di ingresso per le università, attira molti ragazzi. Anche perché per molte aziende giapponesi la laurea è il requisito base per cercare nuovi impiegati; calcolando che nel 2015 solo il 56,5% dei diplomati liceali è riuscito a passare l'esame per l'università, si può capire quale sia la pressione, la difficoltà e lo stress legati ad esso. Malgrado questo però, il 97% dei liceali che hanno cercato subito un lavoro invece di continuare gli studi ha avuto successo. L'università può durare da due a quattro anni, a cui possono seguire altri due anni o tre anni per ottenere un dottorato.
Esistono poi scuole professionali per i liceali che hanno in mente una ben specifica carriera: che si voglia diventare cuochi, infermieri. agricoltori, costruttori oppure si voglia lavorare nel campo degli anime e manga, del design, dei videogiochi, del cinema, del teatro o dello sport, il ventaglio di opzioni fra cui scegliere è molto ampio. Alcune hanno ottenuto una fama internazionale come la Mode Gakuen (specializzata nel campo della moda), la HAL per gli anime e i videogiochi e la Kuwasawa Design School appunto per il design.
Ma com'è la giornata tipo di uno studente? Generalmente si va a scuola dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 15:30, più un sabato su due con orario ridotto dalle 8:30 alle 12:00. Terminate queste ore di solito iniziano le attività dei club, a cui è bene che ciascun allievo si iscriva.
In più alcuni frequentano anche i juku, corsi supplementari che possono svolgersi anche all'interno della scuola stessa e che possono durare fino a tardi: non è raro incrociare studenti alle 20, alle 21 e anche alle 22.... Le vacanze comprendono un mese ad agosto, 15 giorni intorno a Natale e Capodanno e tre settimane a marzo, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico.
E le pulizie? Si chiamano soji e le fanno i ragazzi, a turno, divisi in gruppi, fin dalle elementari! Si pulisce tutto: interni ed esterni, piscine comprese. Ecco un esempio:
Tutto oro quello che luccica? Purtroppo no. Una delle piaghe maggiori all'interno del sistema scolastico giapponese è il bullismo. Se da sempre i più forti fisicamente all'interno della scuola hanno sopraffatto i più deboli, ora, nell'era di internet, degli smartphone e dei social network, chiunque si senta frustrato può sfogarsi, denigrando e svilendo gli altri. La sfida per genitori e insegnanti è quella di crescere individui capaci di gestire lo stress senza ricorrere al bullismo.
Se l'aggressione fisica della vittima è più frequente da parte dei maschi, l'aggressione relazionale è invece più diffusa fra le ragazze, ma non per questo è meno deleteria: si isola la vittima, attraverso pettegolezzi infamanti, esclusioni dai gruppi e il rifiuto di rivolgerle la parola. Questo mina la sicurezza di sé in un'età tanto difficile quanto quella adolescenziale. Aggiungiamo poi che in una società come quella giapponese ove il gruppo è più importante del singolo ed è fondamentale avere un proprio posto all'interno di quel gruppo, qualunque forma di maltrattamento che mina questo tipo di relazione è fonte di angoscia e può avere un effetto catastrofico.
Questo porta anche ad una reazione delle vittime di tipo introspettivo, cioè la vittima si colpevolizza e invece di reagire e pensare alla vendetta, tende a chiudersi in se stessa, cerca in tutti i modi di correggere ogni minima imperfezione nella speranza di essere così accettata dal gruppo e se ciò non avviene si può arrivare al gesto estremo del suicidio.
Un'inchiesta governativa condotta da aprile 2011 a marzo 2012 ha riportato 39 suicidi alle medie (27 ragazzi e 12 ragazze) e 150 al liceo (106 maschi e 44 femmine); in media i ragazzi sono più a rischio. Questo perché mentre le ragazze tendono a parlare di più con le loro compagne e quindi riescono maggiormente a chiedere aiuto, i ragazzi cercano di risolvere il problema da soli, non confidandosi con nessuno. Se non riescono a trovare una soluzione, si colpevolizzano arrivando al suicidio.
Fonti consultate:
Nippon-Le système scolaire japonais
Dozodomo
Nippon- Les causes des brimades dans les écoles japonaises
Approssimativamente, la scuola è obbligatoria dai 6 ai 15 anni e l'anno scolastico inizia il 1 aprile.
Il primo corso è la shogakko (cioè l'equivalente delle nostre elementari): dura sei anni e se è pubblica non necessita di esame d'ammissione e non ci sono tasse da pagare. Anche i libri sono forniti dalla scuola così come la divisa. Stessa cosa per la chuugakko (cioè le nostre medie), anche se qui la divisa diventa a carico della famiglia, che paga anche per i pasti e le eventuali gite scolastiche. Dopo tre anni si passa al koukou cioè il liceo che dura un altro triennio e da cui si può accedere alla daigaku cioè l'università.
Molte famiglie però puntano a fare ammettere i loro figli all'interno di scuole private fin da subito perché queste garantiscono molte più possibilità di entrare in licei prestigiosi e avere una migliore carriera anche dal punto di vista lavorativo. In questi casi le rette possono avere costi davvero elevati.
Che siano quindi scuole pubbliche o private, in Giappone il tasso di scolarizzazione negli anni obbligatori è uno dei più alti del mondo con un valore che si attesta attorno al 99,8%. I bambini stranieri non sono obbligati ad andare a scuola, ma se decidono di frequentare una struttura giapponese, hanno anch'essi diritto ai benefit gratuiti dalle elementari alle medie.
Finiti i primi due corsi, a 15 anni non c'è più l'obbligo di frequentare la scuola e si aprono diversi scenari. Oltre ai classici licei, ne esistono anche di più specializzati: agricoli, industriali, commerciali e professionali in cui si mescolano lezioni di cultura generale ad altre di formazione tecnica specializzata. Nonostante non sia più obbligatorio, il 98,1% dei diplomati alla chuugakko si iscrive ad una scuola superiore e prosegue gli studi; alcuni lavorano e studiano grazie a corsi serali o per corrispondenza.
Recentemente poi sono nate scuole che uniscono chuugakko e koukou: con il loro programma organizzato su 6 anni e una preparazione minuziosa per affrontare l'esame di ingresso per le università, attira molti ragazzi. Anche perché per molte aziende giapponesi la laurea è il requisito base per cercare nuovi impiegati; calcolando che nel 2015 solo il 56,5% dei diplomati liceali è riuscito a passare l'esame per l'università, si può capire quale sia la pressione, la difficoltà e lo stress legati ad esso. Malgrado questo però, il 97% dei liceali che hanno cercato subito un lavoro invece di continuare gli studi ha avuto successo. L'università può durare da due a quattro anni, a cui possono seguire altri due anni o tre anni per ottenere un dottorato.
Esistono poi scuole professionali per i liceali che hanno in mente una ben specifica carriera: che si voglia diventare cuochi, infermieri. agricoltori, costruttori oppure si voglia lavorare nel campo degli anime e manga, del design, dei videogiochi, del cinema, del teatro o dello sport, il ventaglio di opzioni fra cui scegliere è molto ampio. Alcune hanno ottenuto una fama internazionale come la Mode Gakuen (specializzata nel campo della moda), la HAL per gli anime e i videogiochi e la Kuwasawa Design School appunto per il design.
Ma com'è la giornata tipo di uno studente? Generalmente si va a scuola dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 15:30, più un sabato su due con orario ridotto dalle 8:30 alle 12:00. Terminate queste ore di solito iniziano le attività dei club, a cui è bene che ciascun allievo si iscriva.
In più alcuni frequentano anche i juku, corsi supplementari che possono svolgersi anche all'interno della scuola stessa e che possono durare fino a tardi: non è raro incrociare studenti alle 20, alle 21 e anche alle 22.... Le vacanze comprendono un mese ad agosto, 15 giorni intorno a Natale e Capodanno e tre settimane a marzo, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico.
E le pulizie? Si chiamano soji e le fanno i ragazzi, a turno, divisi in gruppi, fin dalle elementari! Si pulisce tutto: interni ed esterni, piscine comprese. Ecco un esempio:
Tutto oro quello che luccica? Purtroppo no. Una delle piaghe maggiori all'interno del sistema scolastico giapponese è il bullismo. Se da sempre i più forti fisicamente all'interno della scuola hanno sopraffatto i più deboli, ora, nell'era di internet, degli smartphone e dei social network, chiunque si senta frustrato può sfogarsi, denigrando e svilendo gli altri. La sfida per genitori e insegnanti è quella di crescere individui capaci di gestire lo stress senza ricorrere al bullismo.
Se l'aggressione fisica della vittima è più frequente da parte dei maschi, l'aggressione relazionale è invece più diffusa fra le ragazze, ma non per questo è meno deleteria: si isola la vittima, attraverso pettegolezzi infamanti, esclusioni dai gruppi e il rifiuto di rivolgerle la parola. Questo mina la sicurezza di sé in un'età tanto difficile quanto quella adolescenziale. Aggiungiamo poi che in una società come quella giapponese ove il gruppo è più importante del singolo ed è fondamentale avere un proprio posto all'interno di quel gruppo, qualunque forma di maltrattamento che mina questo tipo di relazione è fonte di angoscia e può avere un effetto catastrofico.
Questo porta anche ad una reazione delle vittime di tipo introspettivo, cioè la vittima si colpevolizza e invece di reagire e pensare alla vendetta, tende a chiudersi in se stessa, cerca in tutti i modi di correggere ogni minima imperfezione nella speranza di essere così accettata dal gruppo e se ciò non avviene si può arrivare al gesto estremo del suicidio.
Un'inchiesta governativa condotta da aprile 2011 a marzo 2012 ha riportato 39 suicidi alle medie (27 ragazzi e 12 ragazze) e 150 al liceo (106 maschi e 44 femmine); in media i ragazzi sono più a rischio. Questo perché mentre le ragazze tendono a parlare di più con le loro compagne e quindi riescono maggiormente a chiedere aiuto, i ragazzi cercano di risolvere il problema da soli, non confidandosi con nessuno. Se non riescono a trovare una soluzione, si colpevolizzano arrivando al suicidio.
Fonti consultate:
Nippon-Le système scolaire japonais
Dozodomo
Nippon- Les causes des brimades dans les écoles japonaises
Io credo che invece sia normale, sia ben chiaro non lo giustifico, ma credo che in Giappone il bullismo sia portato sopratutto dell'eccessivo carico di responsabilità che qui in Italia non abbiamo o in minima parte.Loro reputano molto importante essenziale il risultato ottimo nella scuola e questo continuo stress porta i ragazzi a mettersi in continua competizione tra di loro. Comunque sia a scuola che nel lavoro in Giappone in qualche modo vige la regola del più forte
(Che poi sfatiamo il mito che i bulli maschi aggrediscano solo fisicamente: nella mia vecchia classe c'erano degli emeriti ****** che bulleggiavano più persone, me compresa, a suon di risatine e insulti anche pesanti dietro le spalle (o davanti) che neanche le peggio ragazzette delle medie).
Riguardo alla pressione che subiscono gli studenti per avere buoni voti, purtroppo, credo che sia solo l'antipasto della loro futura vita lavorativa; mi stupisce invece il fatto che molti dei ragazzi che decidono di smettere di studiare dopo le scuole medie riescano a trovare un lavoro in tempi brevi - anche se ci sarebbe da chiedersi di che tipo e che prospettive abbiano per il futuro.
Si direbbe "introiettivo". "Introspettivo" significa solo che comincia a pensare su se stesso, non che per forza si attribuisce la colpa.
Ok che il bullismo in Giappone può portare al suicidio, ma c'è davvero più bullismo lì che in Italia? Anche qui ce n'è un sacco.
per la storia del bullismo qualcosa già sapevo...ora si spiega come negli anime questo sia sempre presente! credo che per portare al suicidio debba essere un trauma(non che qui in italia non ci sia, anche io vengo continuamente preso di mira e se nn avessi il mio migliore amico nn so cosa farei ora...) cmq nn la trovo giusta questa cosa di isolare totalmente un apersona (oddio se fossi in Gantz o robe cosi nn saprei cosa fare *_* mamma mia sono troppi i suicidi!
ora mi interesserebbe sapere qualcosa in più sulla cultura giapponese mi èm sempre interessata
Se ti interessa puoi cliccare sul tag Giappone in fondo all'articolo o visitare l'apposita sezione dedicata del sito!
Grazie mille
A vari livelli di schifo, c'è d'ovunque.
E una cosa del genere è piu facile a dirsi che a farsi...
E qualche volta mi è capitato anche di subirlo, ma non da mie compagne di classe: fortunatamente niente di così grave, dato che sto qui a raccontarlo, e mai e poi mai mi è saltato in testa di suicidarmi.
Però posso dire per esperienza che il bullismo di ogni tipo riesce comunque a segnare in qualche modo a vita una persona e mi ritengo molto fortunata di essere una girellara, perché nel periodo preistorico in cui andavo a scuola io non esisteva facebook... Mi spiace tanto per gli studenti di oggi, per i quali ritengo che il problema sia molto più serio ormai ovunque, dato che ormai si viene umiliati in mondo-visione: non per niente si sentono sempre più casi di suicidi dovuti proprio a questo!
In ogni caso io a quei tempi io non ho mai avuto certi drammatici propositi nemmeno
Condivido appieno, non vorrei essere nei panni degli adolescenti di oggi.
È puro e semplice inquadramento, nulla di eccezionale, fortuna che da noi non è così, per lo meno non ovunque, educare i figli non significa certo imparargli i metodi di pulizia del pavimento. Devono essere educati a pensare con la loro testa, ad essere indipendenti nelle scelte, a fare le cose non perché le fanno tutti e quindi è un bene....
Tipo Alberto Sordi nel "Marchese del grillo": io so io e voi non siete un c.....potete capire cosa.
Comunque meno male che non ho figli.
Un saluto ad Hachi194, grazie per il tuo lavoro qui su AC, sono le notizie che preferisco.
Magari fosse così cosa, avere un'educazione di facciata?Sì bello, puliscono le loro aule poi però se uno studente rimane indietro perchè ha dei limiti viene isolato da classe ed istituzione scolastica, i figli devono obbedire ciecamente ai genitori ma se questi ritengono che il figlio non sia degno possono benissimo escluderlo dalla vita familiare ed ereditaria e non parliamo poi di tutte quelle convenzioni che devono essere rispettate. Cavolo, pure farsi una famiglia è una convenzione!
Incuriosita invece dall'obbligo scolastico fino a 15 anni: in molti anime/manga/drama si vedono ragazzi anche più giovani rinchiudersi in casa e/o rifiutarsi di andare a scuola, senza che ci siano conseguenze; è un obbligo solo formale, dunque? no, perchè in Italia chi non rispetta l'obbligo scolastico rischia di vedersi prelevare dai carabinieri..
Senza contare che, tra l'altro, anche le nostre università durano di più rispetto a quelle americane/giapponesi
Penso che possa succedere, ma mi piace pensare che anche i giapponesi abbiano una coscienza e un po' di umanità e non tutti i genitori trasformino la propria famiglia in un lager per i propri figli e suppongo che un po' di amore lo provino anche loro. Mi piace pensare che le istituzioni scolastiche non siano delle prigioni e che se un allievo ha difficoltà venga aiutato, soprattutto nelle strutture pubbliche.
Per quel poco che ho girato in Gippone ho visto bambini allegri sia per strada che nelle scuole e non cordate di robot programmati dall'educazione sociale.
Per me l'educazione è importante per il rispetto verso il prossimo, se la libera espressione della personalità vuol dire far fare ai propri figli tutto ciò che gli passa per la testa ledendo la tranquillità e i diritti altrui a me non sta bene. Inoltre vediamo di non estremizzare ogni cosa pensando che allineati e coperti voglia dire Corea del Nord.
Concordo che di convenzioni ne hanno a bizzaffe, ma ti assicuro che le cose stanno cambiando.
P.S.: il pollice verso non te l'ho messo io, si discute tranquillamente.
Amen, come non concordare....
Tempo fa vidi una trasmissione tv che parlava proprio della vita scolastica in giappone e sono rimasto colpito da una frase detta durante il servizio in cui si affermava che "il futuro dei giovani giapponesi veniva deciso in parte già da un test pedagogico fatto ai bambini prima di entrare all'asilo (o elementari non ricordo esattamente)".
Che voi sappiate (di sicuro molto più di me) è vera questa cosa? era magari vera anni fa o effettivamente un test in età molto giovane può davvero decidere il parte il futuro scolastico (e quindi lavorativo) di un giovane giapponese?
Se la cosa è vera è forse l'ombra più ombrosa di tutte... fosse capitato a me personalmente che elementari e medie sono state a dir poco disastrose (interesse zero e professori e maestri che lo abbassavano ulteriolmente) ma con superiori ad ottimi livelli sarei stato tagliato fuori da opportunità a causa di un test... se è vera la cosa è assurda davvero.
Le scuole pubbliche sono rigide esattamente come quelle private anzi, anche di più visto che generalmente le private sono istituti convenzionati che tra medie e superiori e non hanno un esame di accesso per accedere al livello superiore. Inoltre vi è una notevole discriminazione a seconda di quale scuola si è frequentato e non riuscire ad accedere a quelle giuste vuol dire essere cittadino di serie B. Vedere per strada bambini allegri o studenti sorridenti non vuol dire nulla, il bullismo, l'indice di suicidio minorile (il più alto al mondo) sono indici di una società oppressiva che non si cura minimamente dell'individualità della persona basti anche pensare alle politiche completamente cieche di fronte alla popolazione handicappata, niente codice morse nei luoghi pubblici o sugli oggetti di prima necessità come le medicine (e prima di dire "anche in Italia", le stazioni più usate hanno sempre una mappa con il codice morse) nessuna politica di aiuto (qui è normale che lo Stato paghi i corsi per i cani per ciechi e li dia gratuitamente ai bisognosi). Libera espressione della propria personalità non vuol dire fare gli animali ma potersi esprimere liberamente, poter dire "no, questo non mi piace " e non dover concordare perché la convenzione dice che non bisogna esprimere opinioni contrarie. L'educazione la si fa insegnando e spiegando i perché, non dando obblighi tassativi che possono andare bene fino ai tre anni (in quanto il bambino non è mentalmente maturo per comprendere) ma poi se si continua con questa politica si creano amebe incapaci di ragionare e si creano appunto quelle pesanti contraddizioni presenti nella cultura giapponese ( bisogna essere bravi a scuola perché chi è bravo vale dunque chi non riesce a raggiungere gli stessi risultati è uno studente di serie B,futuro cittadino di serie B e dunque inferiore dunque bullizzabile, l'omosessualità va bene fino all'adolescenza poi magicamente sparisce non esistono gli omosessuali perché i giapponesi a vent'anni devono sposarsi e figliare).
ad essre cosi , nonostante le sue luci ed ombre !
Se gli anni delle elementari sono 6 e quelli delle medie 3, come è possibile che si inizi a 6 anni e si finisca a 15? In teoria, se al primo anno di elementari (il cui inizio è a marzo) ho 6 anni, all'ultimo delle medie ne dovrei avere 14... sbaglio io qualche conto?
No non sbagli i conti, ma bisogna distinguere fra età in cui è obbligatorio andare a scuola e corsi che si frequentano, quindi le due cose potrebbero non coincidere....
Credo tu abbia fatto una disamina perfetta di una società con tanti problemi che cerca di nascondersi dietro ad una facciata perfetta. Da noi in effetti i problemi sono più in evidenza, ma da un lato forse è meglio così perchè se ne parla e si può risolvere e migliorare.
Il fattore dei cittadini di serie A e B per la scuola poi è un fattore da non sottovalutare e che considero ombra megagalattica in giappone. Conosco tantissime persone che non hanno portato avanti gli studi e sono a livelli superiori sia per bravura nel lavoro che tante volte per intelligenza di gente "studiata" che ha fatto l'università... la cosa bella è che nel mondo (più o meno dappertutto) sono le capacità della persona a fare la differenza e non gli studi fatti (comunque importanti eh), ma se a prescindere da quella già si decide che una persona è di serie A o B limitandola nei lavori e competenze che poi dovrà fare per tutta la vita la trovo una discriminazione più grave di molte altre più appariscenti (non la sapevo la storia dell'omosessualità... è davvero bizzarra la cosa ma forse è una delle tantissime contraddizioni del sol levante).
Da un lato ammiro la capacità di dare responsabilità anche a bambini che da noi sarebbero considerati "troppo giovani per capire" (e poi gli si da in mano a 6 anni un cellulare da 600 euro perchè quello invece è bravissimo a "capirlo" -_- ), la gestione della scuola non come solo luogo di studio ma anche di aggregazione culturale con i vari club/gruppi e le attività svolte (penso ai festival che sono una specie di piccola autogestione autorizzata di qualche giorno che trovo meravigliosa), la disciplina che viene insegnata agli studenti (forse anche troppo rigida a volte) ma che da noi negli ultimi anni manca e molto (e non si tratta di problemi di budget, si tratta di problemi sociali dove il figlio e i genitori soprattutto sono troppo salvaguardati e un maestro o professore non può sgridare o rimproverare un alunno senza il dubbio di venir denunciato o querelato, cosa che trovo davvero assurda... fosse per me vieterei assolutamente i cellulari nelle scuole ad esempio, troppo spesso usati oggi dai bulletti di turno per denigrare compagni e insegnanti... ma ci vorrebbe una lista infinita).
Ci sono tante ombre e tante luci come in ogni paese, ma ci sono posti dove tentano di migliorare, altri invece che si chiudono a riccio nelle proprie tradizioni e lineaggi e da li non vogliono evolvere.
Come molti sono affascinato dalle scuole nipponiche e come ogni cosa a questo mondo comprende lati positivi e negativi. Il sistema scolastico è davvero molto differente dal nostro, in molte cose e sicuramente è più avanti a noi, basta vedere che fanno pulire la scuola agli studenti, ovviamente con lo scopo di renderli più capaci a prendersi curi dell'ambiente in cui vivono. Le divise le amo, apprezzo il fatto che almeno alle elementari danno da sè agli studenti la divisa, libri e quant'altro, mentre da noi devi uscire il portafogli sempre..
Purtroppo il lato negativo non può comprendere solo dal bullismo, che credo sia abbastanza risaputo, secondo me le ore scolastiche in giornata sono davvero troppe, contando che poi ci sono anche le ore dedicate ai club. Sicuramente piacerebbe anche a me passare del tempo in club con gli amici, ma tutti i gironi tornare a casa la sera dopo una giornata scolastica, sai che prigionia poi
Riguardo il bullismo, mi dispiace davvero tanto che un'ambiente così bello ospiti una negatività del genere, ma il bullismo non esiste solo in Giappone.. Sarà che i giapponesi tendono a chiudersi in se stessi (questo è risaputo in molti casi), ma secondo me è qualcosa che si può affrontare.
Se l'anno inizia ad aprile e tu compi gli anni in settembre mettiamo, inizi a 6 anni, ma quando arrivi al mese di settembre ne compi 7. Quello che voglio dire è che nell'ultimo anno delle medie inizi che ne hai 14 ma finisci che ne hai 15
Quindi, quando inizi la prima elementare, sei nell'anno dei 7? Se è come dici tu, chi è nato a gennaio inizierebbe la scuola a 7 anni.
Ogni volta che si mettono in luce i lati negativi del Giappone e della loro vita sociale sembra di leggere un girone dell'inferno dantesco. Continuo a non capacitarmi come ci sia un'interesse così grande tra gli utenti di AC, a parte anime e manga, verso questo paese che sembra avere più lati negativi che positivi. Lasciamo perdere il fascino della tradizione, della loro storia, ecc., sono bazzecole da turista, ci sono in ogni paese del mondo, parliamo di società, perchè ci sono persone che vorrebbero trasferirsi all'inferno da questo paradiso che è l'Italia? Ad esempio andresti a viverci?
Io ci proverei, ma non per farli cambiare ma per cercare di uniformarmi a loro.
Quelli nati in Gennaio, Febbraio e Marzo se non erro vanno con l'anno precedente.
Allora secondo me è così: l'anno scolastico inizia a aprile quindi se io sono nato a gennaio andrò a scuola che ho già 6 anni e quando la finisco a marzo dell'anno dopo ne avrò sette. Se sono nato a maggio probabilmente andrò a scuola ad aprile dell'anno successivo, in cui ne avrò ancora 6 anche se per poco. Funziona così anche da noi più o meno La questione è cmq che si inizia avendo un'età e si finisce che si ha cmq un anno in più
Un sistema piuttosto cervellotico!
Ma era giusto una curiosità. Grazie anche ad Hachi per le risposte.
(Io l'ho scoperto con Harry Potter... Pur essendo nello stesso anno a scuola, Hermione era del novembre del '79 - ma Harry e Ron, per esempio, dell'80!)
Dall'altra parte però questo metodo permette forse ai ragazzi di entrare nel mondo del lavoro tutti alla stessa età anagrafica, mentre da noi i nati di dicembre sono in parte "avantaggiati" rispetto a quelli di gennaio, ad esempio. Dire 'ho finito l'università a 21 anni" è più d'effetto rispetto ai 22, eppure può essere solo una questione di mese di nascita
http://digilander.libero.it/scuolaacolori/riflessioni/letture/terzani.htm
Particolarmente duro per i bimbi dell'asilo... Premettendo che quella storia non è piaciuta nemmeno a me e che ogni eccesso è difetto e che secondo me quella maestra è solo una furba che ha voluto farsi pubblicità sfruttando l'ingenuità del suo alunno, non oso immaginare come sarebbe finita la sparata sul "fiore petaloso" se il bambino fosse stato giapponese!!!
Molti pensano al Giappone con l'immagine di Akiba, ma il Giappone non è solo luce, ma anche ombra. (è all'ombra fa sempre freddo...)
Sul fatto che i giapponesi siano gentili ho visto qualche tempo fa un video su YT particolarmente illuminante:
Nonostante "bazzichi" la cultura giapponese da quasi 15 anni, non conoscevo proprio questa questione del Tatemae-Honne! Non credevo che i giapponesi fossero così "netti" nell'essere sinceri o nel assumere una facciata di comodo, non conoscono le mezze misure...per questo si passa dalla gentilezza a dei giudizi cattivi e brutali.
E' uno degli aspetti più strani da capire secondo un nostro punto di vista occidentale, secondo me...
L'ultimo anno delle medie infatti lo inizi ad Aprile nell'anno in cui hai compiuto o compierai 14 anni e lo finirai a Marzo nell'anno dei 15. Ipotizziamo che tu sia nato nel 2000: nell'Aprile 2014 inizierai l'ultimo anno delle medie che finirai nel Marzo 2015.
Sí di solito sono in quel periodo.
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