All'interno dell'animazione giapponese, il genere majokko è sempre stato uno dei più prolifici e di successo e questo vale anche tuttora, con l'eco di Madoka Magica che ancora non si è spento, il ritorno alla ribalta di Sailor Moon con una serie tv remake e un'invasione di merchandise distribuito in tutto il mondo e la sempreverde saga delle Pretty Cure, che da ormai dodici anni continua a intrattenere le giovani spettatrici giapponesi. Senza contare le molte serie non giapponesi ispirate a questo genere, come il disneyano W.I.T.C.H., il successo tutto italiano Winx Club o il recente, francese, Ladybug. Ma qual è il segreto di tanto successo? Ha provato a spiegarlo Gabriella Ekens, utente del sito Anime News Network, in un recente editoriale.
Pare che le radici del majokko siano da ricercare in Osamu Tezuka e nella sua Principessa Zaffiro, che vestiva panni "altri" per salvare il suo regno e compiere mirabolanti imprese altrimenti precluse ad una normale ragazzina.
Le maghette successive (Sally la maga, Stilly e lo specchio magico, ma anche le maghette dello Studio Pierrot come Creamy) hanno rinunciato all'elemento del combattimento presentando uno schema quasi da sit-com, dove la ragazzina protagonista usava i suoi poteri nella vita di tutti i giorni, creando accidentalmente guai e disastri. Spesso queste eroine erano anche loro principesse provenienti da mondi altri e magici, ma si trovavano invece ad avere a che fare con una realtà quotidiana o scolastica e con problemi e scenari più normali, come l'amore, i rapporti familiari o la realizzazione dei propri sogni (che, magari, passava attraverso la trasformazione in una bellissima cantante adolescente). Anche queste ragazzine, tuttavia, mantenevano un forte "girl power" e un forte messaggio d'indipendenza.
Messaggio, questo, che sarà alla base di quello che forse è il maggior punto di svolta del genere, ossia quel Sailor Moon che trasforma le maghette in combattenti dotate di poteri magici, forti e combattive, ma anche femminili e molto sensibili.
L'intuizione geniale di Sailor Moon è quella di combinare il majokko con il tokusatsu, i telefilm supereroistici, e in particolare con il sentai, una sottobranca del tokusatsu che prevede come protagonisti un gruppo di eroi caratterizzati ognuno da un proprio colore tematico (questo genere di telefilm nipponici è noto anche in Italia tramite il remake americano Power Rangers). Un'idea geniale che ha fatto di Sailor Moon un successo planetario.
Ragazze che salvavano il mondo combattendo il male, esattamente come facevano i loro colleghi maschi dei telefilm o i guerrieri in armatura di Saint Seiya, Samurai Troopers e Shurato. Le guerriere Sailor non hanno un'armatura ma un'uniforme alla marinaretta con una procace minigonna, stivali o scarpe col tacco, fiocchi, orecchini, collane e gioielli vari e riescono a trasformarsi mediante l'uso di spille, penne e cosmetici vari, urlando la formula "Make Up!", inequivocabilmente legata alla sfera femminile dei cosmetici e dei trucchi, che le rende delle "bishoujo senshi", delle bellissime guerriere.
Il successo di Sailor Moon è stato tale che il majokko "puro" è via via praticamente andato scomparendo, e ad oggi quasi tutte le serie del genere prodotte successivamente presentano la formula del gruppo di eroine colorate invece che una singola protagonista alle prese con la sua quotidianità.
Una vera e propria pietra miliare del genere che cambia la visione delle protagoniste femminili, che sognano ancora l'amore e il matrimonio come le maghette precedenti, ma sono anche impegnate in prima persona e in maniera indipendente in scontri mortali e destini travagliati.
Dopo Sailor Moon, sarà proprio quest'ultimo elemento a prevalere, lasciando via via ad un ruolo sempre più secondario l'elemento romantico.
Uno degli elementi che fanno il successo del majokko è anche la straordinaria semplicità con cui qualsiasi ragazza può identificarsi con l'eroina che più preferisce o, perché no, anche reinventare se stessa nei panni di un'eroina di sua invenzione, caratterizzata da un proprio costume, da un proprio colore e da un proprio potere o arma. Del resto, Sailor Moon, nel suo ispirarsi ai Super Sentai, ne aveva perfettamente fatto suo anche questo elemento: le guerriere Sailor, infatti, hanno tutte quante, di base, lo stesso costume alla marinaretta, che però ottiene particolari, orpelli e colori differenti a seconda dei vari personaggi, aiutandone la caratterizzazione con tanti piccoli dettagli ed accessori: si pensi ai tacchi a spillo della sofisticata Sailor Mars, al visore hi-tech della geniale Sailor Mercury o agli iconici orecchini a forma di rosa di Sailor Jupiter, elemento simbolico legato al suo pianeta ma anche simbolo indiscusso di quella femminilità che fatica a far emergere in pubblico, nascosta dietro la sua stazza imponente e il suo carattere un po' rude e mascolino in apparenza. Inoltre, ogni combattente ha un suo preciso ruolo all'interno del gruppo, in modo da renderne ancora più marcata la caratterizzazione.
Anche il recente Madoka Magica segue lo stesso schema. Le eroine hanno tutte un'uniforme monocromatica, che cambia però colore e armamenti a seconda del personaggio, aiutandone spesso e volentieri a definirne la caratterizzazione, aiutate anche da uno stile narrativo che valorizza i combattimenti e le armi, caratterizzandoli in molti modi differenti, anche in relazione alle streghe che affrontano, legate a doppio filo al carattere e i problemi delle eroine.
Per via della sua struttura, purtroppo, Madoka Magica non offre molte occasioni per vedere le eroine combattere come un gruppo, problema che è stato corretto dal successivo Yuuki Yuuna, a lui ispirato, che presenta motli combattimenti affrontati dalle eroine in gruppi di quattro o cinque. Un elemento che aiuta molto ad aprire la porta della fantasia delle spettatrici, che possono facilmente immaginare se stesse e loro amiche nei panni di eroine e vivere infinite avventure di fantasia.
Nonostante l'elemento romantico della storia d'amore tra Usagi e Mamoru/Tuxedo Kamen fosse uno dei cardini di Sailor Moon, l'elemento che ha fatto più fortuna a posteriori è stato quello dell'amicizia fra le ragazze combattenti. E' davvero bello vedere queste ragazze, che magari litigano di continuo (come Usagi e Rei) tra loro nella vita di tutti i giorni, disposte poi a sacrificarsi l'una per l'altra in tragiche battaglie in nome della forte amicizia che le lega (ricordiamo tutti il finale della prima serie di Sailor Moon, vero?).
L'elemento romantico è stato quasi completamente eliminato dai majokko più recenti, in favore di un'amicizia femminile sempre più forte e marcata. Si pensi alla lunga saga delle Pretty Cure, dove l'elemento amoroso è quasi del tutto ininfluente, salvo rarissime eccezioni (Nozomi e Coco della serie Yes! Pretty Cure 5 sono una delle poche eccezioni, ma in questo caso il partner è uno scoiattolino kawaii capace di trasformarsi in figone bishounen, quindi la storia d'amore è solo accennata per forza di cose).
I majokko per un pubblico adulto, come Madoka Magica, hanno completamente eliminato l'aspetto romantico delle storie, sostituendolo con un legame molto forte e ambiguo fra le varie eroine. Anche in questo caso, Sailor Moon è stato precursore, presentando l'intenso rapporto fra Sailor Uranus e Sailor Neptune, che ha avuto un fortissimo impatto su tutta l'animazione successiva e anche fra il pubblico delle ragazze omosessuali.
Insieme all'editoriale riportato quassù, ne approfitto per fare anche qualche considerazione personale sul mio rapporto con il majokko. Chi vi scrive (Kotaro) si è appassionato al genere in tenerissima età grazie ad una bellissima prestigiatrice dai capelli azzurri, che in realtà era una bambina un po’ capricciosa ma di buon cuore di cui ho adorato seguire il percorso di crescita. In effetti, quello della crescita (dei personaggi e dei piccoli spettatori, che da essi traevano insegnamenti) è uno degli elementi caratterizzanti del majokko classico, dove l’uso della magia metteva la protagonista in confronto con tante altre, diverse, realtà dalle quali imparava sempre qualcosa di più o meno importante.
Poi è arrivata Sailor Moon, coi suoi colori brillanti, con la sua struggente favola romantica, i suoi combattimenti ricchi di azione e pathos, le sue guerriere bellissime che si trasformavano mostrando la silhouette del loro corpo nudo da top model (sulla carta avevano quattordici anni, ma io ne avevo otto e viste dai miei occhi di bambino erano adulte, splendide e mi facevano battere il cuore forte come una discoteca che mandava Scatman John a tutto volume), le sue ambiguità, i suoi mille riferimenti a questo o a quell’elemento culturale, le sue trame avvincenti e drammatiche, e tutto è cambiato, all’interno del majokko, portando una rivoluzione di cui ancora adesso ci si porta dietro gli strascichi in vari modi.
Sono passati più di vent’anni da quando quella bellissima ragazza con i capelli biondi acconciati in modo improponibile e l’uniforme alla marinaretta ha fatto capolino per la prima volta nella mia vita, facendomi innamorare perdutamente di lei e, in vari modi, di ognuna delle sue compagne (di una in particolare, eh eh…).
Adesso di anni ne ho quasi trenta, vivo in Giappone e sono molto contento di vedere che le “mie” guerriere Sailor sono ancora lì, sugli schermi di Aichi TV ogni domenica all’una e mezza del mattino, in ogni macchinetta dei gashapon, in ogni libreria, in ogni centro commerciale che vende gadget, cartoleria e merchandise vario. E con loro, le loro figlie, le Pretty Cure, che campeggiano sugli schermi televisivi ogni domenica mattina, escono al cinema due volte l’anno e hanno invaso i negozi con giocattoli, dolciumi, cancelleria e ogni tipo di articolo per bambini si possa immaginare.
Le bambine che negli anni ’90 hanno sognato con le avventure delle guerriere Sailor adesso sono delle donne, magari forti, belle e gentili come le loro eroine di un tempo, che ricorderanno con un sorriso mentre comprano un lucidalabbra, una matita, un ciondolo a tema.
Queste donne oggi sono delle mamme che portano le loro figlie al centro commerciale, e queste guardano con un grosso sorriso all’orso di peluche mascotte delle Pretty Cure di quest’anno: “Mama, mite! Mofurun, kawaii!!!” . Anche per quelle bambine, come fu per le loro madri, le maghette rappresentano un sogno, un modello, degli splendidi personaggi che sono un po’ amiche e un po’ eroine da prendere ad esempio, che sbagliano, amano e soffrono, esattamente come ogni ragazzina, e insegnano ai loro spettatori ad affrontare la vita con coraggio, anche se nella vita non ci sono veri e propri mostri da combattere e non si può trasformare vestendo abiti ricchi di fiocchi e gioielli e lanciare incantesimi con scettri incantati.
E noi maschietti, che per forza di cose ci troviamo a guardare a queste maghette con meno coinvolgimento rispetto alle spettatrici? A noi rimangono dei personaggi splendidi, che riescono non di rado a toccare anche il nostro cuore, facendoci pensare a quanto sarebbe bello, ad esempio, avere come propria fidanzata una ragazza bella, gentile, forte e altruista ma anche dolce e umana, come Sailor Moon.
Purtroppo per noi, le majokko non esistono davvero, ma gli autori di questo tipo di serie hanno sempre costruito i loro personaggi in modo che ci fosse una fortissima identificazione tra l’eroina e la spettatrice, al punto che intere generazioni sono cresciute e continueranno ancora a crescere portando nel cuore gli insegnamenti e gli esempi di queste eroine, che resteranno per sempre come un mito d’infanzia, un’amica inseparabile, un indimenticabile primo amore, una parte importantissima di ciò che le spettatrici (e anche gli spettatori di sesso maschile, in fondo) diventeranno da grandi.
Credo che continueremo a vedere serie majokko ancora per molto tempo, finché le bambine continueranno a sognare, a crescere e ad aver bisogno di eroine che le rappresentino sullo schermo televisivo. E visti i bei contenuti pedagogici che queste serie nascondono dietro i loro colori accesi, i loro costumini fashion e il vasto giro di merchandise collegato, non credo affatto sia un male.
E voi? Quali sono le vostre serie majokko preferite? Quali sono i motivi che vi hanno portato ad appassionarvi a questo genere di anime? Fatecelo sapere nei commenti!
Fonte consultata:
Anime News Network
Non sarebbe poi male tornare anche alla vecchia formula o combinarla con altri generi, ormai la strada spianata da Sailor Moon è diventata fin troppo abusata da tante opere successive fino ad oggi, non è più quella innovazione che negli anni 90 fece un vero botto.
Creamy Mami è una favola per bambini bellissima, qualsiasi bambina poteva identificarsi in Yu, innamorata del suo amico di infanzia Toshio, che però non la degnava di attenzioni.
Grazie ai suoi poteri, Yu poteva trasformarsi in una splendida sedicenne, che travolgera' il cuore di Toshio. Diventa cantante solo per compiacere lui, ma non ha assolutamente il desiderio di essere famosa. Anzi, pur essendo Creamy, è gelosa di Creamy.
Alla fine, Yu perde i suoi poteri, ritorna alla sua vita normale, e finalmente il suo Toshio impara ad apprezzarla per quello che lei è. Questo tema - poteri usati solo come un incentivo alla crescita della protagonista, che saprà alla fine realizzarsi senza alcun aiuto magico - è ripreso anche in Magica Emi, dove l'elemento romantico è in secondo piano, mentre spicca la volontà di Mei di diventare una talentuosa prestigiatrice...ed alla fine inseguira' il suo sogno con le sue sole forze, senza magia. Il bello di questi majokko risiedeva nel fatto che erano storie di formazione in cui le protagoniste erano bimbe comuni che alla fine ritornavano ad essere tali; la morale era sempre la stessa: è meglio arrivare ai propri obiettivi con le nostre sole forze, non esiste "magia" che superi la nostra buona volontà. L'avvento di Sailor Moon e socie ha trasformato il genere...le protagoniste non sono più ragazze normali, ma prescelte, principesse di mondi paralleli, et simila. L'elemento slice of life viene perso appannaggio dell'azione, non sono più storie puramente di crescita e formazione, ma supereroistiche, con ragazzine che devono salvare la Terra. Vengono esaltati fino alla nausea valori come l'amicizia e l'amore tramite imprese eroiche, il sacrificio della propria vita, proclami infiniti, ma dietro a tutti questi cliché manca l'approfondimento psicologico sottile che si ritrovava in serie come Creamy o Magica Emi, dove il focus era proprio posto sulla crescita delle protagoniste, attraverso piccole "imprese" della loro vita quotidiana, non gesta eroiche.
Inutile dire che apprezzo molto di più le maghette bambine comuni alle combattenti prescelte.
Nel cuore mi porterò sempre Creamy Mami e Hime Chan no Ribbon, forse l'ultimo esponente del genere "maghetta che non ha il peso del mondo sulle spalle", ma solo le piccole sfide della vita quotidiana, raccontate con sensibilità e delicatezza.
Ho apprezzato anche majokko più recenti, fra cui Himeko di Himechan no Ribbon e Puella Magi Madoka Magica, una vera rivoluzione del genere.
Bell'articolo, ma non sono d'accordo sul commento riguardante i telespettatori maschi: c'è un utente del mio forum che non solo ama molto questo genere, ma è un vero e proprio esperto!
Io sono legata a doppio filo al genere: penso Sailor Moon sia stato il mio primo anime in assoluto (e uno dei primi cartoni in generale), visto che mia sorella al tempo era fissata - al punto che ha registrato alcune puntate sopra a dei filmini di famiglia Mi ricordo ore passate a lanciare cerchietti facendo finta fossero tiare, o tutti i libri e giornaletti sfogliati e risfogliati, nonostante ancora non sapessi leggere. Ho qualche ricordo di Emi, molti di Creamy; e poi Sakura, altre ore a giocare con lo scettro, e la mia prima bambola che non fosse una Barbie, la bellezza di tutti quei costumi diversi...! Tokyo Mew Mew, Yui ragazza virtuale, la prima serie delle Pretty Cure... devo continuare? XD
Da "90s kid" però devo dire che il grande amore con il genere è arrivato con Doremi: per me è stata la prima ossessione vera e propria, fin dalla prima puntata; ho passato tutti gli anni delle elementari ad essere famosa nella mia classe come "quella che disegna Doremi", quella che aveva tutte le maghette, i quaderni, le figurine, chi più ne ha più ne metta XD è stato anche il mio primo manga, comprato quando ancora non sapevo cosa fossero - con la mezza delusione nel vedere i disegni in bianco e nero, o la confusione nel notare che i disegni erano "alla rovescia" (col senno di poi, era perchè le tavole erano state ribaltate per essere lette all'occidentale). L'ultima puntata della prima serie è stata anche la prima volta che ho pianto davanti a uno schermo E poi le WITCH e le Winx, entrambe le serie italiane - a dimostrare quanto le majokko abbiano fatto presa nell'immaginario collettivo, forse soprattutto nel nostro paese.
Da "grande" ho riscoperto il genere, come molti, grazie a Madoka - tutt'ora uno dei miei anime preferiti. Sono felice venga citato anche Yuuki Yuuna, a me è piaciuto molto! Spero prima o poi di recuperarmi un po' di PreCure, anche se la quantità di serie e personaggi mi spaventa un po'
Ora in TV se ne vedono di meno, ma il genere è comunque presente: mi viene da pensare alla nuova serie di Sissi o al graficamente stupendo Mia & Me. Miraculous Ladybug è stupendo poi!! Non vedo l'ora arrivino gli special e la seconda stagione
Insomma, non penso sarei su questo sito senza le majokko; più o meno indirettamente il genere ha formato moltissime parti della mia persona, dall'amore per il disegno alla lettura di fumetti - fino ai messaggi più "importanti" che caratterizzano tutti questi titoli. Lunga vita alle ragazze magiche! Che possano riempire i nostri schermi di magia ancora a lungo
Secondo, la prima majokko combattente l'ha creata Nagai con Cutey Honey, di cui Sailormoon è l'evoluzione ( infatti la Toei doveva creare una nuova serie di Honey, ma non mettendosi d'accordo con Nagai, creò con Kodansha e la Takeuchi , Sailor V che divenne poi Sailormoon).
E ancora, , le stesse maghette Pierrot anticipartono i temi di SM di qualche anno con l'OVA " Alien X dalla dimensione A " dove si trasformavano in guerriere in armatura con tanto di armi bianche ( si fa per dire... sono fruste e spade laser !) per uccidere un mostro alieno ( ma và ?)
Fessi quelli del Pierrot che non hanno sfruttato a dovere un idea che valeva miliardi.
P.S. Magical Emi ha i capelli versi, non blu
Adoro questo genere sopratutto le maghette anni 80 !
Personalmente amavo molto lo spaccato slice delle majokko originarie, ma non nego che la combo majokko sentai (di cui ero già a conoscenza grazie agli studi per la tesi XD) è quello che più ha spaccato, nel mondo e anche nella mia storia personale. Adoravo Creamy, ma ho senz'altro fatto molte più follie per Sailor Moon, i suoi personaggi e le sue saghe, nel corso degli anni.
E diciamo che per quanto l'elemento della amicizia tra donne mi piaccia moltissimo in serie così, la scomparsa dell'elemento romantico un po' mi pesa; forse su Sailor Moon era fin troppo romantico/idealizzato, ma proprio in quanto appassionata di slice, quale modo migliore di affrontare l'amore e le sue difficoltà se non attraverso lo scambio di pensieri, valutazioni e consigli che proprio un gruppo di amiche può fornire?
Insomma, per me nei majokko è un sì alle romanticherie, meglio ancora se non solo per la protagonista (Furuba e Karekano docet) ^^
Quanto alle preferite: Creamy (sicuramente la prima per cronologia), Emi, Sailor Moon, Himechan, Saint Tail, Mew Mew...
Complimenti per l'articolo ^^
Poi viene Sailor Moon, capolavoro indiscusso, Tokyo Mew Mew, Pretty Cure, Madoka Magica e tanto altro.
Se proprio devo identificare i miei preferiti dico così, a bruciapelo ed in ordine sparso:
1) Sailor Moon (sia storica che crystal)
2) Mahou Shoujo Lyrical Nanoha (tutte le serie)(che non hai citato ç__ç)
3) Pretty Cure (tutte le serie)
4) Tokyo Mew Mew
5) Puella Magi Madoka Magica
6) Yuuki Yuuna wa Yuusha de Aru
Personalmente credo che il cambio di focus da "maghette alle prese con problemi comuni di amore etc." a "maghette combattenti" sia anche dovuto ad un cambiamento in quello che il pubblico femminile ricerca nei personaggi. Negli anni i prodotti per ragazze hanno cercato sempre di più di unire un certo modello della donna (carina, interessata a trucco/moda/cose, femminile) a una visione di forza e indipendenza (le majokko combattenti, che non hanno bisogno di uomini per combattere le loro battaglie, che possono anche loro salvare il mondo con l'impegno come i maschietti, che magari si innamorano o vogliono innamorarsi ma non fanno dell'amore il centro unico delle loro vite). Le precure hanno tanto successo ultimamente presso il pubblico di bambine proprio perché cercano di riflettere, pur con le loro limitazioni, ragazzine vere, con i loro sogni, aspirazioni, ma anche in grado di dare tante mazzate e farsi valere, e in cui l'elemento amoroso magari c'è o non c'è ma alla fine non è poi così importante rispetto all'amicizia e alla crescita interiore delle protagoniste.
Io, cresciuta a pane e Sailor Moon, lo trovo un cambiamento estremamente positivo, e anche se mi manca l'atmosfera delle vecchie majokko non posso che apprezzare quando vedo una maghetta tirare sberle da cambiare in modo permanente il paesaggio xD
Ah ecco questo spiega tutto. All'inizio avevo capito che fosse tratto dall'editoriale di ANN, poi vedo un sacco di considerazioni kotaresche e non mi ci raccapezzavo piu'. Zaffiro non c'entra per nulla con i majokko (non ha poteri magici). Forse dovevi quotare la parte tradotta o metterla in italico, cosi' che si capisse cosa era tuo e cosa no.
In generale sono d'accordissimo col fatto che l'editoriale sia lacunoso e non privo di errori (cita Zaffiro, che non c'entra nulla col genere, e tralascia invece le prime maghette Toei, forse perché in America non sono mai arrivate), ma era un buon spunto di discussione, quindi l'ho riportato, aggiungendo giusto qualcosina qua e là per renderlo più scorrevole o sostituire qualche cosa legata alla sfera americana che da noi non aveva senso mantenere (es. nella descrizione di Sailor Moon si faceva riferimento alla loro versione censurata).
E' un peccato che oggi si facciano meno serie di questo tipo e che siano sicuramente tutte più orientate verso il sottogenere del combattimento, ma considerando che con la creazione di questo sottogenere sono riusciti a pigliare un pubblico molto più ampio, chiamali scemi
In generale comunque l'attenzione allo slice of life e alla crescita non manca anche nei majokko odierni, anche se è espressa in maniera diversa. Le serie delle Pretty Cure, anche se orientate verso il combattimento, presentano una fortissima componente slice of life, dove le protagoniste si confrontano con amici, familiari, insegnanti o personaggi secondari di vario tipo, traendone messaggi formativi molto importanti.
Ci sono poi altre serie che spiccano di meno e che usano l'elemento magico in maniera differente, magari non permettendo alla protagonista di trasformarsi ma dandole comunque dei poteri magici o affiancandole creature fantastiche, ma le fanno ancora e sono molto belle ed educative (penso a Kamisama Minarai, che in Giappone va forte ma qui non lo conosce nessuno perché non è stato nemmeno sottotitolato in inglese).
Non si può certo dire altrettanto per la grammatica italiana
Eriko del canale Erikottero su Youtube, in un suo video dedicato agli shoujo manga/anime, sostiene che i tre shoujo più popolari di sempre in Giappone siano stati Candy Candy, Lady Oscar e per l'appunto Creamy Mami.
Il video in questione è questo:
Mentre lascio questa chicca
Ricordiamo anche che questa serie consacrò quel mostro di bravura che è la grandissima Akemi Takada. Tecnicamente, pur essendo un anime dei primi anni 80, Creamy Mami è molto superiore per animazioni e disegni a Sailor Moon.
In Sailor Moon certi episodi poi avevano un calo tecnico così drammatico da essere inguardabili, mentre in Creamy Mami tutti gli animatori avevano buone mani, chi più chi meno, ma non c'erano sakkan scarsi come in Sailor Moon.
Mi fa piacere che nell'introduzione siano stati citati anche majokko extra-giapponesi, che poi sono i più famosi al momento
Penso che tutti abbiamo visto una serie majokko.
Sul majokko made in Japan, mi stupisce che qui non sia stata citata la tanto odiata Mermaid Melody Principesse Sirene, non certo per l'opera in sè quanto per il contributo di aver fatto crescere il sito Animeclick, visto che quando quel cartone era in onda il sito aveva boom di visite e visualizzazioni.
Tornando al majokko in sè secondo me negli anni in Giappone sono usciti completamente fuori dai binari, con il tempo hanno quasi eliminato ogni personaggio maschile nelle storie e di conseguenza tutta la parte romantica tipica degli shojo, vedesi a titolo di esempio le Pretty Cure dove non c'è nessun personaggio maschile di rilievo, rendendo le storie decisamente più infantili e molto meno approfondite, anche il fatto di rendere le protagoniste sempre più giovani e bambine la trovo un'involuzione del genere invece che un'evoluzione.
Nomi e cognomi dei "majokko stranieri" li ho aggiunti io, l'articolo originale era decisamente più vago da questo punto di vista.
Nell'articolo originale non compariva Mermaid Melody e io di mio non l'ho citato, così come non ho citato Mew Mew o Wedding Peach, perché, per quanto gradevoli, sono stati solo dei successi momentanei che non hanno aggiunto nulla al genere e sono già stati dimenticati.
Vivo in Giappone, e non ho mai visto nulla di queste serie nei negozi, tranne il manga di Mew Mew che è recentemente stato ristampato in una nuova edizione per festeggiare il nonsoquale anniversario della sua rivista di pubblicazione, mentre di altre vecchie serie shoujo (tipo Kingyo Chuuihou, Rayearth o Marmalade Boy) si trovano ogni tanto anche gashapon in qualche macchinetta.
Concordo sul non apprezzare il fatto che pian piano l'elemento romantico stia via via scomparendo dai majokko, e questo è il motivo per cui riterrò sempre Sailor Moon superiore a qualsiasi suo clone, per il buon bilanciamento di sentimento e azione che manca a tutti i suoi cloni, sbilanciati da una parte (Mermaid Melody e Mew Mew, dove le battaglie erano una scusa per fare amoreggiare la protagonista col figo di turno, al punto che i nemici non avevano quasi ragion d'essere) o dall'altra (Pretty Cure, che è solo azione e amicizia ma l'amore è praticamente assente).
Capisco che non ti piaccia un genere ma arrivare a odiarlo... potevi anche risparmiarti sto commento (e non lo dico perchè mi piacciano chissà che le majoko, non ne ho quasi viste di serie) e adesso ti elenco anche i motivi:
1-Già il disprezzare un genere in generale mi sembra esagerato, poi dare la colpa agli altri... come se fosse scorretto avere gusti diversi.
2-Poi non dai nemmeno delle motivazioni: Cosa disprezzi tanto del genere da doverlo dire apertamente? Un fanatico di majoko ti ha stuprato la famiglia o cosa?
3-Che senso ha scrivere un messaggio di disprezzo contro un genere, in un posto (una pagina) dove si parla solo del genere (e anche di come lo si stia aprezzando)
Sarebbe interessante sentire la tua opinione, tanto anche se non mi rispondi i punti di animeclick li prendo lo stesso, e ringrazio l'autore dell'articolo di sopra per il tempo spesoci.
L'articolo, come è stato già detto, è fin troppo incentrato su Sailor Moon... Non che sia un male, infondo SM è intramontabile, il majokko più celebre ed amato di sempre e la saga Crystal è la prova. Che dire, Sailor Moon è stato il punto di partenza per il majokko di genere sentai mono, dando il via ad una corrente che pare tutt'oggi una tendenza, seppure abbia generato un'incredibile filone di cloni, a partire da Wedding Peach, passando per Tokyo Mew Mew e Mermaid Melody, fino a Pretty Cure; quest'ultimo era partito con una storia piuttosto originale, ma poi è finito per omologarsi ai precedenti...!
Tuttavia, esistono majokko in stile Sailor Moon che meritano davvero, in quanto sono riusciti a distinguersi, proprio come Magic Knight Rayearh e Corrector Yui. Che dire, invece, di Lyrical Nanoha e Madoka Magica? Non sono soltanto riusciti a raggiungere il successo di SM, ma forse, addirittura a superarlo!
Per concludere, credo che il genere majokko non passerà mai di tendenza...
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