Possono bastare un’idea discreta e un ottimo contorno per trasformare uno spunto interessante in un prodotto di qualità? La scommessa di Ichirō Ōkouchi e soci su Kabaneri of the Iron Fortress pare basarsi proprio su questo, la supremazia della tecnica sul contenuto, una tendenza che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede nel mondo dell’animazione made in Japan; fermandoci a considerare solo le opere dello sceneggiatore in questione, Ōkouchi, spicca tra tutte Guilty Crown, delizioso gioiello di tecnica, tuttavia riassumibile in due sole parole: “soldi sprecati”. Nonostante il caso di Kabaneri non sia tanto disperato, lo stratagemma è lo stesso, si ubriaca di azione e colpi di scena lo spettatore senza che egli si renda conto che, tolto quello, ciò che rimane di sostanza è poco o nulla.
L’idea c’è e nonostante possa delinearsi come poco innovativa, riesce a stuzzicare in qualche modo la curiosità dello spettatore potenziale. Un Giappone dilaniato dalla comparsa di mostri simili a zombie, chiamati kabane; un sistema di città-fortezze protetto da alte mura e collegate tra loro da un imponente sistema di rotaie; un universo steampunk fatto di mastodontici treni a vapore corazzati, valvole, ingranaggi e caldaie che cigolano e stridono a ogni movimento, condito dal quell’immancabile tocco di “sporco” che conferisce al tutto una buona dose di credibilità. Dei kabane si sa poco in partenza, ed è amareggiante constatare che pure col passare degli episodi, poco si continui a sapere; sono bestie antropomorfe dalla forza sovraumana, prive di ragione, che cacciano gli esseri umani per cibarsene, trasformandoli a loro volta in altri kabane. Le disavventure del protagonista della serie, Ikoma, iniziano quando i kabane invadono la fortezza dove egli vive e lavora come operaio presso la ferrovia; morso da uno di questi, riesce a scampare la mostruosa metamorfosi piantandosi qualche chiodo nel corpo e bloccandosi la gola con un collare metallico, per fare in modo che il virus dal quale è stato infettato non si propaghi il cervello; un metodo poco ortodosso, ma a quanto pare molto efficacie. Per farla breve, quello raggiunto da Ikoma è uno stadio ibrido tra il l’essere umano e il kabane, un individuo con una resistenza e capacità rigenerativa fuori dal comune, ma costretto a nutrirsi di sangue per placare la fame animalesca: in una parola è diventato un “kabaneri”. Ad accompagnarlo nel suo viaggio verso la speranza di una nuova vita sarà Mumei, ragazza dall’aspetto innocente e un po’ infantile – moe potremmo dire – che a dispetto delle apparenze è una kabaneri anch’essa, abile combattente e spietata macchina di morte.
Fin dai primi minuti lo spettatore è catapultato nel vivo dell’azione, tra scontri a fuoco, pasti sanguinosi e macelli spietati, mai un calo di tensione, mai un attimo per ragionare, si pensa solo alla sopravvivenza. La precisione delle animazioni, la fotografia ad effetto, i toni caldi dei tramonti e le ombre del crepuscolo, la perizia della regia nelle scene tachicardiche e la cura del design dei personaggi mettono in luce fin da subito il punto di forza della serie, la capacità di mantenere viva sulla grafica l’attenzione dello spettatore, distratto, per così dire, solo dalla colonna sonora composta da Hiroyuki Sawano, ancora una volta valore aggiunto all’opera. Un inizio col botto, si potrebbe pensare, o forse un inizio furbesco. Il problema fondamentale è che oltre la facciata, si palesa il vuoto: non appena le legnate lasciano spazio ai dialoghi, emergono tutti i problemi di una sceneggiatura banale e poco coerente. Pecca di superficialità, essenzialmente, troppo pregna di retorica spiccia e mai veramente coinvolgente da un punto di vista tematico o anche retorico; la regia di Tetsurō Araki similmente non riesce a comunicare e funzionare altrettanto bene e finisce per appesantire ancor più il prodotto e mettere in luce tutte le mancanze e le colpe di Ōkouchi a livello di intreccio e di sviluppo. Ma non finisce qui: manca un antagonista credibile – quello principale è prima paladino della giustizia, poi incarnazione del male sulla Terra, infine redento salvatore –; stride terribilmente poi, seppur tra gli ultrasuoni, la dicotomia tra il lato “badass” di Mumei in versione arma finale e quello “very extra moe” negli spezzoni slice of life, risultando semmai un’emulazione deforme della Lucy di Elfien Lied, insomma, l’ennesimo specchio per le allodole accalappia-otaku, uno di quelli che ultimamente va per la maggiore; nemmeno il doppiaggio riesce a salvarsi, con quelle urla e quel tono pomposo che tentano di conferire pathos ed epicità anche a scene che non ne dovrebbero avere, inutile ripetere il motivo.
Quello che, sotto questa nuova luce, non si può perdonare a Ōkouchi, Araki e compagnia è il fare rinunciatario, il non osare a sufficienza e rifugiarsi nella mediocrità che tira, pur di avere un pubblico sicuro. Il risultato è la forzatura, che nel tentativo di limitare le scene rilassate, percorrendo quindi la strada dei colpi di scena e dei cliffhanger e smarrendo di contro quella della coerenza, viene portata a galla in tutta la sua possanza. Alla fine della visione, quel che resta di salvabile è poco di fronte al suicidio logico dell’intreccio e alla mancanza di congruenza della sceneggiatura. Per rispondere alla domanda iniziale, no, non bastano un’idea e un buon contorno, è necessario uno sviluppo quanto meno coerente e la voglia di osare, nella consapevolezza dei propri mezzi, per creare qualcosa di diverso, che non sappia di già visto.
Pro
- Idea interessante e inizio molto coinvolgente...
- Animazioni fluide, regia dinamica e combattimenti mozzafiato...
- Colonna sonora coinvolgente.
Contro
- ... ma intreccio carente di originalità e privo di una coerenza di fondo
- ... tuttavia le scene più tranquille sono gestite male, annoiano e risultano quindi superflue.
- Sigla d'apertura dimenticabile, principalmente per la canzone poco orecchiabile.
- Sceneggiatura poco curata e studiata, ridondante di retorica spiccia e presunte frasi ad effetto.
- Protagonisti poco caratterizzati, pieni di cliché.
- Antagonista poco credibile e di scarso spessore.
Una serie insalvabile da qualsiasi punto di vista tranne quello grafico. Se volete una serie senza grosse pretese contenutistiche ma guardabilissimo, ben diretto, ben animato e coinvolgente allora guardatevi Hellsing ultimate (che non è nemmeno un capolavoro comunque). Ma non Kabaneri, che per me è semplicemente questo:
Purtroppo era costruita male, e l'impianto ha iniziato a sfaldarsi dopo pochi episodi.
L'antagonista mediocre poi è stato il chiodo di bara definitivo.
Solo per il fatto che mi lascio impresso solo lei dimostra tutta la superficialità nel caratterizzare il resto del cast e di scrivere la sceneggiatura.
80% dello staff che lavora sul moe e 20% occupato nello script, soundtrack, animazione ecc XD
Prima fa la loli che spacca i culi al mondo, e poi passa in "configurazione sorellina" e va a giocare con i bimbi o a baciare la terra dove cammina il suo "fratellone".
Poi è ovvio che come personaggio sembrava borderline... se la psicologia del personaggio viene asservita al fanservice, si ottiene questo.
Inoltre non capisco questa cosa del "cattivo debole". Da quando c'è l'obbligo in una serie, palesemente programmata per avere un seguito, di avere un cattivo epocale o caratterizzato in maniera forte?! Ma soprattutto, da quando Biba sarebbe un cattivo!? Aveva un suo scopo e dei protagonisti non se ne fregava niente. Se ha preso i contorni di cattivo è solo a causa del legame con Mumei.
Le uniche cose che incrimino a questa serie è l'ambientazione (lo steampunk con il Giappone classico è un cazzotto nei denti) e la trama poco originale. Per il resto questa serie ha tutto ciò che serve per superare abbondantemente la sufficienza.
Ah, un'ultima cosa, usare come punto negativo la opening dicendo che è poco orecchiabile mi sa tanto di ragionamento da hater. Non ti piace?! Nessun problema, ma sottolinea che si tratta di un tuo gusto personale e non di un valore assoluto. In Giappone quella canzone ha spopolato in termini di vendite, quindi tanto dimenticabile non penso che sia.
Anime partito molto bene, con animazioni coinvolgenti e fluide, ma che cade non solo nella sceneggiatura ma soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi. In particolar modo, sono la sindrome di Stoccolma di Mumei e la mancanza di spessore di Ikoma ad avermi disturbato.
A Biba, poi, gli avrei fatto una risata in faccia solo a sentire il nome ridicolo, per non parlare di quei capelli rosa che mi hanno riportato indietro ai tempi di Kiss me Licia.
Non parlo di cattivo, ma di antagonista, che è ben diverso.
http://www.treccani.it/vocabolario/antagonista/
http://www.treccani.it/vocabolario/cattivo/ (alla voce 4)
Detto questo, una recensione non può prescindere dai gusti dello spettatore: così come tu dici che l'ambientazione non ti è piaciuta, così io dico per l'opening. Se è un ragionamento da hater, lo è in entrambi i casi.
Guarda, io non critico il fatto che non ti sia piaciuta la sigla, alla fine sono gusti, ma il fatto che tu l'abbia messo come punto negativo nella recensione. Personalmente non giudicherei mai una serie dalle sigle, lo trovo un eccesso di zelo, tutto qua.
Antagonista o cattivo non fa differenza, Biba secondo me è un personaggio che non nasce con quell'intento, ma viene portato ad esserlo. Il suo è uno scopo ben preciso che mira a colpire una singola persona. Per questo non viene nemmeno di considerarlo un villain.
Tra eccesso di zelo e comportarsi da hater c'è differenza però xD
L'ho messo perché è un punto che non mi ha convinto, ed era giusto da parte mia precisare, visto che ho elogiato il resto dell'OST.
A pensarci bene credo sia stato il peggior antagonista che abbia mai visto in un anime.
Vogliamo parlare della sua decisione random nel finale?
Tanto basta, non mi atteggio certo da critico LoL
E comunque una recensione, sebbene sia influenzata dai gusti di chi la scrive, deve cercare di essere obiettiva.
Una recensione non è smplicemente scrivere i propri gusti personali. Ergo, pessima recensione.
Invece penso che la recensione sia ben fatta, e a mio parere ogni recensione dovrebbe avere qualche spunto personale, sennò sarebbero tutte uguali.
Solo la decisione? Lui è un tizio a caso che dice cose a caso e che fa cose a caso.
Vero
Io credo di non aver mai letto una recensione obiettiva in vita mia.
Ognuno ha la propria opinione, altrimenti non si spiegherebbe perché alcuni anime sono valutati da alcuni utenti 5 e da altri 9. Una recensione è ben fatta quando viene spiegato nel dettaglio perché si dà un tale giudizio.
Penso che giacgiac abbia fatto un buon lavoro perché esprime in modo approfondito e chiaro il suo pensiero, che poi sia condiviso o meno è un'altra storia.
La sigla iniziale l'ho sentita non mi sembra tanto pessima da essere menzionata tra i difetti, penso sia davvero facile trovarne di assai peggiori ma in questo caso la questione è totalmente soggettiva.
2 o 3 perché ha comunque un'ending carina e comparto tecnico buono.
Cattivo penoso (e in un action survival horror queste sono cose che contano), protagonisti principali schizzofrenici e piattume generale dei secondari...almeno la potevano buttare più sugli scontri o spiegare un po' come erano nati questi kabaneri, buttarci un po' di mistero: niente!
L'opening e tutta la colonna sonora mi piace parecchio!
Meglio Lost Village, almeno ci si poteva divertire a trollarlo.
Rivoglio indietro il tempo speso a guardarlo!
Ad ogni modo grazie per le critiche, c'è sempre da migliorare quando si parla di scrittura.
Il voto che gli ha assegnato Giac - a cui faccio i miei complimenti - imho è quello più giusto, ed è un buon compromesso tra i (pochi) pregi e i (diversi) difetti
E' proprio la sceneggiatura che sarà costata un euro.
Comunque "quasi copia dei giganti" proprio per nulla, ci sta l'analogia tra i due anime ad un primo approccio ma la cosa finisce lì.
in parole povere non l'hai letta ma avevi comunque voglia di fare il fanboy che difende a spada tratta l'opera senza degnarti di obiettare
il calo c'è, e non è tanto quello che hai scritto, ma un unica cosa... il fatto che gli "zombie" si uniscano tipo robottone, per fare un bestio più grosso... quello è un calo ed è banale. il resto è ben fatto, dal soundtrack alle sigle, non eccezionali invero ma nemmeno orrende. il resto è invenzione tua e pertanto soggettiva.
kabaneri ha un ambientazione storica, per nulla buttata lì, sono studiati pure gli ordinamenti politici, persino ogni personaggio ha una sua caratterizzazione. insomma una recensione superficiale e di preconcetto.
per non parlare poi del fatto, che per fortuna non c'è in questa recensione, che viene paragonato all' attacco dei giganti su questo sito... il preconcetto scorre forte troppo.
Dove sono queste cose? O_O
Qual'è l'ordinamento politico? L'unica cosa che si percepisce è che l'ordinamento amministrativo è vagamente ispirato al Bakufu.
Cosa già vista in tipo mezzo milione di opere.
Dov'è la caratterizzazione dei personaggi? Ikoma è una scimmia urlatrice, Mumei è il solito feticcio otaku e Biba... beh.. Biba è al massimo questo.
L'idea c'è, l'intreccio è carente e lo si nota dal fatto che in 23 minuti di episodio la trama va avanti solo negli ultimi, con tanto di furbeschi cliffhanger finali per far sembrare che gli sviluppi abbiano chissà quale entità. All'inizio il sogno di Ikoma è trovare una cura per i kabaneri e alla fine ha risolto poco o nulla.
Biba, quando appare per la prima volta, viene presentato come l'unico titanico eroe che va in giro per le fortezze non a cercare di scampare la morte, ma solo per fare fuori quanti più kabane gli passino per le mani; tutto a un tratto impazzisce - come se avesse mai palesato sintomi di sanità mentale, ma vabeh - e si mette a sterminare le fortezze che fino a poco prima aveva protetto, con tanto di kabaneri in modalità berserk che spara raggi laser dalla bocca; nel finale, forse per una sbronza dello sceneggiatore, dopo essere stato preso a legnate da Ikoma, contro il quale aveva inveito fino a poco prima, gli inietta l'antidoto per salvarlo.
Riassumendo: paladino della giustizia -> pazzo sadico criminale -> redento salvatore del protagonista.
Questo resto di cui parli cosa sarebbe di preciso?
Fixed.
Non è una fotocopia, ma solo una bruttissima copia. Nelle scene d'azione l'anime dei giganti è 10 volte meglio, nelle scene di non combattimento pure (personaggi ben caratterizzati a differenza di Kabaneri), ed è 10 volte più coinvolgente e originale.
Non che ci sia molto di meglio da seguire attualmente mi pare.
O forse sono io che sono preso acqua alla gola.
tutto...
il calo si ha solo a metà, ed è quello che rovina la serie. cioè la banalità degli zombie che si uniscono per formare un bestione... così come gli zombie che danno i super poteri e sparano raggi ... questo si che rende la storia banale. il resto della recensione è fuffa...
Mi sembra di essere tornato ai tempi in cui Limbes recensiva, alcuni non capivano quello che scriveva palesando la loro ignoranza e lui li mandava figurativamente a quel paese.
Purtroppo giacgiac è troppo buono per completare quest'ultima parte in modo troppo esplicito.
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