Chihiro trascorre la vita come un normale bambino della sua età: va a scuola, fa i compiti, aiuta con le faccende domestiche e le commissioni, gioca con gli amichetti... vive con la sua mamma finché il destino non decide di portargliela via, come in passato aveva fatto col papà. Orfano di entrambi i genitori, viene raccolto dal fratello della madre come si fa con i gattini abbandonati. Madoka, lo zio di Chihiro amante dei felini, è uno stilista eccentrico che cammina sullo scorrere del tempo con il suo personalissimo passo. Assecondando il desiderio del nipote di lavorare per la sua tenuta, poiché il bambino si rifiuta di stare gratis con uno zio di cui conosce molto poco, Madoka confeziona per Chihiro una divisa da governante, trasformandolo in uno shōnen maid, ossia in un "ragazzo-cameriera". È così che questi due giovani uomini, che hanno visto la dipartita di una persona cara, si avvicinano nel ricordo; sono due solitudini che cercano di compensare le mancanze affettive contando l'una sull'altra, e riempiendo con i piccoli gesti d'amore quel vuoto che si trascineranno dietro per l'eternità.
Shōnen Maid (少年メイド), anime di 12 episodi della stagione primaverile 2016 prodotto dallo studio 8-bit, è l'omonimo adattamento dello shōjo manga di Ototachibana, che in patria conta all'attivo 9 volumi. È una serie semplice, senza delle vere pretese, ma forse proprio perché non mira a nulla, riesce con facilità a conquistare il cuore di chi guarda. Per un'opera che ha per protagonista un bambino, accattivarsi le grazie del pubblico potrebbe sembrare un'impresa di poco conto, perché è normale che i bimbi attirino la simpatia delle persone più disparate, soprattutto se vengono dipinti come dei gioiellini di maturità. Ma è perché ci sono state altre serie che hanno messo al centro la storia di un bambino, che Shōnen Maid ha dovuto dare quel qualcosa in più per lasciare un buon ricordo di sé. E devo dire che centra bene l'obiettivo, grazie soprattutto alla sensibilità adottata nella narrazione di un tema per niente facile.
È nelle donne, innanzitutto, che Shōnen Maid riesce a smuovere quell'istinto materno sopito, mostrando una tenerezza pari solo a poche altre opere di animazione. Aggiungendo l'elemento del crossdressing, caro a un genere che spesso non incontra il gradimento dei maschietti, Shōnen Maid punta i riflettori su questo ragazzino in divisa da cameriera, con tanto di merlettatura e grembiulino, che fa esplodere le spettatrici in un coro di «kyaaa» e «kawaii». Ma non si limita solo a questo! Alle persone che reputano questa serie uno scimmiottamento di uno yaoi, solo guardandone la locandina, voglio dire: avete proprio sbagliato portone! Il fanservice legato al crossdressing è quasi inesistente, resta un elemento di contorno sul quale ci si sofferma veramente poco. Va interpretato piuttosto come una peculiarità del protagonista, dettaglio datogli per distinguerlo da tutti gli altri, e che evidenzia la mania per la pulizia e l'ordine di Chihiro, sulla quale l'autrice gioca con scenette comiche e battutine sarcastiche.
Il cuore di Shōnen Maid è il tema della perdita. Sapete cosa significa per un bambino perdere un genitore in tenera età? Mi auguro che conosciate il più tardi possibile quello che il piccolo Chihiro ha vissuto a dieci anni perché, per esperienza personale, qualcosa cambia completamente quando, da un giorno all'altro, ti ritrovi senza colei che ti ha messo al mondo. E tu sei piccolo, incapace di affrontare una situazione così grande. Fortunatamente Chihiro è un bambino intraprendente, pragmatico, coraggioso, che non si è crogiolato nel dolore come ho fatto io per tanti anni, ma che ha saputo subito darsi da fare, perché come dice il detto «hatarakazaru mono kuu bekarazu!» (働かざるもの食うべからず!), chi non lavora non mangia! Chihiro ha poi ritrovato nello zio, nei suoi amici, nella famiglia allargata che ruota intorno allo spensierato Madoka, un po' di quella serenità che è andata persa il giorno delle condoglianze. Madoka è forse la persona meno indicata a vestire i panni di un mammo, ma quando nell'infanzia hai imparato cos'è l'amore ti viene anche naturale darlo. Zio e nipote crescono insieme in questo rapporto a due, che nasce nella diffidenza e matura nella fiducia.
Io ho una naturale preferenza verso gli anime che mettono al centro della storia un orfano. È anche vero che per toccare il cuore di una persona che ha vissuto sulla propria pelle un certo tipo di dramma non basta il sentimentalismo gratuito di alcune produzioni degli ultimi tempi, dove abbondano orfani di tutti i tipi. Ecco perché quando arrivano piccole perle come Shōnen Maid me le prendo a cuore come se fossero mie figlie. Sia Chihiro sia Madoka hanno vissuto in maniera differente il distacco dalla figura materna, quindi entrambi conservano dentro una sorta di buco in petto incolmabile. Shōnen Maid insegna che non è riempiendo il vuoto che si smette di annaspare, ma è accettandolo e imparando a conviverci che si può andare avanti. O come recita l'opening "innocent promise" dei TRUSTRICK, già interpreti della sigla di apertura di Ore Monogatari!!: «anche se la forma dei pezzi che trovi non combacia con quella del buco apertosi nel tuo cuore, è sempre meglio di niente; e poi basterà solo aver fiducia in ciò che verrà».
È qui che magicamente interviene la struttura dello slice of life, che nella sua forma di commedia riesce a creare un'atmosfera di serenità più di ogni altro genere, illuminando le piccole cose di una luce diversa. Se solitamente rientrano nella normalità e nella monotonia, con gli slice of life a volte anche le cose che all'apparenza sembrano sciocchezze diventano un aiuto nell'andare avanti. Shōnen Maid si suddivide in episodi tranquilli, luminosi, che mostrano le attività quotidiane dei personaggi con qualche incursione di novità ogni tanto, come la gita fuori porta o la festività da onorare. È dal punto di vista di un bambino che tutto viene filtrato, quindi anche i sentimenti dolorosi e le situazioni negative, quelle su cui un adulto ci starebbe a pensare per più tempo, per un bambino hanno il sapore di una sfida. È vero che Chihiro viene dipinto come un bimbo maturo per la sua età, ma ci sono cose che da solo non è riuscito a capire e, anche se con riluttanza, ha dovuto chiedere aiuto a un adulto. Chiedere aiuto nel modo più semplice possibile, mostrando i propri sentimenti alla luce del sole, parlandone. Vivere appoggiandosi l'uno all'altro, come indica il carattere di «persona» in giapponese, hito (人), con due figure che si sostengono vicendevolmente.
Tecnicamente nella media, Shōnen Maid è ambientato nei posti frequentati comunemente da Chihiro: la scuola, il parcogiochi, la viuzza per tornare a casa, la villa dello zio, la cucina, il salotto, la cameretta con letto a baldacchino, l'atelier di Madoka... Sono luoghi che ritornano sempre, creando un senso di familiarità. D'altra parte, questa è una caratteristica comune a tutti gli slice of life.
Il character design è tondeggiante e carino, ma anche questo nella media. Ammetto di non essere nemmeno una grande fan del tratto dell'autrice, quindi tutto sommato sono soddisfatta di come hanno reso i personaggi. Se permettete, Madoka e il suo manager Keiichirō sono dei bei figliuoli! Inoltre i bambini hanno tutti un visino dolce e tenero. Non tacciatemi di pedofilia, ma il migliore amico di Chihiro, Hino, è il vero perfect husbandO della serie!
Le musiche di accompagnamento sono le classiche da commedia, dove troviamo temi più delicati e lenti sulle scene romantiche e temi più allegri e spiritosi nelle fasi di vita quotidiana. Oltre alla carinissima opening già precedentemente citata, in chiusura abbiamo una sfiziosissima ending, intitolata "Zutto Only You", e cantata dal trio fittizio degli Uchōten Boys (有頂天BOYS). Anche se i tre giovani idol restano figure di contorno all'interno dell'anime, è stato simpatico lasciare la chiusura dell'episodio a Ryūji, Hayato e Ibuki, interpretati rispettivamente da Natsuki Hanae, Taku Yashiro e Kazutomi Yamamoto, perché è un'idea che dà quel tocco di diversità che non guasta e mostra quanto i doppiatori siano bravi anche nel vestire i panni dei cantanti.
Al doppiaggio abbiamo infatti una prova positiva. Ottima è stata la rookie Natsumi Fujiwara, che si è calata nel ruolo di Chihiro, avvicinandosi al microfono di una voce maschile, pur se di un bambino. Quasi irriconoscibile è invece Nobunaga Shimazaki nelle vesti di Madoka, conosciuto ai più come quello "Zakki" che ha doppiato Haruka Nanase di Free!!. Dite la verità, non l'avevate riconosciuto, eh?
Shōnen Maid (少年メイド), anime di 12 episodi della stagione primaverile 2016 prodotto dallo studio 8-bit, è l'omonimo adattamento dello shōjo manga di Ototachibana, che in patria conta all'attivo 9 volumi. È una serie semplice, senza delle vere pretese, ma forse proprio perché non mira a nulla, riesce con facilità a conquistare il cuore di chi guarda. Per un'opera che ha per protagonista un bambino, accattivarsi le grazie del pubblico potrebbe sembrare un'impresa di poco conto, perché è normale che i bimbi attirino la simpatia delle persone più disparate, soprattutto se vengono dipinti come dei gioiellini di maturità. Ma è perché ci sono state altre serie che hanno messo al centro la storia di un bambino, che Shōnen Maid ha dovuto dare quel qualcosa in più per lasciare un buon ricordo di sé. E devo dire che centra bene l'obiettivo, grazie soprattutto alla sensibilità adottata nella narrazione di un tema per niente facile.
È nelle donne, innanzitutto, che Shōnen Maid riesce a smuovere quell'istinto materno sopito, mostrando una tenerezza pari solo a poche altre opere di animazione. Aggiungendo l'elemento del crossdressing, caro a un genere che spesso non incontra il gradimento dei maschietti, Shōnen Maid punta i riflettori su questo ragazzino in divisa da cameriera, con tanto di merlettatura e grembiulino, che fa esplodere le spettatrici in un coro di «kyaaa» e «kawaii». Ma non si limita solo a questo! Alle persone che reputano questa serie uno scimmiottamento di uno yaoi, solo guardandone la locandina, voglio dire: avete proprio sbagliato portone! Il fanservice legato al crossdressing è quasi inesistente, resta un elemento di contorno sul quale ci si sofferma veramente poco. Va interpretato piuttosto come una peculiarità del protagonista, dettaglio datogli per distinguerlo da tutti gli altri, e che evidenzia la mania per la pulizia e l'ordine di Chihiro, sulla quale l'autrice gioca con scenette comiche e battutine sarcastiche.
Il cuore di Shōnen Maid è il tema della perdita. Sapete cosa significa per un bambino perdere un genitore in tenera età? Mi auguro che conosciate il più tardi possibile quello che il piccolo Chihiro ha vissuto a dieci anni perché, per esperienza personale, qualcosa cambia completamente quando, da un giorno all'altro, ti ritrovi senza colei che ti ha messo al mondo. E tu sei piccolo, incapace di affrontare una situazione così grande. Fortunatamente Chihiro è un bambino intraprendente, pragmatico, coraggioso, che non si è crogiolato nel dolore come ho fatto io per tanti anni, ma che ha saputo subito darsi da fare, perché come dice il detto «hatarakazaru mono kuu bekarazu!» (働かざるもの食うべからず!), chi non lavora non mangia! Chihiro ha poi ritrovato nello zio, nei suoi amici, nella famiglia allargata che ruota intorno allo spensierato Madoka, un po' di quella serenità che è andata persa il giorno delle condoglianze. Madoka è forse la persona meno indicata a vestire i panni di un mammo, ma quando nell'infanzia hai imparato cos'è l'amore ti viene anche naturale darlo. Zio e nipote crescono insieme in questo rapporto a due, che nasce nella diffidenza e matura nella fiducia.
Io ho una naturale preferenza verso gli anime che mettono al centro della storia un orfano. È anche vero che per toccare il cuore di una persona che ha vissuto sulla propria pelle un certo tipo di dramma non basta il sentimentalismo gratuito di alcune produzioni degli ultimi tempi, dove abbondano orfani di tutti i tipi. Ecco perché quando arrivano piccole perle come Shōnen Maid me le prendo a cuore come se fossero mie figlie. Sia Chihiro sia Madoka hanno vissuto in maniera differente il distacco dalla figura materna, quindi entrambi conservano dentro una sorta di buco in petto incolmabile. Shōnen Maid insegna che non è riempiendo il vuoto che si smette di annaspare, ma è accettandolo e imparando a conviverci che si può andare avanti. O come recita l'opening "innocent promise" dei TRUSTRICK, già interpreti della sigla di apertura di Ore Monogatari!!: «anche se la forma dei pezzi che trovi non combacia con quella del buco apertosi nel tuo cuore, è sempre meglio di niente; e poi basterà solo aver fiducia in ciò che verrà».
È qui che magicamente interviene la struttura dello slice of life, che nella sua forma di commedia riesce a creare un'atmosfera di serenità più di ogni altro genere, illuminando le piccole cose di una luce diversa. Se solitamente rientrano nella normalità e nella monotonia, con gli slice of life a volte anche le cose che all'apparenza sembrano sciocchezze diventano un aiuto nell'andare avanti. Shōnen Maid si suddivide in episodi tranquilli, luminosi, che mostrano le attività quotidiane dei personaggi con qualche incursione di novità ogni tanto, come la gita fuori porta o la festività da onorare. È dal punto di vista di un bambino che tutto viene filtrato, quindi anche i sentimenti dolorosi e le situazioni negative, quelle su cui un adulto ci starebbe a pensare per più tempo, per un bambino hanno il sapore di una sfida. È vero che Chihiro viene dipinto come un bimbo maturo per la sua età, ma ci sono cose che da solo non è riuscito a capire e, anche se con riluttanza, ha dovuto chiedere aiuto a un adulto. Chiedere aiuto nel modo più semplice possibile, mostrando i propri sentimenti alla luce del sole, parlandone. Vivere appoggiandosi l'uno all'altro, come indica il carattere di «persona» in giapponese, hito (人), con due figure che si sostengono vicendevolmente.
Tecnicamente nella media, Shōnen Maid è ambientato nei posti frequentati comunemente da Chihiro: la scuola, il parcogiochi, la viuzza per tornare a casa, la villa dello zio, la cucina, il salotto, la cameretta con letto a baldacchino, l'atelier di Madoka... Sono luoghi che ritornano sempre, creando un senso di familiarità. D'altra parte, questa è una caratteristica comune a tutti gli slice of life.
Il character design è tondeggiante e carino, ma anche questo nella media. Ammetto di non essere nemmeno una grande fan del tratto dell'autrice, quindi tutto sommato sono soddisfatta di come hanno reso i personaggi. Se permettete, Madoka e il suo manager Keiichirō sono dei bei figliuoli! Inoltre i bambini hanno tutti un visino dolce e tenero. Non tacciatemi di pedofilia, ma il migliore amico di Chihiro, Hino, è il vero perfect husbandO della serie!
Le musiche di accompagnamento sono le classiche da commedia, dove troviamo temi più delicati e lenti sulle scene romantiche e temi più allegri e spiritosi nelle fasi di vita quotidiana. Oltre alla carinissima opening già precedentemente citata, in chiusura abbiamo una sfiziosissima ending, intitolata "Zutto Only You", e cantata dal trio fittizio degli Uchōten Boys (有頂天BOYS). Anche se i tre giovani idol restano figure di contorno all'interno dell'anime, è stato simpatico lasciare la chiusura dell'episodio a Ryūji, Hayato e Ibuki, interpretati rispettivamente da Natsuki Hanae, Taku Yashiro e Kazutomi Yamamoto, perché è un'idea che dà quel tocco di diversità che non guasta e mostra quanto i doppiatori siano bravi anche nel vestire i panni dei cantanti.
Al doppiaggio abbiamo infatti una prova positiva. Ottima è stata la rookie Natsumi Fujiwara, che si è calata nel ruolo di Chihiro, avvicinandosi al microfono di una voce maschile, pur se di un bambino. Quasi irriconoscibile è invece Nobunaga Shimazaki nelle vesti di Madoka, conosciuto ai più come quello "Zakki" che ha doppiato Haruka Nanase di Free!!. Dite la verità, non l'avevate riconosciuto, eh?
Un anime dolce, simpatico e tenero, strappa una risata e pure una lacrima. Delicato quando affronta il tema della perdita, semplice quando narra la vita di tutti i giorni del piccolo Chihiro e di suo zio Madoka. Personaggi ben caratterizzati per una serie che fin da subito si presenta come un cucchiaino di miele. Si può solo imparare da Shōnen Maid, prendendo l'affetto che l'autrice di questa carezza animata ha nascosto dentro la trama. È una coccola, di quelle che hanno un calore che scioglie in un pianto liberatorio. Non lasciatevi trarre in inganno dall'elemento del crossdressing, perché Shōnen Maid è tutto fuorché quello che appare.
Pro
- È di una tenerezza sconcertante.
- Affronta il tema della perdita con semplicità e sensibilità.
- Divertente e coinvolgente, passa dalla profondità alla leggerezza con estrema facilità.
- Personaggi ben caratterizzati e briosi.
- Buona la grafica e ottimamente realizzato il comparto sonoro.
Contro
- L'elemento del crossdressing può trarre in inganno.
- Avendo per protagonisti quasi tutti personaggi maschili, taglia inevitabilmente fuori una fetta di pubblico.
Non posso che concordare su ogni parola che ha usato per descrivere questa storia, ingiustamente passata inosservata, che è un dolcissimo misto di risate, malinconia e tenerezza. Conoscevo appena l'opera grazie al manga e devo dire che non mi aspettavo niente di che da questa serie, invece mi ha sorpresa tantissimo in positivo, mi ha fatto emozionare e anche commuovere, perché è triste e bellissimo il modo in cui Chihiro e Madoka vivono la mancanza della persona che più amavano, cercando appunto di colmare quel vuoto imparando prima di tutto ad accettarlo come parte di se stessi.
E' una serie alla quale consiglio di dare un'opportunità, riempie davvero il cuore e fa anche divertire.
Io Zakki in effetti non l'avevo riconosciuto subito e concordo con Hino piccolo perfect husbandO! XD
Opening ed ending sono deliziose. <3
PS: mannaggia a te LaMelina, un poco poco sei riuscita a farmi commuovere.
Bella recensione
Mi dispiace che quest'anime sia stato snobbato dalla gran parte delle persone.
Mi dispiace anche che non ci sarà una seconda stagione, dubito anche che verrà pubblicato in Italia visto lo scarso successo.
Ringrazio chi l'ha letta già e chi la leggerà, ma soprattutto chi darà una possibilità a Shōnen Maid.
Uuuuh, che gioia sentire che ti è piaciuta! Dato che lo abbiamo visto e commentato insieme, temevo il rischio di non riuscire a trasmettere tutto quello che avevamo provato. Però me ne sentivo soddisfatta e sapere che è piaciuta anche a te mi rende ancora più felice! (ღ˘⌣˘ღ)
Comunque Zakki è stato bravissimo, anch'io all'inizio non l'avevo riconosciuto! Ma questo fa capire quant'è poliedrico...
Solo con la recensione? Figuriamoci se vedi l'anime allora!
Come già ha detto Grayfully, il manga è ancora in corso (lo avevo scritto anche nella recensione! xD), ma per come è stato strutturato il finale, si può guardare la serie animata senza sentire come se mancasse qualcosa, perché il discorso che porta avanti dall'inizio ha un suo corso e una sua conclusione.
Proprio perché potevano fare la stessa storia vestendo il protagonista con altri abiti, cosa conta com'è vestito? Cioè, va bene se fosse stato vestito da cosplayer, casomai da Kamen Rider, ma non va bene se è vestito da cameriera. Perché una cameriera non può essere d'esempio... Inoltre sul vestito da maid non è stato fatto eccessivo fanservice, ma è un elemento che va sottolineare la caratterizzazione dei personaggi: nel caso specifico, rimarca la mania del pulito del protagonista e la passione dello zio per i fronzoli e i merletti. E' un vezzo di carineria. La storia è valida indipendentemente dal fatto che il protagonista indossi una divisa da cameriera.
Dopotutto il manga è fatto dai giappi per i giappi quindi chi l'ha creato non ha pensato allo scoglio per gli occidentali, ma dopotutto, chi segue anime e manga non dovrebbe stupirsi di certe "stramberie" dei mangaka. Marketing per i giappi certo, ogni autore cerca di dare alla sua opera un qualcosa che lo renda riconoscibile, ci mancherebbe che un mangaka cercasse di non far spiccare in qualche modo la sua opera! XD
Il motivo del vestito è ben spiegato anche nel commento quassù, no, non avrebbe avuto senso un altro vestito perché è il vestito da maid che definisce il ruolo di Chihiro (colui che fa le pulizie e tiene in ordine la casa) ma anche la personalità di chi l'ha creato (Madoka, che ha la passione per frizzi e lazzi). Certo poteva avere un vestito da camerierE e non da camerierA ma così si sarebbe persa la peculiarità del personaggio di Chihiro ma anche quella di Madoka.Non capisco poi perché il super eroe sarebbe andato bene ma la maid no! A parte che l'opera è tratta da uno shojo, quindi è per ragazze e non per bambini (non per nulla è pubblicato su una rivista che ospita anche shonen-ai), la cameriera è in questo contesto al pari di un super eroe (nella sigla si vede pure Chihiro che combatte la sporcizia con lo scopettone come fosse una spada xD): Chihiro tiene in ordine una casa enorme, invita gli altri a fare altrettanto ma soprattutto lui ama il suo lavoro, quell'uniforme lo definisce, gli dà un ruolo e per una persona che ha perso la cosa più importante che aveva, quel ruolo ben definito è salvifico, gli offre un nuovo posto nel mondo. E' quello il senso della sua uniforme, non il mero fanservice, fa sorridere se lo si guarda con superficialità ed ha un senso se si vuole scavare più a fondo nella psicologia dei personaggi.Se parliamo di maschi maid e fanservice allora bisogna guardare questo XD http://www.animeclick.it/anime/4635/anime-shounen-maid-curo-kun-tenshi-no-uta
Quoto ogni singola parola. Non mi sarei potuta spiegare meglio.
Perchè il costume da maid è più d'impatto? Perchè attira sicuramente più l'attenzione rispetto ad un uomo ragno? Perchè è un'opera per donne e quindi si è cercato di renderlo più kawaii? Nonostante non abbia visto l'anime mi vengono già tutte queste motivazioni...secondo quale logica invece il costume da eroe avrebbe avuto più senso? Sia mai che un maschio si vesta da donna, ne va del suo onore!
Eh, però io nella recensione ho spiegato perché guardare questa serie, l'hai letta? xD
Mi sa che prima o poi levo di mezzo i pro e i contro, perché le persone leggono solo quelli.
Guardiamo sempre e solo i difetti di qualcosa e mai i pregi, così andiamo avanti verso il nichilismo totale.
Ovviamente, non è serie da Veri Uomini Duri&Puri, questa.
Mi pento amaramente di averlo snobbato, ma anch'io come altri lo metto subito nella lista degli anime da recuperare al più presto! La tua recensione mi ha convinta che è una serie da non perdere assolutamente
Ancora complimenti per la recensione!
Io faccio parte di quelle persone che ha iniziato la visione convinta di vedere uno shota in cross dressing e invece sono rimasta io pure sorpresa dalla vera natura dell'opera, dal modo delicato con cui ci descrive la terribile perdita è i rapporti che si creano tra i personaggi, zio e nipote su tutti.
Non sara un capolavoro ma è stata una visione estremamente piacevole e a tratti davvero commovente, consiglio a tutti gli scettici di dargli uno sguardo perché poi sì sono quasi tutti personaggi maschili ma ahimè di yaoi non c'è traccia..
Nobunaga io l'ho riconosciuto subito ma ho orecchio ormai, è praticamente irriconoscibile, si è calato nella parte perfettamente!
Sono contenta di vedere che ci sono persone che hanno apprezzato Shōnen Maid, ma soprattutto sono contenta per quelle che hanno deciso di prendere in considerazione la serie dopo aver letto questa recensione...
Thank you ♥
Sì lo sapevo questo, ma a volte anche le serie tratte da manga in corso riescono ad avere un finale sensato, come appunto dici, difatti speravo proprio in una risposta del genere
Non volermene ma la recensione l'ho letta solo superficialmente, solitamente non leggo mai per intero recensioni di cose che non ho ancora visto ^^
Sono gusti, non serve fare ironia.
Io ho letto tutto e mi sono trovato sopratutto in una frase, punto.
Non te ne voglio, Franz, non ti preoccupare! Io cerco sempre di non spoilerare niente quando recensisco, proprio perché so che ci sono lettori che ancora non hanno visto un episodio di quello che tratto. Ma non ti nascondo che ogni tanto è capitato anche a me di leggere solo superficialmente recensioni di anime che non ho visto...
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