L'evoluzione che ha interessato i sistemi di comunicazione all'inizio del XXI secolo ha cambiato drasticamente il nostro modo di interagire con gli altri. Con gli strumenti che oggi sono a nostra disposizione i problemi legati al tempo ed alla distanza hanno perso qualsiasi significato; molti concetti tradizionali, come quelli di amicizia e comunità, si sono trasformati in modo radicale; è possibile intrattenere discussioni di ore ed ore con persone di cui si conoscono solo un nick, eventualmente un avatar, e che magari risiedono in Patagonia.
Ma se tutti questi cambiamenti erano già intuibili nel momento stesso in cui le nuove tecnologie sono nate, non si può dire lo stesso per una serie di fenomeni sociali collaterali che hanno colto di sorpresa un po' tutti e che spesso, nonostante il loro proliferare, vengono ancora minimizzati o classificati come eventi sporadici o di scarsa importanza. Ovviamente non si vuole, in questa sede, procedere all'elencazione ed alla successiva disamina di tutte le fattispecie esistenti; si parlerà, invece, soltanto di quella legata all'anime oggetto della presente recensione, ossia “l'amore online”.


Netoge no Yome wa Onnanoko Janai to Omotta? (letteralmente: “e tu pensavi che non ci fossero ragazze online?”) nasce nel 2013 come una light novel scritta da Shibai Kineko, illustrata da Hisasi e pubblicata dalla ASCII Media Works. La stessa casa editrice procederà, nel corso del 2014 al suo adattamento (con disegni a cura di Kazui Ishigami) in versione manga; l'adattamento anime, invece, vedrà i suoi natali nel 2016 su iniziativa della Project No.9, Inc. e con la regia di Shinsuke Yanagi.
Hideki Nishimura sta vivendo due vite distinte. In una di queste è uno studente medio, non molto popolare tra le ragazze a causa delle sue tendenze otaku; L'altra vita la passa al computer, è un assiduo giocatore di Legendary ages, un MMORPG in stile medioevale molto in voga, ed è noto con il nome di Rusian. Membro della gilda dei “gatti randagi”, passa il tempo in compagnia di Schwein e Apricot, una sorta di paladino ed un potente mago; è inoltre sposato (sempre nel gioco) con Ako, una goffa curatrice.
I giorni passavano spensieratamente fra un dungeon e l'altro fino a quando i quattro membri della gilda non decidono di compiere il grande passo: organizzare un raduno offline. Convinto di dover incontrare tre ragazzi, Hideki resta letteralmente di stucco nello scoprire che in realtà i suoi compagni di avventura sono tre avvenenti fanciulle; in più Ako non ha nessuna intenzione di rinunciare al suo ruolo di moglie, sostenendo la genuinità dell'amore per il suo Rusian e dimostrando grossi problemi nel distinguere le differenze tra realtà e gioco.



Cominciamo col fare una premessa fondamentale: in Netoge no Yome nessun uomo, né animale, né pianta resta intrappolato all'interno del videogioco. Chiarire questo punto è importante perché, almeno inizialmente, questo anime era stato considerato come l'ennesimo clone di SAO ed in molti hanno mostrato scarso interesse verso questo titolo proprio per questo motivo. Netoge no Yome, invece, racconta la storia di un gruppo di ragazzi che si sono conosciuti “grazie” ad un videogioco e propone una serie di problematiche legate alla loro comune passione.
Bisogna aggiungere, poi, che nonostante la "pomposa" premessa questo non è affatto un anime impegnato: si tratta, invece, solo di una semplice commedia condita da tanto fanservice, che riesce sì a cogliere problematiche importanti ma che, almeno per il momento, non le approfondisce in modo serio preferendo puntare tutto sulla comicità. Il risultato, grazie alla presenza di attori all'altezza e di situazioni molto divertenti, è soddisfacente; ma a parte questo è inutile aspettarsi molto di più.
Come detto in precedenza, il tema portante di Netoge no Yome è l'amore online. Per essere più chiari, non stiamo parlando di ragazzi che si conoscono in rete, si piacciono, decidono di incontrarsi e poi si innamorano; questo sarebbe un tipo di amore ancora relativamente “razionale”; si parla invece di ragazzi che si innamorano ancor prima di incontrarsi, semplicemente conversando in chat e giocando  assieme. Ako, infatti, non sa assolutamente che faccia abbia il suo Rusian, né che tipo di persona sia nella realtà e, in verità, nemmeno le interessa: è completamente sicura del suo amore ed il conoscere la vera identità di “suo marito” rappresenta per lei solo una formalità.
Fantascienza? Messa così direi proprio di sì; ma è ovvio che in un anime molto spesso le esagerazioni sono funzionali al progetto narrativo che si vuole mettere in piedi, specie se comico, per cui tutto questo non può essere visto come un difetto. In più, nonostante tutte le forzature, Netoge no Yome ha comunque il pregio di cogliere un fenomeno di cui si parla poco ma che trova ampio riscontro nella realtà.



La domanda che viene proposta allo spettatore è la seguente: l'amore online è un sentimento autentico o solo un'illusione di chi non riesce a cogliere la differenza tra “gioco” e “realtà”? Nell'anime, in particolare, si assiste al conflitto tra due posizioni: quella di Hideki/Rusian, secondo cui realtà e gioco sono due cose separate, e quella di Ako, che invece è convinta che non ci siano differenze. Chi ha ragione? Purtroppo, almeno fino a questo momento, l'anime non sa scegliere che posizione prendere sull'argomento; e questo, secondo me, è il suo più grande limite: credo che a tutti sarebbe piaciuto conoscere l'opinione dell'autore sulla questione. Pur non sbilanciandosi troppo, in verità, Netoge no Yome qualche indicazione in merito la dà. Ad un certo punto, ad esempio, Kyou (alias Apricot) dice all'amico in difficoltà: “Certo, Rusian ed Hideki Nishimura sono diversi. Però Rusian è da qualche parte dentro di te”. Ciò vuol dire che dietro un personaggio virtuale c'è pur sempre una persona reale; e quindi anche le sensazioni provate due persone che conversano e vivono esperienze comuni in rete possono essere considerate autentiche. A mio avviso questo punto di vista è condivisibile: se si scopre di avere una certa affinità con qualcuno è molto probabile che questa si confermerebbe anche “offline”, anche se lei ha mentito spudoratamente sulle sue misure o se lui ha glissato sul fatto di essere completamente calvo. E' chiaro, ovviamente, che le due parti debbano essere in buona fede: che il web sia infestato da adescatori e da altri loschi figuri è, purtroppo, un'altra triste verità e bisogna perciò andarci sempre coi piedi di piombo.
Accanto alla mancanza di un maggior grado di approfondimento delle tematiche proposte, un altro difetto imputabile a Netoge no Yome è il fatto che pur avendo scelto un genere diverso rispetto a quello di SAO poi faccia di tutto per assomigliargli. Molti episodi sono infatti dedicati alla parte videoludica: peccato, però, che delle avventure dei quattro protagonisti in Legendary ages non importi francamente a nessuno.
Il comparto grafico è molto buono: i disegni sono molto belli, ma ciò che spicca maggiormente è il sapiente uso dei colori, caldi e rilassanti.
Colonna sonora così così: l'opening, "1st Love Story" di Luce Twinke Wink l'ho saltata per la maggior parte degli episodi; l'ending, "Zero Ichi Kiseki" di Yoshino Nanjo, è decisamente migliore ma niente di eccezionale.

In definitiva Netoge no Yome è un buon anime, che pone delle domande dotate di un grande potenziale attrattivo. Peccato, però, che questo potenziale venga sprecato malamente: preferire la commedia alla profondità narrativa è stato, a mio avviso, un errore madornale. Il risultato finale è stato comunque un titolo allegro e divertente, che piacerà a molti; ma con questi presupposti era più che lecito aspettarsi di più.