Ormai è un rito che si ripete quattro volte l'anno. Si guarda la lista degli anime della nuova stagione, si addochiano quei due o tre titoli magari perché hanno una trama intrigante o magari hai già letto il manga o ne hai sentito parlare; e poi si comincia a provare un po' di tutto. È quello che è capitato a me con questa serie: messa nel calderone delle serie a cui dare un'occhiata e bollata frettolosamente come l'ennesimo clone di SAO, è subito salita al primo posto nella mia personale hit parade di anime seguiti in simulcast. Considerando che i miei generi preferiti sono il mistery e il fantasy si può ben capire quanto una serie che avesse il cardine proprio in questi due elementi fosse proprio fatta su misura per me. Così nell'entusiasmo dei primi episodi mi sono prenotato per la recensione pensando che alla fin fine mi sarei ritrovato a scrivere una recensione per far conoscere quello che ritenevo un bel fantasy ad una buona fetta di pubblico.
E invece no, mi sono ritrovato in mano la serie più discussa sulla rete, la più attesa settimana dopo settimana, quella che ha ispirato più meme, la più amata, ma anche la più criticata e la più odiata. In poche parole, qualunque sia la vostra opinione in merito, la serie dell'anno.
Re:Zero kara Hajimeru Isekai Seikatsu, traducibile come "Ricomincio la vita da zero in un nuovo mondo" nasce da una web novel amatoriale scritta da Tappei Nagatsuki e raccolta poi successivamente in una serie di light novel illustrate da Shin'ichirō Ōtsuka.
Questo è il fulcro della trama. Subaru rimane coinvolto in faccende più grandi di lui che finiscono per condurlo alla morte a volte in modo misterioso (in un caso ad esempio Subaru muore nel sonno senza neppure rendersi conto di cosa sia accaduto). Ricominciando da capo con scelte differenti, la soluzione dei vari misteri viene centellinata sapientemente nei vari loop e lo spettatore rimane sempre col fiato sospeso tra un episodio e un altro. E questa è la vera natura della storia. Se ci aggiungiamo i forti elementi emozionali, la tensione generata dai numerosi cliffhanger di fine episodio e l'uso talvolta anche un po' eccessivo di scene splatter ecco che abbiamo quello che si può tranquillamente definire come un fantasy thriller.
È vero, nessun elemento della storia è davvero innovativo, ma stiamo parlando di intrattenimento e Re:Zero intrattiene dannatamente bene. La storia è solida e non ha buchi di sceneggiatura. Come ogni buon mistery che si rispetti, ogni particolare è importante e magari un qualcosa che sembra poco significativo sul momento è invece un importantissimo indizio per il prosieguo della storia tanto che alcuni elementi si riescono a notare solamente a posteriori dopo una seconda visione.
Le sole cose che rimangono senza spiegazione purtroppo dipendono dal fatto che l'opera originale è ancora in corso e che nella trasposizione non si è ancora raggiunto il momento delle spiegazioni. E qui la produzione ha fatto una scelta furba.
Ha inserito tutti gli elementi importanti che potrebbero riallacciarsi alla serie successiva, ma ha dato comunque una conclusione alle vicende fermandosi non al termine della terza saga della novel, ma un pochino prima. Tutto sommato la conclusione è soddisfacente anche se di contro rimangono in sospeso diversi dubbi.
D'altro canto tutto ciò è giustificabile. Il materiale originale è un romanzo amatoriale e le prime tre saghe si svolgono in ben 164 capitoli (che sono circa poco meno della metà del materiale scritto finora). Le novel hanno già fatto gran parte del lavoro di revisione del materiale, ma anche l'anime ha, per forza di cose, dovuto comprimere tantissimo le vicende.
I Personaggi
Sono secondo me un altro punto di forza della storia. Il primo impatto di ogni personaggio è quello di essere fortemente stereotipato. C'è la loli, la cameriera, la tsundere, il trap... Sono tutti diversi e questo fa sì che ognuno di loro resti subito impresso in mente. Superato lo stereotipo iniziale, però, ogni personaggio dimostra di avere una propria psicologia e personalità. Per tutti i personaggi (almeno i principali) esiste un background che viene svelato a poco a poco, e mi è anche capitato di rivalutare alcuni personaggi: da una prima impressione, positiva o negativa, a quella diametralmente opposta con il passare degli episodi.
Ovviamente questo denota anche una certa criticità. Infatti non può essere concesso lo stesso spazio a tutti, e quindi a volte rimane l'impressione dello stereotipo. Però mi chiedo: è davvero necessario che ogni opera porti degli elementi di innovazione per poter essere goduta? Secondo me è un caso più soft ma molto simile a Steins;Gate. In quel caso occorre conoscere i riferimenti alla sottocultura otaku per riuscire ad entrare nella storia. Poi però, superato lo scoglio iniziale, la storia diventa estremamente intrigante. Con Re:Zero succede una cosa simile. Gli appassionati si troveranno subito a loro agio, ma per alcuni potrebbe essere frustrante il senso di deja vù, se non si fa lo sforzo di attendere che il personaggio venga sviluppato (cosa per alcuni non avviene se non più avanti e solo nella novel). E se non interessano i misteri, ecco che è facile che la critica diventi dura più per un successo giudicato immeritato, che non per gli effettivi demeriti della serie.
Il protagonista Subaru è sicuramente il più controverso. È allo stesso tempo debolissimo (non ha alcun potere effettivo in combattimento e viene spesso ucciso con estrema facilità) e fortissimo (può tornare ogni volta dalla morte e ripetere le sue azioni: è quindi virtualmente invincibile). Di lui non conosciamo la sua vita nel mondo reale, ma sappiamo che è un hikikomori. Una volta consapevole del suo potere, lo sfrutta (anche suicidandosi) per atteggiarsi nella parte dell'eroe e cercare di conquistare la su bella. Quando però nella terza saga viene messo da parte, ecco che scopriamo qualcosa di più del Subaru hikikomori. Non più al centro dell'attenzione, comincia a reclamare il suo ruolo, litiga con Emilia e mostra tutte le sue insicurezze e la sua immaturità. Il ripetersi delle situazioni porta comunque Subaru a disperarsi, cercare testardamente sempre le stesse soluzioni e alla fine anche a comprendere i propri errori dimostrando una certa crescita. A volte i suoi sentimenti sono urlati in faccia allo spettatore, ma è in questo modo che riescono ad arrivare in modo più efficace oltre lo schermo. E anche il controverso episodio 18 in cui l'azione si ferma per dare solo spazio al dialogo, risulta uno dei più emozionanti e toccanti.
Gli altri personaggi sono meno approfonditi proprio perché la trama è molto densa. Specialmente la co-protagonista Emilia ne risulta un po' sacrificata rispetto a Rem, personaggio inizialmente secondario, ma che svolge poi un ruolo chiave nelle vicende, rubando anche la scena alla bella di turno tanto da entrare nel cuore dei fans.
Sebbene poi ci sia anche una parte "romance", non sono comunque presenti elementi "harem" e, specialmente nella terza saga, sono numerosi anche i personaggi maschili.
Grandissima nota di merito va sia alle sigle che alle BGM. Particolare la storia del compositore della colonna sonora Ken'ichirō Suehiro, un quasi debuttante per l'animazione, ma già autore di diverse musiche per vari drama. Oltre a quella di avere una colonna sonora che non sovrastasse mai l'azione, la richiesta del regista fu esplicitamente quella di utilizzare un accompagnamento fatto di vocalizzi per le scene della strega e di ritorno dalla morte in stile Ennio Morricone (cui Suehiro stesso aveva dichiarato di ispirarsi). Il risultato è stratosferico, con una colonna sonora veramente di grande effetto.
Non meno curate sono le sigle con una particolare menzione alla prima ending STYX HELIX dei MYTH & ROID che già si erano occupati della ending di Overlord.
L'anime è molto bello e avvincente. Amo i fantasy e le storie piene di misteri da risolvere. Quando al mistero da risolvere si unisce anche la quarta dimensione (quella temporale) impazzisco letteralmente. Per questo Re: Zero è proprio il prototipo di storia che adoro. Non c'è voluto molto per conquistarmi. Mi ha più stupito che l'anime sia diventato così popolare in breve tempo. Evidentemente non è piaciuto solo a me.
La storia è solida, i particolari ben studiati. Nonostante sia stata scritta da un dilettante, Tappei Nagatsuki si è dimostrato molto abile nel saper gestire tutti gli elementi e riuscire a creare un mondo fantastico, ma credibile.
Come ogni opera di grande successo, è molto larga anche la schiera di critici. Mi sono letto davvero tantissimi giudizi negativi, alcuni anche ragionati, ma non riesco ad essere d'accordo con loro.
Buchi nella trama non ci sono davvero. Ogni particolare non è mai messo a casaccio, anche dialoghi e indizi apparentemente banali, si rivelano importanti in un momento successivo. L'autore non da mai l'impressione di allungare il brodo: sa sempre dove andare a parare e sa come prepararsi il terreno agli scenari futuri. Quello che viene considerato "buco della trama" è in realtà riconducibile a una storia ancora in corso che se vogliamo è il problema che affligge il 90% degli anime della produzione odierna. Se questo deve far abbassare il giudizio, allora dovrebbe farlo con quasi qualsiasi altra serie. Anzi va fatto un plauso alla produzione per gli sforzi fatti per arrivare a dare una conclusione alle vicende senza precludersi la possibilità di continuare, senza inventarsi finali cambiando la storia originale e senza lasciare cliffhanger, come avrebbe dovuto invece fare se avesse portato a conclusione il terzo arco per intero.
Tanto per darvi un'idea dell'attenzione ai particolari, nascosti nell'episodio 19, quando Subaru arriva all'albero di Flugel nota inciso sull'albero "Flugel è stato qui". Non viene dato peso alla cosa, ma si tratta di una scritta in giapponese in un mondo che ha una sua propria scrittura (e lo sappiamo perché Subaru si fa dare lezioni da Rem per imparare a leggere). Inoltre Subaru stesso in una nota diversi episodi prima aveva scritto "Subaru è stato qui".
Non ci sono ulteriori spiegazioni sulla questione, ma vi da l'idea di quanto la produzione abbia curato ogni minimo dettaglio e di quanto questi (come in ogni buon mistery thriller) siano a volte ben nascosti nelle pieghe delle azioni e dei dialoghi.
Il protagonista è anni luce lontano dai vari Kirito che affollano questo tipo di produzioni. È davvero lontano dall'essere l'eroe dal cuore puro e perfetto. È insicuro, è immaturo, si atteggia a spaccone, ma crolla psicologicamente quando nonostante il suo potere non riesce ad aggiustare le cose come vorrebbe. A volte incarna proprio quello stereotipo che vorrebbe essere, a volte non si sente all'altezza.
Può piacere o non piacere, ma proprio no, non si può proprio negare che non sia finemente caratterizzato psicologicamente. Si può obiettare che non ci sia la stessa cura anche sugli altri personaggi, ma stiamo parlando di un thriller d'azione non di Lain o Kuuchuu Buranko!
Non è detto che questo anime sia adatto a tutti. Il genere è abbastanza specifico e quindi è possibile che non sia il vostro. Erased, Madoka Magica, Steins;Gate: sono questi tre gli anime di riferimento. Se vi sono piaciuti e non disdegnate i mondi fantasy, allora non c'è motivo al mondo per cui non vi piacerà Re: Zero. Ma se non avete mai amato questi tre titoli allora probabilmente resterete indifferenti anche a quest'opera.
In ogni caso è il titolo dell'anno, quello sulla bocca di tutti (anche in Italia nonostante la distribuzione solo su Crunchyroll e non su portali più popolari) e di cui si continuerà a parlare per un po'. Una possibilità vi consiglio di darla: potrebbe conquistarvi.
E invece no, mi sono ritrovato in mano la serie più discussa sulla rete, la più attesa settimana dopo settimana, quella che ha ispirato più meme, la più amata, ma anche la più criticata e la più odiata. In poche parole, qualunque sia la vostra opinione in merito, la serie dell'anno.
La Storia
Re:Zero kara Hajimeru Isekai Seikatsu, traducibile come "Ricomincio la vita da zero in un nuovo mondo" nasce da una web novel amatoriale scritta da Tappei Nagatsuki e raccolta poi successivamente in una serie di light novel illustrate da Shin'ichirō Ōtsuka.Il protagonista della serie, Subaru Natsuki, è un giovane hikikomori che un giorno, tornando a casa da un konbini, si ritrova improvvisamente teletrasportato in un altro mondo. Per nulla impaurito dalla situazione, le sue aspettative sono quelle di essere un eroe dotato di poteri formidabili, evocato magari per salvare una bella principessa. Le aspettative si scontrano però con la dura realtà. Senza soldi e senza alcun potere, Subaru viene anche aggredito da un gruppo di banditi in un vicolo. In suo aiuto accorre Emilia, una giovane mezzaelfa dai capelli d'argento che si trova a passare nel vicolo per caso mentre si trovava sulle tracce di un ladro che le ha rubato un importante oggetto. In segno di riconoscenza verso la sua salvatrice, Subaru accetta di aiutarla, ma la missione si concluderà presto con la morte di entrambi. Subito dopo la sua morte Subaru si risveglia nell'istante in cui era arrivato in quel mondo e comincia a rivivere gli stessi eventi. Presto si renderà conto del suo potere. Ogni volta che muore, il tempo si riavvolge e lui ritorna all'inizio della storia.
Questo è il fulcro della trama. Subaru rimane coinvolto in faccende più grandi di lui che finiscono per condurlo alla morte a volte in modo misterioso (in un caso ad esempio Subaru muore nel sonno senza neppure rendersi conto di cosa sia accaduto). Ricominciando da capo con scelte differenti, la soluzione dei vari misteri viene centellinata sapientemente nei vari loop e lo spettatore rimane sempre col fiato sospeso tra un episodio e un altro. E questa è la vera natura della storia. Se ci aggiungiamo i forti elementi emozionali, la tensione generata dai numerosi cliffhanger di fine episodio e l'uso talvolta anche un po' eccessivo di scene splatter ecco che abbiamo quello che si può tranquillamente definire come un fantasy thriller.
È vero, nessun elemento della storia è davvero innovativo, ma stiamo parlando di intrattenimento e Re:Zero intrattiene dannatamente bene. La storia è solida e non ha buchi di sceneggiatura. Come ogni buon mistery che si rispetti, ogni particolare è importante e magari un qualcosa che sembra poco significativo sul momento è invece un importantissimo indizio per il prosieguo della storia tanto che alcuni elementi si riescono a notare solamente a posteriori dopo una seconda visione.
Le sole cose che rimangono senza spiegazione purtroppo dipendono dal fatto che l'opera originale è ancora in corso e che nella trasposizione non si è ancora raggiunto il momento delle spiegazioni. E qui la produzione ha fatto una scelta furba.
Ha inserito tutti gli elementi importanti che potrebbero riallacciarsi alla serie successiva, ma ha dato comunque una conclusione alle vicende fermandosi non al termine della terza saga della novel, ma un pochino prima. Tutto sommato la conclusione è soddisfacente anche se di contro rimangono in sospeso diversi dubbi.
D'altro canto tutto ciò è giustificabile. Il materiale originale è un romanzo amatoriale e le prime tre saghe si svolgono in ben 164 capitoli (che sono circa poco meno della metà del materiale scritto finora). Le novel hanno già fatto gran parte del lavoro di revisione del materiale, ma anche l'anime ha, per forza di cose, dovuto comprimere tantissimo le vicende.
I Personaggi
Sono secondo me un altro punto di forza della storia. Il primo impatto di ogni personaggio è quello di essere fortemente stereotipato. C'è la loli, la cameriera, la tsundere, il trap... Sono tutti diversi e questo fa sì che ognuno di loro resti subito impresso in mente. Superato lo stereotipo iniziale, però, ogni personaggio dimostra di avere una propria psicologia e personalità. Per tutti i personaggi (almeno i principali) esiste un background che viene svelato a poco a poco, e mi è anche capitato di rivalutare alcuni personaggi: da una prima impressione, positiva o negativa, a quella diametralmente opposta con il passare degli episodi.
Ovviamente questo denota anche una certa criticità. Infatti non può essere concesso lo stesso spazio a tutti, e quindi a volte rimane l'impressione dello stereotipo. Però mi chiedo: è davvero necessario che ogni opera porti degli elementi di innovazione per poter essere goduta? Secondo me è un caso più soft ma molto simile a Steins;Gate. In quel caso occorre conoscere i riferimenti alla sottocultura otaku per riuscire ad entrare nella storia. Poi però, superato lo scoglio iniziale, la storia diventa estremamente intrigante. Con Re:Zero succede una cosa simile. Gli appassionati si troveranno subito a loro agio, ma per alcuni potrebbe essere frustrante il senso di deja vù, se non si fa lo sforzo di attendere che il personaggio venga sviluppato (cosa per alcuni non avviene se non più avanti e solo nella novel). E se non interessano i misteri, ecco che è facile che la critica diventi dura più per un successo giudicato immeritato, che non per gli effettivi demeriti della serie.
Il protagonista Subaru è sicuramente il più controverso. È allo stesso tempo debolissimo (non ha alcun potere effettivo in combattimento e viene spesso ucciso con estrema facilità) e fortissimo (può tornare ogni volta dalla morte e ripetere le sue azioni: è quindi virtualmente invincibile). Di lui non conosciamo la sua vita nel mondo reale, ma sappiamo che è un hikikomori. Una volta consapevole del suo potere, lo sfrutta (anche suicidandosi) per atteggiarsi nella parte dell'eroe e cercare di conquistare la su bella. Quando però nella terza saga viene messo da parte, ecco che scopriamo qualcosa di più del Subaru hikikomori. Non più al centro dell'attenzione, comincia a reclamare il suo ruolo, litiga con Emilia e mostra tutte le sue insicurezze e la sua immaturità. Il ripetersi delle situazioni porta comunque Subaru a disperarsi, cercare testardamente sempre le stesse soluzioni e alla fine anche a comprendere i propri errori dimostrando una certa crescita. A volte i suoi sentimenti sono urlati in faccia allo spettatore, ma è in questo modo che riescono ad arrivare in modo più efficace oltre lo schermo. E anche il controverso episodio 18 in cui l'azione si ferma per dare solo spazio al dialogo, risulta uno dei più emozionanti e toccanti.
Gli altri personaggi sono meno approfonditi proprio perché la trama è molto densa. Specialmente la co-protagonista Emilia ne risulta un po' sacrificata rispetto a Rem, personaggio inizialmente secondario, ma che svolge poi un ruolo chiave nelle vicende, rubando anche la scena alla bella di turno tanto da entrare nel cuore dei fans.
Sebbene poi ci sia anche una parte "romance", non sono comunque presenti elementi "harem" e, specialmente nella terza saga, sono numerosi anche i personaggi maschili.
Realizzazione tecnica e musiche
White Fox si è certamente impegnata nel realizzare quest'opera, tanto da farla durare due stagioni quando ormai la tendenza è quella di fermarsi a 12/13 episodi. Certo non raggiunge mai i livelli di una Madhouse o di una Kyoani, ma riesce a difendersi egregiamente. Verso il finale c'è effettivamente qualche piccolo calo, ma nulla che pregiudichi la qualità. L'impegno si nota anche sugli episodi. Spesso le sigle vengono saltate e alcuni episodi (escludendo il primo da 50 minuti) arrivano a sforare i canonici 25 minuti arrivando anche a 27 o 28! Segno davvero di un grande impegno a non lasciar fuori nulla.Grandissima nota di merito va sia alle sigle che alle BGM. Particolare la storia del compositore della colonna sonora Ken'ichirō Suehiro, un quasi debuttante per l'animazione, ma già autore di diverse musiche per vari drama. Oltre a quella di avere una colonna sonora che non sovrastasse mai l'azione, la richiesta del regista fu esplicitamente quella di utilizzare un accompagnamento fatto di vocalizzi per le scene della strega e di ritorno dalla morte in stile Ennio Morricone (cui Suehiro stesso aveva dichiarato di ispirarsi). Il risultato è stratosferico, con una colonna sonora veramente di grande effetto.
Non meno curate sono le sigle con una particolare menzione alla prima ending STYX HELIX dei MYTH & ROID che già si erano occupati della ending di Overlord.
Giudizio finale
L'anime è molto bello e avvincente. Amo i fantasy e le storie piene di misteri da risolvere. Quando al mistero da risolvere si unisce anche la quarta dimensione (quella temporale) impazzisco letteralmente. Per questo Re: Zero è proprio il prototipo di storia che adoro. Non c'è voluto molto per conquistarmi. Mi ha più stupito che l'anime sia diventato così popolare in breve tempo. Evidentemente non è piaciuto solo a me.La storia è solida, i particolari ben studiati. Nonostante sia stata scritta da un dilettante, Tappei Nagatsuki si è dimostrato molto abile nel saper gestire tutti gli elementi e riuscire a creare un mondo fantastico, ma credibile.
Come ogni opera di grande successo, è molto larga anche la schiera di critici. Mi sono letto davvero tantissimi giudizi negativi, alcuni anche ragionati, ma non riesco ad essere d'accordo con loro.
Buchi nella trama non ci sono davvero. Ogni particolare non è mai messo a casaccio, anche dialoghi e indizi apparentemente banali, si rivelano importanti in un momento successivo. L'autore non da mai l'impressione di allungare il brodo: sa sempre dove andare a parare e sa come prepararsi il terreno agli scenari futuri. Quello che viene considerato "buco della trama" è in realtà riconducibile a una storia ancora in corso che se vogliamo è il problema che affligge il 90% degli anime della produzione odierna. Se questo deve far abbassare il giudizio, allora dovrebbe farlo con quasi qualsiasi altra serie. Anzi va fatto un plauso alla produzione per gli sforzi fatti per arrivare a dare una conclusione alle vicende senza precludersi la possibilità di continuare, senza inventarsi finali cambiando la storia originale e senza lasciare cliffhanger, come avrebbe dovuto invece fare se avesse portato a conclusione il terzo arco per intero.
Tanto per darvi un'idea dell'attenzione ai particolari, nascosti nell'episodio 19, quando Subaru arriva all'albero di Flugel nota inciso sull'albero "Flugel è stato qui". Non viene dato peso alla cosa, ma si tratta di una scritta in giapponese in un mondo che ha una sua propria scrittura (e lo sappiamo perché Subaru si fa dare lezioni da Rem per imparare a leggere). Inoltre Subaru stesso in una nota diversi episodi prima aveva scritto "Subaru è stato qui".
Non ci sono ulteriori spiegazioni sulla questione, ma vi da l'idea di quanto la produzione abbia curato ogni minimo dettaglio e di quanto questi (come in ogni buon mistery thriller) siano a volte ben nascosti nelle pieghe delle azioni e dei dialoghi.
Il protagonista è anni luce lontano dai vari Kirito che affollano questo tipo di produzioni. È davvero lontano dall'essere l'eroe dal cuore puro e perfetto. È insicuro, è immaturo, si atteggia a spaccone, ma crolla psicologicamente quando nonostante il suo potere non riesce ad aggiustare le cose come vorrebbe. A volte incarna proprio quello stereotipo che vorrebbe essere, a volte non si sente all'altezza.
Può piacere o non piacere, ma proprio no, non si può proprio negare che non sia finemente caratterizzato psicologicamente. Si può obiettare che non ci sia la stessa cura anche sugli altri personaggi, ma stiamo parlando di un thriller d'azione non di Lain o Kuuchuu Buranko!
Non è detto che questo anime sia adatto a tutti. Il genere è abbastanza specifico e quindi è possibile che non sia il vostro. Erased, Madoka Magica, Steins;Gate: sono questi tre gli anime di riferimento. Se vi sono piaciuti e non disdegnate i mondi fantasy, allora non c'è motivo al mondo per cui non vi piacerà Re: Zero. Ma se non avete mai amato questi tre titoli allora probabilmente resterete indifferenti anche a quest'opera.
In ogni caso è il titolo dell'anno, quello sulla bocca di tutti (anche in Italia nonostante la distribuzione solo su Crunchyroll e non su portali più popolari) e di cui si continuerà a parlare per un po'. Una possibilità vi consiglio di darla: potrebbe conquistarvi.
Pro
- Trama coinvolgente e piena di suspense che crea dipendenza
- Personaggio principale ottimamente caratterizzato e pieno di sfaccettature
- Grande impegno della White Fox che ha messo cura nei dettagli e non ha esitato a sforare il minutaggio degli episodi pur di non tagliare parti importanti della storia
- Ottima colonna sonora
Contro
- Tante questioni rimangono irrisolte e pur avendo risposta nella novel, guardando soltanto l'anime rimangono dei buchi nella trama
- Eccessivo uso di gore che a volte può risultare fastidioso
- Molti personaggi secondari rimangono poco approfonditi
Steins;Gate fa uso del tema "viaggio nel tempo" e tratta tematiche sì drammatiche ma non di certo fantasy e non ha come protagonista un hikkikomori. Re:Zero usa come nel film da te citato (l'ho anche scritto in un commento precedente che una produzione hollywoodiana aveva già sperimentato in tal senso) la tematica del "ricominciare da zero" (da lì il titolo per l'appunto) riadattandola dall'universo videoludico da cui proviene. Nella produzione animata giapponese non ricordo ripeto un anime con caratteristiche simili, se riesci a trovarmelo, ripeto, ritirerò quanto detto, ma al momento che sia originali in molteplici aspetti è senza ombra di dubbio vero.
Quindi la tua, fammi capire, è una critica alla regia ed al character design ? Perché non si riesce pienamente a capire dove vuoi andare a parare.
Non lo è neanche per me, ma di certo non vorrai negare che nell'animazione giapponese attuale sono forzate in certe produzioni, per non parlare dell'abusato "moe". Non in questa per l'appunto. Se poi leggi cosa scrivo dopo nel commento, do anche una spiegazione in tal senso della presenza nella produzione.
Tutti e due.
I personaggi sono manchevoli, e la regia fa passare Subaru per ciò che non è.
Semplice, no?
Ovvio che non tutti i personaggi in un'opera del genere non vengano caratterizzati con lo stesso spessore del protagonista o dei co-protagonisti, è una cosa più che normale. La regia fa passare Subaru per ciò che è, un hikkikomori megalomane che pensa solamente a sé stesso, sottoprodotto della più becera realtà con cui un giovane giapponese in età adulta si deve confrontare. Non capisco le critiche al protagonista ed alla regia sinceramente, che mostrano l'umanità del personaggio e la sua crescita positiva durante la sua avventura fantasy. Da questo punto di vista sono le stesse caratteristiche che hanno portato al successo "NHK ni Youkoso!" seppur siamo su generi differenti. Mi spiace ma non riesco semplicemente a capire questo genere di critiche rivolte a questa produzione, che ripeto, non è esente da difetti.
Il protagonista ha un carattere abbastanza normale e per questo mi piace. Non é estremizzato come quello dei personaggi di altre serie.
Anche le musiche mi sono piaciute, soprattutto quella della parte in cui muore per la prima volta.
Come primo episodio ha soddisfatto le mie aspettative, spero che anche gli altri non mi deludano
Che il fanservice sia sempre esistito non lo metto in dubbio, ma la produzione spropositata in questi anni di harem, ecchi ecc ecc ha condizionato imho la quasi totalità dell'animazione giapponese in tal senso. Non che la cosa mi disturbi, ammetto solamente che in certi frangenti ed in certe opere (prendiamo un anime della stagione estiva, "Taboo Tattoo") risultano forzate, stupide e mal inserite al di la dei cliché.
Ok.
Non posso che quotare il tuo discorso, sopratutto sulla parte finale.
Questo è vero sopratutto nella parte centrale, fino allo stucchevolissimo episodio 18.
Ma nel segmento finale, la regia cambia registro e non fa altro che esaltare le sue azioni nelle fasi più concitate, manco fosse il PG più forte della storia.
Hanno barattato un tipo di irrealismo con un altro, e la regia fa di tutto per esaltare entrambi.
Ho dei regali per te: B h à
Ci butto anche un extra: ,,,,,''''''.....;;;;;
Usa tutto, mi raccomando.
La mancanza di coerenza.
Poi oh, è una serie animata e nessuno si aspetta che la costruzione psicologica sia troppo fine, ma il passare da: pazzia-->frignate-->eroismo-->pazzia-->decisione-->frignate ecc... è un po' troppo per non lamentarsene.
Niente insulti, non siamo su Youtube.
Per me è coerente solo con lo stato d'umore del momento, ma raramente tiene conto della situazione globale. Una volta che aveva compreso che suicidandosi poteva evitare esperienze decisamente spiacevoli, ci si poteva benissimo aspettare che adottasse di più questa strategia.
Invece continua a soffrire inutilmente come un cane anche quando le situazioni vanno ben oltre il limite di riparazione (e quindi il rerun diventa l'unica soluzione plausibile).
Alcuni qui hanno contestato questa possibile linea di condotta, ma mi sorprende che lo scrittore, anche se alle prime armi, non abbia pensato a questa eventualità.
Dove tu vedi mancanza di coerenza io vedo solamente l'evoluzione di un personaggio che non rimane fisso sulle sue idee. E' il protagonista, è normale che venga risaltato più di altri e che subisca un processo evolutivo più marcato, sia esso negativo o positivo. Se poi vogliamo addentrarci nell'opera, dopo tutte quelle esperienze, è solamente un miracolo che sia ancora sano di mente, ed in certi frangenti non lo è stato. Per le altre tue critiche ti ha già risposto Maddux Donner, sarebbe inutile ripetere le stesse cose.
Non ricordi proprio male per niente, lo si evince già dai primi episodi. La linea concettuale poi che divide l'opera da un videogioco è molto flebile, osare di più per una presunta "scappatoia narrativa" avrebbe precluso il funzionamento dell'opera stessa. Detto questo è normale poi che parliamo di opere con lo scopo principale dell'entertainment, se non lo facessero, perderebbero tutta la loro ragion d'essere. Ecco perché dico che certe argomentazioni stanno un po' sfociando nel nonsense.
Non per nulla il time loop nasce in ambito sci-fi, dove le componenti logiche sono decisamente più importanti che nel fantasy.
Poi non vedo il motivo per cui la scelta migliore debba essere bollata come "logica da videogioco"
Tu dici che Subaru cerca di risparmiarsi il dolore fisico (cosa che non contesto), ma troppo spesso fa andare avanti gli avvenimenti ben oltre il limite massimo entro il quale può ancora rimediare nella linea temporale corrente.
Quindi si becca sia il dolore psicologico legato alla sorte sua e dei suoi amici, sia il dolore fisico della morte ormai inevitabile.
Farlo una volta o due va bene, ma perseverare è un po' eccessivo.
Una maggiore variabilità sarebbe gradita, come sarebbe gradita una maggior padronanza del potere da parte di Subaru (che non sempre mostra).
Come fa a evolvere un personaggio che non rimane fisso su almeno qualche idea? (che non sia il puntare alla vagina di Emilia).
In certi frangenti non lo è stato, ma si è ripreso completamente nella sezione successiva.
Io il nonsense lo vedo nelle tue posizioni, visto che ignori volontariamente una enorme incoerenza per far quadrare la tua visione dei fatti.
E' appunto in quei momenti che la sua sanità mentale è andata a farsi benedire, anche perché si aggrappa in quei frangenti solamente alla forza dei sentimenti che prova. Si auto-umilia per essi, ed in una piena e lucida analisi psicologica di sé stesso scopre solamente di essere un egoista, e che è stato il egoismo a spingerlo in certi frangenti più che a fare la cosa giusta. Secondo me parti dal presupposto sbagliato che non accetti a prescindere la visione di Subaru stesso, non ti piace il personaggio dell'autore e ci può stare, ma l'autore stesso lo ha costruito con una sua logica ed un suo modo di fare, non accettarlo a priori significa anche non riuscire a carpire le mille sfaccettature di cui è dotato per non parlare del suo modo di ragionare. Tu critichi il suo comportamento che risulta palesemente amorale, auto-lesionista, inconcludente, egoista, disdicevole, contraddittorio e potrei continuare all'infinito e critichi anche la sua evoluzione durante il resto della storia, ma scusami, la narrativa è piena di tematiche simili. E' un anti-eroe poi per l'appunto, non rappresenta di certi i canoni consolidati dell'eroe fantasy e non lo vuole essere a detta dell'autore stessa visto come si svolgono gli eventi e l'evoluzione (seppur positiva) che subisce. E' l'esempio dell'umanità e delle sue debolezze davanti alle avversità della vita, esasperate ovviamente in un contesto fantasy e di time loop. Ripeto, per me sei partito col piglio sbagliato giudicando l'opera, o accetti l'idea dell'autore a prescindere da qualunque critica personale, o non vedrai mai i pregi che l'opera ha, che sono oggettivi e innegabili.
Cioè tu neghi un'evoluzione caratteriale ed introspettiva del personaggio che accetta le sue debolezze ed i suoi limiti oltre che i suoi sbagli alla fine dell'opera ?
L'incoerenza ripeto la vedi solo tu. Parliamo di un fantasy ed di un anime il cui fine ultimo è creare entertainment. Secondo la tua logica per certi versi assurda dovrebbe palesemente ricalcare la realtà tale e quale e negli episodi successivi i personaggi non dovrebbero mutare per i fatti accaduti. A parte il fatto che il tuo discorso cade a prescindere in quanto non si tratta di uno Slice of Life, non ho visto una ripresa completa se non step by step con una chiara e palese spiegazione vista la vasta e molteplice mole di battute di cui è caratterizzata l'opera. Detto questo stai cercando di trovare il classico pelo nell'uovo, ma quello che viene è fuori è con quanta poca attenzione hai visionato l'opera partendo da un presupposto di critica a prescindere verso la visione dell'autore stesso. E' normale che tu non veda altro che i difetti non riconoscendone come detto sopra i pregi.
Tutto l'opposto.
Io voglio il grigio. Voglio un protagonista che resti segnato veramente, che accusi il colpo dei suoi fallimenti e che riesca a riprendersi con una curva di progressione credibile.
Parliamo di un personaggio che prima è sull'orlo della pazzia, e poi (dopo l'ep 18 e il suo lagnosissimo sfogo) riesce a farsi seguire da un mezzo esercito e crea i presupposti per risolvere la situazione.
Insomma... è come se avesse risolto tutte le sue beghe mentali con una seduta dallo psicologo.
Ah beh, scusa.
Allora parlaimo di un fantasy quindi fanculo la coerenza perchè "it's magic".
Ma LOL
Ma infatti i suoi discorsi non costano di un minimo di analisi più approfondita, altrimenti non se ne uscirebbe superficialmente. Si è accostato male alla visione partendo prevenuto e perché poi per lui vie di mezzo non esistono.
Pressappochismo il tuo. La coerenza c'è ma non la vedi. Ho sottolineato il termine stando ad indicare che non vi è una tale e quale comparazione con la realtà ma si attiene al tema fantasy in quanto non si tratta di uno Slice of life, meccanica che in quest'ultimo viene meglio caratterizzata. Siamo alla frutta, eh ?
Non ho mai parlato di difetto, lo hai fatto tu. Ho solamente chiarito qual è lo scopo principale dell'anime nel mio ragionamento. Se non si parte con tale presupposto tanto vale che lo droppi. Sei quasi un chiaro esempio di cosa intendesse Zelgadis per hater.
Ancora con sto episodio 18 ? Ma sarà pure successo qualcosa 17 episodi prima che lo hanno portato ad avere quelle capacità o sbaglio ? Curva di progressione credibile ? Ma sei serio ? Tu vuoi vedere solo quel che vuoi vedere caro, a sto punto il discorso è palese ed è venuto fuori. Aggiungere altro sarebbe inutile oltre che una perdita di tempo. Una buona continuazione e ti consiglio di rivedere l'opera, io l'ho fatto.
P.S. [ironic mode on]
Zelgadis mi raccomando poi di passarmi l'assegno, visto come ti ho fatto aumentare i counter di visualizzazione con i miei commenti "wall of text" quasi. Te l'ho girato mi pare l'IBAN, no ? [ironic mode off]
Disse colui che ritiene che si può glissare su tali difetti perché "Parliamo di un fantasy ed di un anime il cui fine ultimo è creare entertainment. " (che non vuol dire un cazzo, detto francamente)
Io non userei mai una scusa del genere per giustificare un difetto in un'opera.
Poi vabbò, ormai questa discussione sta raggiungendo caratteri tautologici, quindi non sento nemmeno più lo stimolo nel proseguire. Buon proseguimento.
Ma questo perché Re:Zero ha diverse parti da misery porn.
Il fatto che Subaru si becchi il doppio della sofferenza è voluto in modo piuttosto evidente, senza che ci siano logiche narrative dietro.
E no, la caratterizzazione di Subaru non è né stupefacente né granché realistica (mi viene il dubbio che alcuni utenti abbiano visto Re:Zero Abridged), ma visto il protagonista medio di light novel fantasy per ragazzi non è nemmeno da buttare via alla fin fine, anche perché è comunque meglio di quasi tutto il resto del cast. Fa il suo dovere per far muovere la storia ma nulla di più.
D'altronde quando hai il personaggio più adorato la cui caratterizzazione è "sono la sorella dal carattere gentile" -> "Subaru mi sta simpatico" -> "Subaru, prendimi e fai di me la tua schiava sessuale" non è che si possa sperare in chissà quale finezza di caratterizzazione.
Mi spiace, ma ormai mi sono già ritirato su un'isola tropicale
Alla faccia della generalizzazione (lo stesso Grimgar citato da Zello nell'altro topic è tutto tranne che urlato, e la caratterizzazione dei personaggi c'è).
Ma a parte questo il problema del terzo arco di Re:Zero sta anche nel fatto che il secondo arco usava i medesimi strategemmi in modo enormemente migliore.
Subaru non passava da frignone e superfigo a pazzo senza soluzione di continuità, anche quando sbagliava e sapeva come agire comunque lo faceva con paura, comportandosi da sbruffone per mascherare la cosa, non passava da frignetta a comandante di esercito, non aveva Julius che passava dallo schifarlo a voler diventare il suo BFF, come in ogni caratterizzazione che si rispetti superava i suoi limiti passo dopo passo e in modo tutto sommato plausibile, arrivando infine al good end dell'arco.
Non mi aspettavo ovviamente finezze caratteriali in un'opera fantasy per ragazzo, figuriamoci, ma già quello che si era visto negli archi precedenti sarebbe comunque stato un passo avanti.
Grimgar ha anche tutto un altro ritmo, molto ma molto lento. Sono su due piani diversi sebbene facenti parte dello stesso genere. Detto questo è palese che alla fine vi sia stata una brusca accelerata, probabilmente si è anche saltata qualche piccola parte, non ho visionato la novel ma ho avuto questa sensazione. Forse maggiori episodi avrebbero consentito una meglio distribuzione degli avvenimenti che specie nelle ultime parti, sono davvero stati tanti. Ciò imho però non ha precluso il risultato finale che è rimasto ottimo.
Bello lo sviluppo di Rem, piu' che di Subaru. E poi oh, finalmente un protagonista che ha le palle di rifiutare una ''harem girl'' perchè conosce i suoi sentimenti abbastanza bene!
Il finale sembra un po' monco, rispetto al dramma della light novel
Comunque io sono contento di questa riscoperta del fantasy che sta avvenendo negli ultimi tempi negli anime. Speriamo di avere altri titoli validi in futuro.
Il mistery ed il fantasy sono tra i miei generi preferiti, pet questo adocchiai subito la serie quando venne annunciata.
Per motivi di tempo non riesco più a seguire le serie in simultanea con la messa in onda giapponese, preferisco aspettare che siano concluse e recuperarle in blocco.
Mi sa che è giunto il momento di spararmi una bella maratona re:life
Il personaggi di Subaro mi ha stupito molto ed all'inizio mi sono trovato spiazato quando non riuscivo ad inquadrarlo perfettamente. Successivamente ho capito che lo stesso era soggetto a continuo mutamento come molti altri personaggi di questa serie tra cui Rem...oh Rem... <3 <3 <3
Consigliatissimo a tutti ed è sicuramente l'anime dell'anno.
Ma quindi volevi che l'anime durasse tre anni con sedute settimanali? xD
Ci sono anche dei "tempi tecnici" di racconto. Dedicare una puntata intera direi che va bene. Poi semmai discutiamo se sia stata efficace o meno
Poi un'altra cosa. Nessun esercito segue Subaru. L'esercito segue gli ordini di Crusch che (nonostante abbia la possibilità di rilevare le bugie), è lo stesso molto diffidente con Subaru.
Subaru dal canto suo, ha già avuto la possibilità di chiedere aiuto e quindi sa quali errori evitare nella discussione e inoltre è in possesso di informazioni che possano spingere Crusch all'azione.
Ancora, mi pare che tu sia stato o poco attento o stia cercando di forzare la trama in base alle tue interpretazioni.
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