Torniamo a parlare del documentario della NHK andato in onda a novembre, in cui Hayao Miyazaki ha annunciato la sua intenzione di riprendere a realizzare film d'animazione. Recentemente è stata diffusa in rete una nuova clip dedicata a un incontro fra lo stesso regista e un membro dello staff dei Dwango Artificial Intelligence Laboratory, che alla presenza di Nobuo Kawakami, uno dei più alti dirigenti del gruppo, ha voluto mostrare a Miyazaki la prima animazione in CGI realizzata da una Intelligenza Artificiale sviluppata dal team.
 

Una sequenza particolare, in cui personaggi grotteschi, quasi informi, si muovono contorcendosi. Una sorta di zombie creati dall'I.A., partita da un modello umano che ha appreso come muovere, ma ignorando il concetto di dolore. Secondo Kawakami, i movimenti inquietanti creati dalla I.A. si potrebbero usare in futuro per creare degli zombi da utilizzare nei videogiochi horror, dando vita a sequenze che nessuna mente umana potrebbe immaginare. Probabilmente nessuno nella stanza si attendeva il plauso entusiasta del regista settantacinquenne, ma il suo immediato, visibile e profondo disgusto ha gelato tutti: "Un insulto alla vita stessa", lo ha definito Miyazaki.
 

Miyazaki incontra spesso giovani animatori che utilizzano la computer grafica, e si confronta con loro sui progetti e le nuove tecniche, ne accetta le sfide e le idee, ma in questo caso, il suo rifiuto è stato totale. 

Il regista ha affermato che quelle immagini gli ricordavano un suo amico, colpito recentemente da disabilità e non più in grado di fare i più semplici gesti del vivere quotidiano: "Non riesco proprio a guardarlo, a pensare come possa interessare a qualcuno. Chi ha creato questo non sa, probabilmente, cosa voglia dire dolore. E' estremamente sgradevole".

"Se poi volete davvero fare qualcosa di inquietante, basta andare fuori, guardarsi intorno e la troverete. Non credo proprio di volerlo utilizzare nel lavoro che facciamo. E' un insulto alla vita".

Parole molto dure che non possono spiegarsi solo con la nota idiosincrasia di Miyazaki per la tecnologia, che lo ha portato ad avvicinarsi alla CGI solo negli ultimi anni per la realizzazione del suo ultimo corto, Kemushi no Boro (Boro, il bruco), che sarà proiettato nel Museo dello Studio Ghibli il prossimo anno.

Il produttore Toshio Suzuki, ex-presidente dello Studio Ghibli, ha quindi chiesto allo staffer dei Dwango Artificial Intelligence Laboratory quale sia l'obiettivo finale del progetto, ottenendo come risposta che è quello di poter riuscire a realizzare una macchina in grado di disegnare esattamente come potrebbe fare un uomo.

Miyazaki, tornato al suo tavolo, pronuncia una frase che forse riprende il suo stato d'animo: "Mi sento come se fosse l'ultimo giorno della Terra".

Fonti consultate:
Tokyo Reporter,
Anime News Network,
Aaron Stewart-Ahn.