Probabilmente sarà capitato anche a voi, passeggiando per le vie della tradizionale Kyoto e non solo, di vedere numerosi e antiestetici fili dell'elettricità ballonzolare da diverse altezze. E' una caratteristica, questa, invero comune all'intero Giappone, che salta subito all'occhio del turista straniero, tanto di quello mordi-e-fuggi quanto di quello più smaliziato.
La presenza così tangibile dei grovigli di fili non manca di generare dibattiti di tanto in tanto anche tra i giapponesi, soprattutto in vista delle imminenti Olimpiadi del 2020 e dell'immagine che si vuole mostrare del Paese al mondo.
L'ultima discussione in merito si è avuta proprio a Kyoto, la vecchia capitale: la città e i suoi residenti premono per far sì che i pali della luce vengano rimossi da una delle viette principali di Pontocho, il celebre quartiere dei divertimenti di un tempo, nell'ottica di ricreare un paesaggio che richiami l'affascinante atmosfera del passato.
L'amministrazione cittadina ha quindi iniziato da poco i lavori per predisporre l'interramento delle linee, con l'obiettivo di concluderli entro la fine dell'anno fiscale 2019, ovvero marzo 2020.
Il progetto copre 17 pali dislocati lungo i 490 metri del percorso della via punteggiata di ochaya, ovvero le rinomate case da té, dove le celeberrime intrattenitrici che rispondono al nome di maiko (apprendista geisha) e geiko (il nome con cui le geisha sono conosciute a Gion) servono i clienti.
E' indubbio che la via attragga svariati turisti, grazie ai suoi edifici di legno giunti dritti dritti e intatti dal secolo scorso assieme ai loro reticolati di legno e ai profili di tetti e cornicioni.
Qui sopra osserviamo proprio una foto di Pontocho a Kyoto sulla sinistra, e a fianco una ricostruzione al computer che mostra come apparirebbe la via dopo l'interramento dei cavi.
I residenti di Pontocho non sono nuovi agli sforzi per migliorare l'aspetto estetico della città sin dal 2011; tra gli altri lavori già presi in carico, c'era stato anche quello della rimozione di insegne troppo sgargianti o pacchiane.
Ma proprio una volta che cartelli e richiami al neon non distolgono più l'attenzione dal fascino naturale della via, rimangono i pali dell'elettricità a rovinare il tutto.
"Dopo aver tolto le insegne, ci siamo ritrovati con un cielo coperto di pali e fili," afferma Yuichi Kaneda, il cinquantenne vice-capo del gruppo teso a riformare Pontocho. "Inoltre, i pali della luce possono collassare in caso di eventi catastrofici o disastri naturali, pertanto volevamo davvero fare qualcosa in merito."
Nel 2013 il gruppo aveva chiesto all'amministrazione di dislocare le linee elettriche e telefoniche sottoterra, ma all'epoca erano stati problemi di natura tecnica e tecnologica ad impedire che ciò fosse realizzato in concreto.
La stradina principale di Pontocho, infatti, con un'ampiezza media di 1,8 metri, deve già supportare sotto di sé i tubi del gas e quelli di scarico e scolo, pertanto non è rimasto lo spazio di affiancarvi anche i cavi elettrici usando i metodi di interramento convenzionali. Tuttavia, si è optato per un metodo nuovo, raggruppando i suddetti cavi sottoterra quantomeno in una sorta di pacchetto ad hoc.
Anche i proprietari locali, compresa l'associazione cooperativa delle ochaya, hanno dato il loro contributo al più recente dei progetti, offrendo lo spazio in cui dislocare 12 trasformatori elettrici.
"Le maiko non stanno bene accanto ai pali della luce," afferma Daiki Kusunoki, il quarantasettenne a capo del gruppo delle case da té.
"Il progetto è essenziale perché alla città venga ripristinato il suo aspetto e il fascino di un tempo."
Fonti consultate:
The Japan Times 1, 2
La presenza così tangibile dei grovigli di fili non manca di generare dibattiti di tanto in tanto anche tra i giapponesi, soprattutto in vista delle imminenti Olimpiadi del 2020 e dell'immagine che si vuole mostrare del Paese al mondo.
L'ultima discussione in merito si è avuta proprio a Kyoto, la vecchia capitale: la città e i suoi residenti premono per far sì che i pali della luce vengano rimossi da una delle viette principali di Pontocho, il celebre quartiere dei divertimenti di un tempo, nell'ottica di ricreare un paesaggio che richiami l'affascinante atmosfera del passato.
L'amministrazione cittadina ha quindi iniziato da poco i lavori per predisporre l'interramento delle linee, con l'obiettivo di concluderli entro la fine dell'anno fiscale 2019, ovvero marzo 2020.
Il progetto copre 17 pali dislocati lungo i 490 metri del percorso della via punteggiata di ochaya, ovvero le rinomate case da té, dove le celeberrime intrattenitrici che rispondono al nome di maiko (apprendista geisha) e geiko (il nome con cui le geisha sono conosciute a Gion) servono i clienti.
E' indubbio che la via attragga svariati turisti, grazie ai suoi edifici di legno giunti dritti dritti e intatti dal secolo scorso assieme ai loro reticolati di legno e ai profili di tetti e cornicioni.
Qui sopra osserviamo proprio una foto di Pontocho a Kyoto sulla sinistra, e a fianco una ricostruzione al computer che mostra come apparirebbe la via dopo l'interramento dei cavi.
I residenti di Pontocho non sono nuovi agli sforzi per migliorare l'aspetto estetico della città sin dal 2011; tra gli altri lavori già presi in carico, c'era stato anche quello della rimozione di insegne troppo sgargianti o pacchiane.
Ma proprio una volta che cartelli e richiami al neon non distolgono più l'attenzione dal fascino naturale della via, rimangono i pali dell'elettricità a rovinare il tutto.
"Dopo aver tolto le insegne, ci siamo ritrovati con un cielo coperto di pali e fili," afferma Yuichi Kaneda, il cinquantenne vice-capo del gruppo teso a riformare Pontocho. "Inoltre, i pali della luce possono collassare in caso di eventi catastrofici o disastri naturali, pertanto volevamo davvero fare qualcosa in merito."
Nel 2013 il gruppo aveva chiesto all'amministrazione di dislocare le linee elettriche e telefoniche sottoterra, ma all'epoca erano stati problemi di natura tecnica e tecnologica ad impedire che ciò fosse realizzato in concreto.
La stradina principale di Pontocho, infatti, con un'ampiezza media di 1,8 metri, deve già supportare sotto di sé i tubi del gas e quelli di scarico e scolo, pertanto non è rimasto lo spazio di affiancarvi anche i cavi elettrici usando i metodi di interramento convenzionali. Tuttavia, si è optato per un metodo nuovo, raggruppando i suddetti cavi sottoterra quantomeno in una sorta di pacchetto ad hoc.
Anche i proprietari locali, compresa l'associazione cooperativa delle ochaya, hanno dato il loro contributo al più recente dei progetti, offrendo lo spazio in cui dislocare 12 trasformatori elettrici.
"Le maiko non stanno bene accanto ai pali della luce," afferma Daiki Kusunoki, il quarantasettenne a capo del gruppo delle case da té.
"Il progetto è essenziale perché alla città venga ripristinato il suo aspetto e il fascino di un tempo."
Fonti consultate:
The Japan Times 1, 2
Capisco,ma li sono legali oppure sono tipo qui ?
Non è un tipo di escort?
Se conosci bene l'argomento , per cortesia linkami un articolo che ne parla
Grazie
grazie anche a te Road
PS. Stavolta ti ho preceduto caro il mio AC-REVENGE... Eh eh
花魁 ( oiran ) era il nome delle prostitute nei 妓楼( girou), un esempio era Yoshiwara ( 吉原) in edo (江戸, antica tokyo). Erano una catogoria che rientrava nel nome 遊女 yujio( donna di divertimenti ( 遊 divertimento 女 donna, ma credo/sono sicuro che le oiran, fossero un gradino sopra, infatti queste ultime fornivano anche intrattenimento con danze e balli).
芸者 invece erano semplicemente artiste ( vedi i kanji usati 芸 ( arte ) 者 ( persona )
http://jisho.org/search/%E8%8A%B8%E8%80%85%20%23kanji ), ma alcune dormivano con i clienti, forse da qui la confusione che si fa.
p.s.: 男娼 ( danshyou) è il termine per un gigolò ( prostituto ?)
ma per quanto mi riguarda sono diventati a loro modo caratteristici... mi farebbe quasi strano girare per Kyoto e non vederli.. mi mancherebbe qualcosa..
Mi sembra giusto che in una zona particolare come Pontocho si voglia ripulire la visuale da questi "arrosti", poco sicuri anche in caso di forti venti o precipitazioni intense - che non sono così remoti in Giappone.
Ricordo di aver scattato una foto in una delle vie di Asakusa a Tokyo e c'erano più fili che paesaggio XD
E' vero anche che se a Kyoto decidono di "ripulirne un po'", e solo in certe vie più tradizionali di altre come specificato qui (ovvero Gion e Pontocho), non può che farmi piacere, nel senso che alcune viuzze sono davvero magiche, sembra di stare nel Giappone di altri tempi. E riuscire a percepire un Giappone di 150 anni fa già solo grazie al fatto di aver tolto di mezzo alcuni pali della luce è bellissimo ♥
li ho conosciuti e grazie ai viaggi li ho visti dal vivo e aprezzati nella loro particolarità. Ai più potrebbero non piacere, però anche a me fanno tanto giappone...
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.