Quindi siete pronti? Pare proprio di sì. Yaruki 2017 – Italian Japstyle Comics Award apre i battenti. Per i prossimi 2 mesi vi presenteremo 5 light novel e 15 opere pro. Per le opere indie vi ricordiamo che l’appuntamento è dopo l’estate. Qui il bando ufficiale.
Abbiamo scelto di iniziare facendovi sorridere, presentandovi un’opera leggera, divertente ma davvero sorprendente: Sasso Coi Capelli di Chiara De Plano, edito da Kasaobake.
Probabilmente far ridere è molto più difficile che intrattenere con della pura azione. Certe volte è decisamente più difficile creare una battuta d’effetto che un’azione intrisa di suspense. Il perché è presto detto: molti reputano le opere “leggere” superficiali, il senso dell’umorismo di ognuno può ampiamente differire e molti a causa di internet lo hanno pure perso. Cerchiamo di non definire una risata, cerchiamo di andare oltre il semplice concetto di umorismo ma allo stesso tempo sarebbe bello anche apprezzare il non prendersi troppo sul serio.
Sicuramente il primo impatto che possiamo avere con l’opera è quello di un fumetto con tinte fortemente umoristiche, che gioca sul nonsense e soprattutto dà quella sensazione che Chiara abbia scritto certe battute di getto, che le abbia create perché lei vive in questo mondo ed è riuscita ad amalgamarsi perfettamente con la realtà da lei rappresentata, il che è un qualcosa assolutamente non da sottovalutare per qualsiasi fumettista. Il mondo del Sasso è estremamente caotico, dove il raziocinio non ha alcuna dimora e per quanto tutto ciò possa essere un vero e proprio incubo per i poveri personaggi… per il lettore può essere solo una manna dal cielo.
Difatti il lettore si ritrova tra le mani una lettura veloce, scoppiettante e sorprendente. Ironia sempre leggera e mai assolutamente volgare, ma che non racchiude assolutamente la totalità della forza narrativa di quest’opera, la quale sa prendersi sul serio e anche giocare coi sentimenti dei propri lettori, regalando emozioni che non ti aspetteresti da un fumetto che si presenta con questa immensa dose di ironia. Una storia che diverte ma anche capace di coinvolgere.
Il tratto di Chiara è libero da fronzoli, sicuramente nel suo stile troviamo dei chiari riferimenti ai grandi maestri del manga ma ben lungi dal potere essere macchiettistica; si sente perfettamente quanto di suo ci sia nel modo in cui disegna, che sia nel chara design dei personaggi più assurdi o la capacità di lasciar trasparire tutta la leggerezza che quest’opera può offrire. Poi ci sta un sasso. Ed ha i capelli.
Intervista all’autrice:
Iniziamo anche con le interviste dello Yaruki, Ecco qui Chiara De Plano. Pronta per essere la nostra prima cavia?
Prontissima! Ho già fatto testamento, per sicurezza!
Cosa ne pensi del fumetto japstyle?
In generale, che è una realtà stilistica che non può più essere ignorata. Sempre più giovani aspiranti artisti scelgono di seguire le orme dei loro autori preferiti, e molti di questi autori sono giapponesi. Io stessa, quando pensai che questo sarebbe diventato il mio lavoro, mi ispirai a molti autori giapponesi famosi nel campo dello shonen o dei seinen . Fanno parte della mia evoluzione artistica, e sebbene la mia tecnica sia stata influenzata anche da titoli italiani e americani, non riesco a rinunciarci. Anzi, in tutta onestà, mi dispiace di non essere più japstyle nelle mie opere, soprattutto per quanto riguarda l'impostazione delle pagine. Allo stesso tempo però, non so se uno stile completamente giapponese si adatterebbe al mio ritmo narrativo.
Cosa vuol dire essere sotto una casa editrice?
E' una domanda difficile! Soprattutto adesso che sono dentro Kasaobake, e che mi sto rendendo conto di cosa significhi per un' emergente essere al di là della "trincea".
Prima di tutto, quando vieni preso ufficialmente da una casa editrice, provi una soddisfazione immensa, perché realizzi che il tuo lavoro è stato apprezzato e che qualcuno è disposto ad investirci, che al giorno d'oggi non è cosa da poco. La realtà ovviamente è molto più complessa di così, e questo dipende da tanti piccoli fattori, come l'opinione generale del pubblico sulle case editrici emergenti, oppure l'organizzazione delle fiere e il rientro dei costi, la distribuzione, se presente, e le percentuali sul prezzo di copertina. Insomma, sono tutti elementi importanti, da non trascurare, e che uno bene o male scopre vivendolo sulla propria pelle.
Comunque, sono molto fiera del lavoro della mia casa editrice, mi sento fortunata e apprezzata, e tuttora sono molto grata ai miei editor, senza i quali a quest'ora non sarei qui a fare questa intervista.
Qual è la situazione del fumetto in Italia?
Anche questa è una domanda difficile, e fino ad un anno fa, quando partecipai al mio primo Cartoomics nel 2016 ( perlopiù come turista, perché non avevo ancora finito il primo numero di Sasso) avrei dato una risposta davvero pessimista. Ad oggi, dopo aver vissuto un Lucca comics, e un Cartoomics con i miei primi due volumi, posso dire che mi sento molto positiva al riguardo e che riesco a percepire un graduale miglioramento. Ormai sento che la situazione si stia sbloccando, sebbene si parli di un mercato ormai saturo da anni.
Come percepisci il pubblico?
Mi ritrovo spesso a definire il lettore medio italiano un lettore diffidente, perché ce l'abbiamo nel sangue, non ci fidiamo degli altri. Perfino quando sul banco metti del materiale promozionale, quindi cose gratis, con scritto "gratis" ovunque, un passante non si azzarda a farti vedere il suo interesse. Però ripeto, più passa il tempo, più credo che la situazione stia migliorando, addirittura ci sono sempre più persone che "osano" chiederti, non con poca timidezza, di cosa parli il tuo fumetto. Anzi, a volte fanno pure i complimenti!
La tua opera ha un'ironia leggera e spiazzante, dà l'impressione che tu vivi tutto ciò che scrivi a pieno, quasi inventandolo sul momento.
Beh, non ti nascondo che con Sasso coi capelli la cosa è andata più o meno così. Anzi, a dire il vero, quasi tutto quello che faccio nasce sul momento e cambio idea molto spesso. E' anche per questo che ho faticato molto ad organizzare il mio primo Storyboard.
Ho sempre avuto l'impressione che una storia realizzata sul momento, fosse maggiormente d'impatto di una storia ragionata, perché la sentivo più viva, più spontanea. La versione webcomic di Sasso è nata così, da una serie di battute che mi venivano pagina per pagina, e col tempo si è evoluta.
Quali autori ti hanno influenzata maggiormente?
Ho preso ispirazione da moltissimi artisti famosi ai miei tempi, ricordo che prendevo piccole cose e che cercavo di riprodurle col mio stile. Fra questi ci sono sicuramente Akira Toriyama e Kentaro Miura. Per quanto riguarda la narrazione, sono una fan accanita di Niel Gaiman (in particolare di Sandman), ma in effetti ci sono davvero tanti autori che dovrei citare. Secondo me, in Sasso, sono presenti buona parte delle mie più grosse influenze letterarie.
Qual è il tuo sogno "artistico", che obiettivo ti poni o ti sei posta?
Ovviamente il mio obiettivo è diventare ricca e famosa, per poter vivere di rendita a vita. *coff coff*
A parte gli scherzi, il diventare "ricca e famosa" è davvero l'ultimo dei miei desideri, ma una cosa che desidero davvero è che la gente mi legga, mi riconosca in quello che faccio e che riesca a comprendere la passione che ci metto. E' davvero l'unico sogno che ho e credo che riuscirei a sentirmi un'autrice fatta e finita se questo accadesse.
Com'è nata la tua opera?
Come quasi tutto quello che faccio, per caso. O meglio, il personaggio del sasso nacque nel 2009, ma la storia che sto facendo adesso è partita nel 2014, più o meno quando ho ricominciato a disegnare fumetti. E' stata un esperimento, un desiderio di mettermi alla prova. Non sapevo bene a cosa stessi andando incontro, ma mi sono detta "Perché no?"
Invece, con la pubblicazione cartacea, ho approfittato per migliorare tutte le imprecisioni presenti nella narrazione - e nei disegni! -, e sta diventando qualcosa di molto più ragionato.
Quali sono i suoi punti di forza? Perché dovrebbe essere votata?
Beh, uno dei punti di forza secondo me è lo stile narrativo. Ho cercato di fare tutto il possibile per rendere la lettura scorrevole, piacevole e divertente senza risultare forzata. Un altro dei suoi punti forti, secondo me sono i personaggi, perché, anche se può non sembrare a prima vista, ho costruito attorno a loro un passato e un bagaglio esperienziale ben preciso che verrà fuori al momento giusto.
Ultimo ma non meno importante, la mia crescita come artista. Perché ho cominciato quest'opera per divertimento, ma col tempo mi sono arricchita e migliorata. Mettendo a confronto lo webcomic con la forma cartacea, sento di aver fatto passi da gigante e ne sono davvero orgogliosa.
Quindi, perché dovrebbe essere votato? Secondo me, Sasso coi capelli, potrebbe avere tutte le carte in regola per essere un buon prodotto, anche per le ragioni sopra elencate. Ma anche perché se non lo faceste, Ludus si arrabbierebbe a morte con me, e mi licenzierebbe in tronco!
Posso confermare sicuramente che la tua crescita come artista sia stata fenomenale. Hai ricevuto una determinata spinta da qualcosa qualcuno?
Ho ricevuto numerosi incitamenti dagli amici più cari, che conoscono la passione che ho per il disegno e in particolare nel fumetto. Primo fra tutti mio marito, che mi ha sempre sostenuto e sopportato, anche nei miei periodi più intensi di lavorazione. Poi anche le mie amiche e colleghe, o aspiranti tali, che mi hanno sempre dato consigli e spronato a dare il meglio di me. Credo che senza il loro sostegno non ce l'avrei mai fatta.
Ti ringraziamo per il tempo concessoci, saluta il tuo pubblico!
Grazie a voi, è stato un piacere! Ciao a tutti!
Link Utili:
Sasso Coi Capelli (Facebook)
Kasaobake (Facebook)
Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
Grafiche a cura di Megane郭
Abbiamo scelto di iniziare facendovi sorridere, presentandovi un’opera leggera, divertente ma davvero sorprendente: Sasso Coi Capelli di Chiara De Plano, edito da Kasaobake.
Chiara nasce il 18 luglio dell'87 a Viareggio. Fin da piccola si innamora della musica, dei libri e del disegno, e sebbene in quest'ultima in particolare fosse piuttosto negata, si è sempre impegnata per cercare di migliorarsi. Amante dei fumetti di Dylan Dog e dei libri di Agata Christie, inizia col sognare di diventare una scrittrice di libri gialli o horror. Nel '99, scopre il mondo dei fumetti giapponesi sfogliando per caso un Dragonball, e se ne innamora perdutamente, diventandone, così, un'affamata lettrice. Fu sfogliare il numero 17 di Dragonball a convincerla che il mondo dei fumetti sarebbe diventato il suo. Purtroppo, come spesso capita, questo desiderio è osteggiato dalla vita privata, e anche lei, alla fine, si convinse che il fumetto sarebbe rimasto nient'altro che un sogno. Così, dopo aver concluso il liceo classico, decide di rinunciarci definitivamente.
Trascorre un periodo di calma creativa, dove si concentra nella scrittura a tempo perso, finché a dicembre del 2013, sente riaffiorare nuovamente il desiderio di affiancare i testi a dei disegni. Stavolta però, vuole sforzarsi di rendere la cosa il più professionale possibile, iniziando anche ad utilizzare una tavoletta grafica e un programma di disegno. Non con poche difficoltà, nel 2014, nasce ufficialmente su Facebook "Sasso coi capelli", una storia comica sperimentale, che l'ha portata a farsi conoscere nell'ambiente del webcomic italiano, come una pazza adoratrice di sassi e marionette. La pubblicazione online procede, e la pagina cresce, finché nel 2015 - subito dopo il matrimonio - entra ufficialmente a far parte di Kasaobake. La pubblicazione del primo numero di Sasso coi capelli è avvenuta a Lucca comics 2016, e il secondo numero soltanto poco tempo dopo, al Cartoomics del 2017.
Trascorre un periodo di calma creativa, dove si concentra nella scrittura a tempo perso, finché a dicembre del 2013, sente riaffiorare nuovamente il desiderio di affiancare i testi a dei disegni. Stavolta però, vuole sforzarsi di rendere la cosa il più professionale possibile, iniziando anche ad utilizzare una tavoletta grafica e un programma di disegno. Non con poche difficoltà, nel 2014, nasce ufficialmente su Facebook "Sasso coi capelli", una storia comica sperimentale, che l'ha portata a farsi conoscere nell'ambiente del webcomic italiano, come una pazza adoratrice di sassi e marionette. La pubblicazione online procede, e la pagina cresce, finché nel 2015 - subito dopo il matrimonio - entra ufficialmente a far parte di Kasaobake. La pubblicazione del primo numero di Sasso coi capelli è avvenuta a Lucca comics 2016, e il secondo numero soltanto poco tempo dopo, al Cartoomics del 2017.
Probabilmente far ridere è molto più difficile che intrattenere con della pura azione. Certe volte è decisamente più difficile creare una battuta d’effetto che un’azione intrisa di suspense. Il perché è presto detto: molti reputano le opere “leggere” superficiali, il senso dell’umorismo di ognuno può ampiamente differire e molti a causa di internet lo hanno pure perso. Cerchiamo di non definire una risata, cerchiamo di andare oltre il semplice concetto di umorismo ma allo stesso tempo sarebbe bello anche apprezzare il non prendersi troppo sul serio.
Sasso Coi Capelli tratta del crudele scherzo del destino capitato ad un gruppo di avventurieri (e non solo…), vittime dei giochi crudeli di entità sadiche e a dir poco assurde. Nel primo volume conoscerete Elyan ed i suoi compagni di sventura, un marinaio sardonico ed un Dio del Caos, manca qualcuno? Com’è che si chiamava questo fumetto…?
Sicuramente il primo impatto che possiamo avere con l’opera è quello di un fumetto con tinte fortemente umoristiche, che gioca sul nonsense e soprattutto dà quella sensazione che Chiara abbia scritto certe battute di getto, che le abbia create perché lei vive in questo mondo ed è riuscita ad amalgamarsi perfettamente con la realtà da lei rappresentata, il che è un qualcosa assolutamente non da sottovalutare per qualsiasi fumettista. Il mondo del Sasso è estremamente caotico, dove il raziocinio non ha alcuna dimora e per quanto tutto ciò possa essere un vero e proprio incubo per i poveri personaggi… per il lettore può essere solo una manna dal cielo.
Difatti il lettore si ritrova tra le mani una lettura veloce, scoppiettante e sorprendente. Ironia sempre leggera e mai assolutamente volgare, ma che non racchiude assolutamente la totalità della forza narrativa di quest’opera, la quale sa prendersi sul serio e anche giocare coi sentimenti dei propri lettori, regalando emozioni che non ti aspetteresti da un fumetto che si presenta con questa immensa dose di ironia. Una storia che diverte ma anche capace di coinvolgere.
Il tratto di Chiara è libero da fronzoli, sicuramente nel suo stile troviamo dei chiari riferimenti ai grandi maestri del manga ma ben lungi dal potere essere macchiettistica; si sente perfettamente quanto di suo ci sia nel modo in cui disegna, che sia nel chara design dei personaggi più assurdi o la capacità di lasciar trasparire tutta la leggerezza che quest’opera può offrire. Poi ci sta un sasso. Ed ha i capelli.
Intervista all’autrice:
Iniziamo anche con le interviste dello Yaruki, Ecco qui Chiara De Plano. Pronta per essere la nostra prima cavia?
Prontissima! Ho già fatto testamento, per sicurezza!
Cosa ne pensi del fumetto japstyle?
In generale, che è una realtà stilistica che non può più essere ignorata. Sempre più giovani aspiranti artisti scelgono di seguire le orme dei loro autori preferiti, e molti di questi autori sono giapponesi. Io stessa, quando pensai che questo sarebbe diventato il mio lavoro, mi ispirai a molti autori giapponesi famosi nel campo dello shonen o dei seinen . Fanno parte della mia evoluzione artistica, e sebbene la mia tecnica sia stata influenzata anche da titoli italiani e americani, non riesco a rinunciarci. Anzi, in tutta onestà, mi dispiace di non essere più japstyle nelle mie opere, soprattutto per quanto riguarda l'impostazione delle pagine. Allo stesso tempo però, non so se uno stile completamente giapponese si adatterebbe al mio ritmo narrativo.
Cosa vuol dire essere sotto una casa editrice?
E' una domanda difficile! Soprattutto adesso che sono dentro Kasaobake, e che mi sto rendendo conto di cosa significhi per un' emergente essere al di là della "trincea".
Prima di tutto, quando vieni preso ufficialmente da una casa editrice, provi una soddisfazione immensa, perché realizzi che il tuo lavoro è stato apprezzato e che qualcuno è disposto ad investirci, che al giorno d'oggi non è cosa da poco. La realtà ovviamente è molto più complessa di così, e questo dipende da tanti piccoli fattori, come l'opinione generale del pubblico sulle case editrici emergenti, oppure l'organizzazione delle fiere e il rientro dei costi, la distribuzione, se presente, e le percentuali sul prezzo di copertina. Insomma, sono tutti elementi importanti, da non trascurare, e che uno bene o male scopre vivendolo sulla propria pelle.
Comunque, sono molto fiera del lavoro della mia casa editrice, mi sento fortunata e apprezzata, e tuttora sono molto grata ai miei editor, senza i quali a quest'ora non sarei qui a fare questa intervista.
Qual è la situazione del fumetto in Italia?
Anche questa è una domanda difficile, e fino ad un anno fa, quando partecipai al mio primo Cartoomics nel 2016 ( perlopiù come turista, perché non avevo ancora finito il primo numero di Sasso) avrei dato una risposta davvero pessimista. Ad oggi, dopo aver vissuto un Lucca comics, e un Cartoomics con i miei primi due volumi, posso dire che mi sento molto positiva al riguardo e che riesco a percepire un graduale miglioramento. Ormai sento che la situazione si stia sbloccando, sebbene si parli di un mercato ormai saturo da anni.
Come percepisci il pubblico?
Mi ritrovo spesso a definire il lettore medio italiano un lettore diffidente, perché ce l'abbiamo nel sangue, non ci fidiamo degli altri. Perfino quando sul banco metti del materiale promozionale, quindi cose gratis, con scritto "gratis" ovunque, un passante non si azzarda a farti vedere il suo interesse. Però ripeto, più passa il tempo, più credo che la situazione stia migliorando, addirittura ci sono sempre più persone che "osano" chiederti, non con poca timidezza, di cosa parli il tuo fumetto. Anzi, a volte fanno pure i complimenti!
La tua opera ha un'ironia leggera e spiazzante, dà l'impressione che tu vivi tutto ciò che scrivi a pieno, quasi inventandolo sul momento.
Beh, non ti nascondo che con Sasso coi capelli la cosa è andata più o meno così. Anzi, a dire il vero, quasi tutto quello che faccio nasce sul momento e cambio idea molto spesso. E' anche per questo che ho faticato molto ad organizzare il mio primo Storyboard.
Ho sempre avuto l'impressione che una storia realizzata sul momento, fosse maggiormente d'impatto di una storia ragionata, perché la sentivo più viva, più spontanea. La versione webcomic di Sasso è nata così, da una serie di battute che mi venivano pagina per pagina, e col tempo si è evoluta.
Quali autori ti hanno influenzata maggiormente?
Ho preso ispirazione da moltissimi artisti famosi ai miei tempi, ricordo che prendevo piccole cose e che cercavo di riprodurle col mio stile. Fra questi ci sono sicuramente Akira Toriyama e Kentaro Miura. Per quanto riguarda la narrazione, sono una fan accanita di Niel Gaiman (in particolare di Sandman), ma in effetti ci sono davvero tanti autori che dovrei citare. Secondo me, in Sasso, sono presenti buona parte delle mie più grosse influenze letterarie.
Qual è il tuo sogno "artistico", che obiettivo ti poni o ti sei posta?
Ovviamente il mio obiettivo è diventare ricca e famosa, per poter vivere di rendita a vita. *coff coff*
A parte gli scherzi, il diventare "ricca e famosa" è davvero l'ultimo dei miei desideri, ma una cosa che desidero davvero è che la gente mi legga, mi riconosca in quello che faccio e che riesca a comprendere la passione che ci metto. E' davvero l'unico sogno che ho e credo che riuscirei a sentirmi un'autrice fatta e finita se questo accadesse.
Com'è nata la tua opera?
Come quasi tutto quello che faccio, per caso. O meglio, il personaggio del sasso nacque nel 2009, ma la storia che sto facendo adesso è partita nel 2014, più o meno quando ho ricominciato a disegnare fumetti. E' stata un esperimento, un desiderio di mettermi alla prova. Non sapevo bene a cosa stessi andando incontro, ma mi sono detta "Perché no?"
Invece, con la pubblicazione cartacea, ho approfittato per migliorare tutte le imprecisioni presenti nella narrazione - e nei disegni! -, e sta diventando qualcosa di molto più ragionato.
Quali sono i suoi punti di forza? Perché dovrebbe essere votata?
Beh, uno dei punti di forza secondo me è lo stile narrativo. Ho cercato di fare tutto il possibile per rendere la lettura scorrevole, piacevole e divertente senza risultare forzata. Un altro dei suoi punti forti, secondo me sono i personaggi, perché, anche se può non sembrare a prima vista, ho costruito attorno a loro un passato e un bagaglio esperienziale ben preciso che verrà fuori al momento giusto.
Ultimo ma non meno importante, la mia crescita come artista. Perché ho cominciato quest'opera per divertimento, ma col tempo mi sono arricchita e migliorata. Mettendo a confronto lo webcomic con la forma cartacea, sento di aver fatto passi da gigante e ne sono davvero orgogliosa.
Quindi, perché dovrebbe essere votato? Secondo me, Sasso coi capelli, potrebbe avere tutte le carte in regola per essere un buon prodotto, anche per le ragioni sopra elencate. Ma anche perché se non lo faceste, Ludus si arrabbierebbe a morte con me, e mi licenzierebbe in tronco!
Posso confermare sicuramente che la tua crescita come artista sia stata fenomenale. Hai ricevuto una determinata spinta da qualcosa qualcuno?
Ho ricevuto numerosi incitamenti dagli amici più cari, che conoscono la passione che ho per il disegno e in particolare nel fumetto. Primo fra tutti mio marito, che mi ha sempre sostenuto e sopportato, anche nei miei periodi più intensi di lavorazione. Poi anche le mie amiche e colleghe, o aspiranti tali, che mi hanno sempre dato consigli e spronato a dare il meglio di me. Credo che senza il loro sostegno non ce l'avrei mai fatta.
Ti ringraziamo per il tempo concessoci, saluta il tuo pubblico!
Grazie a voi, è stato un piacere! Ciao a tutti!
Link Utili:
Sasso Coi Capelli (Facebook)
Kasaobake (Facebook)
Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
Grafiche a cura di Megane郭
Buona fortuna Chiara!
Anatomia approssimativa (vorrei inoltre ricordare all'autrice che, lavorando in digitale, ribaltare il foglio di lavoro permette di vedere quando un volto o un corpo che magari a prima occhiata sembrano corretti, siano in realtà storti e sbagliati, e quindi poter correggere.), uso dei retini digitali davvero scarso, ambientazioni e sfondi completamente piatti e "finti" (quella specie di splash page nel teatro è ai limiti di uno storyboard fatto in 3 secondi di un qualsiasi autore alle prime armi..), sembra davvero l'opera di un disegnatore che non è affatto alla portata di un "award", come avete scritto voi nel titolo della rubrica.
Sinceramente, da appassionata di manga e sostenitrice di disegnatori italiani che cercano di approfondire e fare propri quei canoni fumettistici in modo da cercare di integrare sempre di più questo genere anche nelle nostre produzioni autoctone, mi sento davvero presa in giro a vedere che avete scelto QUEST'OPERA non come menzione speciale o notabene, ma proprio come prima featured della categoria. Voi non avete presentato questa iniziativa come "un certo numero di autori random in si può riconoscere il japstyle". Voi avete deciso di intitolarla "Italian Japstyle Comics Award", il che mi fa pensare a una ricerca per scegliere dei disegnatori che si meritino effettivamente quell'"award" di cui parlate.
Poi ci si stupisce che il manga italiano non viene preso sul serio, quando ci si trova davanti a siti con un certo spessore mediatico che invece che pubblicizzare autori meritevoli, preferisce mettere in luce ed esaltare artisti che hanno evidentemente ancora molta strada da fare.
Una piccola precisazione che mi sento in dovere di fare però:
Quando dici:
è perché non li uso affatto! Il mio fumetto è stato realizzato in scala di grigi e non in bianco e nero, perciò l'uso dei retini non avrebbe avuto senso. E poi, onestamente, non li ritenevo adatti al mio stile.
Buon proseguimento!
EDIT: (non mi ero accorta di non poter rispondere direttamente ai post, modifico questo, allora XD )
Ciao DaharaChronicles! Ti riferisci alla copertina? Ti ringrazio, comunque!
Ciao, grazie per il commento! Ti confesso che nello stile disney non mi ci rivedo molto, ma apprezzo il consiglio e ne farò tesoro!
non tanto alla ragazza che, ne sono sicuro, crescerà ancora molto come disegnatrice e autrice in genere, ma a voi che l'avete messa in questa difficile situazione in cui la nominate per gli award (ma dove? è ancora acerbissima, di che stiamo parlando?) per il fumetto italico "japstyle" (e anche qui: ma dove? dove lo vedete il japstyle? ... andate a farvi un giro nel panorama dei webcomic occidentali in genere e americani in particolare semmai)
A Chiara invece un incoraggiamento (il mio non vuole in nessun modo essere un messaggio negativo verso di te) e un consiglio: la passione non basta, tocca anche studiare... le anatomie non sono il massimo? Vai di "Andrew Loomis" a manetta... a prescindere da quello che può pensare la gente, avere uno stile cartoonesco o deformed non può in nessun modo prescindere dalla piena e totale padronanza dell'anatomia umana
Oh ma non ti dico di disegnare Topolino ma di prendere ad esempio la loro inchiostrazione. Le poche immagini a colori sono molto piatte ( dovute presumo ad una mancanza di esperienza piuttosto che ad una scelta stilistica ) e l'inchiostrazione Disney è la migliore in questo caso ( è stata studiata apposta per dare volume alla colorazione piatta). Ed inoltre in ambito di ambienti ha un buon stile deformato che ben si amalgama con il disegno non realistico. La Canepa, Barbucci e Mirka Andolfo sono di scuola Disney e si vede, guarda i loro lavori se vuoi qualcosa simil/Disney un pò più moderno.
Taglio delle vignette ( e anche su questo c'è da lavorare perchè molte non hanno senso ), scala di grigi, preponderanza dei primi piani, pochezza degli sfondi. Purtroppo più che japstyle condivide i difetti dello stile giapponese ma ehi, sembra una ragazza che si vuole migliorare.
Tranquilla Melany, non sei l'unica, me lo dicono spesso X°D
Per quanto riguarda il japstyle, però, purtroppo non lo sento particolarmente. Non mi da la sensazione di un manga, ma di un fumetto. E non sono la stessa cosa, nè tanto meno la parola "fumetto" è una bestemmia.
E' un bel fumetto, con uno stile cartoon molto simpatico e che, sicuramente, migliorerà ancora di più col tempo.
Quindi complimenti per l'opera (sto aspettando di prendere ancora il secondo volume)
Innanzitutto grazie, credo che tu sia riuscita a cogliere nel segno, cioè... effettivamente io non mi sono mai reputata granché in stile giapponese, se non per piccole cose. Cioè, ho delle chiare influenze, ma niente di più. Oddio, onestamente non mi sono mai reputata neppure cartoon, il fatto è... che non ho mai dato una definizione al mio stile! l'ho sempre definito semplicemente un "ibrido".
Comunque, ti ringrazio davvero molto, per la fiducia e tutto il resto ^-^
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