Grazie per essere tutti qui con noi, lo Yaruki 2017 - Italian Japstyle Comics Award apre i battenti per tutti voi anche quest'oggi! Ricordiamo che questa è la categoria PRO e per le opere indie vi ricordiamo che l’appuntamento è dopo l’estate. Qui il bando ufficiale.
Preparatevi per l'opera più controversa dell'award: Ale & Cucca di Elisabetta Cifone, edito da Kasaobake
Pubertà, adolescenza o semplicemente crescita. Essere dei ragazzini è terribilmente difficile, si è in quel periodo dove non si è né bambini né adulti e la nostra personalità si forma tra piccole vittorie ed errori che sembrano irrimediabili. Forse crescendo ci dimentichiamo di quel che eravamo e non riusciamo più a capire quelle problematiche che appartengono ad epoche ormai lontane, tendiamo a sottovalutare tutto quello che ormai non ci riguarda. Prima di leggere e giudicare questo fumetto quindi vi consiglio di tornare a quel periodo in cui tutto sembrava una questione di vita e morte, dove l'amore aveva lo stesso sapore di una guerra e dove forse era più facile idealizzare tutto ciò che avevamo accanto.
Ale & Cucca è decisamente uno dei fumetti japstyle più celebri di questi ultimi anni. L'opera di Elisabetta è una di quelle pochissime destinate a rimanervi impresse già dopo le prime tavole, uno shoujo decisamente atipico per quello che siamo abituati a vedere dalle opere italiane. Elemento che sottolinea il grande coraggio da parte della sua autrice, capace di cambiare le regole non scritte in un'editoria ancora acerba. Autolesionismo, alcol e tematiche sessuali sono presenti largamente nel fumetto, mostrandoci degli studenti delle medie in un'ottica diversa... o forse in un'ottica che molti di noi non vorremmo considerare. Difficile parlare di tutto questo senza mettere in mezzo le nostre esperienze personali, che possono riguardare quel che abbiamo vissuto o qualcosa che abbiamo anche solo sentito o visto per via di un conoscente, parente o amico. Una delle critiche che più comunemente viene mossa a quest'opera è proprio che certe tematiche vengono ritenute eccessive in un fumetto che ha come protagonisti dei ragazzini, ma pensare che certe cose siano fuori dal mondo sarebbe sottovalutare la realtà che viviamo ed il cambiamento dei nostri tempi.
Elisabetta riesce con leggiadria a trattare un tema delicato, grazie a dei personaggi scritti magistralmente, pieni di quei difetti e di quella stupidaggine che è il perno centrale dell'età più delicata tra tutte. L'autrice è assolutamente da lodare per essersi cimentata in un cammino difficile e soprattutto per riuscire a gestire il tratto delicato tipico degli shoujo con una storia capace di darvi un forte pugno allo stomaco. Un fumetto che scorre nonostante tutto molto velocemente, la leggerezza dei protagonisti è capace di coinvolgere il lettore e farlo scorrere tra le pagine anche nei momenti più bruschi. Toccare il baratro per colpa di un amore finito male, sentirsi soli e non compresi da nessuno, le amicizie che finiscono o che si impregnano di finzione. Forse non sono dei temi che appartengono solo ai ragazzini.
Il quarto volume sarà in vendita al Lucca Comics.
Intervista all'autrice:
Elisabetta, grazie per il tempo che ci hai concesso, benvenuta! Che ne dici: pronta?
Abbastanza, sono un po' spaventata! Ma è un vero onore per me partecipare!
Cosa ne pensi del fumetto japstyle?
Credo che il fumetto japstyle stia diventando una realtà concreta, sempre più apprezzata e difficile da ignorare anche dai più scettici. Nonostante sia ancora un prodotto di nicchia, sempre più artisti seguono questa corrente stilistica, così come sempre più pubblico se ne interessa. Essendo una realtà che qui in Italia esiste da pochi anni ha fatto davvero passi da gigante, e confido in un continuo miglioramento.
Cosa vuol dire essere sotto una casa editrice?
Anni fa pensavo che l'essere pubblicati da una casa editrice fosse la meta di ogni artista, la realizzazione di un sogno, mentre ora mi rendo conto che è solo l'inizio! Ovviamente non appena vieni accettato provi una grande soddisfazione, significa che qualcuno ha visto del potenziale nel tuo lavoro; Lavorare con colleghi che condividono le tue stesse passioni è enormemente stimolante, e arricchisce di molto il tuo bagaglio culturale, inoltre una casa editrice ti offre maggiore sponsorizzazione e distribuzione. Come dicevo prima però, l'essere assunti in una casa editrice non è affatto la fine di tutti i problemi, anzi! Da quel momento sai che chi ti legge si aspetterà sempre un certo livello da te, devi rimboccarti le maniche il doppio, perché l'ultima parola sarà sempre quella del pubblico, alla fine dei conti sono loro che indirettamente hanno tra le mani la tua carriera!
Qual è la situazione del fumetto in Italia?
Purtroppo è risaputo che in Italia il fumetto (di qualsiasi genere esso sia) è un prodotto di nicchia, così come quasi tutte le forme d'arte. Devo dire però che sono molto contenta di come negli ultimi anni alcune case editrici si stiano aprendo a nuovi stili (come ad esempio al fumetto japstyle), sarebbe bello se questa ventata di novità portasse nuove persone ad apprezzare i fumetti nostrani.
Come percepisci il pubblico?
Diciamo che lo vedo molto confuso, cosa abbastanza normale quando si tratta di novità. Ci sono molti lettori che apprezzano tantissimo quello che facciamo, ci sostengono e ci pubblicizzano, vedono nei nostri prodotti qualcosa di valido e meritevole di attenzioni. Allo stesso modo tanti sono più chiusi e tradizionalisti, e faticano ad approcciarsi a questa corrente. Molte persone in realtà semplicemente non sanno, tante volte, per esempio alle fiere, alla frase "li abbiamo fatti noi" rimangono stupite e affascinate, e decidono di acquistare i nostri volumi, anche se fino a due minuti prima non l'avrebbero fatto.
Com'è nata la tua opera?
Ok, è sempre abbastanza complesso da spiegare! Ale&Cucca nasce nell'estate del 2003, ero in quinta elementare e osservavo le mie sorelline litigare in cortile, per dimostrargli quanto fossero stupide e prive di spessore le loro discussioni decisi di riprodurle a mo' di vignettine e fargliele leggere. All'epoca non ero una grande lettrice di fumetti, il mio bagaglio culturale si fermava ai Topolino che avevo in casa. Solo un anno dopo, quando comprai il mio primissimo manga (ovvero Dragonball), e successivamente i miei primi shoujo, cominciai a disegnare Ale&Cucca come un vero e proprio fumetto. Quando la storia è cominciata le protagoniste avevano due anni, e ho continuato a disegnarle per ben 15 anni, facendole crescere assieme a me, affiancandogli numerosi personaggi secondari e vari intrecci amorosi! I tratti di trama più accattivanti e per certi versi "scomodi" di Ale&Cucca che si conoscono ora però, sono stati aggiunti solo successivamente, quando ho deciso nel 2014 di ridisegnare la storia in maniera professionale e proporla a una casa editrice.
Ale & Cucca è uno dei fumetti sicuramente più famosi nel mondo japstyle, come giudichi il tuo cammino finora?
Oserei dire...incredibile. Sono sempre stata demolita da genitori e conoscenti in merito al lavorare come fumettista, e io stessa non ci ho mai creduto molto, pensavo che avrei fatto un lavoro qualsiasi continuando nel tempo libero a disegnare la mia storia, così come facevo quando andavo a scuola. Attualmente vivo ogni giorno pensando "oddio, ma sta succedendo davvero?", come se il tempo si fosse fermato, come se fossi in un livello bonus di un videogame (?), o ancora meglio, su una macchina in corsa: vivo costantemente con la paura di finire la benzina, ma non ho nessuna intenzione di scendere! Dovessi schiantarmi non avrei rimpianti, avrei vissuto il miglior folle viaggio della mia vita.
Quanto è importante e grande il fandom di Ale & Cucca?
E' immenso. E non immenso in fatto numerico, ma in fatto di cuore. Quando ho postato la prima volta le mie tavole online ero terrorizzata, dopotutto si trattava di una storia lunghissima e sconclusionata, disegnata a matita su quaderni a quadretti, tutto fuorché professionale, mentre vedevo brulicare su internet tavole fatte con una tecnica encomiabile. Eppure, oltre ogni aspettativa, nel giro di pochi mesi il mio pubblico è aumentato, diventando un vero e proprio fandom: adoravano la storia, i personaggi, li shippavano tra loro, desideravano leggere il seguito e via dicendo. Quando dico che il mio fandom è immenso intendo proprio questo, il fatto che siano così incredibilmente calorosi, affezionati, e non nascondo che soprattutto grazie a loro ho ritrovato la speranza di credere in qualcosa, dopo tanto tempo. Mi hanno dato e mi danno ogni giorno la forza di uscire dal mio guscio (che è ancora molto grosso e spinato, ma con qualche crepa!), e gli sono davvero grata per questo.
Quanto c'è di tuo in questo fumetto? Magari non per esperienze diretta ma indiretta
Per quanto non sia neanche lontanamente una storia autobiografica, c'è moltissimo di mio. Sia per quanto riguarda le esperienze dei personaggi (riarrangiate da esperienze mie o di miei amici) sia per quanto riguarda i personaggi stessi, i loro gusti, caratteri e modi di comportarsi, ho distribuito in maniera equa a tutti quanti qualcosa di mio. Una cosa che mi viene detta spesso sul mio fumetto è che sia poco credibile nei fatti in relazione alle età, e anche su questo devo smentire, dato che come detto prima, sono basate su esperienze di vita vista o vissuta.
Quali sono i suoi punti di forza? Perché dovrebbe essere votata?
Come tendo sempre a dire, Ale&Cucca è uno shoujo non convenzionale. Questo perchèé tratta di temi che è insolito vedere nei comuni shoujo (spesso anche per restrizioni da parte degli editori giapponesi stessi, che per fortuna qui in Italia ancora non abbiamo). Se siete stanchi del solito buonismo di cui sono impregnati quasi tutti gli shoujo e volete godere di un po' di sana cattiveria, sapete dove trovarla! Un altro punto di forza è sicuramente l'ambientazione italiana, le nostre vite di tutti i giorni e ciò a cui più siamo affezionati, "casa nostra", associata allo stile manga che tanto ci piace, ma che a volte nei manga ci tiene un po' "lontani" trattando storie di un paese che non è il nostro.
Ultimo ma non per importanza, i personaggi. Come dicevo prima, disegno questa storia da ormai 15 anni, ho disegnato letteralmente la crescita dei personaggi, e questo mi ha permesso di affinare così tanto i loro tratti caratteriali da renderli unici, e allo stesso tempo da permettere a qualsiasi lettore (o quasi) di identificarsi e parteggiare per almeno uno di loro. E questo paradossalmente me l'ha fatto notare proprio il mio fandom, per me la formazione dei personaggi è stata così graduale e naturale da non farmene nemmeno accorgere!
Siamo arrivati alla conclusione, un saluto ai tuoi tanti fan!
Ciao, bimbi! Vi voglio bene!
Link Utili:
Ale & Cucca (Facebook)
Ale & Cucca (Instagram)
Concorrenti Precedenti:
Sasso coi Capelli
Nine Stones
Deep Green
Abyss
Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
Grafiche a cura di Megane郭
Preparatevi per l'opera più controversa dell'award: Ale & Cucca di Elisabetta Cifone, edito da Kasaobake
Elisabetta Cifone nasce il 18 marzo 1992 a Medicina (Bo). Da piccola non ha un buon rapporto col disegno, il primo approccio avviene in terza elementare, mirato più a disegnare vestiti per le bambole che personaggi. Inizia a disegnare Ale&Cucca nel 2003 (quinta elementare) praticamente per gioco, pochi anni dopo legge per la prima volta un manga (per l'esattezza Dragonball), successivamente scopre il genere shoujo e da qui trasforma Ale&Cucca in una storia shoujo, disegnata volumi su volumi in quadernini A5. Frequenta il liceo scientifico -con una pessima media-, abbandona al quarto anno e si dedica alla pasticceria, frequentando un corso professionale di un anno, successivamente lavora in una pasticceria (continuando comunque a portare avanti il suo fumetto). Nel 2013 scopre su internet la vastità di autori italiani in stile manga e decide di postare le proprie tavole, che vengono accolte con inaspettato successo. Decide quindi di ridisegnare Ale&Cucca in maniera professionale e proporla alle case editrici mirate al manga italiano, che stavano nascendo proprio in quegli anni. Nel 2014 si propone alla casa editrice Mangasenpai, con la quale pubblica nel 2015 "Ale&Cucca-volume 0", una sorta di volume introduttivo alla storia. Successivamente passa alla casa editrice Kasaobake, con la quale attualmente ha pubblicato Ale&Cucca volume 1 (contenente anche il vecchio volume 0), 2 e 3.
Pubertà, adolescenza o semplicemente crescita. Essere dei ragazzini è terribilmente difficile, si è in quel periodo dove non si è né bambini né adulti e la nostra personalità si forma tra piccole vittorie ed errori che sembrano irrimediabili. Forse crescendo ci dimentichiamo di quel che eravamo e non riusciamo più a capire quelle problematiche che appartengono ad epoche ormai lontane, tendiamo a sottovalutare tutto quello che ormai non ci riguarda. Prima di leggere e giudicare questo fumetto quindi vi consiglio di tornare a quel periodo in cui tutto sembrava una questione di vita e morte, dove l'amore aveva lo stesso sapore di una guerra e dove forse era più facile idealizzare tutto ciò che avevamo accanto.
La preadolescenza è un cammino difficile e pieno di ostacoli da superare: si è in quel limbo tra l’essere bambini e il diventare grandi, tra l’ingenuità e la voglia di fare nuove esperienze.
Ale & Cucca è uno spaccato sulla contemporaneità dei ragazzini di oggi, fatto di social network, selfie, sigarette elettroniche, cellulari e vestiti alla moda, ma anche di dolci sentimenti come solo quelli vissuti alla loro età possono essere. Una realtà che ci circonda, raccontata senza peli sulla lingua attraverso gli occhi delle due giovani protagoniste.
Ale & Cucca è uno spaccato sulla contemporaneità dei ragazzini di oggi, fatto di social network, selfie, sigarette elettroniche, cellulari e vestiti alla moda, ma anche di dolci sentimenti come solo quelli vissuti alla loro età possono essere. Una realtà che ci circonda, raccontata senza peli sulla lingua attraverso gli occhi delle due giovani protagoniste.
Ale & Cucca è decisamente uno dei fumetti japstyle più celebri di questi ultimi anni. L'opera di Elisabetta è una di quelle pochissime destinate a rimanervi impresse già dopo le prime tavole, uno shoujo decisamente atipico per quello che siamo abituati a vedere dalle opere italiane. Elemento che sottolinea il grande coraggio da parte della sua autrice, capace di cambiare le regole non scritte in un'editoria ancora acerba. Autolesionismo, alcol e tematiche sessuali sono presenti largamente nel fumetto, mostrandoci degli studenti delle medie in un'ottica diversa... o forse in un'ottica che molti di noi non vorremmo considerare. Difficile parlare di tutto questo senza mettere in mezzo le nostre esperienze personali, che possono riguardare quel che abbiamo vissuto o qualcosa che abbiamo anche solo sentito o visto per via di un conoscente, parente o amico. Una delle critiche che più comunemente viene mossa a quest'opera è proprio che certe tematiche vengono ritenute eccessive in un fumetto che ha come protagonisti dei ragazzini, ma pensare che certe cose siano fuori dal mondo sarebbe sottovalutare la realtà che viviamo ed il cambiamento dei nostri tempi.
Elisabetta riesce con leggiadria a trattare un tema delicato, grazie a dei personaggi scritti magistralmente, pieni di quei difetti e di quella stupidaggine che è il perno centrale dell'età più delicata tra tutte. L'autrice è assolutamente da lodare per essersi cimentata in un cammino difficile e soprattutto per riuscire a gestire il tratto delicato tipico degli shoujo con una storia capace di darvi un forte pugno allo stomaco. Un fumetto che scorre nonostante tutto molto velocemente, la leggerezza dei protagonisti è capace di coinvolgere il lettore e farlo scorrere tra le pagine anche nei momenti più bruschi. Toccare il baratro per colpa di un amore finito male, sentirsi soli e non compresi da nessuno, le amicizie che finiscono o che si impregnano di finzione. Forse non sono dei temi che appartengono solo ai ragazzini.
Il quarto volume sarà in vendita al Lucca Comics.
Intervista all'autrice:
Elisabetta, grazie per il tempo che ci hai concesso, benvenuta! Che ne dici: pronta?
Abbastanza, sono un po' spaventata! Ma è un vero onore per me partecipare!
Cosa ne pensi del fumetto japstyle?
Credo che il fumetto japstyle stia diventando una realtà concreta, sempre più apprezzata e difficile da ignorare anche dai più scettici. Nonostante sia ancora un prodotto di nicchia, sempre più artisti seguono questa corrente stilistica, così come sempre più pubblico se ne interessa. Essendo una realtà che qui in Italia esiste da pochi anni ha fatto davvero passi da gigante, e confido in un continuo miglioramento.
Cosa vuol dire essere sotto una casa editrice?
Anni fa pensavo che l'essere pubblicati da una casa editrice fosse la meta di ogni artista, la realizzazione di un sogno, mentre ora mi rendo conto che è solo l'inizio! Ovviamente non appena vieni accettato provi una grande soddisfazione, significa che qualcuno ha visto del potenziale nel tuo lavoro; Lavorare con colleghi che condividono le tue stesse passioni è enormemente stimolante, e arricchisce di molto il tuo bagaglio culturale, inoltre una casa editrice ti offre maggiore sponsorizzazione e distribuzione. Come dicevo prima però, l'essere assunti in una casa editrice non è affatto la fine di tutti i problemi, anzi! Da quel momento sai che chi ti legge si aspetterà sempre un certo livello da te, devi rimboccarti le maniche il doppio, perché l'ultima parola sarà sempre quella del pubblico, alla fine dei conti sono loro che indirettamente hanno tra le mani la tua carriera!
Qual è la situazione del fumetto in Italia?
Purtroppo è risaputo che in Italia il fumetto (di qualsiasi genere esso sia) è un prodotto di nicchia, così come quasi tutte le forme d'arte. Devo dire però che sono molto contenta di come negli ultimi anni alcune case editrici si stiano aprendo a nuovi stili (come ad esempio al fumetto japstyle), sarebbe bello se questa ventata di novità portasse nuove persone ad apprezzare i fumetti nostrani.
Come percepisci il pubblico?
Diciamo che lo vedo molto confuso, cosa abbastanza normale quando si tratta di novità. Ci sono molti lettori che apprezzano tantissimo quello che facciamo, ci sostengono e ci pubblicizzano, vedono nei nostri prodotti qualcosa di valido e meritevole di attenzioni. Allo stesso modo tanti sono più chiusi e tradizionalisti, e faticano ad approcciarsi a questa corrente. Molte persone in realtà semplicemente non sanno, tante volte, per esempio alle fiere, alla frase "li abbiamo fatti noi" rimangono stupite e affascinate, e decidono di acquistare i nostri volumi, anche se fino a due minuti prima non l'avrebbero fatto.
Com'è nata la tua opera?
Ok, è sempre abbastanza complesso da spiegare! Ale&Cucca nasce nell'estate del 2003, ero in quinta elementare e osservavo le mie sorelline litigare in cortile, per dimostrargli quanto fossero stupide e prive di spessore le loro discussioni decisi di riprodurle a mo' di vignettine e fargliele leggere. All'epoca non ero una grande lettrice di fumetti, il mio bagaglio culturale si fermava ai Topolino che avevo in casa. Solo un anno dopo, quando comprai il mio primissimo manga (ovvero Dragonball), e successivamente i miei primi shoujo, cominciai a disegnare Ale&Cucca come un vero e proprio fumetto. Quando la storia è cominciata le protagoniste avevano due anni, e ho continuato a disegnarle per ben 15 anni, facendole crescere assieme a me, affiancandogli numerosi personaggi secondari e vari intrecci amorosi! I tratti di trama più accattivanti e per certi versi "scomodi" di Ale&Cucca che si conoscono ora però, sono stati aggiunti solo successivamente, quando ho deciso nel 2014 di ridisegnare la storia in maniera professionale e proporla a una casa editrice.
Ale & Cucca è uno dei fumetti sicuramente più famosi nel mondo japstyle, come giudichi il tuo cammino finora?
Oserei dire...incredibile. Sono sempre stata demolita da genitori e conoscenti in merito al lavorare come fumettista, e io stessa non ci ho mai creduto molto, pensavo che avrei fatto un lavoro qualsiasi continuando nel tempo libero a disegnare la mia storia, così come facevo quando andavo a scuola. Attualmente vivo ogni giorno pensando "oddio, ma sta succedendo davvero?", come se il tempo si fosse fermato, come se fossi in un livello bonus di un videogame (?), o ancora meglio, su una macchina in corsa: vivo costantemente con la paura di finire la benzina, ma non ho nessuna intenzione di scendere! Dovessi schiantarmi non avrei rimpianti, avrei vissuto il miglior folle viaggio della mia vita.
Quanto è importante e grande il fandom di Ale & Cucca?
E' immenso. E non immenso in fatto numerico, ma in fatto di cuore. Quando ho postato la prima volta le mie tavole online ero terrorizzata, dopotutto si trattava di una storia lunghissima e sconclusionata, disegnata a matita su quaderni a quadretti, tutto fuorché professionale, mentre vedevo brulicare su internet tavole fatte con una tecnica encomiabile. Eppure, oltre ogni aspettativa, nel giro di pochi mesi il mio pubblico è aumentato, diventando un vero e proprio fandom: adoravano la storia, i personaggi, li shippavano tra loro, desideravano leggere il seguito e via dicendo. Quando dico che il mio fandom è immenso intendo proprio questo, il fatto che siano così incredibilmente calorosi, affezionati, e non nascondo che soprattutto grazie a loro ho ritrovato la speranza di credere in qualcosa, dopo tanto tempo. Mi hanno dato e mi danno ogni giorno la forza di uscire dal mio guscio (che è ancora molto grosso e spinato, ma con qualche crepa!), e gli sono davvero grata per questo.
Quanto c'è di tuo in questo fumetto? Magari non per esperienze diretta ma indiretta
Per quanto non sia neanche lontanamente una storia autobiografica, c'è moltissimo di mio. Sia per quanto riguarda le esperienze dei personaggi (riarrangiate da esperienze mie o di miei amici) sia per quanto riguarda i personaggi stessi, i loro gusti, caratteri e modi di comportarsi, ho distribuito in maniera equa a tutti quanti qualcosa di mio. Una cosa che mi viene detta spesso sul mio fumetto è che sia poco credibile nei fatti in relazione alle età, e anche su questo devo smentire, dato che come detto prima, sono basate su esperienze di vita vista o vissuta.
Quali sono i suoi punti di forza? Perché dovrebbe essere votata?
Come tendo sempre a dire, Ale&Cucca è uno shoujo non convenzionale. Questo perchèé tratta di temi che è insolito vedere nei comuni shoujo (spesso anche per restrizioni da parte degli editori giapponesi stessi, che per fortuna qui in Italia ancora non abbiamo). Se siete stanchi del solito buonismo di cui sono impregnati quasi tutti gli shoujo e volete godere di un po' di sana cattiveria, sapete dove trovarla! Un altro punto di forza è sicuramente l'ambientazione italiana, le nostre vite di tutti i giorni e ciò a cui più siamo affezionati, "casa nostra", associata allo stile manga che tanto ci piace, ma che a volte nei manga ci tiene un po' "lontani" trattando storie di un paese che non è il nostro.
Ultimo ma non per importanza, i personaggi. Come dicevo prima, disegno questa storia da ormai 15 anni, ho disegnato letteralmente la crescita dei personaggi, e questo mi ha permesso di affinare così tanto i loro tratti caratteriali da renderli unici, e allo stesso tempo da permettere a qualsiasi lettore (o quasi) di identificarsi e parteggiare per almeno uno di loro. E questo paradossalmente me l'ha fatto notare proprio il mio fandom, per me la formazione dei personaggi è stata così graduale e naturale da non farmene nemmeno accorgere!
Siamo arrivati alla conclusione, un saluto ai tuoi tanti fan!
Ciao, bimbi! Vi voglio bene!
Link Utili:
Ale & Cucca (Facebook)
Ale & Cucca (Instagram)
Concorrenti Precedenti:
Sasso coi Capelli
Nine Stones
Deep Green
Abyss
Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
Grafiche a cura di Megane郭
Prego?
Mi piacerebbe porprio leggerlo.
No personalmente non mi piace. La trama è troppo drama/adolescenziale, se non infantile ed anche lo stile di disegno. Ma visto che appunto di gusti si tratta, non posso negarne le oggettive qualità, se l'avessi visionata la prima volta una decina di anni fa probabilmente mi sarebbe piaciuta.
Ho ritrovato molte situazioni che ho visto da amici e vissuto.
Della serie "era troppo bello per essere vero" XD
Uno stile particolare, personale, è poco convenzionale. Molto carino, insomma.
La storia è anche piuttosto interessante per quanto, ormai, la mia età non faccia altro che portarmi a leggere il tutto con un tale sdegno e fastidio, da pensare:"Però è un bel ritratto dei giovani d'oggi, mi fa lo stesso effetto".
Ho incontrato l'autrice un paio di volte dal vivo e le consiglierei di lasciarsi un po' andare ai deliri con il proprio fandom, perchè talvolta il poco entusiasmo e la chiusura, porta il lettore a distaccarsi anche dall'opera. Pare stupido, forse anche un po' capriccioso: ma è bello incontrare qualcuno che sforna tale meraviglie ed è, al tempo stesso, un peccato che sembra non apprezzare lo slancio che una persona esterna ha per essa.
Innanzitutto grazie dell'opinione.
Io sono la prima ad accogliere le critiche (anzi, spesso mi dicono che ne dipendo troppo xD) ma in questo caso sento di dovermi un po' difendere.
Io sono una persona molto, molto, moltissimo timida. Ma non quel genere di timida tipo "oddio, arrossisco, blush! ///", quanto piuttosto "oddio dovrei andare a fare la spesa ma per farlo dovrei parlare con la cassiera, facciamo che sta settimana non si mangia!".
E mi rendo conto da sola che le mie colleghe riescono ad essere molto più aperte col loro pubblico, ma giuro che ad ogni evento io do il 500% per arrivare anche solo a 1/10 di come sono loro, perché se veramente facessi solo quello che mi sento di fare, non uscirei di casa.
Non è affatto vero che non apprezzo lo slancio delle persone esterne, anzi; Nei messaggi per iscritto potrei parlare per ore.
E mi dispiace che questo mio modo di essere venga frainteso come una "chiusura", perché da tantissimi anni sto lavorando duramente proprio per evitarlo.
Ora, non prenderlo come un attacco contro di te, non lo è assolutamente. E' piuttosto una difesa verso di me, perché come ho detto, mi spiace essere fraintesa.
E grazie mille dei complimenti
Poi, secondo me, il fatto che l'autore/l'autrice parli con la gente o si nasconda non è un qualcosa che non si dovrebbe neanche arrivare a criticare, anche se in buona fede, in virtù di quanto scritto poc'anzi.
Non mi trovo particolarmente d'accordo per il semplice motivo che per vendere il tuo prodotto, dovresti riuscire a vendere anche te stesso. Non si tratta di fare l'amicone o l'intrattenitore, ma di saper far marketing. Se sei una figura che intrattiene, che affascina o che sa anche tenere su un discorso, spingi la persona a voler di più, a sapere e a seguirti.
Quando la persona fa la ritrosa, la chiusa, la silenziosa, un po' si perde l'entusiasmo.
Ma non ho mosso una critica ad Elisabetta e, anzi, leggendo la sua risposta mi sento anche di porgerle le mie scuse. Perchè ci sono tipi di timidezza e ho compreso che la sua non è di quelle proprio leggere.
Ho semplicemente dato un consiglio perchè ha un'opera che vale e vale davvero, per cui perchè non avere un marketing a tutto tondo?
Se poi a un'artista non va di intrattenere conversazioni o di imbattersi nei fan...beh...è come disegnare per se stessi.
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