Tenerezza. Questo è il termine adatto a descrivere la romantica storia d'amore tra i due ragazzini delle scuole medie protagonisti di "As the moon, so beautiful", alle prese con il primo amore, il club scolastico e le scelte per il futuro. Offerta da Crunchyroll in simulcast nella passata stagione primaverile 2017, Tsuki ga kirei (月がきれい) è una serie anime originale prodotta dallo studio feel., la cui sceneggiatura è stata lasciata nelle mani di Yūko Kakihara, già membro dello staff di Orange e Shōwa Genroku Rakugo Shinjū, mentre la regia è opera di Seiji Kishi, direttore della seconda serie di Assassination Classroom e della prima di Danganronpa.
Ancora, i volti dei personaggi ben esprimono i loro sentimenti e anche il doppiaggio è delicato come l'intero anime. Buona sia la prestazione di Shōya Chiba nei panni di Kotarō, sia quella di Konomi Kohara nelle vesti di Akane. Infine, romantiche e orecchiabili le due ballate di Nao Tōyama che fanno da apertura e chiusura all'anime, e che si intitolano rispettivamente "Ima koko" e "Tsuki ga kirei", come la serie. Carinissima, poi, l'idea di inserire degli omake (お負け, extra) sui personaggi secondari e le loro storie d'amore. Alcuni erano particolarmente divertenti!
Kotarō Azumi e Akane Mizuno vanno in classe insieme. Lui è iscritto al club di letteratura, lei a quello di atletica; lui si cimenta nella stesura di racconti e romanzi, lei adora sfidare la velocità sparandosi a razzo nelle gare di corsa. Entrambi timidi, entrambi vergini d'amore, si trovano in estrema difficoltà ad approcciarsi l'un l'altro e a fronteggiare questo nuovo sentimento che sentono battere dentro sempre più forte. Non sanno bene come gestire le piccole gelosie, non sanno fin dove possono spingersi a chiedere, addirittura non sanno nemmeno come rompere il ghiaccio quando sono uno di fronte all'altro. Lunghi silenzi, sguardo basso, guance imbarazzate: i due protagonisti di Tsuki ga kirei mostrano la purezza del primo amore, quello che sogni possa diventare l'unico e il solo che ti renderà felice.
«Chi è stato a tradurre "I love you" come "La luna è davvero bella, non trovi"?
Osamu Dazai o Natsume Sōseki?»
Osamu Dazai o Natsume Sōseki?»
A prestare il titolo all'anime è un famoso adattamento della frase "ti amo" di Natsume Sōseki, uno degli scrittori più celebri del Sol Levante. Il romanziere era convinto che due amanti non avessero bisogno di esprimere a parole il sentimento reciproco, ma che esso si potesse trasmettere anche con una frase come "Tsuki ga kirei desu ne" (月が綺麗ですね。), quindi con un semplice apprezzamento alla bellezza della luna. I protagonisti di Tsuki ga kirei fanno proprio questo concetto, perché sono innumerevoli le volte in cui non parlano ma riescono a comunicare lo stesso un'emozione. Kotarō, inoltre, sogna di diventare uno scrittore in grado di raccontare l'amore così come faceva Sōseki, o come il suo mentore Osamu Dazai, del quale il giovane più di una volta riporta citazioni importanti nel corso dei suoi flussi di coscienza. Molti dei pensieri di Kotarō partono con un «Dazai wa itta», ossia "Dazai disse", originando un'eco carica di significati.
L'omaggio alla letteratura giapponese non si ferma solo a questi due scrittori, ma con piccoli accorgimenti, come il titolo di un episodio o un libro pescato a caso dal protagonista, sono molte le voci rinomate che rispondono all'appello. Ogni tanto, qua e là, non sono riuscita pienamente a capire perché alcuni romanzi fossero stati tirati in ballo, ma la visione non ne viene minimamente intaccata, perciò fa niente!
In effetti, Tsuki ga kirei si rifà all'amore descritto dalla narrativa giapponese di un tempo, quella che raccontava di amanti che non si erano mai incontrati e che pure avrebbero donato la vita per l'altra persona; di quelli che si innamoravano della calligrafia, del profumo cosparso fra le pagine di una lettera, della puntualità di una missiva, oppure della sagoma intravista dietro le pareti di carta dei fusuma, della voce udita al di là di un paravento, del calore di una mano che ti sfiora... Insomma, un amore che vive di sospiri e che può vivere anche solo di quelli, raccontato stavolta da due adolescenti alle prime armi, tutti presi dal club e dal doposcuola, dalle amicizie vecchie e nuove, che devono lottare con la famiglia per poter ottenere una chance di rincorrere il proprio sogno e contro le convenzioni di una società che spesso decide il futuro dei giovani senza chiedere loro il permesso.
In Tsuki ga kirei l'amore romantico dei secoli scorsi è vissuto in un'ottica più moderna, più adolescenziale. In questo senso sono lampanti le lunghe conversazioni al cellulare di Akane e Kotarō: al posto delle lettere che ci si scambiava un tempo, infatti, troviamo i messaggi di LINE, l'applicazione di messaggistica più utilizzata in Giappone, al pari di Whatsapp per l'Italia. Parte della storia è narrata attraverso lo schermo di un cellulare, in un botta e risposta scritto, a testimonianza del fatto che al giorno d'oggi i giovani si parlano attraverso i messaggi più che con la parola pronunciata.
Ancora, semplice e genuina, Tsuki ga kirei è una storia d'amore d'ambientazione scolastica che vive di tutti i cliché del genere. C'è il tipico festival di quartiere con le bancarelle e la pesca dei pesciolini, la gita scolastica con pernottamento, i colloqui per la scelta del prossimo istituto al quale iscriversi, l'appuntamento al lunapark, e tanti altri piccoli avvenimenti della vita quotidiana e scolastica di un giovane giapponese. E molto giapponese è l'atteggiamento generale dell'opera, che mette in luce la difficoltà degli abitanti del Sol Levante nel comunicare sentimenti ed emozioni al prossimo. L'imbarazzo limitante con cui i personaggi vivono ogni piccolo gesto o parola può apparire estraneo a una cultura come quella occidentale, nella quale troviamo un'immediatezza maggiore nel dialogo interpersonale, ma è figlio di una verità che affonda le sue radici nel passato del Giappone.
Per quanto mi riguarda, è sempre bello tornare tra le mura di "casa", sprofondare nuovamente nelle atmosfere degli shōjo manga classici, quelli con cui sono cresciuta e che mi hanno fatto sussultare il cuoricino da bambina. Teneri e delicati, hanno il sapore di una fetta di torta al limone in piena estate! Nonostante sembri essere un anime indirizzato a un pubblico di età inferiore alla mia (ebbene, ormai ho soffiato 27 candeline!), Tsuki ga kirei è in grado di colpire anche un cuore adulto. È pur sempre vero che gli spettatori di indole più romantica riusciranno meglio a empatizzare coi personaggi, ma son certa che anche un iceberg potrebbe sciogliersi davanti alla tenerezza di questi due virgulti. O a provare rabbia quando terzi incomodi insidieranno la fantastica coppietta!
D'altronde, chi alle scuole medie non ha mai sognato di vivere un amore come quello di Kotarō e Akane? Un amore fatto di rossori, chiacchierate fino a notte fonda, imbarazzo tale da non riuscire a spiccicare parola davanti all'amato, piccole gelosie che ti morsicchiano dentro, inconsapevolezza di come portare avanti una relazione... Il punto di forza di Tsuki ga kirei risiede proprio nella normalità di una storia che sarebbe potuta accadere a chiunque a quell'età. Il ritmo della narrazione a tratti può apparire un po' lento, ma calcolando che nella vita di tutti i giorni le cose accadono poco per volta, rispecchia in pieno l'intento dell'anime di raccontare una tranche de vie: quella del koi (恋), ossia il primo amore.
Dal punto di vista tecnico, Tsuki ga kirei presenta una grafica abbastanza particolare, color pastello. Il character design si avvale di visi dalle linee morbide, facce paffute con occhi rotondi, abbinate ad outfit casual o alla divisa scolastica. La particolarità del disegno sono i contorni ben marcati e un'ombreggiatura biancastra che si va a posare proprio sui bordi, al punto che sembra quasi come se si volesse ritagliare i personaggi dallo sfondo. I fondali, poi, sono curati e realistici da sembrare delle fotografie del paesaggio urbano, quindi ancor di più il personaggio così contornato sembra poggiarsi su un altro livello dell'immagine. A maggior ragione, poi, se è abbozzato, come nel caso dei pg di contorno sullo sfondo. L'effetto è un po' strano a volte, ma tutto sommato non mi dispiace il risultato finale.
Una nota di merito va alla realizzazione del Kawagoe Matsuri (川越祭り), così particolareggiata da sembrare di esserci stata davvero. È stato bello seguire Kotarō nelle prove generali per il festival, nella preparazione delle danze e delle musiche d'accompagnamento. Ho ancora il suono dei taiko che mi risuona in testa! Un vero tuffo nella parte più bella e affascinante della cultura giapponese.
L'omaggio alla letteratura giapponese non si ferma solo a questi due scrittori, ma con piccoli accorgimenti, come il titolo di un episodio o un libro pescato a caso dal protagonista, sono molte le voci rinomate che rispondono all'appello. Ogni tanto, qua e là, non sono riuscita pienamente a capire perché alcuni romanzi fossero stati tirati in ballo, ma la visione non ne viene minimamente intaccata, perciò fa niente!
In effetti, Tsuki ga kirei si rifà all'amore descritto dalla narrativa giapponese di un tempo, quella che raccontava di amanti che non si erano mai incontrati e che pure avrebbero donato la vita per l'altra persona; di quelli che si innamoravano della calligrafia, del profumo cosparso fra le pagine di una lettera, della puntualità di una missiva, oppure della sagoma intravista dietro le pareti di carta dei fusuma, della voce udita al di là di un paravento, del calore di una mano che ti sfiora... Insomma, un amore che vive di sospiri e che può vivere anche solo di quelli, raccontato stavolta da due adolescenti alle prime armi, tutti presi dal club e dal doposcuola, dalle amicizie vecchie e nuove, che devono lottare con la famiglia per poter ottenere una chance di rincorrere il proprio sogno e contro le convenzioni di una società che spesso decide il futuro dei giovani senza chiedere loro il permesso.
In Tsuki ga kirei l'amore romantico dei secoli scorsi è vissuto in un'ottica più moderna, più adolescenziale. In questo senso sono lampanti le lunghe conversazioni al cellulare di Akane e Kotarō: al posto delle lettere che ci si scambiava un tempo, infatti, troviamo i messaggi di LINE, l'applicazione di messaggistica più utilizzata in Giappone, al pari di Whatsapp per l'Italia. Parte della storia è narrata attraverso lo schermo di un cellulare, in un botta e risposta scritto, a testimonianza del fatto che al giorno d'oggi i giovani si parlano attraverso i messaggi più che con la parola pronunciata.
Ancora, semplice e genuina, Tsuki ga kirei è una storia d'amore d'ambientazione scolastica che vive di tutti i cliché del genere. C'è il tipico festival di quartiere con le bancarelle e la pesca dei pesciolini, la gita scolastica con pernottamento, i colloqui per la scelta del prossimo istituto al quale iscriversi, l'appuntamento al lunapark, e tanti altri piccoli avvenimenti della vita quotidiana e scolastica di un giovane giapponese. E molto giapponese è l'atteggiamento generale dell'opera, che mette in luce la difficoltà degli abitanti del Sol Levante nel comunicare sentimenti ed emozioni al prossimo. L'imbarazzo limitante con cui i personaggi vivono ogni piccolo gesto o parola può apparire estraneo a una cultura come quella occidentale, nella quale troviamo un'immediatezza maggiore nel dialogo interpersonale, ma è figlio di una verità che affonda le sue radici nel passato del Giappone.
Per quanto mi riguarda, è sempre bello tornare tra le mura di "casa", sprofondare nuovamente nelle atmosfere degli shōjo manga classici, quelli con cui sono cresciuta e che mi hanno fatto sussultare il cuoricino da bambina. Teneri e delicati, hanno il sapore di una fetta di torta al limone in piena estate! Nonostante sembri essere un anime indirizzato a un pubblico di età inferiore alla mia (ebbene, ormai ho soffiato 27 candeline!), Tsuki ga kirei è in grado di colpire anche un cuore adulto. È pur sempre vero che gli spettatori di indole più romantica riusciranno meglio a empatizzare coi personaggi, ma son certa che anche un iceberg potrebbe sciogliersi davanti alla tenerezza di questi due virgulti. O a provare rabbia quando terzi incomodi insidieranno la fantastica coppietta!
D'altronde, chi alle scuole medie non ha mai sognato di vivere un amore come quello di Kotarō e Akane? Un amore fatto di rossori, chiacchierate fino a notte fonda, imbarazzo tale da non riuscire a spiccicare parola davanti all'amato, piccole gelosie che ti morsicchiano dentro, inconsapevolezza di come portare avanti una relazione... Il punto di forza di Tsuki ga kirei risiede proprio nella normalità di una storia che sarebbe potuta accadere a chiunque a quell'età. Il ritmo della narrazione a tratti può apparire un po' lento, ma calcolando che nella vita di tutti i giorni le cose accadono poco per volta, rispecchia in pieno l'intento dell'anime di raccontare una tranche de vie: quella del koi (恋), ossia il primo amore.
Dal punto di vista tecnico, Tsuki ga kirei presenta una grafica abbastanza particolare, color pastello. Il character design si avvale di visi dalle linee morbide, facce paffute con occhi rotondi, abbinate ad outfit casual o alla divisa scolastica. La particolarità del disegno sono i contorni ben marcati e un'ombreggiatura biancastra che si va a posare proprio sui bordi, al punto che sembra quasi come se si volesse ritagliare i personaggi dallo sfondo. I fondali, poi, sono curati e realistici da sembrare delle fotografie del paesaggio urbano, quindi ancor di più il personaggio così contornato sembra poggiarsi su un altro livello dell'immagine. A maggior ragione, poi, se è abbozzato, come nel caso dei pg di contorno sullo sfondo. L'effetto è un po' strano a volte, ma tutto sommato non mi dispiace il risultato finale.
Una nota di merito va alla realizzazione del Kawagoe Matsuri (川越祭り), così particolareggiata da sembrare di esserci stata davvero. È stato bello seguire Kotarō nelle prove generali per il festival, nella preparazione delle danze e delle musiche d'accompagnamento. Ho ancora il suono dei taiko che mi risuona in testa! Un vero tuffo nella parte più bella e affascinante della cultura giapponese.
Ancora, i volti dei personaggi ben esprimono i loro sentimenti e anche il doppiaggio è delicato come l'intero anime. Buona sia la prestazione di Shōya Chiba nei panni di Kotarō, sia quella di Konomi Kohara nelle vesti di Akane. Infine, romantiche e orecchiabili le due ballate di Nao Tōyama che fanno da apertura e chiusura all'anime, e che si intitolano rispettivamente "Ima koko" e "Tsuki ga kirei", come la serie. Carinissima, poi, l'idea di inserire degli omake (お負け, extra) sui personaggi secondari e le loro storie d'amore. Alcuni erano particolarmente divertenti!
In conclusione, Tsuki ga kirei è una bella vetrina del sentimento di due adolescenti alla loro prima esperienza amorosa. Mostra una storia che potrebbe benissimo accadere nella realtà. Non affronta chissà quali tematiche profonde, ma riesce a dare un peso alla semplicità dei piccoli gesti, come un messaggino della buonanotte, una stretta di mano, uno sguardo silenzioso. Un anime carino, scorrevole, e che sa come addolcire una giornata spossante... Regala quella felicità che nel manga di Bokura ga ita la Obata definiva «una cioccolata calda in un giorno freddo».
Pro
- La semplicità e il realismo sono i suoi punti di forza.
- Estremamente romantico e delicato nella narrazione di una normale storia d'amore adolescenziale.
- Può essere un ottimo starter per i ragazzini di oggi che si approcciano agli shōjo.
- Offre uno spaccato del Giappone odierno, letto attraverso gli occhi di due studenti delle medie.
- Così tenero da calare lo spettatore in un brodo di giuggiole!
Contro
- Leggermente infantile.
- Il ritmo a volte è un po' troppo lento.
- Il contorno dei personaggi può risultare fastidioso.
Accetto la critica. Forse un po' troppo superficialmente mi sono lasciata trasportare dalle tematiche, che a me hanno ricordato gli shojo, e ho utilizzato impropriamente un target dei manga per inquadrare un anime.
Ti dirò, tanto disincantati non sono. Io ho avuto amiche giapponesi che passati i vent'anni ancora facevano le moine che fa Akane. Per non parlare di quando mi hanno accusata di aver illuso un povero ragazzo giapponese, per averlo baciato senza esserci messi insieme! Scherzi a parte, come ho scritto nella recensione Tsuki ga kirei si rifà a un tipo d'amore più letterario, solo vissuto in tempi moderni...
Non ricordi male. È una serie originale, non ha un manga di riferimento. Per questo mi scuso se ho utilizzato impropriamente il termine shojo, ma anche a me, come d'altronde ho scritto nella recensione, mi ha ricordato per tematiche e ambientazione quel tipo di target e non gli shonen...
Unica cosa, mi sembra che la recensione risulti un po' troppo celebrativa e ripetitiva in alcuni passaggi... Insomma, si sta recensendo un anime, non l'amore puro in sé. Anche termini relativi a dolcezza e tenerezza sono sempre portati come nodo della validità della serie, ma se è vero che i personaggi e il loro sviluppo sono entnrambi - concedo pure "un po'" - superficiali, allora dietro all'ostentazione di torta al limone e cioccolata calda per riempirso la pancia cosa c'è? Opinione impopolare probabilmentr, a leggere i commenti agli episodi.
Mi sarebbe piaciuta un'analisi più focalizzata sul "dietro l'apparenza", invece che sull'apparenza in sé.
Mi dispiace... Questo è il mio modo di recensire. Mi piace approfondire i concetti richiamati da un'opera. Mi andava di far arrivare il messaggio che l'amore descritto da Tsuki ga kirei si rifacesse alla letteratura, ed era puro, romantico, tenero, perciò mi ci sono soffermata... Per me era più importante questo, piuttosto che ripetere che uno slice of life è lento, è cosa risaputa. Se sono risultata ridondante non era di certo mia intenzione offendere il lettore. Io non recensisco per professione, sono una dilettante come tutti voi utenti del sito. Cerco solo di trasmettere quello che la storia mi ha dato, anche giocando con le parole e facendo similitudini... Ma a quanto pare la torta al limone e la cioccolata calda ti sono state indigeste, lol
C'è quello che ho scritto, la concretezza di un sentimento che sarebbe potuto verificarsi oggi, vissuto un po' alla maniera dei vecchi romanzi... La dolcezza e la tenerezza sono un punto di forza di Tsuki ga kirei, perché non avrei dovuto sottolinearle? Da quando un pregio non è un'argomentazione valida? Poi non so, cosa volevi che scrivessi? Non ho ben capito cosa ti manchi... Comunque meno male che la recensione ti era piaciuta. ^^"
Volevi che parlassi più dei difetti? Non ho capito cosa intendi con "dietro l'apparenza", sinceramente. Per me guardare oltre l'apparenza significa proprio non focalizzarsi sui difettucci che ha (che per te saranno montagne da scalare, per me non sono poi così pesanti da pregiudicare la visione o da valutare negativamente l'anime), quanto analizzare il messaggio, i riferimenti, la coerenza del discorso che porta avanti... Avresti preferito che scrivessi "ritmo lento, un po' infantile, animazioni meh" all'interno della recensione? Ho parlato troppo delle cose positive? Sono tutta orecchi. Sbagliando si impara e io sono ciò che è più lontano dalla perfezione.
Se fossero difettucci concorderei pure, ma non soffermarsi sul fatto che in ciascun episodio un buon terzo è dedicato alla contemplazione del vuoto, quella è un'omissione. La quale non compromette la visione e non è una montagna, ma alla lunga può stancare. In ogni caso è ben oltre i canoni di lentezza dello slice of life.
Ribadisco che non era un attacco personale e che per apprezzare quello che uno legge non è necessario concrdare... sfatiamolo questo mito che su AC siamo tutti hater e fanboy, suvvia xD
Poi, io amo il genere slice of life, la lentezza non è per me mai un vero difetto. Se l'ho segnalata come tale è perché so che può essere una discriminante per qualcun'altro. Forse in qualche momento avrò desiderato anche io inconsciamente di togliere di mezzo i terzi incomodi più rapidamente, ma era un sentimento dettato dallo scazzo di vivere certi personaggi che mi stavano antipatici, tutto qui.
Infine, se non mi sono soffermata sulla caratterizzazioni dei personaggi è perché pensavo di aver fatto capire che tipi sono solo scrivendo la trama. Non ho sentito il bisogno di scrivere un blocco a parte, perché la caratterizzazione l'ho spezzettata in giro per la recensione, ma evidentemente era poco chiara...
Comunque non sono arrabbiata, ma è più forte di me, non riesco a non rimanerci male quando mi sembra di non stare corrispondendo alle aspettative di un lettore.
Che si continuino a fare anime sentimentali così "puri" e un po' idealistici è solo un bene, per quanto il sentimento amoroso possa essere più contorto e meno felice di quanto mostrato tendenzialmente in queste opere, alla fin fine, è sempre bello poter sognare.
Ero ironica! Concordo sul fatto che non hanno mai veramente rappresentato una minaccia, ma io comunque non li sopportavo, lol Andavano a creare dei fraintendimenti in più, con Kotaro e Akane che già si complicavano la vita da soli, figuriamoci con la gelosia di mezzo! XD
Roman! Vorrei una serie dedicata a lui e alla prof!
Ho sbagliato a utilizzare il termine shojo, ma resto della mia idea, che punto di vista maschile o meno, per tematiche, topoi e romanticismo si avvicina più agli shojo manga. Ho fatto delle ricerche, ovviamente shonen non è scritto da nessuna parte, essendo Tsuki ga kirei un anime, quindi sinceramente a me resta il dubbio.
La spiegazione del titolo è qualcosa che mi commuove sempre ;_;
Ho adorato Tsuki ga kirei, ogni volta che terminavo un episodio sprizzavo cuoricini e amore da ogni poro xD
Peccato per certe le animazioni, ma la storia d'amore merita molto.
Ancora complimenti
L'anime mi è piaciuto un sacco per la sua dolcezza e semplicità, vi consiglio di darci un occhiata, ma occhio perchè è estremamente lento
E' innegabile che una buona parte dell'anime sia fatta, come la definisci spiritosamente tu, di "contemplazione del vuoto". Però tieni anche conto del fatto che c'è anche una certa progressione nella velocità dell'anime. Inizialmente è lentissimo, poi pian pianino aumenta i giri fino ad arrivare ad un finale fatto di decisioni rapide e non più legate alla timidezza. Ma secondo me è un qualcosa di voluto e non può essere considerato come un difetto: si è voluto mettere mettere la velocità dell'anime al servizio della velocità dei sentimenti e non il contrario. Poi non nego che messo in pratica può generare un po' di noia, specie a chi non è legato a questo genere; ma concettualmente è corretto per cui sono d'accordo con il recensore quando dice che non è un difetto dell'opera
Per andare nello specifico, trovo che la cosa più notevole dell'opera, ovvero "l'amore ai tempi di Whatsapp" non abbia funzionato a dovere. All'inizio pareva che dovesse avere una parte importante nella relazione fra i due, ma col tempo è diventata sempre di più una ridondanza fine a se stessa, che sembrava dovesse più che altro riempire il minutaggio. Senza questo, sembrava una commedia scolastica fra i banchi di scuola con molti cliché e ben poca originalità.
E i protagonisti... Da un lato comprendo l'idea di base sul farli ingenui e socialmente un po' goffi, ma a tutto c'è un limite. E qui salta fuori la povertà di coloro che hanno scritto questa opera, visto che i due non erano per nulla interessanti (i rivali, per quanto piatti e stereotipati, risaltavano di più ).
E tecnicamente mostrava il fianco: emblematiche le animazioni di background, che facevano addirittura rimpiangere i fondali statici che si usavano un tempo nelle opere a basso budget.
Ho adorato Tsuki ga Kirei, direi che è stato il miglior sentimentale della scorsa stagione, per me.
E' di una tenerezza incredibile, i sentimenti dei personaggi sono così forti che a momenti ho percepito a pieno le loro insicurezze. Il desiderio e la frustrazione che Kotarou affronta per divenire uno scrittore esordiente; la preoccupazione di Akane nel dover compiere un trasferimento.
Se c'è stato un momento che ho adorato è stato quello in cui la madre di Kotarou, nonostante i disguidi con il figlio, abbia deciso di sostenerlo e di dargli fiducia dicendo "non importa se mio figlio in questo momento non ha voti alti, se lui vuole provare ad andare in quella scuola io gli darò la possibilità di provare i test per essere ammesso", dimostrando quanto veramente gli voglia bene e si impensierisca per il suo futuro, anche se poi lui non ce l'ha fatta. E ancora dopo ciò, i protagonisti non hanno gettato la spugna e hanno continuato a stare insieme, malgrado la lontananza e le difficoltà.
Quest'anime, a mio parere, è un'immagine di come si possano fronteggiare le problematiche della vita quotidiana... non per forza ci si deve buttare giù, non per forza ci si deve abbandonare, ovviamente dipende dalle persone e dalle situazioni.
Poi i fondali sono un qualcosa di stupendo, passeggiate e festival... io li vivevo con i personaggi, mi sembrava di girare per le bancarelle.
Insomma, il mio pensiero sarà banale, ma è questo che mi ha trasmesso la storia.
Infine ho apprezzato le citazioni alle personalità letterarie, soprattutto Dazai Osamu, che è stato quello più nominato e di cui ho sempre più voglia di leggere qualcosa. Devo prendere qualcosa di suo e di Nakajima Atsushi.
Molto divertenti anche le scenette presenti alla fine degli episodi!
Ho odiato a morte gli incipit "colti" di Phantom World subito seguiti da puntate di ignoranza tremenda, e anche qui ho ho storto il naso nel leggere le citazioni messe un po' a caso che si ricollegavano alla lontanissima (nei casi più fortunati) con quello che stava succedendo sullo schermo.
Ci sono diversi modi per aumentare il livello culturale di un'opera, ma quello li è in assoluto uno dei più superficiali.
Anche a me è piaciuta un sacco questa parte!
Ho voluto davvero bene a questo anime... fin da subito, già da quando si conosceva soltanto il chara, c'era qualcosa che mi aveva attirata. A posteriori ho capito che questo "qualcosa" era proprio la semplicità pura, che si percepisce appunto fin dal chara e che pervade tutta la storia. Il "vizio" di chi mastica il genere sentimentale da anni è quello di cercare sempre qualcosa di nuovo, di mai visto, di originale (e qui faccio mea culpa anche io )... eppure ecco un Tsuki ga Kirei che mi ha ricordato quanto anche le storie semplici sappiano essere dolci, delicate e vere.
Akane e Ciuffetto potrebbero essere chiunque, così come a chiunque potrebbe essere capitato di innamorarsi come loro, pian piano, partendo dal nulla - ed è questa la loro forza. Da timida cronica poi certi silenzi e atteggiamenti che alcuni hanno trovato snervanti e innaturali li ho trovati anche troppo simili alla realtà ahahah
Unica pecca, oltre alcune animazioni, quei dannati personaggi in CG che parevano zombie dritti dritti da TWD... cammino più veloce io alle 4 di mattina D:
Menzione d'onore al mio adorato Ciuffetto, che bravo bimbo <3 Si potesse lo candiderei al Saimoe!
Dovevano fare lui come protagonista... (un gaiden su di lui lo seguirei volentieri anch'io, in effetti).
Infatti è uno dei pochi anime di cui mi sia fatto arrivare oltre al CD della opening, anche quella delle OST.
Concordo pienamente su Hatsukoi a me mette i brividi per quanto è bella!!!!!
Con la serie sono rimasto a metà, un po' perché ultimamente tempo non ne ho proprio e un po' perché la trovavo abbastanza lenta e, nonostante l'interesse, la visione mi risultava pesante, ma prima o poi vorrei finirla.
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