Qualche giorno fa abbiamo parlato di questo sondaggio di Anime! Anime!, i quali, ispirati dall’anime di successo Wotakoi, hanno chiesto quanto sia effettivamente difficile per un otaku trovare l’amore. Ricordiamo che dal 25 al 30 aprile più di 500 utenti hanno risposto al sondaggio con il 64% dei votanti che ha confermato la difficoltà mentre il 29% lo ha negato, il restante 7% non è per niente sicuro.
La scorsa settimana ci siamo soffermati sulle dichiarazioni dei maschi, sul perché loro pensassero fosse effettivamente più difficile e come il loro amore eccessivo per gli anime abbia influenzato le loro relazioni (o la mancanza di relazioni). Pronti ad entrare adesso nel mondo delle fujoshi?
“Conosco l’amore solo dai giochi di simulazione, ci sono volte quando parlo con gli uomini in cui sento la necessità di avere il testo con le opzioni multiple… Alla fine ci lasciamo sempre dopo solo una mezza giornata” (donna di 21 anni, ragazzo dei sogni Kento Aizome di B-Project).
“Devo sempre stare attenta a quello che dico perché gli uomini potrebbero fraintendere quando parlo di un personaggio e magari dico che mi piacerebbe uscire con loro” (donna di 18 anni, ragazzo dei sogni: Ryunosuke Tsunashi di Idolish 7).
“Prima di tutto, è praticamente impossibile che due otaku dello stesso tipo possano provare sentimenti romantici tra di loro. Quando confessi di essere una fujoshi gli uomini solitamente dicono “farai certi deliri anche su di me? Orribile”. Loro non potrebbero capirmi neanche se glielo spiegassi più e più volte che non è come pensano" (donna di 26 anni, ragazzo dei sogni: Shinsuke Takasugi di Gintama).
“Quando frequentato le medie ed il liceo amavo gli yaoi e quindi andavo al Comiket, ma non capivo davvero nulla dei maschi. Quante volte ho lasciato il mio fidanzato…” (donna di 21 anni, ragazzo dei sogni: Sanji di One Piece).
“Amo i personaggi femminili in 2D. La mia ossessione dicono che mi rende simile ad un uomo di mezz’età. Non vedo alcuna differenza nell’aspetto tra personaggi 2D e persone vere” (donna di 25 anni, ragazza dei sogni: Rin Tohasaka di Fate, Minako Aino/Sailor Venus di Sailor Moon e molte altre).
“Guadagnando i miei soldi preferisco spenderli per cose che posso usare per me, come prodotti per la salute e di moda. Non ho spazio e soldi per spendere soldi per altre “cose” come “l’amore”” (donna di 27 anni, uomo dei sogni: Atsushi Dojo di Library War).
“Vorrei nascondere il mio essere otaku. Disperatamente. Ma quando vado al karaoke conosco solo le canzoni degli anime, quindi al massimo canto solo le canzoni molto famose come Sobakasu di Judy and Mary (opening di Kenshin). Il mio segreto una volta venne scoperto quando un ragazzo venne a casa, trovò un box DVD di Digimon e mi disse che era disgustoso e che lo avrei dovuto nascondere. I miei amici mi chiedono quindi come mai non esco con otaku, ma io non vorrei che qualcuno entri nel mio “territorio”/hobby” (donna di 27 anni).
“Parte di essere una nerd è essere sempre più persa nei tuoi hobby. Non voglio sentire le lamentele di nessuno e non voglio essere disturbata nel fare quello che apprezzo. Si dice che a volte gli umani devono compromettere qualcosa per amore… NO!” (donna di 46 anni).
“Perché sono innamorata di un seiyuu” (donna di 17 anni, uomo dei sogni: Toma Amagase di Idolm@aster SideM).
Altre ragazze hanno invece detto che per loro l’amore è difficile perché hanno bisogno dei loro spazi e di vari giorni liberi visti gli impegni con i vari eventi riguardanti i loro hobby. Essenzialmente altre hanno ripetuto che preferiscono usare i loro soldi per gli hobby che per gli altri e che comunque temono che la loro passione sia vista male dagli uomini.
Chiaramente anche qui abbiamo casi di persone che dicono che per loro l’amore non è particolarmente difficile. Una liceale dice che la maggior parte della sua classe è composta da otaku e che sono tra l’altro piuttosto soddisfatti dalla loro vita. Un’altra ragazza di 24 anni ha detto che viene incontro il suo partner per non fargli pesare le sue passioni, come ad esempio il semplice discutere di “cose normali”, aggiungendo infine “io penso che il problema non sono gli hobby ma è un problema relativo alle nostre abilità comunicative”.
Una donna, sposata, di 30 anni ci dice che secondo lei c’è qualcuno per chiunque. Ammette di apprezzare di tutto: yaoi, yuri, seiyuu e videogiochi, ed anche se all’inizio temeva che le relazioni potessero togliere tempo prezioso alle sue passioni col tempo dice di essersi abituata, pensando comunque che la sua potrebbe essere stata semplice fortuna ma che è convinta che il mondo sia pieno di persone pronte a comprendere queste particolarità.
Per una donna di 42 anni invece si è trattato di una questione di equilibri: “penso che dipenda da quanto ti mostri nerd nel tuo aspetto e nella tua personalità, quindi se stai attenta non è difficile trovare l’amore. Mi piacevano anime, manga, riviste varie e leggevo doujinshi yaoi senza problemi, e comunque allo stesso tempo mi frequentato con ragazzi. Ci sono persone molto diverse in tutto il mondo e la cosa importante è trovare un equilibrio tra l’essere nerd e comunicare”.
Un’altra ragazza ha dato merito ai manga nell’aiutarla a migliorare le sue abilità comunicative in determinate situazioni, mentre un’altra ha dichiarato di aver fatto vedere al proprio marito le proprie opere preferite ed è stata un’ottima esperienza. Altre infine dicono che nonostante i propri compagni non siano otaku questo non ha creato mai problemi nella relazione con loro o con le proprie passioni.
Fonte Consultata:
Anime News Network
La scorsa settimana ci siamo soffermati sulle dichiarazioni dei maschi, sul perché loro pensassero fosse effettivamente più difficile e come il loro amore eccessivo per gli anime abbia influenzato le loro relazioni (o la mancanza di relazioni). Pronti ad entrare adesso nel mondo delle fujoshi?
“Conosco l’amore solo dai giochi di simulazione, ci sono volte quando parlo con gli uomini in cui sento la necessità di avere il testo con le opzioni multiple… Alla fine ci lasciamo sempre dopo solo una mezza giornata” (donna di 21 anni, ragazzo dei sogni Kento Aizome di B-Project).
“Devo sempre stare attenta a quello che dico perché gli uomini potrebbero fraintendere quando parlo di un personaggio e magari dico che mi piacerebbe uscire con loro” (donna di 18 anni, ragazzo dei sogni: Ryunosuke Tsunashi di Idolish 7).
“Prima di tutto, è praticamente impossibile che due otaku dello stesso tipo possano provare sentimenti romantici tra di loro. Quando confessi di essere una fujoshi gli uomini solitamente dicono “farai certi deliri anche su di me? Orribile”. Loro non potrebbero capirmi neanche se glielo spiegassi più e più volte che non è come pensano" (donna di 26 anni, ragazzo dei sogni: Shinsuke Takasugi di Gintama).
“Quando frequentato le medie ed il liceo amavo gli yaoi e quindi andavo al Comiket, ma non capivo davvero nulla dei maschi. Quante volte ho lasciato il mio fidanzato…” (donna di 21 anni, ragazzo dei sogni: Sanji di One Piece).
“Amo i personaggi femminili in 2D. La mia ossessione dicono che mi rende simile ad un uomo di mezz’età. Non vedo alcuna differenza nell’aspetto tra personaggi 2D e persone vere” (donna di 25 anni, ragazza dei sogni: Rin Tohasaka di Fate, Minako Aino/Sailor Venus di Sailor Moon e molte altre).
“Guadagnando i miei soldi preferisco spenderli per cose che posso usare per me, come prodotti per la salute e di moda. Non ho spazio e soldi per spendere soldi per altre “cose” come “l’amore”” (donna di 27 anni, uomo dei sogni: Atsushi Dojo di Library War).
“Vorrei nascondere il mio essere otaku. Disperatamente. Ma quando vado al karaoke conosco solo le canzoni degli anime, quindi al massimo canto solo le canzoni molto famose come Sobakasu di Judy and Mary (opening di Kenshin). Il mio segreto una volta venne scoperto quando un ragazzo venne a casa, trovò un box DVD di Digimon e mi disse che era disgustoso e che lo avrei dovuto nascondere. I miei amici mi chiedono quindi come mai non esco con otaku, ma io non vorrei che qualcuno entri nel mio “territorio”/hobby” (donna di 27 anni).
“Parte di essere una nerd è essere sempre più persa nei tuoi hobby. Non voglio sentire le lamentele di nessuno e non voglio essere disturbata nel fare quello che apprezzo. Si dice che a volte gli umani devono compromettere qualcosa per amore… NO!” (donna di 46 anni).
“Perché sono innamorata di un seiyuu” (donna di 17 anni, uomo dei sogni: Toma Amagase di Idolm@aster SideM).
Altre ragazze hanno invece detto che per loro l’amore è difficile perché hanno bisogno dei loro spazi e di vari giorni liberi visti gli impegni con i vari eventi riguardanti i loro hobby. Essenzialmente altre hanno ripetuto che preferiscono usare i loro soldi per gli hobby che per gli altri e che comunque temono che la loro passione sia vista male dagli uomini.
Chiaramente anche qui abbiamo casi di persone che dicono che per loro l’amore non è particolarmente difficile. Una liceale dice che la maggior parte della sua classe è composta da otaku e che sono tra l’altro piuttosto soddisfatti dalla loro vita. Un’altra ragazza di 24 anni ha detto che viene incontro il suo partner per non fargli pesare le sue passioni, come ad esempio il semplice discutere di “cose normali”, aggiungendo infine “io penso che il problema non sono gli hobby ma è un problema relativo alle nostre abilità comunicative”.
Una donna, sposata, di 30 anni ci dice che secondo lei c’è qualcuno per chiunque. Ammette di apprezzare di tutto: yaoi, yuri, seiyuu e videogiochi, ed anche se all’inizio temeva che le relazioni potessero togliere tempo prezioso alle sue passioni col tempo dice di essersi abituata, pensando comunque che la sua potrebbe essere stata semplice fortuna ma che è convinta che il mondo sia pieno di persone pronte a comprendere queste particolarità.
Per una donna di 42 anni invece si è trattato di una questione di equilibri: “penso che dipenda da quanto ti mostri nerd nel tuo aspetto e nella tua personalità, quindi se stai attenta non è difficile trovare l’amore. Mi piacevano anime, manga, riviste varie e leggevo doujinshi yaoi senza problemi, e comunque allo stesso tempo mi frequentato con ragazzi. Ci sono persone molto diverse in tutto il mondo e la cosa importante è trovare un equilibrio tra l’essere nerd e comunicare”.
Un’altra ragazza ha dato merito ai manga nell’aiutarla a migliorare le sue abilità comunicative in determinate situazioni, mentre un’altra ha dichiarato di aver fatto vedere al proprio marito le proprie opere preferite ed è stata un’ottima esperienza. Altre infine dicono che nonostante i propri compagni non siano otaku questo non ha creato mai problemi nella relazione con loro o con le proprie passioni.
Fonte Consultata:
Anime News Network
Ragazza misteriosa, sei il mio nuovo spirito guida.
Comunque solito discorso: se te ne esci con frasi come “preferisco spendere soldi per me stessa che per una relazione” non puoi dire che l’amore è difficile, quella che fa difficoltà sei tu; sei liberissima di fare quello che vuoi del tuo tempo e del tuo denaro, ma non sei una vittima. Le vittime qui sono quelli tipo la ragazza del cofanetto dei Digimon definita disgustosa dal proprio ragazzo.
leggere cose come “Vorrei nascondere il mio essere otaku. Disperatamente. Ma quando vado al karaoke conosco solo le canzoni degli anime, quindi al massimo canto solo le canzoni molto famose come Sobakasu di Judy and Mary (opening di Kenshin). Il mio segreto una volta venne scoperto quando un ragazzo venne a casa, trovò un box DVD di Digimon e mi disse che era disgustoso e che lo avrei dovuto nascondere. I miei amici mi chiedono quindi come mai non esco con otaku, ma io non vorrei che qualcuno entri nel mio “territorio”/hobby” (donna di 27 anni)", fa venire sol voglia di tirare un calcio al tizio in questione e buttarlo fuori casa.
Non so realmente come sia un vero otaku, ma se sono solo degli hobby che non incidono nell'approccio alla vita lavorativa e sociale, non vedo perchè un qualsiasi soggetto si possa permettere di criticarli.
Capisco perfettamente che dire in giro "guardo anime, leggo manga e gioco ai viodeogame" pone il tuo interlocutore su una linea di disappunto, credendo di essere nel giusto, quindi io stessa eviterei nell'ambito lavorativo di dirlo ai 4 venti, ma se gli amici o il mio stesso fidanzato avessero problemi, direi loro le stesse cose che dico ai miei genitori (che non capiscono molto questi miei hobby), cioè che non sono minimamente affar loro e se avessero lamentele possono anche esternarle, tanto io chiudo il mio canale uditivo.
Ma davvero, altro che amore, persone del genere non vorrei neanche doverle salutare.
Però la diciottenne che ha come uomo dei sogni Ryunosuke Tsunashi la capisco fin troppo bene! XD
Fortunatamente c'è anche chi vede le cose in positivo, anche se questa cosa del "togliere tempo e soldi alle proprie passioni" proprio non la capisco.. Ci vuole un minimo di equilibrio in tutto, e una volta che si sta bene con una persona questo tipo di affermazioni proprio non dovrebbero esistere; il tempo si trova per fare tutto, altrimenti diventa un'ossessione e non più una passione.
Anch'io preferisco spendere tempo e soldi per i miei hobby più che per una relazione.
Non condivido invece il "potrebbero trovarlo disgustoso". In casa mia non nascondo assolutamente nulla della mia passione, stesso discorso vale quando parlo con amici, l'unica eccezione sono i colloqui di lavoro.
E se trovassi un dvd dei Digimon all'interno della casa di una ipotetica ragazza proporrei di vederlo visto che adoro i Digimon (e onestamente non capisco cosa abbia in testa chi trova disgustosi i Digimon... Lo prenderei a testate).
Conviviamo e non mi ha mai criticato di avere manga o qualche figure in libreria. Così come io non dico nulla dei suoi Lego. A volte lui passa in zona fumetteria e io non riesco ad andarci mi chiede "hai da prendere cose? Fammi la lista che vado io"
Ma chi è un mio clone giapponese?xd
Come in Noucome, non so chi tu sia, ma ti voglio bene <3
Sarebbe tutto molto più facile se fossimo in un galge XD
Concordo.
Le risposte multiple piacerebbero anche a me, per qualunque situazione.
Comunque, è una questione di apertura. Se una persona ti piace davvero non ti preoccupa il suo hobby. Soprattutto se si tratta di una passione semplice.
Ed anche in questo sondaggio c'è chi ha risposto in modo positivo.
Mi ricordo di quando una volta andammo tra amici a casa di uno di questi, la serata era tranquilla, si parlava, rideva, ecc... a un certo punto io ed una mia amica dicemmo: "voglio un uomo come Hak!" (Akatsuki no Yona)
Al che un'altra nostra amica ci rispose: "ragazze, ma è un personaggio finto! Come potete dire una cosa così triste?"
Io sono rimasta un po' così, perché non mi sembrava avessimo detto nulla di strano, semplicemente le caratteristiche di Hak ci piacevano e sarebbe stato bello avere un tipo come lui nella vita.
Figuratevi se scherzosamente avessi detto che fa parte dei miei husbandi?! xD
Comunque io poi le dissi che anche lei era "infatuata" dei personaggi delle serie tv, ma la considerava una cosa diversa perché si trattava di persone reali.
Anche se in ogni caso ti piace il personaggio, poi magari ti fa simpatia pure l'attore a vederlo, ma mica lo conosci.
Alla fine il discorso cadde lì e basta.
Io non nascondo mai le mie passioni, non avrebbe senso. Ogni tanto mi capita di essere guardata in modo strano, ma chi mi vuole bene non si fa chissà quali problemi.
Mia cara donna di ventisette anni, il tuo problema è facilmente risolvibile: ti basterà andare al karaoke insieme al sottoscritto. A me "Sobakasu" non piace, ma ti prometto che faremo un duetto su "1/3 junjou na kanjou", e moltissime altre canzoni anime, e ci divertiremo un mondo
Un "vero" otaku è un collezionista ossessivo-compulsivo di prodotti di consumo, con la tendenza all'accumulo di dati e alla formazione di feticismi di vario genere (fonte: Generazione Otaku, di Hiroki Azuma). Molto spesso appunto non si tratta solo di un innocuo hobby, ma di una vera ossessione con ripercussioni pesanti sulla vita sociale e lavorativa.
Più che altro in questi articoli al solito non si capisce se il termine venga usato con cognizione di causa, oppure a casaccio, come purtroppo avviene molto spesso
È tipico della psiche umana etichettare e quindi generalizzare soggetti e fenomeni per semplificare l'incredibile quantità di informazioni che quotidianamente ci vengono sparare addosso, perché altrimenti ad analizzare ogni minima cosa nel dettaglio verremmo presto sopraffatti dalla quantità di dati da elaborare ad ogni singolo fenomeno che ci capita.
Però questo porta solo a una becera generalizzazione, che posso solo paragonare ad alcuni spot elettorali o sparate di una certa corrente, che storicamente individua nel ebreo, nel migrante, nel diverso, nel outgroup il brutto e cattivo della situazione, basandosi su singoli casi, eventualmente sporadici, per come detto sopra generalizzare l'intera categoria...
Inoltre aggiungo che nel tempo le parole si evolvono, se già dalla sua etimologia si pensa che una parola può prendere svariati altri significati nel tempo, credo che ormai l'idea che otaku = sociopatico sia alquanto superata...
È come se adesso andassi in banca a chiedere del "grano" e mi dessero delle spighe di mais...
Contesti culturali diversi portano a diverse accezioni di singole parole, basta vedere al termine "famiglia" come si sia evoluta nel tempo, se prima era considerata patriarcale ora si accetta dentro a tale termine tantissimi altri "generi" di famiglia.
Pur apprezzando la ricchezza lessicale del tuo volo pindarico, mi sa che non hai capito una cosa fondamentale: non sto facendo una becera generalizzazione sugli appassionati di anime in generale (tra cui mi inserisco anch'io, o altrimenti non sarei qui), ma sto definendo una categoria (o chiamala sottocultura, se preferisci) che effettivamente esiste in Giappone, basandomi su una serie di indagini e testi sociologici di rilevante importanza nello studio della materia, e non sull'accezione distorta che il termine ha preso nel tempo a causa dell'ignoranza di chi lo usa. Poi l'equazione "otaku = male assoluto" c'era ai tempi di Tsutomu Miyazaki, ora fortunatamente mi sembra ci sia stato un miglioramento in tal senso.
Con volo pindarico ti riferisci al grano? Era per dire che bisogna contestualizzare un termine in base al tempo, allo spazio, alla cultura e mille altre variabili, che contestualizzavano il termine.
Tornando al punto, se mi contestualizzi il termine al Giappone e alla sua società ancora retrograda per quanto concerne alcuni aspetti sociali, riferendoti ad aspetti anche occidentali, credo che faresti un madornale quanto banalissimo errore.
Purtroppo non ci si può basare sulla loro visione del fenomeno otaku, riferendolo al nostro e categorizzare l'otaku americano, asiatico e europeo...
È come se per definire il loro Rakudo o il loro Kabuchi dicessi semplicemente teatro, così lo banalizzi no?, senza prendere in considerazione tutte le accezioni culturali che lo rendono profondamente diverso dal teatro occidentale.
Infine, credo che sia meglio pensare con la nostra testa, basandoci sempre su scritti di eminenti professori e ricercatori ma arrivando a nostre conclusioni, altrimenti estremizzando finiremmo come Galileo Galilei se tutti ci adagiassimo sugli allori del "eh ma c'è scritto nel libro" o peggio "eh ma c'è scritto su Wikipedia" e appena uno dicendo qualcosa di diverso, verrebbe subito bollata come sbagliata e finirebbe al rog... nel flame, contestualizzo xD
Ma è proprio questo il punto: ciò che hai descritto è esattamente quello che succede quando un termine preciso volto a definire una sottocultura prettamente giapponese viene distorto e adattato a ogni situazione, come ormai è prassi che avvenga sull'internet. Tu, appassionato occidentale di anime (che poi magari conosci solo Naruto e One Piece perché li vedi alla tv) puoi dire di essere un otaku, ma stravolgi il significato del termine. Così come, parafrasando l'esempio da te illustrato, sarebbe un'emerita stupidaggine usare il termine "Kabuki" per definire qualsiasi forma teatrale di ogni parte del globo.
Certo, pensare con la propria testa va bene, a patto di avere le giuste conoscenze preliminari, e non fondandosi sul sesto senso. Perché la base per poter parlare e argomentare di qualcosa è la conoscenza completa dell'oggetto di cui si sta parlando, no?
Mi sta che sta gente che s'ingelosisce su personaggi inesistenti ha problemi ben più gravi di lei.
Il problema in questo caso è la definizione di fondo del termine.
Perché se definisci il Kabuki come, teatro giapponese lo semplifichi ma credo che non sbagli.
Però se, tornando alla questione, si pensa che otaku sia = sociopatico è ovvio che non coincida col fenomeno che c'è in Europa o nel resto del mondo, ma se lo determini come "appassionato di anime e manga" allora semplificando, ci sono dei punti di contatto che permettono di usare tale termine per ogni continente in cui c'è un appassionato di anime e manga.
Alla base del termine, quando è stato coniato in Giappone, Otaku non è formato da dei kanji che presi singolarmente stanno per malato mentale e stranboide ma per, mi perdonerai la semplificazione ma ad imparare il giapponese non ci sono ancora arrivato, "Colui che sta a casa", quindi qualcuno che sta a casa a dedicarsi ai suoi hobby.
Poi di tutte le accezioni che la società li ha appioppato per comodità o propaganda nel tempo, credo che lascino il tempo che trovano...
Infine per l'ultimo pensiero credo che dovrò dissentire per 2 ragioni:
1) La conoscenza completa, purtroppo è qualcosa che trovo assurdo, non sono un esperto della matematica ma credo che neanche li ci sia la completa conoscenza di ogni possibile funzione, essendo che ancora adesso ci sono equazioni/funzioni così complesse che non sono ancora state risolte; eppure si parla e si fanno enunciati matematici.
2) Riprendendo il 1 punto, non stiamo parlando di matematica o fenomeni naturali che con logica, relazioni di causa e effetto si può dedurre il risultato...
Nella psicologia e nella sociologia non esistono funzioni che da un solo fenomeno ne puoi derivare conseguenzialmente un'altro, non puoi dirmi sono un esperto di migrazione quindi posso parlarne...
Ormai il mondo della conoscenza, nelle scienze umane di sta evolvendo, arrivando a mettere in discussione anche la basilare concezione della relazione medico/paziente, per fare un esempio.
Una persona è ammalata, ne sa più il medico o l'allamato?
Tutti ovviamente diremmo il medico, c'è ha studiato fior fior di anni, eppure non potrà mai capire cosa prova una persona malata di leucemia, l'ha solo studiata sui libri...
Questo per dire che, è una mia personalissima e ovviamente non condivisibile opinione, ma meglio avere un occhio critico su quello che si studia o legge.
Ma il punto, e poi chiudo che per quanto sia bello discutere in questi termini ormai qua stiamo girando in tondo, è proprio il fatto che non si tratta di un termine che puoi modellare a piacimento a questa o quella situazione: ha una sua etimologia e un suo significato ben precisi, applicabili a un determinato contesto storico-sociale sviluppatosi nel corso di anni in Giappone. Potrei parlarti del Daicon III del 1981, di Toshio Okada, delle tre generazioni di otaku, dell'impatto negativo dopo il caso Miyazaki, ma sono tutte cose che puoi trovare in modo molto più approfondito su testi specifici, come quello da me sopracitato. Comprese le accezioni che la società gli ha appioppato, anche quelle interessantissime dal punto di vista sociologico.
Quoto in pieno !
Anche io sono d'accordo con questa affermazione, nel caso in cui una persona passi attraverso delusioni d'amore viene "naturale" concepire l'idea che è meglio spendere soldi per sé stessi piuttosto che per amore. Anche io preferisco spendere soldi per me stessa piuttosto che per una relazione, specialmente se essa dura da poco tempo, anche perché non è con decine di regali o cene offerte che si conquista o si mantiene l'amore di qualcuno.
Sin da piccola è stato difficile rapportarmi con i maschi perché non volevo nascondere la mia passione per anime e manga (cosa che sono stata costretta a fare crescendo), ma anche con le altre ragazza era una lotta continua a chi riusciva meglio a prendermi in giro. Adesso che sono adulta (ho 30 anni) convivo con un uomo amante dei videogames e fumetti Bonelli.
Non c'è niente da fare: penso che per gli appassionati come noi sia necessario trovare qualcuno che ci capisca e condivida, almeno in parte, le nostre passioni.
L'unica cosa che mi manca è un'amica "fissata" quanto me, con cui parlare degli ultimi episodi visti o commentare animatamente i manga che ci piacciono. Infatti mi sono sparata una maratona di Tokyo Ghoul da sola, anche se, sinceramente, va benissimo anche così!
ma se in passato avessi trovato una con un cofanetto dei Digimon le avrei chiesto di sposarmi all'istante!!!!!!!!!
E non l'ha cacciato a pedate?
Ovvio che qui si parla di una mentalità diversa, ma io sono del parere che nessuno deve nascondere quello che è e le proprie passioni. Che c'è di male ad amare i Digimon come qualsiasi altra serie? Ha per caso rubato o ucciso qualcuno?
Io sono sempre stata fiera delle mie, stravaganti (e sono gentile) per alcuni, passioni, e non le ho mai nascoste. Problemi ? Quella è la porta: nessuno ti costringe ad avere a che fare con me.
Non riesco a trovare un'anima gemella con queste passioni, e quelle che vedono cose del genere nei miei profili mi sa che la pensano male o comunque non hanno questi interessi e evitano anche solo di scambiare 2 parole per socializzare normalmente.
Io non metto assolutamente al primo posto questi hobby, perchè sono passatempi come altri, cose comunissime, ma ad oggi ci sono molti che ancora non lo capiscono.
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