La Association of Japanese Animations (AJA) ha pubblicato l'8 giugno un riassunto dello "Anime Industry Report 2018", che conduce a cadenza annuale. Il report analizza l'andamento del mercato d'animazione giapponese sia in patria che all'estero, ma questa volta poniamo un occhio di riguardo alla situazione dello streaming e dell'home video.
Il mercato dell'home video in Giappone ha guadagnato nel 2017 un totale di 75,6 miliardi di yen (611,9 milioni di euro), il 2,9% in meno rispetto al 2016. Si tratta del quarto anno consecutivo in discesa. Per contro, il mercato dello streaming è cresciuto del 13% nel 2017, raggiungendo il 70% del guadagno derivato dall'home video. In una news precedente abbiamo parlato invece dell'aumento degli incassi dal 2017 al 2018.
La produzione animata totale del 2017 è stata di 116.409 minuti: si tratta del quinto anno consecutivo in cui le trasmissioni superano i 110 000 minuti. Il report conclude dicendo che, alla luce delle riforme delle pratiche di lavoro avviate dal governo, nel settore d'animazione è necessario l'aumento della digitalizzazione dei metodi di produzione al fine di mantenere un certo tipo di qualità.
Allo stesso modo, il 2017 ha registrato un calo del 4,5% del numero di titoli trasmessi in TV rispetto all'anno precedente (340 rispetto a 356 nel 2016 e 341 nel 2015). Nel report si evince tuttalpiù che i costi delle produzioni siano in aumento. Inoltre, nel 2017, solo 9790 dei minuti totali sono stati dedicati a anime per bambini, rispetto ai 14 388 del 2016 e i 36 337 del 2010.
Fonte consultata:
Anime News Network
Il mercato dell'home video in Giappone ha guadagnato nel 2017 un totale di 75,6 miliardi di yen (611,9 milioni di euro), il 2,9% in meno rispetto al 2016. Si tratta del quarto anno consecutivo in discesa. Per contro, il mercato dello streaming è cresciuto del 13% nel 2017, raggiungendo il 70% del guadagno derivato dall'home video. In una news precedente abbiamo parlato invece dell'aumento degli incassi dal 2017 al 2018.
La produzione animata totale del 2017 è stata di 116.409 minuti: si tratta del quinto anno consecutivo in cui le trasmissioni superano i 110 000 minuti. Il report conclude dicendo che, alla luce delle riforme delle pratiche di lavoro avviate dal governo, nel settore d'animazione è necessario l'aumento della digitalizzazione dei metodi di produzione al fine di mantenere un certo tipo di qualità.
Allo stesso modo, il 2017 ha registrato un calo del 4,5% del numero di titoli trasmessi in TV rispetto all'anno precedente (340 rispetto a 356 nel 2016 e 341 nel 2015). Nel report si evince tuttalpiù che i costi delle produzioni siano in aumento. Inoltre, nel 2017, solo 9790 dei minuti totali sono stati dedicati a anime per bambini, rispetto ai 14 388 del 2016 e i 36 337 del 2010.
Fonte consultata:
Anime News Network
Mh, se intendono animazione digitale ben venga, la CGI passi pure grazie xD
Siamo in una fase di transizione ovunque. Come quella che si è visto dai vinili allecassette ai Cd ed alla fruizione via streaming delle canzoni. Letto gli articoli su gamerclick relativi a Google Stadia, alla nuova PS5, e perfino al nuovo progetto Microsoft. Elemento in comune?? Lo streaming ed il puntare ai social. Occorre, considerando gli interessi economici in gioco che non solo il governo nipponico, trovi modo e spazio per aiutare questo settore, che vale, anche in Italia, migliaia di lavoratori - di ogni qualifica-
Segnatamente con crediti di imposta, favorendo la coordinazione con i produttori, stimolando la creazione di partner ship con altre nazioni, europee ( per l'Italia), di tutto il mondo per la cina. Sarebbe utile anche rinnovare iniziative come quelle di Hideaki Hanno, stimolare il ricorso al crowfunding. Magari si potrebbe chiedere alla Rai, per l'Italia, ad investire xi più, e prevedere anche sulle reti generaliste spazi per l'animazione...ma il discorso dell'altra volta sulle competenze nell'ambito dell'animazione, però, incombe-
Non è possibile che si facciano fare delle serie, le si paghino e poi le si parcheggino ad orari improbabili.
infatti. Inoltre tanta gente chiede sempre piu qualita e non quantità. bella diatriba.
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