Per me, classe ’90, Marmalade Boy, o se preferiamo Piccoli Problemi di Cuore, è sempre stato un titolo legato ai ricordi d’infanzia, ai pomeriggi passati a guardare gli episodi in tv e ai primi amori in 2D. Perché sì, lo ammetto, Yuu sarà sempre il primo del mio cuore.
Una nostalgica come me non poteva quindi che leggere Marmalade Boy Little, “sequel” della storia originale.
Dico sequel tra virgolette perché la sempre mitica Wataru Yoshizumi ha voluto approcciarsi a questo titolo come se fosse una storia nuova nonostante i richiami alla serie originale. Infatti, protagonisti delle vicende sono i giovanissimi Rikka Matsuura, figlia del papà di Yuu e della mamma di Miki, e Saku Koishikawa, figlio della mamma di Yuu e del papà di Miki. A differenza dei protagonisti precedenti, i due sono cresciuti insieme e si conoscono da sempre, proprio come due normali fratelli, pur non avendo tra di loro legami di sangue.
Rikka e Saku non potrebbero essere più diversi e riprendono in effetti alcune caratteristiche dei fratelli della vecchia serie. Se una è solare, ingenua, dolce e alle prese con i problemi tipici di una ragazzina che frequenta le medie, l’altro, invece, è più maturo della sua età, riflessivo e risoluto… soprattutto nei confronti della sorellastra, che ama da sempre. Per lui la felicità di Rikka viene al primo posto, anche quando quest’ultima si prende una cotta e frequenta il bellissimo Aoi. La loro storia parte al contrario perché Rikka capirà col tempo che quel bambino con cui è cresciuta, e ha sempre visto come un fratello, è in realtà un ragazzo che sta crescendo e i sentimenti che prova per lui sono qualcosa di nuovo e inaspettato.
Altro personaggio che fa sicuramente colpo è proprio Aoi, il figlio di Meiko e del professore Namura. Un personaggio complesso e difficile da capire. Bello, affascinante e sempre sorridente, tanto da sembrare finto, in realtà nasconde una gran voglia di avere una relazione con una ragazza che lo ami davvero e non solo per il suo aspetto. Ovviamente, la sua storia d’amore non potrà che sbocciare nella stessa biblioteca in cui è nata quella dei suoi genitori.
Marmalde Boy Little mantiene la struttura corale della serie madre; se in essa i protagonisti erano già liceali e li abbiamo visti affrontare gelosie, litigi, drammi e rotture che hanno lasciato il segno nei cuori dei lettori, in questo sequel i protagonisti frequentano le medie e mancano quindi quei grandi sconvolgimenti emotivi, tipici forse degli anni del liceo. Alla fin fine è anche giusto che il nuovo manga si distingua dal precedente, altrimenti avremmo assistito probabilmente alle stesse dinamiche. La storia è più lineare, ma non per questo meno coinvolgente, e trova la sua ragion d’essere in un grandissimo sforzo dell’autrice nel cercare di bilanciare le varie situazioni. Ai problemi dei piccoli e nuovi personaggi si alternano le inedite avventure che i vecchi protagonisti, ormai adulti, devono affrontare, lasciandoci ancora col fiato sospeso. Quindi preparatevi a rivedere, anche se un po’ invecchiati, Suzu e Kei, due star della moda e della musica; Arimi e Ginta alle prese con la vita matrimoniale e i rispettivi lavori; e infine Miki e Yuu che dopo anni coronano il loro sogno d’amore.
Ciò che si respira in quest’opera è la freschezza della prima adolescenza, dei primi amori e dei rapporti di amicizia che si fanno più intensi. E questa freschezza permane anche negli ultimi capitoli, che si svolgono dopo un time skip di 2 anni. Aggiungerei che i protagonisti sono molto più onesti e leali con i propri sentimenti ed è come vivere da vicino le esperienze di un fratellino o una sorellina. L’alternanza di scene romantiche, drammatiche e divertenti rendono la lettura fluida e non scontata.
Il tratto della Yoshizumi non appare cambiato, e se per qualcuno può risultare “vecchio” e troppo anni ’90, ha il vantaggio di essere riconoscibile e piacevole come sempre. Le tavole risultano pulite e chiare, alternando sfondi bianchi ad altri molto dettagliati, come l’istituto Toryo e le sue aule scolastiche, le case, gli interni e i parchi divertimento. Non da meno è l’apparato grafico dei personaggi, caratterizzati da una forte espressività, alcune volte davvero esilarante. Non dimentichiamo poi l’estrema cura e bellezza degli outfit indossati dai personaggi.
Sempre apprezzati i free talk della mangaka.
Il manga in Italia è edito da Planet Manga e il settimo e ultimo volume è uscito lo scorso 27 giugno, dopo una pubblicazione un po’ ballerina. L’edizione è ben fatta, con ballon perfettamente leggibili e chiari. Il volume si presenta nella sua semplicità con copertine a sfondo bianco sempre con Rikka protagonista, mentre la costina cambia colore a ogni volume. Il prezzo è di un onestissimo 4,50 €.
Una nostalgica come me non poteva quindi che leggere Marmalade Boy Little, “sequel” della storia originale.
Dico sequel tra virgolette perché la sempre mitica Wataru Yoshizumi ha voluto approcciarsi a questo titolo come se fosse una storia nuova nonostante i richiami alla serie originale. Infatti, protagonisti delle vicende sono i giovanissimi Rikka Matsuura, figlia del papà di Yuu e della mamma di Miki, e Saku Koishikawa, figlio della mamma di Yuu e del papà di Miki. A differenza dei protagonisti precedenti, i due sono cresciuti insieme e si conoscono da sempre, proprio come due normali fratelli, pur non avendo tra di loro legami di sangue.
Rikka e Saku non potrebbero essere più diversi e riprendono in effetti alcune caratteristiche dei fratelli della vecchia serie. Se una è solare, ingenua, dolce e alle prese con i problemi tipici di una ragazzina che frequenta le medie, l’altro, invece, è più maturo della sua età, riflessivo e risoluto… soprattutto nei confronti della sorellastra, che ama da sempre. Per lui la felicità di Rikka viene al primo posto, anche quando quest’ultima si prende una cotta e frequenta il bellissimo Aoi. La loro storia parte al contrario perché Rikka capirà col tempo che quel bambino con cui è cresciuta, e ha sempre visto come un fratello, è in realtà un ragazzo che sta crescendo e i sentimenti che prova per lui sono qualcosa di nuovo e inaspettato.
Altro personaggio che fa sicuramente colpo è proprio Aoi, il figlio di Meiko e del professore Namura. Un personaggio complesso e difficile da capire. Bello, affascinante e sempre sorridente, tanto da sembrare finto, in realtà nasconde una gran voglia di avere una relazione con una ragazza che lo ami davvero e non solo per il suo aspetto. Ovviamente, la sua storia d’amore non potrà che sbocciare nella stessa biblioteca in cui è nata quella dei suoi genitori.
Marmalde Boy Little mantiene la struttura corale della serie madre; se in essa i protagonisti erano già liceali e li abbiamo visti affrontare gelosie, litigi, drammi e rotture che hanno lasciato il segno nei cuori dei lettori, in questo sequel i protagonisti frequentano le medie e mancano quindi quei grandi sconvolgimenti emotivi, tipici forse degli anni del liceo. Alla fin fine è anche giusto che il nuovo manga si distingua dal precedente, altrimenti avremmo assistito probabilmente alle stesse dinamiche. La storia è più lineare, ma non per questo meno coinvolgente, e trova la sua ragion d’essere in un grandissimo sforzo dell’autrice nel cercare di bilanciare le varie situazioni. Ai problemi dei piccoli e nuovi personaggi si alternano le inedite avventure che i vecchi protagonisti, ormai adulti, devono affrontare, lasciandoci ancora col fiato sospeso. Quindi preparatevi a rivedere, anche se un po’ invecchiati, Suzu e Kei, due star della moda e della musica; Arimi e Ginta alle prese con la vita matrimoniale e i rispettivi lavori; e infine Miki e Yuu che dopo anni coronano il loro sogno d’amore.
Ciò che si respira in quest’opera è la freschezza della prima adolescenza, dei primi amori e dei rapporti di amicizia che si fanno più intensi. E questa freschezza permane anche negli ultimi capitoli, che si svolgono dopo un time skip di 2 anni. Aggiungerei che i protagonisti sono molto più onesti e leali con i propri sentimenti ed è come vivere da vicino le esperienze di un fratellino o una sorellina. L’alternanza di scene romantiche, drammatiche e divertenti rendono la lettura fluida e non scontata.
Il tratto della Yoshizumi non appare cambiato, e se per qualcuno può risultare “vecchio” e troppo anni ’90, ha il vantaggio di essere riconoscibile e piacevole come sempre. Le tavole risultano pulite e chiare, alternando sfondi bianchi ad altri molto dettagliati, come l’istituto Toryo e le sue aule scolastiche, le case, gli interni e i parchi divertimento. Non da meno è l’apparato grafico dei personaggi, caratterizzati da una forte espressività, alcune volte davvero esilarante. Non dimentichiamo poi l’estrema cura e bellezza degli outfit indossati dai personaggi.
Sempre apprezzati i free talk della mangaka.
Il manga in Italia è edito da Planet Manga e il settimo e ultimo volume è uscito lo scorso 27 giugno, dopo una pubblicazione un po’ ballerina. L’edizione è ben fatta, con ballon perfettamente leggibili e chiari. Il volume si presenta nella sua semplicità con copertine a sfondo bianco sempre con Rikka protagonista, mentre la costina cambia colore a ogni volume. Il prezzo è di un onestissimo 4,50 €.
Per concludere posso solo dire che questo manga merita la lettura sia che siate dei nostalgici come me, sia che siate delle ragazze o dei ragazzi a cui piacciono le storie romantiche tra i banchi di scuola capaci di coinvolgere il lettore.
Pro
- Un perfetto sequel per gli amanti di Marmalade Boy
- Tanti personaggi diversi ben caratterizzati
- Storia coinvolgente e mai monotona
- Sentimenti ben espressi
Contro
- Può sembrare datato e troppo anni ‘90
Onestamente ho trovato la storia di una banalità allucinante e i nuovi personaggi piatti in maniera quasi imbarazzante. Difficile venir coinvolta nei vari patemi amorosi dei protagonisti, sono situazioni che fanno più sorridere che preoccupare: tra chi giura fedeltà eterna sin dalla culla o quasi, chi decide razionalmente se e quando innamorarsi, chi ama e viene amato ma la cosa non va in porto per anni per colpa di un malinteso, ecc.
Nel complesso una lettura simpatica ma dimenticabile, è l'effetto nostalgia a dare a questo manga un certo valore, non lo consiglierei a chi non è affezionato alla serie originale, pure ad una ragazzina alle prime armi in fatto di shoujo consiglierei altro.
Io ero sul 6,5/7 su una scala da 1 a 10 ma su 100 mi sembrava troppo poco 65. Come si evince ho dato qualcosa in più per l'effetto nostalgia
Molto più interessanti, proprio per l'inevitabile e gradito effetto nostalgia unito al fatto che il target dei lettori è cresciuto insieme a loro, le vicende dei vecchi personaggi.
P.S.: quanto più un manga assomiglia allo stile degli anni '90, tanto più ciò è un pregio, specialmente negli shoujo
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