Vi riportiamo quanto detto durante la live (che potete recuperare qui) dedicata a Jujutsu Kaisen con la casa editrice Planet Manga e Crunchyroll in occasione dell'Hanami Manga Festival. A parlare con noi sono intervenuti Enrico Ferraresi, Carlotta Spiga, Elena Zanzi e Alessandra Marchioni di Panini e Alessandro Nativio di Crunchyroll.
Quanto ci credevate che un titolo del genere potesse avere tutto questo successo?
Alessandra: Per noi è stato un colpo di fulmine. Da quando è iniziato ad apparire sulle pagine di Shonen Jump abbiamo detto: "Ok, questo sarà il prossimo titolo su cui puntare". La stessa Shueisha ce l'ha consigliato tanto quando abbiamo avuto l'incontro con loro e tra l'altro è stata la nostra prima early access.
Alessandra, cosa ti ha colpito di Jujutsu Kaisen al di là dei consigli che vi hanno dato in Giappone?
Alessandra: La grafica è sicuramente di forte impatto, vedere come sono stati realizzati tutti i demoni e le maledizioni, così come i personaggi che sono molto pop. Si capisce che dietro c'è la creazione di un universo che è stato ben pensato e che comunque a prima vista è qualcosa di strabiliante.
Enrico: Tra l'altro è molto atipica come storia, ha delle particolarità, è sì un'opera di azione, ma molto diversa da quello a cui siamo abituati, a partire da come vengono rappresentati ad esempio tutti i personaggi femminili.
I personaggi femminili di Jujutsu Kaisen sono estremamente moderni. Qualche retroscena a riguardo?
Elena: Quello che mi ha colpito è che sono personaggi femminili molto forti, sono personaggi che riescono ad essere femminili, ma allo stesso tempo riescono ad avere una forza che non dipende dai loro poteri, ma dal fatto che sono proprio forti interiormente, hanno una loro personalità. Oltre a questo, hanno anche un background molto dettagliato che scopriamo pian piano, hanno degli obiettivi, dei sogni, dei traguardi da raggiungere, dei nemici da sconfiggere personali che non riguardano il protagonista, ma proprio il loro vissuto, e il modo in cui affrontano il loro passato e tutto quello che gli succede ti fa dire: "Io voglio essere così, voglio essere come questo personaggio". Sono personaggi che non sono vestiti in modo tale da esaltare la loro femminilità, ma sono vestiti in maniera normale. E inoltre, riescono ad essere alla moda e al contempo spietate quando c'è bisogno di combattere (vedi Nobara).
Carlotta: Da traduttrice dell'opera spesso mi capita di tradurre battute e gag comiche dette da personaggi femminili.
Molte persone paragonano l'opera a un altro grande successo di Shonen Jump che è Bleach. Notate qualche somiglianza tra i due titoli?
Elena: Come punti in comune c'è una caratterizzazione molto forte dei personaggi e sicuramente una cura per il character design, per l'abbigliamento, per l'espressività e per le pose. Invece come divergenze c'è da fare una riflessione sul mondo della magia vista in chiave orientale. Nel senso, se noi occidentali pensiamo alla magia ci vengono in mente bacchette magiche o maghi coi cappelli, ma quello che rende affascinante la magia e l'occultismo visto in chiave orientale è il fatto che il potere nasca dall'interiorità, nasca dallo scavare dentro di sé e legato alle emozioni. Nella letteratura giapponese, come il Genji Monogatari, esistono addirittura delle persone che sono state trasfigurate in demoni a causa delle emozioni, e infatti in Jujutsu Kaisen le maledizioni nascono a causa delle emozioni negative sprigionate dagli esseri umani che sedimentano e danno vita a diverse creature.
Nell'opera, tutto appartiene ad una determinata tradizione culturale orientale (l'istituto di arti occulte che ricorda un tempio, la presenza dei sigilli, gli spiriti maledetti che sembrano degli yokai) e questa ci affascina non solo perché è diversa, ma perché legata all'interiorità e alla ricerca di se. Non è uno shonen in cui il protagonista è al centro di tutto, ma l'autore riesce a dare ai personaggi uno spazio perfettamente calibrato. Anzi, a volte, ci dimentichiamo che esiste un determinato personaggio perché veniamo rapiti dalla storia del personaggio di turno.
Parlando di nozioni di matematica e termini "strani" da tradurre all'interno dell'opera...
Elena: I mangaka prendono degli elementi reali di scienza, di fisica o di astronomia e li fanno propri, rendendo un po' più difficoltosa la traduzione. A volte, il processo di traduzione richiede molto tempo. Spesso, infatti, ci sono dei termini che se tradotti letteralmente sarebbero lunghissimi e quindi noi cerchiamo di creare una sintesi per renderli adatti e molto orecchiabili nelle varie conversazioni.
Carlotta: In Jujutsu Kaisen ci sono tantissimi termini che inventa l'autore stesso, unendo a volte due caratteri giapponesi differenti e li mette assieme, creando così una parola che è molto evocatica e non una vera e propria parola giapponese.
Alessandro: Lo stesso problema si pone per i sottotitoli dell'anime. Nelle scene molto concitate le animazioni ti rapiscono talmente tanto che fai fatica a stare dietro a tutte le tecniche e le spiegazioni, e quindi spesso e volentieri mi capita di prendere il manga per recuperarle, leggerle e assimilarle al meglio.
Il successo di titoli anime basati sul folklore giapponese, come Jujutsu Kaisen o Demon Salyer, è merito soltanto dello studio di animazione o perché finalmente il pubblico italiano è realmente interessato a scoprire e a conoscere tutta questa cultura?
Alessandro: Penso sia un'unione di tante cose diverse in questo caso. Jujutsu Kaisen ha già a partire dal manga un'ottima mescolanza di tradizione giapponese e modernità e l'anime non fa altro che risaltare al massimo questa sua modernità, rendendolo diverso e unico rispetto a tanti altri titoli rilasciati nell'ultimo periodo. Da quando è uscito sulla nostra piattaforma, c'è stato un crescendo di attenzione da parte del pubblico, anche italiano, che ha risposto benissimo a questa serie. Il suo enorme successo è dovuto sì allo studio di produzione, ma non solo, perché le animazioni e i combattimenti non bastano da soli: ci deve essere una buona base di scrittura e di fedeltà che l'anime e il manga hanno l'uno verso l'altro.
Come si spiega questa esplosione a livello mondiale di titoli come Jujutsu Kaisen?
Enrico: Secondo me siamo cambiati noi come pubblico. Quando da piccolo andavo a comprare il manga di Dragon Ball non avevo una grande conoscenza del mondo orientale e del Giappone, ma nascoste tra quelle pagine c'erano tanti riferimenti a quella cultura. Ora, invece, siamo sempre più informati, siamo diventati più esperti. Quelle che sono le tradizioni, molti lettori in parte le sanno, hanno una chiave e molti più strumenti per interpretare cose di questo tipo e per apprezzare queste opere sempre di più. Tra i tanti motivi del successo, questo è sicuramente un fattore che ti porta a guardare la serie. Jujutsu Kaisen si trova al posto giusto al momento giusto, sia anime che manga, tutti hanno gli strumenti per comprenderlo e c'è tanta attenzione a riguardo. È la migliore delle condizioni in cui si possa trovare il prodotto.
Carlotta: riprendendo il discorso di Enrico, una volta mettevo molte più note a margine nei manga, magari per spiegare cosa fosse una cosa che oggigiorno può sembrare stupida come ad esempio un onigiri. Ora questo non si fa più, perché comunque i lettori sanno che cos'è, non c'è bisogno di inserire annotazioni, e questo rende il tutto più fluido e diretto.
Alessandra: In pratica quello che stai dicendo Enrico è che c'è stata una formazione culturale nei confronti del mondo giapponese a partire dal mondo occidentale, che si è andata in qualche modo configurando in decenni di continuo contatto culturale tramite soprattutto anime e manga, e che ha fatto sì che ci sia stata una vera e propria formazione di una nuova generazione di lettori e pubblico. Per cui adesso è come se noi sentissimo un po' la realtà giapponese parte della nostra.
Cambiando discorso, secondo voi perché sta avendo un boom così importante l'industria del manga?
Alessandra: Sappiamo che dobbiamo ringraziare innanzitutto i canali in streaming come ad esempio Netflix e Amazon Prime Video, che hanno provocato una rinascita dell'interesse nei confronti dell'animazione ed una sua nuova diffusione, ma non solo, perché un ringraziamento va anche ad una nuova scuola di mangaka che è andata progressivamente consolidandosi negli ultimi anni.
Crunchyroll, invece, sotto questo punto di vista, ha ottenuto qualche beneficio?
Alessandro: Le grandi piattaforme di video on demand hanno comunque deciso di riconoscere un valore all'animazione giapponese, permettendo di arrivare al grande pubblico con dei titoli molto famosi che attirano non solo fan dell'animazione, ma anche fan delle serie tv in generale. Questo sta finalmente portando nel mondo dell'animazione persone nuove che scoprono di come ci si può appassionare di un anime ben fatto e tutto ciò, ovviamente, ricade anche su di noi. Come Crunchyroll, abbiamo dalla nostra parte dei titoli molto interessanti e per noi riuscire a dare nuovo pubblico alla visione di anime è un vantaggio perché parlano un linguaggio che è anche il nostro.
Avete qualche altro dietro le quinte o curiosità legate a Jujutsu Kaisen?
Carlotta: Riferendomi a quanto detto prima da Elena, se noi pensiamo alla magia pensiamo alle bacchette e ai cappelli, ma invece qui troviamo tutto un mondo fatto di esorcismi e di emozioni che prendono forma come le maledizioni.
Elena: Parlando come sceneggiatrice e autrice, quando si legge una storia noi abbiamo sempre delle aspettative nei confronti della storia stessa, legate a volte al nostro vissuto o alla nostra cultura. Secondo me uno dei motivi del grande fascino che esercitano le storie di magia in senso orientale è un'introspezione dei personaggi molto forte, anche quella dei personaggi maschili, ed è una cosa a cui non siamo così abituati come lettori occidentali. In genere, il nemico o la minaccia da vincere è esterna, ma nella narrativa orientale, invece, la minaccia è anche dentro di sé. Per cui leggi una storia, ma nello stesso tempo leggi anche qualcosa di te.
Un'ultima domanda, porterete il fanbook di Jujutsu Kaisen?
Alessandra: Certo, non vedo l'ora che Elena e Carlotta se ne occupino! (ride).
Quanto ci credevate che un titolo del genere potesse avere tutto questo successo?
Alessandra: Per noi è stato un colpo di fulmine. Da quando è iniziato ad apparire sulle pagine di Shonen Jump abbiamo detto: "Ok, questo sarà il prossimo titolo su cui puntare". La stessa Shueisha ce l'ha consigliato tanto quando abbiamo avuto l'incontro con loro e tra l'altro è stata la nostra prima early access.
Alessandra, cosa ti ha colpito di Jujutsu Kaisen al di là dei consigli che vi hanno dato in Giappone?
Alessandra: La grafica è sicuramente di forte impatto, vedere come sono stati realizzati tutti i demoni e le maledizioni, così come i personaggi che sono molto pop. Si capisce che dietro c'è la creazione di un universo che è stato ben pensato e che comunque a prima vista è qualcosa di strabiliante.
Enrico: Tra l'altro è molto atipica come storia, ha delle particolarità, è sì un'opera di azione, ma molto diversa da quello a cui siamo abituati, a partire da come vengono rappresentati ad esempio tutti i personaggi femminili.
I personaggi femminili di Jujutsu Kaisen sono estremamente moderni. Qualche retroscena a riguardo?
Elena: Quello che mi ha colpito è che sono personaggi femminili molto forti, sono personaggi che riescono ad essere femminili, ma allo stesso tempo riescono ad avere una forza che non dipende dai loro poteri, ma dal fatto che sono proprio forti interiormente, hanno una loro personalità. Oltre a questo, hanno anche un background molto dettagliato che scopriamo pian piano, hanno degli obiettivi, dei sogni, dei traguardi da raggiungere, dei nemici da sconfiggere personali che non riguardano il protagonista, ma proprio il loro vissuto, e il modo in cui affrontano il loro passato e tutto quello che gli succede ti fa dire: "Io voglio essere così, voglio essere come questo personaggio". Sono personaggi che non sono vestiti in modo tale da esaltare la loro femminilità, ma sono vestiti in maniera normale. E inoltre, riescono ad essere alla moda e al contempo spietate quando c'è bisogno di combattere (vedi Nobara).
Carlotta: Da traduttrice dell'opera spesso mi capita di tradurre battute e gag comiche dette da personaggi femminili.
Molte persone paragonano l'opera a un altro grande successo di Shonen Jump che è Bleach. Notate qualche somiglianza tra i due titoli?
Elena: Come punti in comune c'è una caratterizzazione molto forte dei personaggi e sicuramente una cura per il character design, per l'abbigliamento, per l'espressività e per le pose. Invece come divergenze c'è da fare una riflessione sul mondo della magia vista in chiave orientale. Nel senso, se noi occidentali pensiamo alla magia ci vengono in mente bacchette magiche o maghi coi cappelli, ma quello che rende affascinante la magia e l'occultismo visto in chiave orientale è il fatto che il potere nasca dall'interiorità, nasca dallo scavare dentro di sé e legato alle emozioni. Nella letteratura giapponese, come il Genji Monogatari, esistono addirittura delle persone che sono state trasfigurate in demoni a causa delle emozioni, e infatti in Jujutsu Kaisen le maledizioni nascono a causa delle emozioni negative sprigionate dagli esseri umani che sedimentano e danno vita a diverse creature.
Nell'opera, tutto appartiene ad una determinata tradizione culturale orientale (l'istituto di arti occulte che ricorda un tempio, la presenza dei sigilli, gli spiriti maledetti che sembrano degli yokai) e questa ci affascina non solo perché è diversa, ma perché legata all'interiorità e alla ricerca di se. Non è uno shonen in cui il protagonista è al centro di tutto, ma l'autore riesce a dare ai personaggi uno spazio perfettamente calibrato. Anzi, a volte, ci dimentichiamo che esiste un determinato personaggio perché veniamo rapiti dalla storia del personaggio di turno.
Parlando di nozioni di matematica e termini "strani" da tradurre all'interno dell'opera...
Elena: I mangaka prendono degli elementi reali di scienza, di fisica o di astronomia e li fanno propri, rendendo un po' più difficoltosa la traduzione. A volte, il processo di traduzione richiede molto tempo. Spesso, infatti, ci sono dei termini che se tradotti letteralmente sarebbero lunghissimi e quindi noi cerchiamo di creare una sintesi per renderli adatti e molto orecchiabili nelle varie conversazioni.
Carlotta: In Jujutsu Kaisen ci sono tantissimi termini che inventa l'autore stesso, unendo a volte due caratteri giapponesi differenti e li mette assieme, creando così una parola che è molto evocatica e non una vera e propria parola giapponese.
Alessandro: Lo stesso problema si pone per i sottotitoli dell'anime. Nelle scene molto concitate le animazioni ti rapiscono talmente tanto che fai fatica a stare dietro a tutte le tecniche e le spiegazioni, e quindi spesso e volentieri mi capita di prendere il manga per recuperarle, leggerle e assimilarle al meglio.
Il successo di titoli anime basati sul folklore giapponese, come Jujutsu Kaisen o Demon Salyer, è merito soltanto dello studio di animazione o perché finalmente il pubblico italiano è realmente interessato a scoprire e a conoscere tutta questa cultura?
Alessandro: Penso sia un'unione di tante cose diverse in questo caso. Jujutsu Kaisen ha già a partire dal manga un'ottima mescolanza di tradizione giapponese e modernità e l'anime non fa altro che risaltare al massimo questa sua modernità, rendendolo diverso e unico rispetto a tanti altri titoli rilasciati nell'ultimo periodo. Da quando è uscito sulla nostra piattaforma, c'è stato un crescendo di attenzione da parte del pubblico, anche italiano, che ha risposto benissimo a questa serie. Il suo enorme successo è dovuto sì allo studio di produzione, ma non solo, perché le animazioni e i combattimenti non bastano da soli: ci deve essere una buona base di scrittura e di fedeltà che l'anime e il manga hanno l'uno verso l'altro.
Come si spiega questa esplosione a livello mondiale di titoli come Jujutsu Kaisen?
Enrico: Secondo me siamo cambiati noi come pubblico. Quando da piccolo andavo a comprare il manga di Dragon Ball non avevo una grande conoscenza del mondo orientale e del Giappone, ma nascoste tra quelle pagine c'erano tanti riferimenti a quella cultura. Ora, invece, siamo sempre più informati, siamo diventati più esperti. Quelle che sono le tradizioni, molti lettori in parte le sanno, hanno una chiave e molti più strumenti per interpretare cose di questo tipo e per apprezzare queste opere sempre di più. Tra i tanti motivi del successo, questo è sicuramente un fattore che ti porta a guardare la serie. Jujutsu Kaisen si trova al posto giusto al momento giusto, sia anime che manga, tutti hanno gli strumenti per comprenderlo e c'è tanta attenzione a riguardo. È la migliore delle condizioni in cui si possa trovare il prodotto.
Carlotta: riprendendo il discorso di Enrico, una volta mettevo molte più note a margine nei manga, magari per spiegare cosa fosse una cosa che oggigiorno può sembrare stupida come ad esempio un onigiri. Ora questo non si fa più, perché comunque i lettori sanno che cos'è, non c'è bisogno di inserire annotazioni, e questo rende il tutto più fluido e diretto.
Alessandra: In pratica quello che stai dicendo Enrico è che c'è stata una formazione culturale nei confronti del mondo giapponese a partire dal mondo occidentale, che si è andata in qualche modo configurando in decenni di continuo contatto culturale tramite soprattutto anime e manga, e che ha fatto sì che ci sia stata una vera e propria formazione di una nuova generazione di lettori e pubblico. Per cui adesso è come se noi sentissimo un po' la realtà giapponese parte della nostra.
Cambiando discorso, secondo voi perché sta avendo un boom così importante l'industria del manga?
Alessandra: Sappiamo che dobbiamo ringraziare innanzitutto i canali in streaming come ad esempio Netflix e Amazon Prime Video, che hanno provocato una rinascita dell'interesse nei confronti dell'animazione ed una sua nuova diffusione, ma non solo, perché un ringraziamento va anche ad una nuova scuola di mangaka che è andata progressivamente consolidandosi negli ultimi anni.
Crunchyroll, invece, sotto questo punto di vista, ha ottenuto qualche beneficio?
Alessandro: Le grandi piattaforme di video on demand hanno comunque deciso di riconoscere un valore all'animazione giapponese, permettendo di arrivare al grande pubblico con dei titoli molto famosi che attirano non solo fan dell'animazione, ma anche fan delle serie tv in generale. Questo sta finalmente portando nel mondo dell'animazione persone nuove che scoprono di come ci si può appassionare di un anime ben fatto e tutto ciò, ovviamente, ricade anche su di noi. Come Crunchyroll, abbiamo dalla nostra parte dei titoli molto interessanti e per noi riuscire a dare nuovo pubblico alla visione di anime è un vantaggio perché parlano un linguaggio che è anche il nostro.
Avete qualche altro dietro le quinte o curiosità legate a Jujutsu Kaisen?
Carlotta: Riferendomi a quanto detto prima da Elena, se noi pensiamo alla magia pensiamo alle bacchette e ai cappelli, ma invece qui troviamo tutto un mondo fatto di esorcismi e di emozioni che prendono forma come le maledizioni.
Elena: Parlando come sceneggiatrice e autrice, quando si legge una storia noi abbiamo sempre delle aspettative nei confronti della storia stessa, legate a volte al nostro vissuto o alla nostra cultura. Secondo me uno dei motivi del grande fascino che esercitano le storie di magia in senso orientale è un'introspezione dei personaggi molto forte, anche quella dei personaggi maschili, ed è una cosa a cui non siamo così abituati come lettori occidentali. In genere, il nemico o la minaccia da vincere è esterna, ma nella narrativa orientale, invece, la minaccia è anche dentro di sé. Per cui leggi una storia, ma nello stesso tempo leggi anche qualcosa di te.
Un'ultima domanda, porterete il fanbook di Jujutsu Kaisen?
Alessandra: Certo, non vedo l'ora che Elena e Carlotta se ne occupino! (ride).
Eee comunque sono troppo curioso di sapere quante copie sta vendendo da noi, ho visto in Francia 750k con soli i primi 2, cifre da capogiro
Allora speriamo per te che pubblichino il digitale di Jujutsu e per me che ristampino l'11 e il 24 di D.Gray-Man che li cerco da anni quasi ahahah
Grazie mille
Finchè restiamo fanalino di coda europeo nelle visualizzazioni globali crunchyroll ...la vedo dura...
Bel resoconto dell'evento, grazie mille!
Facendomi un giro su diversi gruppi Fb quasi nessuno ha ancora capito la differenza tra portali legali e pirata, tant'è che spesso perdo tempo a rispondere a tutte le domande "dove posso vedere x serie?" rispondendo e spiegando dove va vista e dove non va vista. Secondo me andrebbe fatta una campagna di massa da influencer, siti, editori ecc... proprio martellante. Non esagero se dico che su 50 persone contate solo 10 sanno dove guardare le cose. Alcuni non è che lo fanno con malizia, è che proprio non lo sanno. A volte mi hanno anche chiesto la fonte che dimostrasse che Sito X con le puntate di JJK fosse pirata e Crunchy no
Oltre a questo forse bisognerebbe su siti specializzati come questo, non "promuovere" anime che non siano su piattaforme legali o su siti amatoriali che adottano la politica di eliminare gli anime se licenziati. Mi spiego meglio se un anime disponibile solo su siti warez posso spolliciarlo, commentarlo, recensirlo e me lo ritrovo nella classifica di quelli più visti, poi lo voglio vedere anche io. Non dico di non parlarne, i siti che parlano di anime devono dare un'informazione a 360 gradi, dico solo che forse e dico forse bisognerebbe usare degli accorgimenti diversi. Ma magari mi sbaglio e sarebbe comunque inutile.
Non parlare degli anime non è una soluzione...più volte sono stati portati in Italia anime proprio su richiesta del fandom.
Noi di nostro abbiamo attuato la scelta di togliere il fansub dal sito e di mettere in calendario solo le serie che arrivano sulle piattaforne legali. Scelta criticata da molti...ma il resto lo deve fare anche chi segue gli anime che preferisce premiare uniche i siti warez che hanno tutto (rubando) piuttosto che andare su crunchy che ha i video di pubblicità
Però se dici che già vi hanno fatto storie con questa politica, capisco, e non avevo preso in considerazione che potesse essere uno stimolo per qualcuno a legalizzare il prodotto. Del resto giustamente voi avete una visione più completa di me di questo mondo e di quello che ci gira intorno. Ci tengo a precisare che la mia non era una critica, è che mi dispiace sentire che l'Italia è fanalino di coda nelle visualizzazioni di Crunchy e tutto quello di negativo che comporta la cosa.
No figurati ma era per spiegare. C' è gente che ce l' ha con me ancora oggi per quella scelta. Questo non vuol dire negare l'immenso lavoro che hanno fatto i fansub negli anni di buio post 2000...non è un caso che molti di loro oggi lavorano per realtà legali.
Detto questo, un conto sono i fansub e un conto sono i warez che rubano io lavoro sia dei primi (per serie non arrivate in Italia) sia dei siti legali...ma è un discorso lungo e sarebbe ot qui.
Vorrei riprenderlo poi in alcune live
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