Spulciando tra saggi, interviste e articoli, sempre in cerca del nuovo approfondimento da scrivere, diventa abbastanza comune imbattersi in numerosi aneddoti dietro le quinte su questo o quell'anime, personaggio o studio di produzione. Piccole curiosità, non tali da realizzarne articoli dedicati, ma abbastanza interessanti da volerli diffondere agli interessati.
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
Nonostante il grande successo del manga originale, la trasposizione animata del 1979 di Tadao Nagahama e Osamu Dezaki de Le rose di Versailles (Lady Oscar) non ebbe particolare successo e portò anche svariate problematiche: l'allontanamento di Nagahama per divergenze con la doppiatrice di Oscar ed il produttore, le proteste e minacce delle fan del fumetto a causa delle modifiche rispetto all'originale...
Per una sua riscoperta fu necessario aspettare qualche anno, quando nel 1986 andò in onda la serie animata di Saint Seiya (I cavalieri dello zodiaco). Il pubblico rimase incantato dalla bellezza del design di questi personaggi e furono in tanti a innamorarsi dello stile di Shingo Araki, chiedendo a gran voce di poter vedere altre sue opere. Le rose di Versailles venne quindi replicato in TV, ottenendo un successo decisamente superiore a quello della prima trasmissione. La nota rivista Animage dedicò alla serie la copertina del numero di novembre 1987, con alcune pagine contenenti illustrazioni di Himeno e Araki e alcune informazioni. Nel sondaggio sul miglior personaggio del mese la protagonista Oscar si piazzò al secondo posto.
Fonte consultata:
第320回 荒木・姫野コンビの復活 (style.fm)
Hiroyuki Yamaga: Nadia è la serie di cui abbiamo più rimpianti. Ci sembra di non aver fatto il meglio che avremmo potuto.
Takami Akai: Ogni settimana NHK ci mandava la sceneggiatura, dicendo che volevano fosse fatta esattamente in quel modo. Il regista, Hideaki Anno, prendeva i fogli dal fax, li pinzava e li buttava nel cestino.
Toshio Okada: Nadia fu vero caos, caos buono e caos cattivo! Anno non diresse gli episodi centrali della serie, lo fece Shinji Higuchi. E alcuni episodi furono diretti in Corea - nessuno sa esattamente perchè. Questo era vero caos, non quello buono. Quel che è intendo dire è che il caos controllato è positivo, è quello in cui tu metti tutto lo staff in una stessa stanza, faccia a faccia. Ma in Nadia c'era Higuchi che diceva "Oh, sorprenderò Anno!" e di nascosto modificava la sceneggiatura. Sceneggiature e storyboard venivano cambiati dopo che la gente andava a casa e se la mattina successiva non si riuscivano a trovare gli originali allora davo l'autorizzazione a proseguire con le versioni modificate. Non si può essere dei veri registi e sceneggiatori in una situazione così caotica. Ma mentre in Gunbuster il caos era controllato perchè eravamo tutti amici e lavoravamo tutti insieme, in Nadia metà dello staff era coreano e non lo incontrammo mai. Non c'era alcun controllo.
Avevamo usato animatori coreani anche in Gunbuster, ma era la prima volta che avevamo registi e direttori dell'animazione coreani. Era caos puro, un vero inferno.
“Anche se continuavamo a produrre e produrre, il mostro televisivo, con una sola trasmissione settimanale, trangugiava un fim dopo l'altro. Sebbene l'audience e i giudizi positivi fossero andati aumentando, in modo inversamente proporzionale le facce dei collaboratori si erano assottigliate da far paura. Molti erano esauriti, sentivano dolori in tutto il corpo, e avevano finito per restare a casa. Nonostante ciò, tutti noi avevamo resistito stringendo i denti. Quello che ci aveva sostenuto era semplicemente l'orgoglio di essere i pionieri dell'animazione.”
Persino un lavoratore instancabile e stacanovista al limite della follia come Osamu Tezuka dovette riconoscere quanto fosse devastante realizzare una serie d'animazione televisiva a cadenza settimanale senza aiuti esterni. Volendo dare un po' di respiro allo staff di Mushi Production che stava lavorando ad Atom dal braccio di ferro decise di chiedere aiuto ad uno studio esterno per realizzare l'episodio 34 della serie, lo Studio Zero. Trattandosi di uno studio formato principalmente da fumettisti senza particolare esperienza nell'animazione, tuttavia, il risultato finale mancava completamente di consistenza interna, richiedendo un sacco di correzioni e finendo dimenticato persino dalle pubblicazioni ufficiali.
Fonti consultate:
- What Actually is Anime Outsourcing? – The Historical Context and Currently Reality of Anime's Life Support (blog.sakugabooru.com)
- Osamu Tezuka, Una biografia manga, Coconino Press
In Giappone, quando all'interno di un gruppo c'è un trio di persone di abilità superiore che svetta su tutti gli altri si è soliti soprannominarli i tre corvi (di quel particolare gruppo). Nel mondo dell'animazione tale termine venne utilizzato nella Tatsunoko Production degli anni '70. Si era nel periodo d'oro della compagnia, gli anni in cui vennero creati alcuni dei suoi titoli più iconici, e tra tutti quelli che lavoravano a quelle opere c'erano tre animatori geniali intorno ai quali gravitavano tutti gli altri, considerati tra i maggiori artefici del successo dello studio e della qualità dei suoi prodotti: Masami Suda, Tsuneo Ninomiya e Tomonori Kogawa, i tre corvi di Tatsunoko.
Fonti consultate:
- A Guide To Anime Studios – First Part (iwatchanimebecauseprettycolors.wordpress.com)
- 三羽烏 / Sanbagarasu (ja.wikipedia.org)
I manga a tematica omosessuale per un pubblico maschile (da non confondere quindi con i BL / yaoi, rivolti a un pubblico femminile) sono solitamente chiamati bara (rosa in giapponese). A cementare il legame tra la rosa e i fumetti sull'omosessualità fu la rivista Barazoku (la tribù delle rose) fondata dall'editore Bungaku Ito nel 1971 e primo magazine mainstream a riguardo. Non fu tuttavia Ito ad inventare il termine e nemmeno il primo a pubblicare manga con quelle tematiche: nel decennio precedente fumetti omosessuali venivano pubblicati in riviste o dōjinshi da parte di varie realtà minori, mentre l'importanza della rosa nacque con la raccolta di fotografie Bara kei (L'ordalia delle rose), realizzata dal fotografo Eikoh Hosoe con soggetto lo scrittore omosessuale Yukio Mishima.
Fonte consultata:
- Itō Bungaku and the Solidarity of the Rose Tribes [Barazoku]: Stirrings of Homo Solidarity in Early 1970s Japan (intersections.anu.edu.au)
- Barazoku Covers (johncoulthart.com)
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
Il ritorno delle rose di Versailles
Nonostante il grande successo del manga originale, la trasposizione animata del 1979 di Tadao Nagahama e Osamu Dezaki de Le rose di Versailles (Lady Oscar) non ebbe particolare successo e portò anche svariate problematiche: l'allontanamento di Nagahama per divergenze con la doppiatrice di Oscar ed il produttore, le proteste e minacce delle fan del fumetto a causa delle modifiche rispetto all'originale...
Per una sua riscoperta fu necessario aspettare qualche anno, quando nel 1986 andò in onda la serie animata di Saint Seiya (I cavalieri dello zodiaco). Il pubblico rimase incantato dalla bellezza del design di questi personaggi e furono in tanti a innamorarsi dello stile di Shingo Araki, chiedendo a gran voce di poter vedere altre sue opere. Le rose di Versailles venne quindi replicato in TV, ottenendo un successo decisamente superiore a quello della prima trasmissione. La nota rivista Animage dedicò alla serie la copertina del numero di novembre 1987, con alcune pagine contenenti illustrazioni di Himeno e Araki e alcune informazioni. Nel sondaggio sul miglior personaggio del mese la protagonista Oscar si piazzò al secondo posto.
Fonte consultata:
第320回 荒木・姫野コンビの復活 (style.fm)
Nadia ed il caos (non) controllato della Gainax
Hiroyuki Yamaga: Nadia è la serie di cui abbiamo più rimpianti. Ci sembra di non aver fatto il meglio che avremmo potuto.
Takami Akai: Ogni settimana NHK ci mandava la sceneggiatura, dicendo che volevano fosse fatta esattamente in quel modo. Il regista, Hideaki Anno, prendeva i fogli dal fax, li pinzava e li buttava nel cestino.
Toshio Okada: Nadia fu vero caos, caos buono e caos cattivo! Anno non diresse gli episodi centrali della serie, lo fece Shinji Higuchi. E alcuni episodi furono diretti in Corea - nessuno sa esattamente perchè. Questo era vero caos, non quello buono. Quel che è intendo dire è che il caos controllato è positivo, è quello in cui tu metti tutto lo staff in una stessa stanza, faccia a faccia. Ma in Nadia c'era Higuchi che diceva "Oh, sorprenderò Anno!" e di nascosto modificava la sceneggiatura. Sceneggiature e storyboard venivano cambiati dopo che la gente andava a casa e se la mattina successiva non si riuscivano a trovare gli originali allora davo l'autorizzazione a proseguire con le versioni modificate. Non si può essere dei veri registi e sceneggiatori in una situazione così caotica. Ma mentre in Gunbuster il caos era controllato perchè eravamo tutti amici e lavoravamo tutti insieme, in Nadia metà dello staff era coreano e non lo incontrammo mai. Non c'era alcun controllo.
Avevamo usato animatori coreani anche in Gunbuster, ma era la prima volta che avevamo registi e direttori dell'animazione coreani. Era caos puro, un vero inferno.
Fonti consultate:
- Interviews: Gainax: Past, Present and Future, Part 2 (anime-tourist.com)
- The Conscience of the Otaking: The Studio Gainax Saga in Four Parts - Part 2 (Animerica)
Il primo Outsourcing di Mushi
“Anche se continuavamo a produrre e produrre, il mostro televisivo, con una sola trasmissione settimanale, trangugiava un fim dopo l'altro. Sebbene l'audience e i giudizi positivi fossero andati aumentando, in modo inversamente proporzionale le facce dei collaboratori si erano assottigliate da far paura. Molti erano esauriti, sentivano dolori in tutto il corpo, e avevano finito per restare a casa. Nonostante ciò, tutti noi avevamo resistito stringendo i denti. Quello che ci aveva sostenuto era semplicemente l'orgoglio di essere i pionieri dell'animazione.”
Persino un lavoratore instancabile e stacanovista al limite della follia come Osamu Tezuka dovette riconoscere quanto fosse devastante realizzare una serie d'animazione televisiva a cadenza settimanale senza aiuti esterni. Volendo dare un po' di respiro allo staff di Mushi Production che stava lavorando ad Atom dal braccio di ferro decise di chiedere aiuto ad uno studio esterno per realizzare l'episodio 34 della serie, lo Studio Zero. Trattandosi di uno studio formato principalmente da fumettisti senza particolare esperienza nell'animazione, tuttavia, il risultato finale mancava completamente di consistenza interna, richiedendo un sacco di correzioni e finendo dimenticato persino dalle pubblicazioni ufficiali.
Fonti consultate:
- What Actually is Anime Outsourcing? – The Historical Context and Currently Reality of Anime's Life Support (blog.sakugabooru.com)
- Osamu Tezuka, Una biografia manga, Coconino Press
I tre corvi di Tatsunoko
In Giappone, quando all'interno di un gruppo c'è un trio di persone di abilità superiore che svetta su tutti gli altri si è soliti soprannominarli i tre corvi (di quel particolare gruppo). Nel mondo dell'animazione tale termine venne utilizzato nella Tatsunoko Production degli anni '70. Si era nel periodo d'oro della compagnia, gli anni in cui vennero creati alcuni dei suoi titoli più iconici, e tra tutti quelli che lavoravano a quelle opere c'erano tre animatori geniali intorno ai quali gravitavano tutti gli altri, considerati tra i maggiori artefici del successo dello studio e della qualità dei suoi prodotti: Masami Suda, Tsuneo Ninomiya e Tomonori Kogawa, i tre corvi di Tatsunoko.
Fonti consultate:
- A Guide To Anime Studios – First Part (iwatchanimebecauseprettycolors.wordpress.com)
- 三羽烏 / Sanbagarasu (ja.wikipedia.org)
La tribù delle rose
I manga a tematica omosessuale per un pubblico maschile (da non confondere quindi con i BL / yaoi, rivolti a un pubblico femminile) sono solitamente chiamati bara (rosa in giapponese). A cementare il legame tra la rosa e i fumetti sull'omosessualità fu la rivista Barazoku (la tribù delle rose) fondata dall'editore Bungaku Ito nel 1971 e primo magazine mainstream a riguardo. Non fu tuttavia Ito ad inventare il termine e nemmeno il primo a pubblicare manga con quelle tematiche: nel decennio precedente fumetti omosessuali venivano pubblicati in riviste o dōjinshi da parte di varie realtà minori, mentre l'importanza della rosa nacque con la raccolta di fotografie Bara kei (L'ordalia delle rose), realizzata dal fotografo Eikoh Hosoe con soggetto lo scrittore omosessuale Yukio Mishima.
Fonte consultata:
- Itō Bungaku and the Solidarity of the Rose Tribes [Barazoku]: Stirrings of Homo Solidarity in Early 1970s Japan (intersections.anu.edu.au)
- Barazoku Covers (johncoulthart.com)
Concordo
Non c'entra nulla, ma guardando l'anteprima di YouTube pubblicata sotto l'articolo relativo mi è tornata in mente una domanda:
Ma solo a me "i cattivi" sembravano la copia del trio Dronio di Yattaman? 😅
Erano un'esplicita citazione ai trii dei cattivi alla Time Bokan.
Nadia erra un concentrato di Easter eggs e personaggi che rimandavano ad altri anime, per esempio Nemo mi sembra che sia molto ispirato al capitano Global della serie Macross
Quando l’ho letto ho avuto la tua stessa reazione, Anno che personaggio! Forse più delle sue stesse opere a volte
Infatti. La parte isolana, a parte l'evidente calo nella qualità delle animazioni, non è proprio inguardabile però dà l'impressione di uno scherzo tirato troppo per le lunghe. Se Anno fosse stato presente (non lo era causa ricovero) durante la sua realizzazione quella parte o non l'avremmo avuta o sarebbe stata molto diversa. In ogni caso la serie ci avrebbe guadagnato parecchio.
Niente macross, ma Star blazers e il Capitano Avatar, serie amata da Anno. Cita perfino l'inquadradura!
La mascherina è una citazione de Il tulipano nero, altra serie che Anno ama molto.
La serie è ricca di chicche anche cinematografiche, da 20.000 leghe Disney ovviamente (identica sequenza del primo avvistamento del mostro marino), ai film di Godzilla.
E' la parte che amo di più! Sempre con sta storia. Non è perchè l'abbia detto Okada sia Bibbia! E' caos anche nelle dichiarazioni. La parte centrale Anno la lasciò per dedicarsi alla parte finale visti i tempi di consegna stringenti e i ritardi continui, ma non è che sia stata inventata dal primo che si alzava! Quelle puntate erano previste, come vero è che tutto passava dalle mani di Anno per la conferma finale.
Tanto per dirne una: ho visto lo scorso anno la mostra dedicata a Nadia per il 30 anniversario... le cosiddette puntate "colorate" dai coreani, e in alcune parti dirette, erano tutte (per modo di dire) tranne quelle delle Isole!!! Per non parlare di tutte le dicerie e leggende metropolitane che sono cresciute negli anni che sostengono che sono state aggiunte in serie in corso, quando esistono storyboard e persino illustrazioni varie, ma soprattutto di Nadia in "costume da isola"... già dalla messa in onda dei primi episodi.
Per concludere, le puntate scarsamente animate non sono solo nella parte centrale, ma anche nelle prime. Come è vero che alcune delle più belle, sperimentali e migliori animate, sono proprio dell'arco isolano!
Ma anche no
Capitano Nemo di Nadia:
Capitano Avatar della Yamato
Capitano Global di Macross
[img]https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSuZInpRh1CFDl9Kohq1aZMXvFfB8hFiiRL8A&usqp=CAU[/img]
E' stato Anno a dirlo in diverse interviste eh... infatti ci sono parecchie citazioni alla serie Yamato/Starblazer e gli dedica (copia?) perfino un'intero episodio (quello delle mine).
Che poi tu la pensi diversamente vabbè, saranno fatti tuoi...
Saranno anche fatti miei -ah complimenti per la simpatia- o forse devo andare dall'oculista, ma mi pare -solo vagamente eh- che il design di Nemo assomigli di più a quello di global divisa inclusa (vedi le tre strisce sulla spalla) che a quello di Avatar.
Forse Anno si riferiva al carattere del capitano e alla personalità.
Non escludo che si sia ispirato anche a Uchū senkan Yamato (vedi episodio delle mine) ma per il design di Nemo, mi spiace ma -vedi mio post sopra- direi proprio no.
direttamente da Maccross
[img]https://static.wikia.nocookie.net/macross/images/4/44/Global1.jpg/revision/latest?cb=20190530002350[/img]
Gran parte delle fonti confermano che quella parte è stata aggiunta col successo della serie e non diretta da Anno-kun e ciò spiega quasi tutto. La cosa che mi ha dato più fastidio è stata che Nadia in 10 episodi cambia personalità tipo 3 volte.
Unica cosa positiva l'outfit da isola.
Guarda, non voglio "spiegare" perchè non sono un insegnante... non voglio deluderti o convincerti del contrario. La verità, se così si può definire, non è così.
Yamato serie ha avuto un impatto devastante in Giappone che pochissime serie dei 70 hanno avuto. Per farla breve trova qualche testo che spieghi la cosa e fai prima... Pensa che all'uscita del film della corazzata, per la prima volta in un film animato, c'erano persone che dormivano fuori dalla sala dal giorno prima! Ci sono foto che testimoniano il tutto. Dico questo per renderti l'idea di come e quanto abbia influenzato le generazioni a venire. Macross non solo è venuto dopo, ma a sua volta cita/omaggia/copia (scegli tu) il capitano Avatar. Perchè Macross era fatto dalla prima - flebile e quindi non ancora deleteria generazione otaku, da gente che veniva/arrivava guardando anime, e non da gente che gli anime li ha inventati.
Anno, otaku si, ma che odia qual mondo, guarda - A DETTA SUA - sempre e solo il capitano Avatar di Star Blazers. In tutte le interviste che ho letto nella mia vita, non ha mai fatto menzione di Macross. Sarebbe da idioti copiare una copia di una copia.
Ti consiglio di guardare la prima serie di Yamato anno 74 ... in caso non la hai mai vista...
Ovunque tu cerchi, troverai inesattezze, perchè in questi anni sono stati fatti articoli a volte anche deliranti sulla questione!
Quella parte è essenziale perchè i caratteri di tutti i personaggi si delineano e si approfondiscono.
Nadia cambia tre volte?! Mah ... casomai rafforza le sue posizioni e mostra lati non certo alieni alla sua personalità.
GLi episodi inutili quali sarebbero? King contro King? Il Gratan 2? Le mangiate tutti insieme? King geloso?
QUanti complessi ... ma godetevi le serie senza pensieri da regista...
AI tempi, alla sua messa in onda, non esistevano musi storti...ognuno prendeva ciò che c'era e si divertiva. La realtà di oggi avrebbe "diretto" il direttore!!!
Ed è così, oggi, purtroppo...
Una domanda: hai letto ciò che ho scritto?
Comunque se per te dal punto di vista del CHARACTER DESIGN Avatar e Nemo sono uguali, cosa vuoi che ti dica?
Non metto minimamente in dubbio che per molti aspetti Anno si sia ispirato alla Yamato. Nè metto in dubbio che il carattere di Nemo e Avatar possano essere molto simili.
Ma non che lo siano dal punto di vista "fisico", che è quello di cui sto parlando.
e la simpatia continua
Comunque si scrive "tu non l'abbia mai vista"
La serie l'ho vista sì, e credo... forse 4 volte?
Avatar è una persona sovrappeso con folta barba bianca, non molto alto.
Nemo non mi sembra abbia queste caratteristiche. ma per te sì.
Quando torno a casa passerò da un oculista.
Ah, caso mai non si sia capito. sto parlando del character design del personaggio.
Se parli del chara potrei darti ragione. Ma non sto chiacchierando sul mio o sul tuo ma di ciò che Anno ha dichiarato. Non ho mai letto nulla a riguardo su Global. Tutto qui.
e la simpatia continua
Comunque si scrive "tu non l'abbia mai vista"
[/quote][/quote]
...te l'ho detto che non sono un insegnante...
Incazzato come una iena.
Da quello che ho capito non ebbe successo alla prima trasmissione per non essere stato un adattamento fedelissimo del manga
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