Fa strano vero? A contribuire poi al senso di straniamento del fan medio è il character design particolare che in pratica ci riporta la fisionomia più che conosciuta del ladro gentiluomo ma in fattezze più piccole. Non solo: nonostante la sua giovane età, anche i comportamenti di questo imberbe ragazzino sono più che familiari. Ruba sfacciatamente, sfida criminali più che navigati, difende le belle donne nei guai. Già dalle prime battute della prima puntata ci troviamo di fronte a un personaggio più che formato, anche se, ammettiamolo, lontano da quel personaggio immorale e spietato della prima serie, quella in giacca verde. Qui siamo di fronte a un Lupin che sembra più un mix tra il simpatico birbante di Miyazaki e quello della seconda serie.
Detto questo, non possiamo che stamparci un sorriso da fan nel vedere la genesi dell'amicizia di una vita tra Lupin e Jigen. Rapporto nato per caso (sono entrambi nella stessa scuola, anche se Jigen la frequenta poco), ma sbocciato nel più classico dei momenti in una storia di Lupin: uno scontro a fuoco! Qui i ragazzi finiscono di "annusarsi" e iniziano a comprendere di parlare la stessa lingua, pur vestendo abiti e venendo da mondi totalmente differenti.
Lupin è un ragazzo ricco alle prese con il peso delle grandi aspettative che il suo nome porta. Ha tutte le capacità e l'intelligenza per diventare un grande ladro come il suo omonimo nonno. Allo stesso tempo, è ancora abbastanza giovane da scegliere invece di condurre una vita normale come da desiderio paterno, e non c'è dubbio che potrebbe trovare un grande successo anche dalla parte giusta della legge. Ma Lupin non vuole seguire nessuna delle due strade, è un ribelle e vuole trovare il suo percorso, senza aiuti o interferenze. Per far questo però, data la sua giovanissima età, è ancora alla ricerca di conferme, di qualcuno (non della sua famiglia) che lo aiuti nel percorrere i passi giusti. Qualcuno come Jigen.
Quest'ultimo, dicevamo, viene da un contesto completamente opposto al futuro partner in furti e rapine. Ha trascorso i suoi anni formativi passando da una zona di conflitto all'altra, combattendo sempre la guerra di qualcun altro. Anche in un paese apparentemente pacifico come il Giappone, viene utilizzato come mero strumento di morte. L'incontro con Lupin gli apre invece un nuovo scenario, quello di combattere una propria battaglia con una persona accanto che lo capisce e che lo completa. Splendida, a tal proposito, la scena in cui Lupin, ormai deciso a diventare un ladro ma alle sue regole, decide che il suo primo vero furto debba essere proprio il cuore dell'amico Jigen!
A parte il rapporto tra i due protagonisti, a rendere Lupin ZERO una serie davvero meritevole sono i continui omaggi e riferimenti a una delle serie più amate del ladro gentiluomo, la prima storica in giacca verde, di cui riesce a catturare le atmosfere e ad avvolgerle in un anime moderno ma, appunto, dal sapore classico, che tutta la famiglia può apprezzare.
Dalle superbe nuove versioni della musica di Takeo Yamashita (fantastico riascoltare "AFRO"LUPIN'68") riarrangiate da Yoshihide Otomo, alle iper nostalgiche opening/ending, ai colorati personaggi secondari, alla stilosissima scelta di mostrarci le animazioni in qualità SD come fosse un titolo da VHS. La serie, d'altronde, è ambientata negli anni '60, e cerca di farci respirare a pieni polmoni tutto ciò che ha contraddistinto i primi passi di Lupin animato e di conseguenza del suo fandom, in modo da soddisfare sia i nuovi che i vecchi fan. Questi ultimi non potranno non emozionarsi nel guardare ogni dettaglio e scoprire le citazioni.
Lato doppiatori il lavoro svolto è stato davvero particolare e ben riuscito. Una chicca dare il personaggio del padre di Lupin a Toshio Furukawa, che era stato il ladro gentiluomo solo una volta nel film Lupin III - La cospirazione dei Fuma. Tasuku Hatanaka è stato un Lupin più che convincente, riuscendo a dargli l'imprinting che ci aspetteremmo da un carattere istrionico ma altamente romantico come è stato qui tratteggiato il protagonista, come è stato Shunsuke Takeuchi, anche se all'inizio ho avuto un senso di straniamento a sentire una voce così profonda su quello che doveva essere un ragazzino delle medie.
Al netto quindi di alcune scelte che possono interrompere il senso di incredulità, come il fatto che ragazzini delle medie possano fumare, guidare e frequentare certi locali notturni, questa mini serie prodotta da TMS Entertainment (come sempre quando si tratta di questo franchise) è davvero una boccata d'aria fresca per i fan di Lupin, usciti piuttosto delusi dalla sesta serie. Un risultato positivo ottenuto sicuramente grazie alla breve durata di sei episodi e al fatto che è stata rilasciata per lo streaming, senza la necessità di scadenze televisive ravvicinate. Questo però senza nulla togliere all'ottimo lavoro fatto dallo staff, a partire dal regista Daisuke Sako, (già direttore delle animazioni di Lupin III - Ritorno alle origini e Lupin III: La partita Italiana), al character design di Asami Taguchi (Lupin III – L’avventura italiana), che sarebbe forse meritevole di lavorare ancora sul personaggio, magari quello adulto. Dalle intense sequenze d'azione ai momenti più intimi e romantici, la serie non ha mai avuto sbavature di natura tecnica.
Fatevi rubare il cuore da questo birbante anche voi ancora una volta, vi assicuro che non ve ne pentirete! Tutti gli episodi sono disponibili in lingua originale sottotitolata grazie ad Anime Factory, in attesa della versione doppiata che arriverà a pochi mesi di distanza su Amazon Prime Video.
Pro
- Le atmosfere vintage
- Le musiche
- Storia ben raccontata
Contro
- I protagonisti si comportano in buona parte come le loro controparti adulte
molto ci darò sicuramente un occhiata.
Grazie mille
Mi sembra una forzatura per rendere Lupin appetibile ai più giovani, anche se secondo me la maggior parte del suo pubblico saranno i nostalgici (a cui, per definizione, farà schifo)
Di base la storia ha comunque poco senso e contraddice quasi tutto quello che si è stabilito nel canone di Lupin, portando Lupin a incontrare Jigen a scuola (una cosa che non ha assolutamente senso).
Di buono c'è che vengono mostrate le interazioni tra Lupin e suo padre, Lupin II e il nonno Lupin I.
Bella l'idea di usare la colonna sonora della prima serie, in particolare la stessa ending con Lupin in moto.
Purtroppo la serie finisce proprio quando stava per diventare interessante.
Un occasione persa.
Ottimo, ti ringrazio
giusto dopo che avevo finito di vederlo. Meraviglioso!
Va bene, magari lo rivedo, vediamo che doppiaggio è venuto fuori. Chissà se uscirà in home video.
Mi farò bastare la visione in giapponese, tanto che la serie non è nemmeno granché, una seconda volta sarebbe tempo perso.
Peraltro, a tempo di record e di una qualità strepitosa!
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